di Antonio Sciotti
Bice Ardea è il nome d'arte di Beatrice De Costanzo. Nasce a Napoli il
17 aprile 1908.
Figlia di un funzionario delle ferrovie dello Stato, a sette anni, nel
1915, col nome di piccola Bice debutta al Teatro Vanvitelli di Caserta,
interpretando il brano edito da La Canzonetta "Cuor di donna".
Definita la "Donnarumma in miniatura", nel 1916 la cantante trova
entusiasmo e gran successo al Teatro Metastasio di Torre Annunziata, cui
segue l'importante passaggio al Teatro XX Settembre di Roma. In circa dieci anni, l'Ardea svolge la sua attività di canzonettista nei migliori teatri della Penisola (Olimpia di Palermo, Iris di Ancona, Trianon di La Spezia, Politeama di Rimini, Niccolini di Firenze e altri). Nel 1923, la cantante, nel pieno della maturità artistica, trova un vero trionfo all'Audizione La Canzonetta, dove propone i motivi "Buona fortuna", "Nfama ca si" e "Quando si fa tardi". L'artista, in questa occasione, interpreta lo stesso numero di brani di Elvira Donnarumma e Anna Fougez. Poi, nel 1925, in occasione di una serata di Varietà con Gennaro Pasquariello al Teatro Vanvitelli di Caserta, l'artista è consigliata dal M° Ernesto Tagliaferri (direttore d'Orchestra dello show) di cambiare il suo nome d'arte. Egli, ispirato ad una marca di auto di gran moda, le suggerisce di affiancare Ardea al suo nome. Così, avviene il debutto ufficiale col nome di Bice Ardea alla Strenna Natalizia del 1925, dove interpreta il motivo "Grazie signora luna". In questo periodo, la Ardea inizia a familiarizzare con il Teatro, partecipando a diverse operette, quali "Scandalo", "Il dono del padrino", "La piccola cioccolataia" e, nello stesso tempo, continua nelle interpretazioni del repertorio in lingua, lanciando, nel 1926, le canzoni "Il fox del volo", "Il metodo in amore", "Lì nel cor". Nel 1927, l'artista aggiunge un altro brano di successo al suo già ricco repertorio "Piccola zingara", presentato al Teatro Apollo di Napoli. In questi anni, popolari diventano le sue toilettes; sempre elegantissima con una precisa preferenza per il colore nero. Nel 1928, la cantante partecipa all'Audizione La Canzonetta con cantanti di gran popolarità (Vittorio Parisi, Salvatore Papaccio, Zara Prima, Gennaro Pasquariello e altri). L'artista trova un mirabile successo con le canzoni in lingua "Visioni notturne" e "Bambola blu". Nello stesso anno conferma il suo trionfo, partecipando alla "Strenna Natalizia" (organizzata da Francesco Feola) con il brano di Bonagura-Cioffi "Charlot" che diventa, ben presto, uno dei suoi cavalli di battaglia durante le serate concertistiche. Nel 1929, dopo una parentesi con la Compagnia di Prosa di Raffaele Viviani, la cantante ritorna al mondo delle sette note, trionfando al concorso delle canzoni di primavera. In quest'occasione la Ardea esegue le canzoni "Canadà", "Darnier Crì", "Pastorella", "Tra il cielo e mar" e "Riccardo". Nel 1930, la Ardea prende parte con Elvira Donnarumma e Vittorio Parisi all'Audizione Gennarelli dove interpreta, con la sua grande sensualità, la canzone "Whisky" di Greco-Tagliaferri. Poi, all'inizio degli anni '30 decide di abbandonare i concorsi musicali per debuttare nel Teatro di Prosa e di Sceneggiata. Ovviamente col ruolo di prima attrice, il 22 luglio 1934 debutta al Lido D'Orato di Portici con la Compagnia Agostino Clement & Aldo Bruno & Nino Taranto con la rivista "Napoli è tutta un circo". L'anno successivo avviene il debutto nella sceneggiata. L'artista, infatti, partecipa alla Compagnia di Commedie Musicali Aniello Marchetiello con Oscar Di Maio. Come prima attrice, debutta al Teatro Italia nelle sceneggiate: "M'appiccia a sigaretta", "Sogno di una notte di maggio", "E' arrivato l'accordatore" e altre. Nel 1936, la cantante passa alla formazione di Raffaele Di Napoli con Eugenio Maldacea, andando in scena con "Miseria e nobiltà", "Vedite ch'è succiese a Uttaiano" e "Abbracciato col cuscino". Per la stagione 1936/1937, Ardea diventa prima attrice della Compagnia Marchetiello, debuttando al Salone Margherita con "La canzone dell'Africa" con Enrico Demma e Oscar Di Maio. Sempre nel 1937, la Ardea è prima attrice della Compagnia "Il Teatro Comico" di Raffaele Di Napoli con Giuseppina Bianco, Gianna Wardes, Giovanni Rescigno, Enrico Demma, Paolillo, Di Martino, Rotondo e altri, esibendosi per tutta la stagione teatrale sul palcoscenico del Sannazaro di Napoli con i seguenti lavori: "La signorina del Puraguay" di Chevrenil, "O figlio d'a nutriccia" di Rescigno, "Penaci Michelino" di Max Elli, "Al vero Parigi" di Carlo Mauro, "Signori biglietti" di Rescigno", "La casa n° 7" di Max Elli, "Il ventaglio", di Max Elli, "Il romanzo di un farmacista povero" di Scarpetta, "Vedite c'è succieso a Uttaiano" di Rescigno, "Il custode" di Rescigno, "Niny Blondette" di Chevrenillo e tanti altri. Nel 1941 la cantante sposa il comm. Cacciagli, un funzionario di banca calabrese e si ritira dalle scene. Nel 1950, l'artista decide di ritornare allo spettacolo, come testimonia il Periodico Letterario Musicale "Posillipo" del 1° Ottobre 1950. Con la foto della Ardea in copertina, il Periodico, nell'articolo Echi di Piedigrotta cita quanto segue: "E' tornata agli applausi delle platee cittadine la fine cesellatrice della canzone napoletana. Siamo lieti di salutarne il ritorno, dopo una breve parentesi scenica, e da queste colonne le rivolgiamo il saluto e l'augurio di sempre maggiori successi". Nel 1951, l'Ardea firma un contratto discografico con la Phonotype Record dei fratelli Esposito, incidendo alcuni pezzi tratti dalle Audizioni di Piedigrotta. Tra teatro e musica, si arriva al 1956, quando Bice Ardea incide, sempre per la Phonotype, il disco "O sinneco e sta città" e "Napule ntulettata". È questa la sua ultima fatica artistica, perché la cantante saluta il pubblico e dopo 41 d'intensa attività, lascia definitivamente le scene. Oggi, questa dolce nonnina di quasi cento anni d'età, vive ancora nella sua casetta, tra i suoi spartiti, le sue vecchie foto (che rappresentano un secolo di storia musicale italiana) ed i suoi costumi. Ed è incredibile pensare che quello che noi oggi studiamo lei lo ha vissuto in prima persona. Oggi Bice ci può raccontare con tranquillità i fatti della prima e seconda guerra mondiale, può serenamente parlare di Enrico Caruso, del Titanic, delle prime Olimpiadi, di Salvatore Di Giacomo e dell'evoluzione della musica e del teatro. Napoli si prepara a festeggiare con lei i suoi cento anni di vita ed i suoi novantatrè anni di carriera e speriamo che l'intera Penisola si accorga di questa signora che vive con noi per raccontarci di un un'Italia che non esiste più.
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