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Le classifiche di HitParadeItalia sono sensibilmente differenti rispetto a quelle che vengono diffuse da altre fonti. Prima ancora che nei risultati e nei titoli contenuti, le differenze consistono nei diversi criteri da noi adottati per pervenire alle classifiche annuali o settimanali. Per comprendere il nostro approccio è necessaria una parentesi storica.
NOTA STORICA
Come noto, e come più volte ripetuto in altri punti, da quando si sono iniziati a vendere i dischi, in Italia non è esistita una classifica "ufficiale" del tipo di Billboard in America, per intenderci, cioè una organizzazione che pubblica classifiche di vendita dalla fine del 1800 (sì, quando ancora il disco non esisteva: i dati di vendita si riferivano alla vendita di spartiti musicali, l'analogo delle 'copielle' napoletane). I primi dati disponibili in Italia risalgono solo al secondo dopoguerra e diffusi semi-clandestinamente dalle singole case discografiche tra gli addetti ai lavori.
Le prime classifiche settimanali regolari di cui si ha memoria scritta risalgono al 1959 ad opera della rivista 'IL MUSICHIERE'. Da lì in poi, in Italia sono comparse qualcosa come una trentina di differenti classifiche, alcune pubblicate per diversi decenni ed altre per pochi mesi.
In questo panorama molto frammentato, un posto a parte meritano le classifiche del glorioso mensile di economia della musica Musica & Dischi che ha pubblicato delle proprie classifiche di vendita a partire dagli anni '50 su base mensile e dal 1960 su base settimanale (denominate Discopress). Queste classifiche sono venute a mancare con la scomparsa dell'editore e nel frattempo la Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) si è fatta promotrice di pubblicare delle proprie classifiche musicali che mirano ad essere considerate quelle 'ufficiali' (ma che, a nostro giudizio, peccano metodologicamente, come evidenziamo più avanti.
Non vogliamo tediarvi con l'elenco completo di tutte le classifiche esistite in Italia, ma citiamo solamente le maggiori: TV Sorrisi & Canzoni, Rai-Radiocorriere, Big-Ciao 2001, Sogno, Bolero Film e, a partire dal 1995, appunto le classifiche FIMI. Esistono inoltre classifiche specializzate per genere (juke-box molto diffuse negli anni '60, o dance a partire dagli anni '70) o per tipo di supporto (musicassette, mix, cd, video, download).
Inoltre, c'è da considerare che tutte queste classifiche sono diffuse su base periodica, eminentemente settimanale ma anche mensile o quindicinale, e non indicano mai il numero di dischi venduti ma solo la posizione che un determinato disco ha ottenuto in una determinata settimana. Le classifiche annuali che si pubblicano, conseguentemente, NON fanno riferimento al reale numero di dischi venduti ma vengono ricavate dai dati delle classifiche settimanali attribuendo un determinato punteggio ad ogni settimana in classifica in funzione della posizione raggiunta. I criteri seguiti variano da classifica a classifica e da periodo a periodo, spaziando da chi conta esclusivamente il nr. di presenze in classifica, a chi attribuisce un punteggio lineare inversamente proporzianale alla posizione occupata in classifica settimanale (ad es., per una classifica a 20 posizioni: 20 al primo, 19 al secondo, 18 al terzo e 1 al ventesimo).
Va da sè che un simile metodo fornisce solo una vaga idea dei dischi effettivamente più venduti perchè non distingue nè tra le differenze di volumi di vendita che avvengono nei diversi periodi dell'anno (è ovvio che a Ferragosto si vendono meno dischi che sotto Natale) e nè delle differenze che vi sono tra i volumi di vendite che si hanno tra il primo in classifica ed il secondo rispetto a quelli che si hanno, ad es., tra il 14-esimo ed il 15-esimo. Ma tant'è, in mancanza di dati più affidabili (e non se ne capisce il motivo), non vengono infatti divulgati sistematicamente i dati sul numero di copie effettive venduto dai dischi, se non molto episodicamente e legati più ad esigenze di promozione (ad es., i vari dischi d'oro o di platino) che ad esigenze di rilevazione statistica.
Ancora: tutte le classifiche di fine anno che si pubblicano fanno riferimento all'anno solare. In questo modo, i dischi usciti negli ultimi mesi di un anno, vengono conteggiati parte nell'anno di uscita e parte nell'anno successivo, con il risultato di trovarsi sì nelle classifiche di due anni ma in entrambi non in posizioni elevate, nonostante siano magari dei dischi che hanno venduto maggiormente dei dischi che si trovano nelle primissime posizioni.
Dulcis in fundo: le classifiche pubblicate contengono una serie di errori, a volte anche madornali, inserendo dischi non ancora (o mai) usciti nei negozi, sbagliando titoli o interpreti, inserendo un disco nella classifica album anzichè in quella single, e viceversa, ed altre amenità del genere.
L'APPROCCIO DI HITPARADEITALIA
Considerando le premesse suddette, il nostro approccio è stato quello di eliminare le maggiori storture e limitazioni esistenti nei dati disponibili. In sintesi, questi sono i principali criteri da noi seguiti.
Inoltre, stiamo affinando sempre più le elaborazioni per rendere il nostro metodo sempre più preciso ed affidabile. Queste sono le principali componenti su cui stiamo lavorando:
1. man mano che si rendono disponibili, inserimento di ulteriori classifiche, pesandole in base alla loro importanza ed affidabilità;
2. inserimento dei dati di airplay, cioè di quante volte un disco è stato trasmesso per radio e/o per televisione;
3. inserimento dei dati di vendita di musica on-line;
4. inserimento dei dati di vendita tramite il canale delle edicole;
5. riferimento al numero di copie effettivamente vendute da un disco nei (rari) casi in cui tale numero è noto. Al riguardo, se disponi di dati effettivi sulle vendite di un disco, ti preghiamo di contattare la nostra
redazione.
Il risultato finale di tali elaborazioni è che le classifiche di HitParadeItalia sono le più complete ed affidabili in circolazione e, conseguentemente, quelle che forniscono la stima più verosimile delle vendite ottenute da un disco. Ripetiamo che inevitabilmente si tratta di una stima in quanto in Italia non esistono dati ufficiali sul numero di copie di un disco. Almeno sino a quando i dischi si vendevano. Ora che i 'dischi' non si vendono più ma si ascoltano brani su piattaforme di streaming, le cose sono ancora più complicate.
Le classifiche 'ufficiali' di FIMI si basano pressochè totalmente sul fatturato ricavato dalle piattaforme di streaming a pagamento, mentre non vengono prese in considerazione le piattaforme fruibili gratuitamente. A titolo di esempio YouTube, la maggiore piattaforma di video streaming non viene presa in considerazione e di Spotify, la maggiore piattaforma di audio streaming, vengono considerati solo gli streaming in abbonamento. Inoltre non viene preso in considerazione neanche l'airplay sia audio che video, quindi non sono considerati gli ascolti di radio e televisioni che sono quelli che alla fine attualmente decretano il successo o meno di un 'disco'.
Per le ragioni suddette riteniamo che le nostre classifiche siano più complete ed affidabili di quelle 'ufficiali' che invece peccano metodologicamente nel considerare tutti i media attraverso cui la musica viene diffusa e resa popolare.