Una curiosità di certo non sarà sfuggita agli appassionati di cartoni e di questa serie in particolare: questa è la serie che vanta la sigla più breve della storia dei cartoni. Un milione di anni fà , cantata da Giorgia Lepore , è diventata celebre per aver reso nostalgiche e poetiche al tempo stesso quelle immagini, così da addolcire una vicenda dal sapore sin troppo movimentato e drammatico. Oggi, proviamo di nuovo a rivivere quelle stesse atmosfere, quei silenzi e quelle trappole, tutta l'avventura di questo coraggioso "ragazzo delle caverne".
L'AMBIENTAZIONE La serie offre molti spunti per collocarla nel tempo, ma occorre dare ordine e logica agli elementi, per non rimanerne ingannati:
-I dinosauri : questi enormi e a volte mostruosi animali, vissero sulla Terra nel periodo mesozoico , più precisamente sembra che la datazione più condivisa dai geologi sia quella che li colloca tra il triassico e il giurassico. Per dare un'idea a chi non masticasse di ere geologiche, queste creature popolavano la Terra ben 200 milioni di anni orsono (lasciate perdere, sono tanti, troppi per immaginare quanto tempo sia passato..).
- I primi uomini : a parte la scimmia che alleva Ryu , gli uomini che vediamo nel cartone, apparvero sul pianeta circa 1 milione e mezzo di anni fà. Con sembianze certo molto meno aggraziate rispetto a quelle dei nostri beniamini. L'organizzazione in tribù non fu immediata, ma si diffuse per far fronte più facilmente alle esigenze di difesa da animali e per cacciare con maggior probabilità di successo.
- I luoghi : sembra che la serie sia ambientata nell'entroterra di un paese piuttosto aperto a cambiamenti climatici. Attraversiamo deserti, montagne innevate, ci affacciamo addirittura sul mare. I nostri protagonisti sono vissuti lontano dagli oceani, tanto è vero che chiamano lago che non finisce mai il mare che si trovano davanti. Ran deve citare i saggi della sua tribù per insegnare ai suoi che la distesa d'acqua che hanno davanti è salata.
- Le piante carnivore : l'elemento carnivoro sembra una licenza degli autori della serie. Solo l'immaginazione degli sceneggiatori può aver indotto a introdurre piante giganti che si nutrono di uomini. Ad oggi sappiamo che esistono piante carnivore in grado di cibarsi di insetti o al massimo di rane o topi di piccola taglia. Non esistono prove dell'esistenza di vegetali in età preistorica che arrivassero ad aggredire l'uomo.
Le conclusioni : la serie è ambientata all'incirca 1 milione e seicentomila anni orsono. L'approssimazione è d'obbligo, considerando che gli autori non si prodigano nel darci riferimenti esatti. Al contrario, veniamo totalmente spiazzati di circa 200 milioni di anni, mentre osserviamo un tirannosauro che distrugge villaggi e uccide persone, ed un suo innocuo apatosauro che spunta dall'acqua mostrando denti minacciosi che non poteva avere (era erbivoro).
Uomo e dinosauro non ebbero la (s)fortuna di convivere, essendo divisi da un lasso di tempo così ampio che persino nell'immaginarlo perdiamo la nozione della sua consistenza.
LA TRAMA Offerto in sacrificio al dinosauro Tirano per placarne l'ira abbattutasi contro la tribù presso la quale sua madre è prigioniera, Ryu viene miracolosamente tratto in salvo da un uomo-scimmia. Allevato da questa creatura tanto disprezzata, quanto nobile e generosa, il ragazzo diventa presto adulto. Ma il suo destino, quasi tragicamente segnato, lo porta ad essere di nuovo perseguitato, fino ad essere condannato al fuoco purificatore dall'ennesima ostile tribù di cacciatori. Stavolta si salva per l'arrivo incrociato del tirannosauro stesso, che allontana i suoi nemici e dalla giovane Ran , prigioniera presso di loro. Tra i due nasce un'amicizia resa ancor più solida dalle comuni sofferenze: Ran per il fratellino Don da lei separato in tenera età, Ryu per la madre che non ha mai conosciuto.
Entrambi saranno l'uno al fianco dell'altra nel corso di 22 episodi dal sapore antico, carico di nostalgie, di drammi, di rischi in agguato e di rari momenti di serenità. Una serie tutta da seguire, che riesce a non scadere mai nella banalità o nel sentimentalismo facile.
Ryu
Viviamo l'abbandono forzato del protagonista in tenera età, per via del colore "maledetto" (così lo definiscono) della sua pelle. Verrà allevato da un essere a metà tra una scimmia ed un uomo. La situazione ci ricorda vagamente quella di un Tarzan preistorico, ma le analogie si fermano qui.
Ryu diventa presto l'emblema dell'uomo che deve combattere contro tutto e contro tutti. Tribù ostili, animali e piante feroci, persino la natura sembra scagliarsi contro i suoi intenti e i profondi valori che lo sorreggono.
Sono frequenti e voluti i momenti di abbattimento, di scoraggiamento e di pessimismo del coraggioso protagonista della serie. Egli deve simboleggiare l'uomo chiamato a percorrere l'irto cammino che lo separa dalla realizzazione dei suoi sogni, dal perseguimento dei suoi ideali, anche a costo della vita.
Pelle di leopardo e una lancia sono gli unici strumenti di combattimento che lo accompagnano: sembra un po' poco per vincere tante ostilità, ma è proprio questo l'intento dei soggettisti: l'arma reale e insostituibile di cui lo dotano è la convinzione nei suoi valori, il resto sembra proprio superfluo.
Censuriamo la censura Sempre dal Paese del Sol Levante, dunque sempre violenza e distruzione. Era facile e a portata di mano la critica da muovere ad una serie del genere. Stavolta peggio di qualche robot metallico che sfoggiava la sua arma per disintegrare il nemico cattivo. Qui le cose si fanno "sul serio": qui l'uomo caccia, combatte, muore, con coltelli, lance, bastoni. Nessuna metafora, nessun riferimento che funga da paravento contro le critiche.
In Ryu sembra esserci una violenza che nasce con l'uomo, sembra che senza di esso il mondo possa vivere in pace. Per dirla e farla breve: il problema del mondo è l'uomo stesso.
Non staremo a mostrare fotogrammi con volti insanguinati e ferite in vista: chi voleva vedere ha già visto, e se non lo ha fatto ancora, ha tempo per farlo e giudicare di persona. A noi interessa in questa sede solo sottolineare che la violenza, la crudeltà, la sopraffazione va interpretata e non giudicata per essere condannata, magari senza appelli. Ryu è un guerriero, che deve superare i suoi ostacoli per riabbracciare la madre mai conosciuta. La lotta regna sovrana in una serie che sembra contrapporre l'uomo alla natura, il creato all'essere umano. Un conflitto che ci è ben noto, nonostante dall'epoca della serie siano passati ben 30 anni e un milione e mezzo da quando il "ragazzo dell caverne" doveva lottare per sopravvivere. Dunque, nessuna meraviglia, i signori della guerra, i fautori della distruzione di ogni bene che ci circonda, siamo noi.
LA RECENSIONE La serie ha un pregio invidiabile: solo 22 episodi che stringono al necessario tempi e significati. Non ce ne vogliano, beninteso, i fans delle serie (Candy è solo un esempio) che dovevano tenere alta la concentrazione per ben 115 episodi, o di quante superano le 100 puntate. Con Ryu il rischio di "stanchezza" da cartoni è scongiurato: non si fa in tempo a sedersi in poltrona che si arriva alla fine, e senza tregua per nessuno. Il disegno è semplice, il montaggio non ha la raffinatezza delle produzioni recenti, ma poco conta, soprattutto per chi vuole (pretende) contenuti e non (solo) apparenza.
Un milione di anni fà, o forse due, c'era chi parlava al vento ed alle stelle.. , cantava così Giorgia Lepore all'epoca dell'incisione del vecchio 45 giri, sigla di coda ad ogni episodio. Probabilmente quello che cerchiamo nel cartone animato è proprio racchiuso nei testi, semplici e brevi (davvero brevi, appena 58 secondi di sigla...) che ci facevano immalinconire e riflettere dopo aver visto questo ragazzo preistorico correre su e giù per i sentieri di quella terra. Ma lui non correva per caso, aveva fretta di vedere la mamma separata da lui per uno sfortunato avvicendarsi di coincidenze. Dobbiamo sopraffare per non essere sopraffatti : egli stesso ci fornisce la chiave della lettura dell'intera serie. Risponde così a chi lo accusa di essere troppo combattivo e poco attento ai valori. Ma niente paura, c'è una via d'uscita al tunnel buio che ci costringe a correre prima ancora di sapere dove andare: la convinzione che possiamo credere in un miglioramento. Ran è la portavoce di un messaggio simile. Lei ribatte e porta il suo compagno di battaglia sul terreno della giustizia e dell'assennatezza. La coppia di giovani è il seme dell'umanità sana che tutti si augurano possa, prima o poi, germogliare.
Il bello della serie è proprio in questo particolare: non si perde, non si distrae, ci riporta sempre sul binario iniziale: indagare la ragione della nostra corsa odierna, arrivare alla consapevolezza che correre oggi non è (non deve essere) il correre cieco di ieri. Il premio meritato andrà solo a chi saprà riempire di significato una lotta che spesso diventa impari, insostenibile, insopportabile, ma che, combattuta con le armi giuste, potrà portare a riabbracciare il sogno di ognuno.
Rivediamoli insieme La serie meriterebbe di essere rivisitata molto meglio di come faremo in questa sede. Sono frequenti gli episodi che rimangono impressi e molti sono i frammenti emozionanti. Abbiamo scelto quelli che possiamo ritenere i più significativi. Tratti dall'inizio, e dalla fine della serie.
Il sacrificio mancato Dentro la scena
- Per una volta Tirano risolve una situazione diventata davvero complicata. Con il suo intervento il rituale macabro si ferma. Il rogo viene estinto e per la prima volta Ryu incrocia Ran. E' l'inizio di un legame che non si interromperà più fino a fine serie.
- Il disegno riempie di fumo la scena per sottolineare la confusione e la grande incertezza che domina tutto l'episodio. Da questo momento la serie prenderà la sua strada, regalandoci attimi di vera tensione e momenti drammatici.
Nella tana dei lupi Dentro la scena
- da nemici affamati che erano, ora i lupi sono diventati alleati. Addirittura assistiamo al salvataggio di un cucciolo ad opera del coraggioso Ryu . Viene d'istinto il desiderio di entrare nel video, come qualcuno aveva immaginato di fare, per correre in aiuto del piccolo lupo.
- Ci pensa lui, Ryu ad interpretare il sentimento di ogni spettatore. Ad ogni colpo della mostruosa creatura, tutti si chiedono quale fine abbia fatto la mamma del piccolo animale. Anche il rapporto tra il cucciolo e la madre diventa occasione per ritornare alla vicenda del protagonista: come la lupa, anche la madre del ragazzo sarebbe disposta a sacrificare se stessa per la vita del figlio.
- Ci aspetteremmo che il piccolo si aggiunga alla compagnia e li segua. Ma, a conti i fatti, è giusto che rimanga col suo branco, dove è nato e dove crescerò coi suoi simili.
Verso una nuova vita Dentro la scena
Siamo nel bel mezzo del duello finale. Lo spettatore è certo che Ryu vincerà il duello, ma non immagina come avverrà. Per questo i volti dei compagni e della madre, assistono alla lotta incerti sull'esito.
- Sul ghiaccio è difficile mantenere l'equilibrio, questo aumenta il grado di incertezza sull'esito dello scontro.
- Il finale è denso di sentimento. Il silenzio non fà altro che riempire di attesa l'evento finale della serie. Da 22 episodi ci si attendeva questo incontro. Ora tutta l'attenzione è rivolta palesemente al come i protagonisti decideranno di congedarsi.
- Resteranno tutti uniti, anche dopo la chiusura delle ostilità. Nulla sappiamo di come proseguirà il rapporto tra Ryu e i suoi inseparabili compagni di viaggio.
Bello ma impossibile Eccoci al momento delle contraddizioni, delle incongruenze. Ciò che segue, ovviamente, non sminuisce alcunché di una serie che rimane valida e memorabile per il messaggio che lascia.
Dobbiamo accettare che:
-I dinosauri convivano con l'essere umano: l'autore si concede questa enorme licenza, compiendo un volo di 200 milioni di anni, fino a far sopravvivere gli enormi animali fino alla nascita dell'uomo o, se si preferisce, retrodatando la comparsa dell'uomo a "pochi" anni prima.
-Gli esseri umani sono presi in prestito dall'uomo odierno, nei lineamenti e nei loro sentimenti. Cercheremmo invano tra i fossili dell'epoca una fanciulla che possa vagamente ricordare la deliziosa Ran o il piccolo Dom . Lo stesso Ryu è reso certamente in chiave anni '7o.
- Scorpioni giganti e gli uomini delle nevi: in due differenti momenti della serie, Ryu si trova davanti creature che sembrano uscite direttamente dai peggiori incubi notturni dei giovani spettatori cui si rivolge. In effetti niente può confermare l'esistenza nel passato di elementi tanto spaventosi, quanto irreali. Sono una scelta di fantasia e come vanno accettati.
Quello che segue, invece, sembra più inverosimiglianza, che libertà narrativa:
- Ryu indistruttibile : il nostro eroe preistorico è così resistente e abile che, pur camminando a piedi nudi per ogni sentiero, non ne risente in minima parte: nessun sopraffiato e nessun inconveniente doloroso alla pianta del piede, su sentieri nemmeno asfaltati..
- Resistenza collettiva : i tre impavidi compagni di viaggio riescono a varcare deserti e ghiacciai senza patire le differenze climatiche. Una semplice pelle di animale li ripara dal gelo e dal sole quasi fossero muniti di pelle spessa qualche centimetro. Potenza dei cartoni..
- Il tuffo di Dom : durante una delle tante traversate, il piccolo Dom finisce in acque gelide per la rottura del ghiaccio soprastante. A quelle temperature e senza equipaggiamento, la sopravvivenza è limitata a pochi istanti. Se la cava con un po' di febbre, che lo lascia in qualche minuto...
- Le cadute di Ryu : il giovane guerriero cade alcune decine di volte da crepacci e rocce scoscese. Se la cava in ogni caso senza graffi e fratture: altrimenti non arriverebbe al 22° episodio tutto intero.
- L'arma di Ryu : nell'ultimo episodio Ryu scopre una nuova arma grazie alla quale riuscirà ad eliminare i suoi nemici. Il fatto curioso è che quando scaglia la pietra per la prima volta contro una corteccia d'albero, l'arma non è acuminata ma fende comunque l'albero. E' diventato proprio insuperabile.
- Lotta su ghiaccio : l'ultimo duello si svolge sul ghiacciaio, dove Ryu vedrà la madre. Più volte trascinato per terra dal nemico, Ryu si rialza e vince: si ignora che il giovane eroe non ha copertura se non la pelle stessa: ma il ghiaccio un tempo non ustionava..?