di Antonio Sciotti
Dopo il mirabile successo della prima edizione, inevitabilmente
l'editore Edward Rossi organizza nel 1925 il 2° Festival della Rossi.
Confermati i collaboratori della prima edizione con Mario Nicolò nel
ruolo di compilatore del Fascicolo musicale e la Cerie (Case Editrici
Riunite Italia America) che acquista l'edizione musicale delle canzoni
in gara. Il 2° Festival della Rossi nasce, come da consuetudine, con una polemica tra Mario Nicolò e Amerigo Esposito (titolare della casa discografica Phonotype). Il diverbio avviene quando Nicolò invita nel cast il popolare cantante Diego Giannini che, nel frattempo, ha lasciato la Phonotype per incidere con l'etichetta Columbia. Inevitabilmente Esposito rifiuta l'inserimento di Giannini perché non rappresenta la sua casa discografica. Alla fine la spunta Nicolò e pur con un numero di brani minore rispetto agli altri big presenti, Diego Giannini partecipa al 2° Festival della Rossi. Per la formazione del cast cantanti, gli organizzatori si affidano quasi del tutto a big canori (Diego Giannini, Roberto Ciaramella, Salvatore Papaccio, Maria Montebruno, Vittorio Parisi e Gilda Mignonette) e poche sono le giovani promesse presenti in cerca di successo. Rispetto alla prima edizione si riduce a venti il numero dei motivi in gara, probabilmente per ridurre gli altissimi costi di trasferimento del cast del Festival in America (vedi 1° Festival della Rossi). Tra le giovani promesse di questo Galà, è presente la 24enne procidana Linda Cherubini (vero nome Ermelinda Bernabei) proveniente dal varietà con Anna Fougez; Stelletta, giovanissima 22enne napoletana, messasi in luce per le sue occhiate birichine al pubblico durante i suoi concerti; Cartes I (vero nome Pompea Carta), la 31enne napoletana, sorella maggiore della più popolare Mafalda ed, infine, in cerca di un'affermazione, la 19enne Tina Reis. Nella sezione big, promosse a pieni voti la 22enne Mafalda (vero nome Mafalda Carta) e la 35enne Gilda Mignonette (vero nome Griselda Andreatini). Gli uomini presenti nel cast sono tutti popolari: il 57enne casertano Diego Giannini che, pur di partecipare al Festival, si accontenta di interpretare un solo brano in gara; il 38enne napoletano Roberto Ciaramella, che si destreggia tra musica e teatro di prosa e di sceneggiata; il 35enne Salvatore Papaccio, vero leader dell'etichetta discografica di Amerigo Esposito ed, infine, il 33enne partenopeo Vittorio Parisi, strappato alla lirica, in cerca di un'affermazione internazionale. Gilda Mignonette, rispetto alla prima edizione del Festival, è diventata oramai una stella del panorama musicale italiano. Partecipa, infatti, alla rassegna della Rossi con ben cinque motivi, oltre alla registrazione di altri dieci brani di cui non è prima interprete. Mancano circa due anni alla Regina degli Emigranti prima che diventi una star internazionale (in particolare in Italia, Argentina, Brasile, Canada e America) con il brano "A cartulina 'e Napule". In declino, invece, l'allieva preferita del M° Raffaele Bossi, Maria Montebruno (vero nome Vincenzina Bottone), le cui trasformazioni sceniche non fanno più clamore (la cantante si presenta al pubblico in giacca e cappello). Mafalda (vero nome Mafalda Carta), per onorare il Festival che l'anno prima l'ha lanciata come nuova promessa canora, arriva direttamente da New York. La cantante partecipa alla rassegna e riparte subito per l'America dove ha fissato la sua dimora. Delle venti canzoni in gara sono solo due i motivi in lingua ("Aviazione" e "Bugie e verità"), mentre tutti gli altri sono realizzati in dialetto napoletano. Tra le canzoni in gara, interessante dal punto di vista storico, la composizione "Mala fine" di Mario Nicolò. Il brano racconta del boss italo-americano Ciro Amore, preparatore di liquori di contrabbando, che porta con se da Napoli la giovane Maria come promessa sposa. A New York, Maria non diventa la moglie di Ciro Amore, ma una sua prostituta. Così da Napoli parte il fratello per vendicare l'onore della ragazza. Arrivato in America è avvicinato dal boss italo-americano Salvatore che gli spiega che Ciro Amore è stato ucciso. Il concordato è salvo. Il fratello non ha bisogno di commettere un atto criminoso per salvare Maria dal suo triste destino. La gara si disputa nell'estate del 1925 e vede l'affermazione del motivo Sempe pe' tte Marì che, oltre a Gilda Mignonette, è inciso da Ria Rosa (Phonotype E 4703) e Vittorio Parisi (Phonotype E 4310). Il motivo, di Enzo Raul e Mario Nicolò, con il suo tempo di Boston e con un testo letterario semplice e trasparente, trova affermazione, oltre che in Italia, in America e in Canada. Anche altri motivi della rassegna acquistano una buona popolarità internazionale: in particolare "Miez"e llenzole", "I' che bella primmavera", "Salute e bbene", "Addò c'è gusto non c'è perdenza", "Aviazione", "Pulicenella mio" e "Napule addò sta cchiù". Questi motivi sono, infatti, ristampati su disco in più di un'occasione ("Pulicenella mio" è ristampato per ben tre volte), oltre che recuperati da altri cantanti. Considerando che Ciaramella, Papaccio, Giannini, Parisi, la Montebruno e Mafalda sono cantanti già affermati, questa seconda edizione lancia definitivamente Gilda Mignonette che, a dispetto dei suoi 35 anni, continua la sua ascesa verso una carriera di respiro internazionale. Solo quattro sono le canzoni della rassegna canora che non saranno incise ("Che ne facesse 'e te", "Fatella bionda", "Bugie e verità", "Zitto zitto miez'o mercato"). Tutte le altre sono portate su supporto a 78 giri dai cantanti più popolari della rassegna (esclusi, di conseguenza, gli esecutori non affermati, anche se primi interpreti della canzone). Sono stampate, inoltre, tutte le copielle delle venti canzoni, oltre alla messa in vendita (costo 10 lire) di un Fascicolo gigante, riepilogativo della manifestazione. Ricordiamo, infine, che il brano Pulicenella mio di Mario Nicolò diventa sigla di numerosi spettacoli teatrali di tarantella dedicati alla maschera di Pulcinella e della sua fidanzata Colombina.
I brani partecipanti (tra parentesi gli autori):
Le incisioni (78g), tutte Phonotype tranne quella di Diego Giannini:
Antonio Sciotti
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