Anno:
1965
Altri titoli:
Interpreti:
Timi Yuro
HitParade:
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Chart annuale:
-
Altri interpreti: Don Miko, Mina
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Tra gli stranieri che partecipano a Sanremo 1965, c'è una certa Timi Yuro. A dispetto del nome che farebbe pensare a una giapponese, si tratta di una cantante nata a Chicago da una famiglia di emigrati italiani di Rocchetta al Volturno (Campobasso). Nella vita si chiama Rosa Maria Timotea Aurro, e qualcuno ancora ricorda Hurt, una sua canzone che tanto successo ebbe in USA a cavallo fra il 1961 e il 1962. Hurt avrebbe poi avuto una versione italiana nel 1967 da parte di Fausto Leali col titolo di A chi, che lanciò definitivamente il cantante bresciano nell’olimpo dei grandi.
Timi si presenta a Sanremo con due brani, uno dei quali, intitolato E poi verrà l'autunno in coppia con Don Miko. Don Miko è un giovane piemontese che tenterà più volte, e con nomi diversi, la scalata al successo, ma nonostante le sue indubbie qualità, non sarà sufficientemente apprezzato dal grande pubblico.
Timi Yuro canta con un’estensione di voce che pare sovrumana. Nei toni bassi raggiunge quote accessibili forse a qualche tenore e in quelli elevati potrebbe gareggiare con la tromba di Armstrong. Durante le prove Timi era seduta in un angoletto vestita come possono vestire soltanto le burine americane. Un confettino rosa con tacchi di raso color carta da zucchero. Capelli come andavano due anni prima, ma una professionalità ed una voce da far spavento. La gente in sala ridacchiava alla sua apparizione. Fino a quando il maestro le ha dato il tempo. Quando comincia con la frase "E poi verrà, e poi verrà l’autunno", il teatro smette di ridere e tutti la guardano increduli. Sta cantando senza microfono e senza sforzo, dal momento che era la prima lettura della canzone. Una voce portentosa sbigottisce i presenti che alla fine applaudono così entusiasticamente che il teatro pare gremito e in realtà non sono che in un centinaio tra cantanti, critici e giornalisti.
Dirle brava è poco ma, come capita sempre in Italia, se ne parla molto in quei giorni, poi passata l’onda lunga del Festival, viene dimenticata e succede che, alla sua versione viene preferita quella di Don Miko.
E poi verrà l'autunno è un brano all'americana, sicuramente fuori luogo in un festival nel quale trionfano le banalità. Musicalmente innovativo fin dalle prime note: contro ogni tradizione che vuole la canzone sanremese come un crescendo, in cui il cantante scalda la voce fino all'acuto finale, in questo brano l'acuto si trova all'inizio, e l'ascoltatore si trova catapultato nel bel mezzo della melodia senza strofe introduttive e senza lagne orchestrali.
Le famigerate giurie faranno scempio del talento di Timi Yuro, eliminando dalla finale sia questa canzone che l'altra, Io ti credo, presentata con Peppino Gagliardi.
Solo tre anni dopo, E poi verrà l'autunno avrà l'onore di una cover illustre.
In una memorabile puntata di Canzonissima '68, Mina sfodera lo stesso acuto da brivido nell'incipit della canzone, ricantandola dal vivo in una personale versione arrangiata dal bravissimo Bruno Canfora, che purtroppo non verrà mai incisa su disco ufficiale.
(Christian Calabrese)
 
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