Anno: 1969
Altri titoli: Hier ancore
Interpreti: Charles Aznavour
HitParade: -
Chart annuale: -
Altri interpreti: Roy Clark -
Bobby Solo |
Roy Clark è stato uno dei personaggi più amati in America e nel mondo tra gli ultimi
anni '60 e i primi anni '80: cantante ed emerito pluristrumentista, vincitore di molti
premi come "instrumentalist of the year", è stato in tournee un po' dappertutto (si
ricorda il suo Frienship Tour di 18 giorni a Mosca, Riga, San Pietroburgo nel 1976,
con lodi sperticate del quotidiano PRAVDA), ha partecipato ad innumerevoli
teletrasmissioni in qualità di ospite (indimenticabile la sua partecipazione al
MUPPETS SHOW) ed ha condotto per 25 anni il celebre show televisivo country HEE HAW.
Inoltre, per la sua personalità solare ed ottimistica, ha avuto l'onore di essere
stato il primo Ambasciatore degli Stati Uniti presso l'Unicef; in sovrappiù, non si
possono contare le attività benefiche che lo hanno sempre visto in primissimo piano.
Come cantante e strumentista, vanta una lunghissima serie di successi, tra cui
September Song, The tip of my fingers, Thanks God and Greyhound she's gone, Come
live with me, per citare solo i più famosi.
Il suo trade mark rimane comunque il brano in oggetto che, statisticamente, non è stato
il suo biggest hit (N° 19 pop e N° 9 country USA): Yesterday when I was young altro
non è che la versione, tradotta fedelmente da Herbert Kretzmer, della stupenda canzone
di Charles Aznavour "Hier ancore", meditazione malinconica e commovente sulla vita che
passa e sulla gioventù che svanisce in un attimo e sempre troppo presto, cantata in
italiano qualche anno dopo dallo stesso Aznavour, con una cover di Bobby Solo.
La voce di Roy Clark aveva la caratteristica di essere roca, ma proprio per questo,
arricchiva le canzoni tristi con una drammaticità autentica: l'arrangiamento orchestrale,
bilanciato tra "forte" e "piano", è perfetto, come del resto lo era quello della
versione originale. Degno di nota il recitativo iniziale con la sola presenza della
chitarra acustica ed il finale, sospeso e rallentato al massimo. Il brano non è
sicuramente per i giovanissimi: solo persone che hanno una certa età ed hanno già
attraversato i grandi fiumi della vita lo possono apprezzare e comprendere appieno.
Del resto, sullo stesso argomento sono state scritte decine di canzoni: basti qui
ricordare My Way, It Was a Very Good Year (Frank Sinatra), e la spiritosa Mr. In-Between
(Burl Ives).
Oggi, Roy Clark, il cantante grassoccio e bassetto dal sorriso irresistibile, ha un
suo teatro personale nel cimitero degli elefanti di Branson, Missouri, dove vanno a
morire i grandi cantanti country del passato, dimenticati, o meglio, cacciati a pedate,
dal nuovo e disastroso entourage di Nashville che sta facendo di tutto per rovinare
la country music in nome del Dio Dollaro. Se capitate da quelle parti, troverete non
solo Roy Clark, ma anche Connie Smith, Don Gibson, Christy Lane, Mickey Gilley e molte
altre "forgotten supertars".
(Giovanni Villata)
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