Disco Per L'Estate
Siamo arrivati a giugno e quindi al rush finale del Disco Per L'Estate.
56 canzoni (e naturalmente altrettanti cantanti) al via, 24 finalisti
alla conclusione. Il Disco Per L'Estate, che esiste dal 1964, come
abbiamo spesso detto in queste pagine, non entusiasma più di tanto i
cantanti. Destò scandalo la vittoria di Fred Buongusto nel 1966 con
PRIMA C'ERI TU al posto dei Giganti che presentavano TEMA. Buongusto
apparteneva alla Fonit Cetra in quel periodo, azienda IRI come la Rai, e
scoppiò un finimondo quando si seppe che le giurie erano composte da
funzionari legati all'IRI e ad altri enti radiotelevisivi europei che si
prestarono al gioco. Ma ci pensò il pubblico a fare giustizia regalando
la vetta della classifica delle vendite proprio ai Giganti e alla loro
canzone. Il meccanismo all'apparenza complesso è in realtà di una
semplicità lineare, si potrebbe usare il termine "all'italiana". Tutte
le case discografiche italiane sono state divise per ordine di
importanza: le prime possono inviare (diciamo) tre cantanti (il numero
varia con il passar delle edizioni), le seconde due cantanti e le terze
uno. Il criterio di suddivisione è basato su dati forniti dalla
Commissione centrale d'ascolto della Rai e dall'AFI (Associazione
Fonografici Italiani). Le case discografiche tendono a mandare, per di
più, cantanti sconosciuti per poter usufruire di un lancio di enorme
portata e soprattutto gratuito. La Rai vorrebbe cantanti capaci di
interessare il pubblico. Logicamente le case discografiche tendono a
lasciare i cantanti cosiddetti big per altre manifestazioni: inutile
rischiare una debacle che potrebbe causare danni ad una carriera in una
competizione molto ministeriale. Meglio mandare i giovani allo sbaraglio
e vedere cosa succede.
Anche quest'anno non manca il solito scandaletto:
le case interessate al Disco per L'Estate sono 38. Molte sono già
soddisfatte della quantità di posti assegnati, altre no e ne vorrebbero
di più. Allora come si fa? Si paga, naturalmente. Il discografico offre
soldi ad un collega per farsi da parte oppure un editore deve spacciare
per suo un disco o un cantante ancora sconosciuti appartenenti alla
scuderia dell'editore pagante. E' ovvio che dovrà poi passare sottobanco
gli introiti (se mai li avrà) al vero padrone della canzone e della
voce. La Rai ha fatto firmare a tutte le case discografiche una
dichiarazione di lealtà nella quale il titolare (l'editore) dichiara che
il cantante è a lui vincolato da un preciso contratto. Ma l'iniziativa
non può comunque impedire un accordo sottobanco. Così che alla vigilia
c'è il disco-mercato a prezzi sempre più alti. Un discografico milanese
ha comperato due posti di altrettante piccole case discografiche per
lanciare due giovani promesse alle quali naturalmente credeva molto. E'
lo stesso discografico che nel 1968, sempre al Disco Per L'Estate spese
venti milioni per mandare in finale una sua cantante. Ma il gioco non
vale la candela. Per recuperare dieci milioni di spesa bisogna vendere
almeno 60 mila copie di un disco e generalmente, la media di vendita di
questa manifestazione è di ventimila copie a 45 giri (per quelli di
fascia medio-alta). Ma c'è chi rischia lo stesso, sperando in un
colpaccio, come quando si va al Casinò. Ci sono poi casi veramente
clamorosi: un discografico rileva in contanti la Car Juke Box (che non
aveva il posto assicurato) e manda la rappresentante dell'etichetta
milanese alle selezioni: Lolita con L'ULTIMO BALLO D'ESTATE. Totale, 25
milioni di lire. E gli è anche andata bene perché la canzone si è saputa
muovere discretamente sul piano delle vendite e comunque Lolita (vero
nome Graziella Franchini) era già un nomino nell'ambiente, a prescindere
dal nome d'arte poco felice datole dalla sua discografica Mara Del Rio
(cantante anch'essa negli anni '50).
Ma soprattutto, il Disco Per
L'Estate è il cimitero delle canzoni scartate dalla commissione di
Sanremo. In Italia si produce molto e in eccesso così avviene che i
motivi scartati da quella manifestazione trovino posti in quell'altra e
così discorrendo. Il "lavandino" di tutti i concorsi è il Disco Per
L'Estate. Dicono subito no (prima c'era stato un mezzo sì) cantanti come
Little Tony, Tony Del Monaco (che è un abitueè della manifestazione) e
Ornella Vanoni. Oltre i no scontanti di cantanti al di sopra delle parti
come Patty Pravo, Morandi, Celentano, Mina e altri 5-6, ci sono i sì di
altrettanti in cerca di un rilancio discografico o di altri che con le
competizioni praticamente ci campano. Ci sono poi quelli che non hanno
perso una sola edizione come Isabella Iannetti che porta CUORE
INNAMORATO ed Orietta Berti che porta L'ALTALENA. Ci sono bocciature
clamorose come quelle di Fausto Leali, che si dichiara soddisfatto
perché alla manifestazione non voleva andare ma poi è stato iscritto a
forza dalla Ri.Fi. La canzone (troppo bella per una manifestazione di
questo tenore) era TU NON MERITAVI UNA CANZONE. Altra bocciata è Carmen
Villani con VIVA LA VITA IN CAMPAGNA. Che non era un capolavoro ma
sicuramente migliore di altre passate in finale. Esclusi anche altri big
come Milva (PRIMO AMORE), Maurizio (ELIZABETH) e la rivelazione
sanremese, della quale parleremo fra poco, Nada con BIANCANEVE. In testa
alla classifica provvisoria c'è Al Bano con PENSANDO A TE, Orietta
Berti con L'ALTALENA e clamorosamente, ma non tanto visto che dietro c'è
la camorra, il napoletano Tony Astarita con ARRIVEDERCI MARE.
Franco Battiato
Hanno fatto parte della carovana del Disco Per L'Estate di quest'anno anche
Fiorella (Mannoia) e Franco Battiato. Entrambi non sono al loro primo
disco. Franco Battiato ha iniziato nel 1965 incidendo per un settimanale
di giochi enigmistici (L'ENIGMISTICA TASCABILE) che pubblicava dischi di
canzoni famose interpretati da cantanti poco conosciuti ai quali dava la
somma forfettaria di diecimila lire ad incisione. Lui incide L'AMORE E'
PARTITO, presentato a Sanremo 1965 da Beppe Cardile e Anita Harris.
Sempre nel 1965 e sempre con il settimanale di enigmistica canta il
pezzo portato al successo da Alain Barriere …E PIU TI AMO. Nel 1967
viene scritturato dalla Jolly e si inserisce nel filone di protesta
molto di moda in quel momento. Il primo disco ufficiale è LA TORRE a cui
fa seguito IL MONDO VA COSI'. Nel frattempo si cimenta anche come attore
in MOLTO RUMORE PER NULLA insieme a Tino Carraro ed Elsa Merlini.
Collabora con Gaber e scrive E ALLORA DAI (Sanremo 1967) e GULP GULP
sigla di DIAMOCI DEL TU. Cambia casa discografica e passa alla Philips
per la quale incide dischi più immediati e di facile consumo. E' L'AMORE
è il primo che gli dà qualche soddisfazione. Siamo al 1968 e l'aver
abbandonato un genere ormai considerato superato (come quello della
Linea Verde) sembra dargli ragione. Il 1969 si apre con BELLA RAGAZZA,
canzone che si vende abbastanza e che si fa sentire anche di più.
Battiato comincia davvero ad essere un nome.
Fiorella Mannoia
Fiorella Mannoia, così come
Nada, è un'altra minorenne d'assalto della canzone. Non si sa bene
quanti anni abbia. Dicono 15 (nata nel 1954) anche se sembra ne abbia
qualcuno di più. Il suo lavoro è quello della controfigura. Suo padre
Luigi è uno stuntman, i fratelli anche (Maurizio e Patrizia). E' lei
quella che ci prende le botte sulla spiaggia di Ostia al posto della
Vitti in AMORE MIO AIUTAMI con Alberto Sordi ed è lei quella che corre a
cavallo al posto della Goggi in LA FRECCIA NERA. Ed è sempre lei in NON
CANTARE, SPARA (il western musicale televisivo del 1968) che rotola e si
getta dalle finestre al posto di Lucia Mannucci del Quartetto Cetra.
Fiorella ha partecipato già a Castrocaro nel 1968 riuscendo ad arrivare
tra i dodici finalisti con UN BIMBO SUL LEONE di Celentano. Poi, tra una
caduta da cavallo e l'altra, firma un contratto per la Carish dove alla
fine del 1968 incide il suo primo 45 giri dal titolo HO SAPUTO CHE
PARTIVI. La particolarità di questo disco sta in una scelta repentina
della casa discografica, per cui la distribuzione si interruppe e così
il disco rimase una curiosità reperibile in pochi esemplari: per
l'esattezza 1000 copie. Inutile sottolineare che la sua quotazione nel
borsino dei dischi è particolarmente alta. Al Disco Per L'Estate porta
GENTE QUA GENTE LA'. Niente di particolare ma che comunque costituisce
un altro tassello nella carriera appena iniziata di Fiorella Mannoia.
Nada
Si parlava di Nada. Come si sa è scoppiata prepotentemente al Festival di
Sanremo di quest'anno riuscendo a vendere 5 volte più della prima
classificata. MA CHE FREDDO FA raggiunge le 600.000 copie in un periodo
in cui i dischi non si vendono più a tonnellate come succedeva fino ad
un paio di anni prima. E' una ragazzina per niente timida, molto salace
e ancora tremendamente provinciale. I genitori, d'altronde, sono persone
estremamente semplici. Il padre, come massima aspettativa, progettava di
portare la figlia nelle fiere della zona di Livorno a cantare per
divertimento. La mamma la mandava a portare le ova alla
maestra di canto per compensarla delle lezioni impartite alla figlia.
Chi si occupa del suo "svezzamento" è Franco Migliacci, paroliere di
Gianni Morandi. In RCA volevano mandarla a lezione di dizione e di buone
maniere. Poi capiscono che forse è meglio lasciarla cuocere nel suo
brodo in modo che sia lei stessa a maturare: da pulcino (di Gabbro -
come la chiamano) a "signorinella". Ci mette poco: le frequentazione
dell'ambiente discografico, l'appartamento in cui vive insieme ai due
genitori messole a disposizione dalla casa discografica sorge in un
quartiere "in" di Roma, le conoscenze e le amicizie sono tutte di un
certo livello e le puntate a Gabbro si fanno sempre più rade. Tutto
contribuisce a farla sbocciare definitivamente, cosicché della ragazzina
con le gambe stortignaccole dei primi mesi e dalle maniere spicce si
passa ad una ragazza più sofisticata e sicura del proprio essere. Ma a
questo mondo non c'è posto solo per le buone notizie. Ogni tanto ci
vogliono i capitomboli e non è detto che questi facciano soltanto male.
L'incognita del secondo disco: come fare a bissare lo strepitoso
successo di MA CHE FREDDO FA? I "think-tankers" del suo entourage
pensano ad un disco con due facciate A. La prima è BIANCANEVE, che deve
portare al Disco Per L'Estate, la seconda è CUORE STANCO. A cosa sia
servito iscrivere Nada a questa competizione non si è capito. Lo stesso
pensiero devono averlo avuto alla RCA quando vedono che la canzone non
ingrana quanto la precedente e, stranamente, la facciata che piace di
più è quella B (CUORE STANCO): più estiva, più adatta alla vocalità
della cantante, meno impegnativa per le sue non eccelse doti canore. Una
canzone da 8 e mezzo, scritta da Franco Migliacci, Piero Pintucci e
Mauro Lusini, amico "intimo" di Gianni Morandi. Bello l'arrangiamento e
l'orchestrazione, riconoscibile sin dalle prime battute grazie ad
un'introduzione studiata alla perfezione. Giuste anche le pause nelle
quali Nada può esprimersi in quei suoni gutturali e nasali che ne hanno
fatto un personaggio di rilievo nel panorama musicale italiano sempre a
caccia di volti e voci nuove. Un testo in cui una ragazza colloquia col
suo cuore che gli dice di essere stanco del suo fidanzato attuale e lei
decide di lasciarlo perché ora tocca ad un altro. Della serie avanti un
altro, tanto c'è posto. Parole forse sconvenienti in bocca ad una
ragazzina di appena 15 anni, ma i tempi sono questi, ormai. L'amore
libero è su tutti i giornali, quindi è giusto che arrivi anche in
provincia di Livorno. Tornando alla canzone iscritta alla competizione
canora si capisce che certamente non regge al confronto del pezzo di cui
abbiamo parlato fin'ora. Lei stranamente, in un'intervista ad un
settimanale molto famoso dice che, se dovesse andarle male, la colpa non
è sua ma della canzone e aggiunge "se non funziona non sono io che non
sono brava ma la canzone che non è bella". Il pezzo in realtà non si può
definire brutto, ma se abbiamo dato un 8 e mezzo a CUORE STANCO a
BIANCANEVE bisogna dare un 6 e mezzo. A scriverla è Cesare De Natale. Il
titolo è appropriato per la giovanissima Nada, il testo anche. Anzi,
sicuramente è più giusto questo che non quello da spregiudicata di CUORE
STANCO. Qui una ragazzina si interroga davanti allo specchio sul perché
il suo ragazzo non la guarda più; tutta colpa di quella che sta già in
città. E lo specchio continua a ripeterle che la colpa è di Biancaneve,
l'altra ragazza. Sarà che la parte della regina Grimilde non le si
addice molto tanto che viene eliminata in semifinale. In RCA tremano:
pensano già che sia finita, che sia stata bruciata per colpa di una
canzone sbagliata e per colpa di una manifestazione a cui forse avrebbe
anche potuto non partecipare (sarebbe stato meglio il Cantagiro). Ecco
allora le invenzioni per far risalire l'indice di gradimento alla
cantante: si inventano un flirt con Eric Charden, il cantante francese
di LE MOND EST GRIS LE MOND EST BLUE. Eric Charden si presta al
giochetto. Tanto è della IL, casa affiliata alla RCA. E per di più Nada
è in procinto di incidere SENZA TE, la versione italiana di SAUVE MOI
che lo stesso Eric Charden ha già presentato a SPECIALE PER VOI e che è
già un successo (tanto che anche Mal se ne appropria). Poi i fotografi
immortalano la ragazza in compagnia di altri giovanotti sempre per
questi finti scoop che servono a polarizzare l'attenzione della gente
sul personaggio. Comunque la bocciatura a Saint Vincent dovrebbe fare
meno scandalo di quella a scuola. A quindici anni Nada frequenta ancora
la terza media: cantante di grido ma ignorante come una capra? Forse
l'Italia ha in mente una nuova riforma: non più scuola dell'obbligo
ma canzone dell'obbligo. E di questa svolta antesignana è testimone
proprio Nada. Alla poverina hanno fatto uno scherzo crudele: hanno detto
che a Saint Vincent c'è il mare e lei si è affrettata a comprare due
nuovi costumi da bagno per la pause lavorative. Se avesse studiato un
po' di geografia..! Nada non è certo finita. Una volta conquistato il
piedistallo grazie anche a quelle gambette a X scoperte da una minigonna
troppo corta ed impietosa e a quel viso pieno di rabbia e grinta, è
difficile farselo sfuggire per colpa di un mezzo passo falso. Mica tutti
sono dei Mario Tessuto o dei Renato dei Profeti! C'è anche chi ha
personalità. E a Nada di certo quella non manca. Così come non le
mancano le canzoni giuste, una solida casa discografica dietro le
spalle, un gruppo coeso per far crescere e maturare artisticamente
questa ragazza nella quale crede fortemente. Qualcuno paragona Nada alla
Pavone prima maniera. Ci sono delle analogie (carattere, grinta, stessa
casa discografica e stessi autori) ma al tempo della Pavone la
concorrenza era meno temibile e se avevi i cosiddetti, uscivi fuori. Nel
1969 il mestiere del cantante è arrivato a livelli professionali
incredibili e impensabili fino a 7 anni prima quando ci si buttava nella
mischia al grido di O la va o la spacca, quando bastava muoversi in
maniera differente dagli altri per fare scalpore (basti pensare al
Celentano degli esordi e alla stessa Mina). Dietro un cantante, abbiamo
visto, ci sono centinaia di milioni di lire in movimento, decine di
persone che pensano a come si deve vestire, a cosa dover dire, dove
apparire, etc. Un cantante è un'ipotetica miniera d'oro. Non importa
essere intonati, cantare bene, conoscere la musica. L'importante è
essere un personaggio che colpisce la fantasia del pubblico ed avere una
canzone giusta. Una come Nilla Pizzi, nel 1969, non avrebbe nessuna
chance. Comunque il 12 giugno 1969 Nada conosce la prima sconfitta della
sua carriera, l'esclusione per l'appunto dalla finale del Disco Per
L'Estate che fa il paio con un'altra delusione di qualche settimana
prima: la mancata partecipazione allo spettacolo di Antonello Falqui
STASERA GIANNI MORANDI, quando un funzionario più realista del re
decretò la sua esclusione giacchè un minore di sedici anni non può
partecipare in qualità di ospite in un programma serale. Cosa assurda
perché Nada aveva partecipato a Sanremo (per Sanremo sì e per STASERA
GIANNI MORANDI no?) e perché tante volte si sono visti bambini ospiti di
trasmissioni importanti (ad esempio Walter Brugiolo alias Popoff in una
puntata di Partitissima nella squadra di Rita Pavone). A maggio scoppia
un'altra grana: il suo scopritore ufficiale, Pino Cecconi, cita la
cantante e la RCA per inadempienza del contratto stipulato
precedentemente a quello della RCA. Il signor Cecconi conobbe Nada
quando in uno spettacolo a Livorno organizzato da Cino Tortorella (il
Mago Zurlì) e dall'Antoniano, si presentò una bambina che aveva un
vocione incredibile per la sua età e che disorientò tutti. Non vinse ma
arrivò terza. Cecconi decise così di diventare il suo impresario. Quella
volta Nada cantava IO TI DARO' DI PIU', canzone che la Vanoni aveva
portato ad un Sanremo. La settimana dopo andò a conoscere i genitori di
quella ragazzina e cominciò ad impostare in maniera differente il
personaggio. Le consigliò di non andare a cantare nelle balere di paese,
di non studiare canto col maestro al quale si era affidata e a
ricominciare tutto daccapo. Si premurò di telefonare a diverse case
discografiche per ottenere un provino. La prima alla quale si rivolse fu
proprio la RCA, che in quel periodo non aveva una sala libera. Andò alla
Ri.Fi e appena la videro all'opera si spaventarono: volevano chiamare
l'esorcista! Poi Puccio Roelens, famosissimo maestro di quegli anni,
aprì un canale preferenziale con la RCA ma mise in guardia Cecconi: gli
suggerì di far firmare a Nada un contratto che la legasse a lui in
qualità di produttore. Siamo nel settembre 1967, Nada non ha ancora 14
anni ma, così come si fa nelle scuole di calcio, la tengono in panchina
in attesa che maturi. Quando il tempo sembra essere arrivato parte la
disdetta del contratto che lo lega alla cantante. A novembre del 1968,
quando Nada firma il contratto con la RCA, Cecconi non viene consultato
e litiga con i genitori i quali, da gente di provincia ed inesperta, si
erano accontentati del 3% sulla vendita dei dischi anziché pretendere
come accadeva il 6%. Ma si sa, quando si è totalmente fuori dal mondo e
si cominciano a vedere i soldi, meglio che siano pochi ma sicuri ! In
realtà il contratto con il signor Cecconi è di quei contratti che non
hanno un gran valore legale sul piano giuridico e in RCA lo sapevano
molto bene ed hanno pensato bene di farlo fuori sin dall'inizio. Pino
Cecconi non era mica un Teddy Reno o un Alberico Crocetta e a loro cosa
serviva un talent scout di provincia? Tornando alla cronaca prettamente
musicale c'è da annotare che Nada è in classifica anche in Spagna. Il
nuovo personal manager (ecco come si chiamano in RCA... altro che
"impresario"!) è Giovanni Materassi e diventa il suo uomo ombra (proprio
come Franco Migliacci). E' lui che crea falsi flirt per i giornali e che
prenota quella o questa trasmissione televisiva. Poi c'è Gianni Amadio
che è il capo ufficio estero della RCA e uno stuolo di autori ed
accompagnatori. Neanche Patty Pravo, si dice, ha uno spiegamento di
forze così imponente quando si muove. Insieme vanno a Madrid. Nada canta
a Teleritmo e a Gran Gala, la più importante trasmissione televisiva
iberica: LE BICYCLETTES DE BELZISE in italiano, HACE FRIO YA (MA CHE
FREDDO FA) e LA GOLONDRINA (UNA RONDINE BIANCA). Successo immediato che
si estende anche in America Latina e più in avanti arriva in Giappone.
La cosa buffa è che per Nada niente di tutto questo ha veramente valore.
Per lei è un mestiere come un altro e molto sinceramente dice: meglio
cantare che fare la contadina a Gabbro. E soprattutto - diciamo noi - più
remunerativo. In Italia BIANCANEVE non è andata come doveva? Che
importa? Arrivare o meno in finale è un problema prettamente riservato
alla casa discografica. C'è CUORE STANCO che comunque fa il suo dovere e
fra poco ne inciderà una versione anche in spagnolo dal titolo di
CORAZON ESTANCADO. Inutile aggiungere che sarà un successo. Finita
l'estate nei programmi di Nada c'è l'incisione di un 33 giri e il
Festival Di Musica Leggera di Venezia che coincide con un nuovo boom
discografico. Ma questa storia la racconteremo un'altra volta. Perchè il
cuore sarà anche stanco, ma il pubblico ancora no.
Un disco per l'Europa
I festival di canzoni sono cosa tutta italiana ma, come spesso accade,
facciamo scuola. Gli stranieri copiano questo gusto tipicamente italiano
della competizione canora e vari festival proliferano in tutto il mondo.
Dal Cile a Rio de Janeiro, dall'Inghilterra all'Europa dell'est. Senza
parlare dell'Eurofestival, nato proprio dall'esempio di Sanremo. A
Lugano si svolge una manifestazione di musica leggere che si propone di
lanciare in campo europeo il miglior cantante dell'anno. Questa del 1969
è la prima edizione e si propone di segnalare in tutta Europa alcune tra
le migliori produzioni, europee e non. Ad organizzarla, naturalmente, è
un italiano. Ed è Gianni Ravera (tanto per cambiare!) e a presentarlo
sono in due: la svizzera-italiana Mascia Cantoni e l'esule Enzo Tortora,
fatto fuori dalla Rai per alcune esternazioni, politiche e non, che
hanno fatto arrabbiare i piani alti di Viale Mazzini. La manifestazione
è così chiamata UN DISCO PER L'EUROPA - LUGANO 1969 e questo è il cast:
MANOLO DIAZ - LA JUVENTUD TIENE RAZON
MELISSA - BALLA ANCORA INSIEME A ME
GIPO FARASSINO - AVERE UN AMICO
WALLIS - NEVER CHASE A RAINBOW
ROSSANO - TI VOGLIO TANTO BENE
MACK PORTER - DOVE SEI FELICITA'
APHRODITE'S CHILD - I WANT TO LIVE
MARISA SANNIA - LA COMPAGNIA
JACQUES MONTY - PARAGUENA
MARISOL - SIGNORE
CHICO BUARQUE DE HOLLANDA - FAR NIENTE
MIKE KENNEDY - I'LL NEVER FORGET
DAVID MCWILLIAMS - UN SASSO NEL CUORE
AL BANO - MATTINO
BOBBY SOLO - DOMENICA D'AGOSTO
ROMINA POWER - ACQUA DI MARE
MASSIEL - IL FIORE NO
FRANÇOISE HARDY - IL PRETESTO
MINA - NON CREDERE
JOHN ROWLES - ONE DAY
Fa sensazione che la maggior parte dei cantanti stranieri preferiscano
cantare nella nostra lingua anziché nella loro. Eppure stiamo parlando
non di esordienti ma di personaggi internazionali come Françoise Hardy o
Chico Buarque De Hollanda! Questo per sottolineare come, per quanto la
manifestazione fosse in Svizzera, la lingua italiana nel mondo delle
sette note sia tenuta in grande considerazione. Ed il mercato musicale
innanzitutto. Vince la manifestazione un ragazzo del Ghana, Mack Porter,
che ha una bella voce ma scarsa personalità o forse soltanto una casa
discografica non all'altezza (la Fans).
MINA
Mina, la quale odia di norma
ogni manifestazione canora, decide stranamente di partecipare. Forse
perché la divertiva il fatto di giocare in casa. O forse perché non
considerava la gara svizzera importante quanto quelle italiane? E lo fa
con la sua nuova canzone, NON CREDERE, che presenta anche a DOPPIA
COPPIA, A CHE GIOCO GIOCHIAMO, SENZA RETE e IERI E OGGI. Una canzone che
ha una storia quantomeno singolare. Viene scritta da Roberto Soffici e
Luigi Clausetti (che si firma con lo pseudonimo di Ascri) e Mogol, che
probabilmente la firma soltanto, senza scrivere mezza parola come faceva
di solito. Il pezzo viene proposto ad Ivan Graziani che in quel periodo
faceva parte del complesso degli Anonima Sound in veste di leader e in
forza alla CBS. Il provino viene fatto proprio da Ivan Graziani, che poi
non accetta. Passa alla Durium e Paolo dei Crazy Boys, gruppo non molto
noto dell'epoca, lo ascolta e vorrebbe inciderlo come solista. Ma la sua
casa discografica non è d'accordo. Un rifiuto anche da parte della
Zanicchi e poi il colpo di fortuna: lo sente Mina e se ne innamora. La
canzone è molto delicata: parla di una donna innamorata al punto di
farsi da parte se ne valesse la pena e se non capisse che l'interesse
dell'altra per il suo uomo è dettato solo da un capriccio momentaneo e
niente di più. L'interpretazione di Mina è a dir poco strepitosa, così
tenuta su un registro medio, usando il mezzo tono come da tempo non
faceva, abbandonando certe sgranature della voce che per altro l'hanno
resa quella che è, per rientrare nel personaggio di qualche anno prima.
Ottimo l'arrangiamento che asseconda perfettamente la trama vocale
dell'interprete. E NON CREDERE diverrà il disco più venduto di tutto il
1969. Possiamo sicuramente dire che è anche un tantino avanti coi tempi,
diciamo di un annetto buono. Stiamo parlando dell'insieme della canzone:
testo, arrangiamento e musica, ma soprattutto il testo, ben diverso
dagli standard del 1969 e perfettamente confacente per il livello
medio-alto del 1970. Una canzone che potrebbe ben figurare in quel 33
giri (per l'appunto del 1970) che è QUANDO TU MI SPIAVI IN CIMA AL
BATTICUORE. Se l'avesse spuntata Paolo dei Crazy Boys, adesso non
saremmo qui a parlarne. La canzone è accoppiata a DAI DAI DOMANI, samba
di Carlos Imperial tradotto molto bene da Paolo Limiti. Racconta di un
gruppo di persone che spera nel domani, nel giorno che verrà, che si
immagina foriero di novità positive. C'è chi aspetta il figlio, chi di
sposarsi, chi il grande amore. Ma poi viene il domani e il figlio ha
perso il treno, l'amore non si è visto e per sposarsi mancano i soldi. Ma
perché demoralizzarsi? E allora speriamo nel.. dopodomani. Un punto di
vista e una filosofia di vita molto brasiliana ma che ha delle tangenti
con quella napoletana. Una canzone che sembra sciocchina ma che non lo è
affatto. Dietro la facciata di paventata allegria c'è molta tristezza.
Un po' come in SIMM'E' NAPULE PAISA' (basta che ce stà 'o sole, basta che
ce stà 'o mare). Sembra allegra, ma provate ad ascoltare bene le parole!
Mina è all'undicesimo anno di attività canora che di questi tempi è un
record. Con la sua casa discografica può permettersi qualunque cosa.
Basta con le imposizioni dei discografici. Magari vende qualcosa di meno
(il disco a 45 giri in cui rifà alla sua maniera due canzoni di Sanremo
e cioè MA CHE FREDDO FA e UN'ORA FA è andato malissimo!) ma almeno i
suoi sbagli sono solo suoi, e basta. Invece vende molto sul mercato dei
33 giri. Nei primi sei mesi del 1969 è sempre stata ai vertici della
speciale graduatoria, insieme a Fabrizio De Andrè, che fino ad ora, e
cioè fino a all'arrivo "devastante" di Lucio Battisti nelle classifiche
italiane, è stato l'incontrastato re delle graduatorie a 33 giri.
Proprio quel De Andrè che è stato sdoganato dalla stessa Mina grazie
alla sua personalissima interpretazione de LA CANZONE DI MARINELLA.
Interessante notare il look della cantante in questo periodo: è già
completamente differente da quello visto solo sei mesi prima durante la
Canzonissima presentata insieme a Chiari e Panelli. Un'immagine a metà
tra la Mina del 1968 e quella modernissima ed ultra-sexy che farà il suo
esordio nell' autunno del 1969. Non molto "centrato", quindi, questo
attuale: parrucche castane arricciate appena appoggiate sulla testa che
mettono in risalto gli occhi ed un naso "importante" o capelli naturali
con estensione. Ma comunque di sicuro effetto, possiamo vederla in due
foto qui a fianco, tratte da DOPPIA COPPIA e da una trasmissione della
tv svizzera.
Raffaella Carrà
C'è a chi non importa di passare giorni in prigione se questo serve ad
incontrare la persona ambita. E' il caso di un giovane cameriere
fiorentino che per amore di una Raffaella Carrà non ancora famosa riesce
ad architettare un piano di stile boccaccesco. Raffaella in questo
periodo lavora come attrice insieme a Macario nello spettacolo NON
SPARATE AL REVERENDO, una trasposizione in chiave comica dei Promessi
Sposi. La compagnia approda al teatro Verdi di Firenze. Il cameriere
fiorentino va a teatro, vede Raffaella, se ne invaghisce e scatta
l'idea. Approfittando del fatto che Roberto Boninsegna (attaccante in
forza al Cagliari) era stato squalificato per undici giornate, lui che
al centravanti della nazionale assomiglia molto, decide di assumerne
l'identità. E' sicuro che un personaggio famoso avrebbe fatto breccia
nel cuore di un'attrice e per rendere ancora più credibile la sua
bravata decide di presentarsi come amico di Gino Stacchini, un tempo il
fidanzato della Carrà, anch'egli calciatore e ala della Juventus. Così,
una sera, il portiere del teatro sale nel camerino dell'attrice per
avvertirla che Roberto Bonisegna voleva incontrarla. La Carrà e il finto
amico del suo ex ragazzo simpatizzano subito e vanno a cena. Il
cameriere fiorentino ad un certo punto, preso da manie di grandezza, si
alza e va a telefonare alla Nazione annunciando il fidanzamento di
Boninsegna (cioè lui) con l'attrice Raffaella Carrà. Da lì a qualche
giorno accade il finimondo: la Carrà apprende dai giornali del suo
fidanzamento. Lo stesso accadde a Boninsegna che mette tutto in mano ad
un legale. Insomma, lo scherzo di una sera rischia di diventare una cosa
seria. Da parte sua Raffaella non sporge denuncia, adulata e commossa
dalla corte del giovane cameriere disposto a farsi persino dei giorni in
prigione per coronare un sogno "romantico" e vivere un amore di altri
tempi. In realtà il giovane si è comportato benissimo anche perché
bloccato emotivamente dalla situazione ambigua ed irreale creata da lui
stesso e portata poi all'estremo. Il ragazzo è stato poi condannato a 17
giorni di prigione ma non sappiamo poi se li ha fatti davvero, oppure
gli sono stati condonati.
Rachele Mussolini
Rachele Mussolini ha avuto partita vinta. Lo Stato Italiano ha messo in
corso a suo favore una pensione di reversibilità di 142 mila lire al
mese (con arretrati fino al 1961) dopo che la Corte Dei Conti le aveva
riconosciuto tale diritto e dopo che la ragioneria centrale aveva
eseguito i calcoli per determinare l'ammontare esatto dell'assegno. Il
lungo cammino burocratico di Donna Rachele iniziò nel 1961 inoltrando
formale richiesta tendente ad ottenere la pensione quale vedova di un
Presidente del Consiglio. Il Duce prestò servizio per venti anni, 8 mesi
e 27 giorni. Il lavoro di contabilità è stato particolarmente complesso
considerando anche che Benito Mussolini dal 1922 al 1928, per quanto
avesse uno stipendio di 1735 lire mensili in qualità di Presidente del
Consiglio, sistematicamente non ritirò lo stipendio e così per tanti
altri anni a seguire, sebbene non come regola fissa, in quanto non gli
sembrava giusto percepire del denaro per un lavoro che non era faticoso
come quello di tanta altra gente (ve lo immaginate uno come Prodi o chi
per lui fare un ragionamento del genere?). La pubblica amministrazione
ha poi deciso di aggiungere gli otto anni di servizio militare e quelli
trascorsi come maestro elementare in un paese nella provincia di Reggio
Emilia, dal 1902. Walter Chiari in un suo spettacolo fece un paragone
tra il centro sinistra di Moro (al governo in quel momento) e il Duce. E
commentando lo scempio vergognoso di Piazza Loreto disse che al Duce
(appeso a testa in giù) non cadde dalle tasche neanche una moneta mentre
stessa cosa non si sarebbe potuta dire se fosse avvenuto col governo in
carica. Fece scandalo, il grande comico veronese (ma milanese
d'adozione). Ma sicuramente non disse una bugia.
Chi ci lascia: Robert Taylor
Muore Robert Taylor (vero nome Spangler Arlington Brugh). Succede l'8 di
giugno alle 19 ora italiana. Il decesso avviene all'ospedale Saint John
di Santa Monica in California. Era stato più volte ricoverato ed
operato. L'ultima volta per l'asportazione di un polmone. Ma le sue
condizioni si erano rapidamente aggravate. Era nato il 5 agosto 1911 a
Filley, nel Nebraska. Il suo profilo perfetto e il suo aspetto da
ragazzone americano di provincia attirarono ben presto le attenzioni dei
talent scouts della MGM che se lo accaparrarono e puntarono su di lui
per contrastare Errol Flynn della Warner Bros e per riaccendere
l'interesse del pubblico femminile ancora orfano di Ramon Navarro e
Rodolfo Valentino. Rispetto ai due, campioni di bellezza latina secondo
i criteri dell'epoca, Robert Taylor era avvantaggiato dall'essere un
campione di bellezza prettamente yankee, sportivo e meno femmineo.
Naturalmente Robert mandò subito in delirio le teen ager degli anni
quaranta di tutto il mondo (mia nonna aveva una sua fotografia nel
portafoglio che tolse solo negli anni ottanta!) Su alcuni dischi
italiani del primo dopoguerra (78 giri non forati) c'era il volto di
Robert Taylor. Come disse qualcuno, era un socio del club dei talmente
belli che potevano permettersi anche di non saper affatto recitare! Il
suo viso apollineo e le sue spalle quadrate da cowboy irruppero sugli
schermi americani e su quelli di tutto il mondo libero. Nel 1939 si
sposò con Barbara Stanwich dalla quale divorziò nel 1951. Nel 1954
l'attore si unì in matrimonio con Ursula Thiess dalla quale ebbe due
figli, uno dei quali fu trovato morto in un motel di Los Angeles nel
maggio 1969. Una curiosità: le sorelle Giussani, creatrici di Diabolik,
entrambe fan di Taylor, si ispirarono ai suoi occhi per riprodurre su
carta il magnetico sguardo dell'eroe che è costantemente in edicola dal
1962. Alcuni suoi film: HAVANA, IL PASSO DEL DIAVOLO, TERRA SELVAGGIA,
QUO VADIS, IL PONTE DI WATERLOO.
Campionato di calcio
Finisce il campionato di Serie B. Vengono promosse in A la Lazio che ha
terminato il campionato cadetto con 50 punti, il Brescia con 48, e il
Bari con 47. Vengono invece retrocesse in C1 la Spal, 31 punti, il Lecco
con 30 e il Padova con 29. Non ce la fa il Genoa a ritornare in A, anche
se vince a Livorno per 1 rete a 0 (gol di Mascheroni). Salgono dalla C1
in serie B il Piacenza, l'Arezzo e la Casertana, prime classificate nei
rispettivi gironi. Il marcatore del torneo è De Paoli del Brescia (18
reti), seguito da Comini del Como e da Morelli del Genoa, entrambi con
12 reti segnate. La serie A , naturalmente, è già terminata con lo
scudetto assegnato alla Fiorentina (secondo scudetto dopo quello del
1956, della sua storia).
Christian Calabrese
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STASERA... ADRIANO CELENTANO (1969)
di David Guarnieri
Lo spettacolo di cui parliamo questa volta, trasmesso nella primavera
del 1969, si intitola "Stasera...". Primo esperimento per la tv italiana
di ispirarsi ai famosi "special" statunitensi (dedicati, di volta in
volta ai grandi della musica e del cinema: da Frank Sinatra a Barbra
Streisand, da Dean Martin a Julie Andrews, da Louis Armstrong ad Ella
Fitzgerald, ecc.). Il regista della serie è Antonello Falqui, mentre gli
autori rispondono ai nomi di Marcello Marchesi, Italo Terzoli ed Enrico
Vaime. I quattro provengono dal clamoroso successo ottenuto da
"Canzonissima '68" (condotta da Mina, Walter Chiari e Paolo Panelli).
L'orchestra è diretta dal M° Bruno Canfora; le coreografie sono firmate
da Don Lurio; i costumi, ideati da Corrado Colabucci; la produzione (e
supervisione), affidata a Guido Sacerdote. Le prime tre puntate dello
spettacolo, hanno visto, quali protagonisti: Patty Pravo (la sua
performance nello spettacolo tv era molto attesa: si parlava addirittura
di una prova generale per una "possibile" conduzione dell'edizione '69
di "Canzonissima". Il risultato -discreto, ma nulla più- farà cambiare
idea agli autori), Gianni Morandi (esame positivamente superato) e Gina
Lollobrigida (6 politico).
La star del quarto appuntamento è Adriano
Celentano (i mesi appena trascorsi lo hanno visto protagonista del
mercato discografico (grande successo con "Azzurro") e cinematografico
(affermazione di "Serafino", film diretto da Pietro Germi). La puntata
si apre con la consueta inchiesta sul gradimento (di Gianni
Boncompagni), dedicata al protagonista dello show. Le impressioni del
pubblico si alternano ad ironiche considerazioni di Ugo Tognazzi. Dopo
la sigla iniziale, entra Celentano, interpretando "La tana del Re"
(volutamente, senza presentazioni, a differenza dei personaggi che
l'hanno preceduto [ironicamente rinominati: Patty "Ciao", "Moretti" e
"Lollobrìn"]). Il "Molleggiato" presenta poi la "sua" storia filmata
(narrata da Nando Gazzolo), denominata: "Dalla reggia alla roggia". Si
parte dal 6 gennaio 1938, data di nascita del nostro eroe, annunciata da
121 salve di cannone, come si conviene ad un principe ereditario.
Seguono gli studi scolastici negli esclusivi "College" inglesi,
ripetizioni di matematica, impartite da "un certo" Albert Einstein (noto
soprattutto per questa esperienza...). Dopo la Laurea, il principe
Adriano torna nel suo Paese, trovandolo sconvolto dalla rivoluzione,
scatenata da "Pancho Claudio Villa". Costretto all'esilio in Italia,
Celentano fonda un'azienda automobilistica destinata ad un grande
successo. Improvvisamente, Adriano scopre il suo amore per la musica,
cominciando a comporre canzoni alla chitarra. L'applauso che lo convince
a tentare la carriera musicale è quello di una donna delle pulizie
(Claudia Mori). Celentano vende la sua fabbrica ad un "giovane
imprenditore" (Gianni Agnelli) e si lancia nel mondo artistico. Il
motivo che segue è "Il ragazzo della via Gluck" (un videoclip in piena
regola) ambientato nella periferia milanese, vero scenario
dell'adolescenza del cantante. L'ex orologiaio è poi protagonista di una
trasposizione della famosa rubrica "Linea contro linea", condotta da
Benedetta Barzini. Il tema è: "la moda e lo stile Celentano". Il
"Molleggiato" diviene indossatore in un defilè presentato da Nuccio
Costa (che si presta, spiritosamente ad un'auto-parodia, citazione della
spassosa imitazione di Alighiero Noschese). Adriano propone tre modelli:
uno dedicato all'ecologia (con fiori giganti), il secondo, ispirato
all'abbigliamento (un po' kitsch) di Little Tony, l'ultimo, un frac
"anti-contestazione", completamente impermeabile (con detersivo e doccia
incorporata). Al termine della sfilata, Celentano ripropone "Azzurro",
coadiuvato dal balletto (con Renato Greco e Maria Teresa Dal Medico). È
la volta poi dello spazio umoristico: ad Adriano si aggiunge la grande
Franca Valeri, nei panni della sig.ra Cecioni, abbigliata
stravagantemente (con parrucca platinata e catenelle varie). L'attrice
finge di non ricordare dove abbia potuto incontrare il cantante,
scartando di volta in volta la fila in autostrada, il cinema, la Mutua,
riuscendo ad arrivare alla conclusione: lo zoo (abbinando Celentano alla
gabbia delle scimmie). Lo spazio-ospiti prosegue con Ketty Line
("altra componente del Clan") con il brano "La rivale". Il terzo
intervenuto è Giorgio Albertazzi, il quale ironizza sui testi delle
canzoni del "Molleggiato". Questi, di rimando, prende in giro il regista
- attore per il linguaggio "personalissimo" (molto contestato) usato per
il film-tv "Jekyll". Segue l'esibizione di Albertazzi del brano "Questa
cosa che chiamiamo mondo" (tratta dal suddetto sceneggiato). In questo
programma, Celentano coglie l'occasione per lanciare il suo 45 giri per
l'estate: una sorta di film musicale intitolato "Storia d'amore"
(destinato ad avere un grande successo in hit-parade). Il momento più
originale (e forse più riuscito della trasmissione) è la "Tavola
Rotonda", con Armando Trovajoli, Lietta Tornabuoni, Aldo Falivena,
Claudio Villa e Paolo Stoppa. L'argomento è, naturalmente, Adriano
Celentano. Armando Trovajoli chiede se le doti di show-man del
"Molleggiato" e l'apporto dato dalla tv non abbiano aiutato il Celentano
cantante. Lietta Tornabuoni domanda quale sia il "messaggio",
contenuto nelle sue canzoni. Aldo Falivena sottolinea l'aspetto un
po' retrogrado di alcuni brani (in testa, "Tre passi avanti").
Claudio Villa pone l'accento sull'eccessivo uso del non-sense di
Adriano, della sua voglia di stupire, della smodata eccentricità
(componenti utilizzate, secondo il cantante romano, per mascherare
l'insufficienza vocale del "Molleggiato"). Il confronto (per meglio
dire, lo scontro) tra Villa e Celentano rende avvincente (e,
particolarmente attuale) il clima. Paolo Stoppa, evita
elegantemente la polemica, limitandosi a tracciare un identikit
(positivo) dell'operato artistico del cantante milanese.
Al termine del "talk-show", segue un divertente siparietto tra Paola
Borboni e Marcello Marchesi, per presentare il brano "L'ora del Boogie",
cantato da Adriano con il supporto del corpo di ballo. L'ultimo numero
del programma è ambientato in un elegantissimo locale, ispirato ai night
di Las Vegas, nel quale, un elegantissimo Celentano (in smoking) canta
la bella "Straordinariamente" (lato b di "Storia d'amore").
Lo special di Celentano, rivisto a distanza di 37 anni, rivela una
freschezza ed un ritmo ancora convincente, per merito delle innegabili
capacità istrioniche del "Molleggiato", dell'ironia di primissima
categoria degli autori e della regia di Falqui, come sempre sopraffina.
L'ascolto dello show supera i 18 milioni; notevole anche l'indice di
gradimento (conferma del successo di Celentano presso il pubblico). Per
la cronaca, la serata dedicata ad Adriano si colloca al secondo posto,
dopo quella con Gianni Morandi, in qualità di protagonista.
Ciao a tutti!!!
David Guarnieri
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