di Antonio Sciotti
Nel 1921, su iniziativa di Francesco Esposito (figlio di Raffaele,
titolare di un negozio di strumenti musicali), si costituisce la casa
editrice musicale Partenope che avrà vita per circa cinque anni.
Circondatosi di un ottimo team di poeti e musicisti (con Pacifico Vento,
Nicola Cinque Gennaro Ciaravolo ed Emanuele Nutile a far da punta di
diamante), Francesco realizza nella primavera del 1921 la prima gara
canora piedigrottesca legata alla sua editoria. In gara 23 canzoni (nove in lingua e tredici in dialetto napoletano) più un motivo fuori concorso del poeta Ferdinando Russo: "A canzona 'e vavella" composto nel 1913 e riproposto per l'occasione. La gara canora piedigrottesca è svolta al Teatro Rossini (prima serata) e al Teatro Fenice (seconda serata) di Napoli con il seguente cast: Ciccillo Rondinella, Pietro Mazzone, Alfredo Sivoli, Giuseppe Godono, Diego Giannini, Ria Rosa, Gilda Mignonette, Tecla Scarano, la Zingara, Mimì Maggio, Gino Ruggiero e Roberto Ciaramella.
Alla vigilia della rassegna musicale Francesco Esposito (detto Don
Ciccio) spiega i motivi della sua iniziativa con un'intervista
intitolata "In quattro e quattr'otto" pubblicata, poi, in prima pagina,
sul Fascicolo della "Partenope 1921": Don Ciccio, terminata la lettura del capitolo IX, ricco di preziose notizie musicali e di forti stimoli artistici, si accarezza il mento e sogna una propria casa editrice. Così si avventa sul significato del nome Partenope (primo nome della città di Napoli) e legge "Partenope proviene da Parthenos che significa vergine e da ops che significa canto, ed era il primo nome d'una sirena che abitava gli scogli tra Capri e le Coste napoletane e che ebbe per madre Calliope, la musa della parola e del sonoro verso eroico, e per padre il fiume Acheloo, figlio legittimo del sole". Da ciò la felice scelta del nome della casa editrice, dopodichè, in quattro e quattr'otto mette su una prima carta da visita della sua attività editoriale, scusandosi di non aver potuto fare di più e di meglio nel poco tempo trascorso tra l'idea germinatagli in mente all'improvviso e la pratica attuazione di quest'idea". Quasi insignificante la presenza femminile alla rassegna (Elvira Donnarumma, Anna Fougez e Silvia Coruzzolo declinano l'invito dell'editore) che conta solo quattro interpreti (raggiungeranno in seguito enorme popolarità) con un solo motivo a testa da eseguire. La 31enne Gilda Mignonette (vero nome Griselda Andreatini) esegue l'allegretto spigliato di Raffaele Mendozza e Rodolfo Gargiulo "Sempe Napule sarrà" (la Mignonette in questi anni è ancora legata al repertorio di Cafè Chantant); la 21enne Ria Rosa (vero nome Maria Rosaria Liberti) interpreta il brano di Antonio Barbieri e Giuseppe Giannini "E femmene masculine" in linea con il suo stile che la contraddistinguerà per tutta la sua carriera; la 27enne Tecla Scarano (vero nome Tecla Moretti), proveniente dal teatro di Raffaele Viviani, canta la bella melodia di Nello De Lutio e Oreste Ceryno "Heart and heart (cuore e cuore)"; la misteriosa e affascinante 20enne Zingara chiude la breve carellata di presenze femminili della rassegna con l'interpretazione di "Cè vò cè vò" di Pacifico Vento e Luigi Recitano. Ricco di big è, invece, il cast maschile del galà con la presenza di numerosi cantanti già all'apice del successo. Al 44enne tenore napoletano, Giuseppe Godono, sono affidate ben cinque composizioni (tre in lingua), mentre al 52enne casertano Diego Giannini (cantante preferito di Ferdinando Russo) sono assegnate quattro composizioni. Completano il cast, il poliedrico comico 34enne Roberto Ciaramella, il 53enne posteggiatore partenopeo Pietro Mazzone (primo girovago nella storia musicale italiana ad incidere dischi), il 22enne Alfredo Sivoli (vero nome Alfredo Vertullo), noto per l'interpretazione de "La leggenda del Piave" alla presenza dei Sovrani, il 42enne napoletano Mimì Maggio che proviene dal teatro di sceneggiata, il giovane 18enne partenopeo Gino Ruggiero, futuro cantante EIAR e, infine, il 23enne Ciccillo Rondinella (vero nome Francesco), bambino prodigio e futuro attore cinematografico. Il Fascicolo della Partenope 1921 è compilato dal libraio Vincenzo Rondinella (papà del cantante Ciccillo), in collaborazione con Federico Verdinois. All'interno del Fascicolo musicale vi sono i Tre Saggi Dialettali tradotti da Luigi Settembrini e tratti dal libro di Papanti "I parlari italiani a Certaldo" e la commovente lettera di Oreste Mosca "Transoceanica" scritta sull'oceano Atlantico nell'ottobre del 1917 in occasione di un viaggio emigratorio di un gruppo di napoletani, calabresi e siciliani verso l'America. "Transoceanica" è, forse, la cosa più bella di tutto il Fascicolo: un drammatico viaggio verso l'America dove gli uomini, dal punto di vista del narratore, sono paragonati a dei maiali. Il primo premio della Piedigrotta Partenope 1921 è assegnato al brano di Bonagura-Cataldo Salotto, un fox-trott interpretato da Alfredo Sivoli, mentre il 78g più venduto della rassegna è Catarì fatte 'a mappata, una canzone popolare di Pacifico Vento e Nicola Cinque eseguita da Ciccillo Rondinella. Sono sette le canzoni della rassegna canora che non saranno incise. Tutte le altre sono portate su supporto a 78 giri dai cantanti più popolari della rassegna (esclusi, di conseguenza, gli esecutori non affermati, anche se primi interpreti della canzone). Eccone l'elenco.
LE CANZONI IN GARA (in parentesi gli autori):
LE INCISIONI A 78 GIRI (tutte Phonoelectro e Phonotype):
Per la cronaca, l'editore Francesco Esposito sarà misteriosamente ucciso nel 1944 con un colpo di rivoltella al cuore nel suo negozio di strumenti musicali. Un delitto che ancor oggi è avvolto nel mistero più fitto. ANTONIO SCIOTTI
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