( da Alba )
Disco Per L'Estate Siamo arrivati a giugno e quindi al rush finale del Disco Per L'Estate. 56 canzoni (e naturalmente altrettanti cantanti) al via, 24 finalisti alla conclusione. Il Disco Per L'Estate, che esiste dal 1964, come abbiamo spesso detto in queste pagine, non entusiasma più di tanto i cantanti. Destò scandalo la vittoria di Fred Buongusto nel 1966 con PRIMA C'ERI TU al posto dei Giganti che presentavano TEMA. Buongusto apparteneva alla Fonit Cetra in quel periodo, azienda IRI come la Rai, e scoppiò un finimondo quando si seppe che le giurie erano composte da funzionari legati all'IRI e ad altri enti radiotelevisivi europei che si prestarono al gioco. Ma ci pensò il pubblico a fare giustizia regalando la vetta della classifica delle vendite proprio ai Giganti e alla loro canzone. Il meccanismo all'apparenza complesso è in realtà di una semplicità lineare, si potrebbe usare il termine "all'italiana". Tutte le case discografiche italiane sono state divise per ordine di importanza: le prime possono inviare (diciamo) tre cantanti (il numero varia con il passar delle edizioni), le seconde due cantanti e le terze uno. Il criterio di suddivisione è basato su dati forniti dalla Commissione centrale d'ascolto della Rai e dall'AFI (Associazione Fonografici Italiani). Le case discografiche tendono a mandare, per di più, cantanti sconosciuti per poter usufruire di un lancio di enorme portata e soprattutto gratuito. La Rai vorrebbe cantanti capaci di interessare il pubblico. Logicamente le case discografiche tendono a lasciare i cantanti cosiddetti big per altre manifestazioni: inutile rischiare una debacle che potrebbe causare danni ad una carriera in una competizione molto ministeriale. Meglio mandare i giovani allo sbaraglio e vedere cosa succede. Anche quest'anno non manca il solito scandaletto: le case interessate al Disco per L'Estate sono 38. Molte sono già soddisfatte della quantità di posti assegnati, altre no e ne vorrebbero di più. Allora come si fa? Si paga, naturalmente. Il discografico offre soldi ad un collega per farsi da parte oppure un editore deve spacciare per suo un disco o un cantante ancora sconosciuti appartenenti alla scuderia dell'editore pagante. E' ovvio che dovrà poi passare sottobanco gli introiti (se mai li avrà) al vero padrone della canzone e della voce. La Rai ha fatto firmare a tutte le case discografiche una dichiarazione di lealtà nella quale il titolare (l'editore) dichiara che il cantante è a lui vincolato da un preciso contratto. Ma l'iniziativa non può comunque impedire un accordo sottobanco. Così che alla vigilia c'è il disco-mercato a prezzi sempre più alti. Un discografico milanese ha comperato due posti di altrettante piccole case discografiche per lanciare due giovani promesse alle quali naturalmente credeva molto. E' lo stesso discografico che nel 1968, sempre al Disco Per L'Estate spese venti milioni per mandare in finale una sua cantante. Ma il gioco non vale la candela. Per recuperare dieci milioni di spesa bisogna vendere almeno 60 mila copie di un disco e generalmente, la media di vendita di questa manifestazione è di ventimila copie a 45 giri (per quelli di fascia medio-alta). Ma c'è chi rischia lo stesso, sperando in un colpaccio, come quando si va al Casinò. Ci sono poi casi veramente clamorosi: un discografico rileva in contanti la Car Juke Box (che non aveva il posto assicurato) e manda la rappresentante dell'etichetta milanese alle selezioni: Lolita con L'ULTIMO BALLO D'ESTATE. Totale, 25 milioni di lire. E gli è anche andata bene perché la canzone si è saputa muovere discretamente sul piano delle vendite e comunque Lolita (vero nome Graziella Franchini) era già un nomino nell'ambiente, a prescindere dal nome d'arte poco felice datole dalla sua discografica Mara Del Rio (cantante anch'essa negli anni '50). Ma soprattutto, il Disco Per L'Estate è il cimitero delle canzoni scartate dalla commissione di Sanremo. In Italia si produce molto e in eccesso così avviene che i motivi scartati da quella manifestazione trovino posti in quell'altra e così discorrendo. Il "lavandino" di tutti i concorsi è il Disco Per L'Estate. Dicono subito no (prima c'era stato un mezzo sì) cantanti come Little Tony, Tony Del Monaco (che è un abitueè della manifestazione) e Ornella Vanoni. Oltre i no scontanti di cantanti al di sopra delle parti come Patty Pravo, Morandi, Celentano, Mina e altri 5-6, ci sono i sì di altrettanti in cerca di un rilancio discografico o di altri che con le competizioni praticamente ci campano. Ci sono poi quelli che non hanno perso una sola edizione come Isabella Iannetti che porta CUORE INNAMORATO ed Orietta Berti che porta L'ALTALENA. Ci sono bocciature clamorose come quelle di Fausto Leali, che si dichiara soddisfatto perché alla manifestazione non voleva andare ma poi è stato iscritto a forza dalla Ri.Fi. La canzone (troppo bella per una manifestazione di questo tenore) era TU NON MERITAVI UNA CANZONE. Altra bocciata è Carmen Villani con VIVA LA VITA IN CAMPAGNA. Che non era un capolavoro ma sicuramente migliore di altre passate in finale. Esclusi anche altri big come Milva (PRIMO AMORE), Maurizio (ELIZABETH) e la rivelazione sanremese, della quale parleremo fra poco, Nada con BIANCANEVE. In testa alla classifica provvisoria c'è Al Bano con PENSANDO A TE, Orietta Berti con L'ALTALENA e clamorosamente, ma non tanto visto che dietro c'è la camorra, il napoletano Tony Astarita con ARRIVEDERCI MARE. Franco Battiato Hanno fatto parte della carovana del Disco Per L'Estate di quest'anno anche Fiorella (Mannoia) e Franco Battiato. Entrambi non sono al loro primo disco. Franco Battiato ha iniziato nel 1965 incidendo per un settimanale di giochi enigmistici (L'ENIGMISTICA TASCABILE) che pubblicava dischi di canzoni famose interpretati da cantanti poco conosciuti ai quali dava la somma forfettaria di diecimila lire ad incisione. Lui incide L'AMORE E' PARTITO, presentato a Sanremo 1965 da Beppe Cardile e Anita Harris. Sempre nel 1965 e sempre con il settimanale di enigmistica canta il pezzo portato al successo da Alain Barriere …E PIU TI AMO. Nel 1967 viene scritturato dalla Jolly e si inserisce nel filone di protesta molto di moda in quel momento. Il primo disco ufficiale è LA TORRE a cui fa seguito IL MONDO VA COSI'. Nel frattempo si cimenta anche come attore in MOLTO RUMORE PER NULLA insieme a Tino Carraro ed Elsa Merlini. Collabora con Gaber e scrive E ALLORA DAI (Sanremo 1967) e GULP GULP sigla di DIAMOCI DEL TU. Cambia casa discografica e passa alla Philips per la quale incide dischi più immediati e di facile consumo. E' L'AMORE è il primo che gli dà qualche soddisfazione. Siamo al 1968 e l'aver abbandonato un genere ormai considerato superato (come quello della Linea Verde) sembra dargli ragione. Il 1969 si apre con BELLA RAGAZZA, canzone che si vende abbastanza e che si fa sentire anche di più. Battiato comincia davvero ad essere un nome. Fiorella Mannoia Fiorella Mannoia, così come Nada, è un'altra minorenne d'assalto della canzone. Non si sa bene quanti anni abbia. Dicono 15 (nata nel 1954) anche se sembra ne abbia qualcuno di più. Il suo lavoro è quello della controfigura. Suo padre Luigi è uno stuntman, i fratelli anche (Maurizio e Patrizia). E' lei quella che ci prende le botte sulla spiaggia di Ostia al posto della Vitti in AMORE MIO AIUTAMI con Alberto Sordi ed è lei quella che corre a cavallo al posto della Goggi in LA FRECCIA NERA. Ed è sempre lei in NON CANTARE, SPARA (il western musicale televisivo del 1968) che rotola e si getta dalle finestre al posto di Lucia Mannucci del Quartetto Cetra. Fiorella ha partecipato già a Castrocaro nel 1968 riuscendo ad arrivare tra i dodici finalisti con UN BIMBO SUL LEONE di Celentano. Poi, tra una caduta da cavallo e l'altra, firma un contratto per la Carish dove alla fine del 1968 incide il suo primo 45 giri dal titolo HO SAPUTO CHE PARTIVI. La particolarità di questo disco sta in una scelta repentina della casa discografica, per cui la distribuzione si interruppe e così il disco rimase una curiosità reperibile in pochi esemplari: per l'esattezza 1000 copie. Inutile sottolineare che la sua quotazione nel borsino dei dischi è particolarmente alta. Al Disco Per L'Estate porta GENTE QUA GENTE LA'. Niente di particolare ma che comunque costituisce un altro tassello nella carriera appena iniziata di Fiorella Mannoia. Nada Si parlava di Nada. Come si sa è scoppiata prepotentemente al Festival di Sanremo di quest'anno riuscendo a vendere 5 volte più della prima classificata. MA CHE FREDDO FA raggiunge le 600.000 copie in un periodo in cui i dischi non si vendono più a tonnellate come succedeva fino ad un paio di anni prima. E' una ragazzina per niente timida, molto salace e ancora tremendamente provinciale. I genitori, d'altronde, sono persone estremamente semplici. Il padre, come massima aspettativa, progettava di portare la figlia nelle fiere della zona di Livorno a cantare per divertimento. La mamma la mandava a portare le ova alla maestra di canto per compensarla delle lezioni impartite alla figlia. Chi si occupa del suo "svezzamento" è Franco Migliacci, paroliere di Gianni Morandi. In RCA volevano mandarla a lezione di dizione e di buone maniere. Poi capiscono che forse è meglio lasciarla cuocere nel suo brodo in modo che sia lei stessa a maturare: da pulcino (di Gabbro - come la chiamano) a "signorinella". Ci mette poco: le frequentazione dell'ambiente discografico, l'appartamento in cui vive insieme ai due genitori messole a disposizione dalla casa discografica sorge in un quartiere "in" di Roma, le conoscenze e le amicizie sono tutte di un certo livello e le puntate a Gabbro si fanno sempre più rade. Tutto contribuisce a farla sbocciare definitivamente, cosicché della ragazzina con le gambe stortignaccole dei primi mesi e dalle maniere spicce si passa ad una ragazza più sofisticata e sicura del proprio essere. Ma a questo mondo non c'è posto solo per le buone notizie. Ogni tanto ci vogliono i capitomboli e non è detto che questi facciano soltanto male. L'incognita del secondo disco: come fare a bissare lo strepitoso successo di MA CHE FREDDO FA? I "think-tankers" del suo entourage pensano ad un disco con due facciate A. La prima è BIANCANEVE, che deve portare al Disco Per L'Estate, la seconda è CUORE STANCO. A cosa sia servito iscrivere Nada a questa competizione non si è capito. Lo stesso pensiero devono averlo avuto alla RCA quando vedono che la canzone non ingrana quanto la precedente e, stranamente, la facciata che piace di più è quella B (CUORE STANCO): più estiva, più adatta alla vocalità della cantante, meno impegnativa per le sue non eccelse doti canore. Una canzone da 8 e mezzo, scritta da Franco Migliacci, Piero Pintucci e Mauro Lusini, amico "intimo" di Gianni Morandi. Bello l'arrangiamento e l'orchestrazione, riconoscibile sin dalle prime battute grazie ad un'introduzione studiata alla perfezione. Giuste anche le pause nelle quali Nada può esprimersi in quei suoni gutturali e nasali che ne hanno fatto un personaggio di rilievo nel panorama musicale italiano sempre a caccia di volti e voci nuove. Un testo in cui una ragazza colloquia col suo cuore che gli dice di essere stanco del suo fidanzato attuale e lei decide di lasciarlo perché ora tocca ad un altro. Della serie avanti un altro, tanto c'è posto. Parole forse sconvenienti in bocca ad una ragazzina di appena 15 anni, ma i tempi sono questi, ormai. L'amore libero è su tutti i giornali, quindi è giusto che arrivi anche in provincia di Livorno. Tornando alla canzone iscritta alla competizione canora si capisce che certamente non regge al confronto del pezzo di cui abbiamo parlato fin'ora. Lei stranamente, in un'intervista ad un settimanale molto famoso dice che, se dovesse andarle male, la colpa non è sua ma della canzone e aggiunge "se non funziona non sono io che non sono brava ma la canzone che non è bella". Il pezzo in realtà non si può definire brutto, ma se abbiamo dato un 8 e mezzo a CUORE STANCO a BIANCANEVE bisogna dare un 6 e mezzo. A scriverla è Cesare De Natale. Il titolo è appropriato per la giovanissima Nada, il testo anche. Anzi, sicuramente è più giusto questo che non quello da spregiudicata di CUORE STANCO. Qui una ragazzina si interroga davanti allo specchio sul perché il suo ragazzo non la guarda più; tutta colpa di quella che sta già in città. E lo specchio continua a ripeterle che la colpa è di Biancaneve, l'altra ragazza. Sarà che la parte della regina Grimilde non le si addice molto tanto che viene eliminata in semifinale. In RCA tremano: pensano già che sia finita, che sia stata bruciata per colpa di una canzone sbagliata e per colpa di una manifestazione a cui forse avrebbe anche potuto non partecipare (sarebbe stato meglio il Cantagiro). Ecco allora le invenzioni per far risalire l'indice di gradimento alla cantante: si inventano un flirt con Eric Charden, il cantante francese di LE MOND EST GRIS LE MOND EST BLUE. Eric Charden si presta al giochetto. Tanto è della IL, casa affiliata alla RCA. E per di più Nada è in procinto di incidere SENZA TE, la versione italiana di SAUVE MOI che lo stesso Eric Charden ha già presentato a SPECIALE PER VOI e che è già un successo (tanto che anche Mal se ne appropria). Poi i fotografi immortalano la ragazza in compagnia di altri giovanotti sempre per questi finti scoop che servono a polarizzare l'attenzione della gente sul personaggio. Comunque la bocciatura a Saint Vincent dovrebbe fare meno scandalo di quella a scuola. A quindici anni Nada frequenta ancora la terza media: cantante di grido ma ignorante come una capra? Forse l'Italia ha in mente una nuova riforma: non più scuola dell'obbligo ma canzone dell'obbligo. E di questa svolta antesignana è testimone proprio Nada. Alla poverina hanno fatto uno scherzo crudele: hanno detto che a Saint Vincent c'è il mare e lei si è affrettata a comprare due nuovi costumi da bagno per la pause lavorative. Se avesse studiato un po' di geografia..! Nada non è certo finita. Una volta conquistato il piedistallo grazie anche a quelle gambette a X scoperte da una minigonna troppo corta ed impietosa e a quel viso pieno di rabbia e grinta, è difficile farselo sfuggire per colpa di un mezzo passo falso. Mica tutti sono dei Mario Tessuto o dei Renato dei Profeti! C'è anche chi ha personalità. E a Nada di certo quella non manca. Così come non le mancano le canzoni giuste, una solida casa discografica dietro le spalle, un gruppo coeso per far crescere e maturare artisticamente questa ragazza nella quale crede fortemente. Qualcuno paragona Nada alla Pavone prima maniera. Ci sono delle analogie (carattere, grinta, stessa casa discografica e stessi autori) ma al tempo della Pavone la concorrenza era meno temibile e se avevi i cosiddetti, uscivi fuori. Nel 1969 il mestiere del cantante è arrivato a livelli professionali incredibili e impensabili fino a 7 anni prima quando ci si buttava nella mischia al grido di O la va o la spacca, quando bastava muoversi in maniera differente dagli altri per fare scalpore (basti pensare al Celentano degli esordi e alla stessa Mina). Dietro un cantante, abbiamo visto, ci sono centinaia di milioni di lire in movimento, decine di persone che pensano a come si deve vestire, a cosa dover dire, dove apparire, etc. Un cantante è un'ipotetica miniera d'oro. Non importa essere intonati, cantare bene, conoscere la musica. L'importante è essere un personaggio che colpisce la fantasia del pubblico ed avere una canzone giusta. Una come Nilla Pizzi, nel 1969, non avrebbe nessuna chance. Comunque il 12 giugno 1969 Nada conosce la prima sconfitta della sua carriera, l'esclusione per l'appunto dalla finale del Disco Per L'Estate che fa il paio con un'altra delusione di qualche settimana prima: la mancata partecipazione allo spettacolo di Antonello Falqui STASERA GIANNI MORANDI, quando un funzionario più realista del re decretò la sua esclusione giacchè un minore di sedici anni non può partecipare in qualità di ospite in un programma serale. Cosa assurda perché Nada aveva partecipato a Sanremo (per Sanremo sì e per STASERA GIANNI MORANDI no?) e perché tante volte si sono visti bambini ospiti di trasmissioni importanti (ad esempio Walter Brugiolo alias Popoff in una puntata di Partitissima nella squadra di Rita Pavone). A maggio scoppia un'altra grana: il suo scopritore ufficiale, Pino Cecconi, cita la cantante e la RCA per inadempienza del contratto stipulato precedentemente a quello della RCA. Il signor Cecconi conobbe Nada quando in uno spettacolo a Livorno organizzato da Cino Tortorella (il Mago Zurlì) e dall'Antoniano, si presentò una bambina che aveva un vocione incredibile per la sua età e che disorientò tutti. Non vinse ma arrivò terza. Cecconi decise così di diventare il suo impresario. Quella volta Nada cantava IO TI DARO' DI PIU', canzone che la Vanoni aveva portato ad un Sanremo. La settimana dopo andò a conoscere i genitori di quella ragazzina e cominciò ad impostare in maniera differente il personaggio. Le consigliò di non andare a cantare nelle balere di paese, di non studiare canto col maestro al quale si era affidata e a ricominciare tutto daccapo. Si premurò di telefonare a diverse case discografiche per ottenere un provino. La prima alla quale si rivolse fu proprio la RCA, che in quel periodo non aveva una sala libera. Andò alla Ri.Fi e appena la videro all'opera si spaventarono: volevano chiamare l'esorcista! Poi Puccio Roelens, famosissimo maestro di quegli anni, aprì un canale preferenziale con la RCA ma mise in guardia Cecconi: gli suggerì di far firmare a Nada un contratto che la legasse a lui in qualità di produttore. Siamo nel settembre 1967, Nada non ha ancora 14 anni ma, così come si fa nelle scuole di calcio, la tengono in panchina in attesa che maturi. Quando il tempo sembra essere arrivato parte la disdetta del contratto che lo lega alla cantante. A novembre del 1968, quando Nada firma il contratto con la RCA, Cecconi non viene consultato e litiga con i genitori i quali, da gente di provincia ed inesperta, si erano accontentati del 3% sulla vendita dei dischi anziché pretendere come accadeva il 6%. Ma si sa, quando si è totalmente fuori dal mondo e si cominciano a vedere i soldi, meglio che siano pochi ma sicuri ! In realtà il contratto con il signor Cecconi è di quei contratti che non hanno un gran valore legale sul piano giuridico e in RCA lo sapevano molto bene ed hanno pensato bene di farlo fuori sin dall'inizio. Pino Cecconi non era mica un Teddy Reno o un Alberico Crocetta e a loro cosa serviva un talent scout di provincia? Tornando alla cronaca prettamente musicale c'è da annotare che Nada è in classifica anche in Spagna. Il nuovo personal manager (ecco come si chiamano in RCA... altro che "impresario"!) è Giovanni Materassi e diventa il suo uomo ombra (proprio come Franco Migliacci). E' lui che crea falsi flirt per i giornali e che prenota quella o questa trasmissione televisiva. Poi c'è Gianni Amadio che è il capo ufficio estero della RCA e uno stuolo di autori ed accompagnatori. Neanche Patty Pravo, si dice, ha uno spiegamento di forze così imponente quando si muove. Insieme vanno a Madrid. Nada canta a Teleritmo e a Gran Gala, la più importante trasmissione televisiva iberica: LE BICYCLETTES DE BELZISE in italiano, HACE FRIO YA (MA CHE FREDDO FA) e LA GOLONDRINA (UNA RONDINE BIANCA). Successo immediato che si estende anche in America Latina e più in avanti arriva in Giappone. La cosa buffa è che per Nada niente di tutto questo ha veramente valore. Per lei è un mestiere come un altro e molto sinceramente dice: meglio cantare che fare la contadina a Gabbro. E soprattutto - diciamo noi - più remunerativo. In Italia BIANCANEVE non è andata come doveva? Che importa? Arrivare o meno in finale è un problema prettamente riservato alla casa discografica. C'è CUORE STANCO che comunque fa il suo dovere e fra poco ne inciderà una versione anche in spagnolo dal titolo di CORAZON ESTANCADO. Inutile aggiungere che sarà un successo. Finita l'estate nei programmi di Nada c'è l'incisione di un 33 giri e il Festival Di Musica Leggera di Venezia che coincide con un nuovo boom discografico. Ma questa storia la racconteremo un'altra volta. Perchè il cuore sarà anche stanco, ma il pubblico ancora no. Un disco per l'Europa I festival di canzoni sono cosa tutta italiana ma, come spesso accade, facciamo scuola. Gli stranieri copiano questo gusto tipicamente italiano della competizione canora e vari festival proliferano in tutto il mondo. Dal Cile a Rio de Janeiro, dall'Inghilterra all'Europa dell'est. Senza parlare dell'Eurofestival, nato proprio dall'esempio di Sanremo. A Lugano si svolge una manifestazione di musica leggere che si propone di lanciare in campo europeo il miglior cantante dell'anno. Questa del 1969 è la prima edizione e si propone di segnalare in tutta Europa alcune tra le migliori produzioni, europee e non. Ad organizzarla, naturalmente, è un italiano. Ed è Gianni Ravera (tanto per cambiare!) e a presentarlo sono in due: la svizzera-italiana Mascia Cantoni e l'esule Enzo Tortora, fatto fuori dalla Rai per alcune esternazioni, politiche e non, che hanno fatto arrabbiare i piani alti di Viale Mazzini. La manifestazione è così chiamata UN DISCO PER L'EUROPA - LUGANO 1969 e questo è il cast:
MANOLO DIAZ - LA JUVENTUD TIENE RAZON Fa sensazione che la maggior parte dei cantanti stranieri preferiscano cantare nella nostra lingua anziché nella loro. Eppure stiamo parlando non di esordienti ma di personaggi internazionali come Françoise Hardy o Chico Buarque De Hollanda! Questo per sottolineare come, per quanto la manifestazione fosse in Svizzera, la lingua italiana nel mondo delle sette note sia tenuta in grande considerazione. Ed il mercato musicale innanzitutto. Vince la manifestazione un ragazzo del Ghana, Mack Porter, che ha una bella voce ma scarsa personalità o forse soltanto una casa discografica non all'altezza (la Fans). MINA Mina, la quale odia di norma ogni manifestazione canora, decide stranamente di partecipare. Forse perché la divertiva il fatto di giocare in casa. O forse perché non considerava la gara svizzera importante quanto quelle italiane? E lo fa con la sua nuova canzone, NON CREDERE, che presenta anche a DOPPIA COPPIA, A CHE GIOCO GIOCHIAMO, SENZA RETE e IERI E OGGI. Una canzone che ha una storia quantomeno singolare. Viene scritta da Roberto Soffici e Luigi Clausetti (che si firma con lo pseudonimo di Ascri) e Mogol, che probabilmente la firma soltanto, senza scrivere mezza parola come faceva di solito. Il pezzo viene proposto ad Ivan Graziani che in quel periodo faceva parte del complesso degli Anonima Sound in veste di leader e in forza alla CBS. Il provino viene fatto proprio da Ivan Graziani, che poi non accetta. Passa alla Durium e Paolo dei Crazy Boys, gruppo non molto noto dell'epoca, lo ascolta e vorrebbe inciderlo come solista. Ma la sua casa discografica non è d'accordo. Un rifiuto anche da parte della Zanicchi e poi il colpo di fortuna: lo sente Mina e se ne innamora. La canzone è molto delicata: parla di una donna innamorata al punto di farsi da parte se ne valesse la pena e se non capisse che l'interesse dell'altra per il suo uomo è dettato solo da un capriccio momentaneo e niente di più. L'interpretazione di Mina è a dir poco strepitosa, così tenuta su un registro medio, usando il mezzo tono come da tempo non faceva, abbandonando certe sgranature della voce che per altro l'hanno resa quella che è, per rientrare nel personaggio di qualche anno prima. Ottimo l'arrangiamento che asseconda perfettamente la trama vocale dell'interprete. E NON CREDERE diverrà il disco più venduto di tutto il 1969. Possiamo sicuramente dire che è anche un tantino avanti coi tempi, diciamo di un annetto buono. Stiamo parlando dell'insieme della canzone: testo, arrangiamento e musica, ma soprattutto il testo, ben diverso dagli standard del 1969 e perfettamente confacente per il livello medio-alto del 1970. Una canzone che potrebbe ben figurare in quel 33 giri (per l'appunto del 1970) che è QUANDO TU MI SPIAVI IN CIMA AL BATTICUORE. Se l'avesse spuntata Paolo dei Crazy Boys, adesso non saremmo qui a parlarne. La canzone è accoppiata a DAI DAI DOMANI, samba di Carlos Imperial tradotto molto bene da Paolo Limiti. Racconta di un gruppo di persone che spera nel domani, nel giorno che verrà, che si immagina foriero di novità positive. C'è chi aspetta il figlio, chi di sposarsi, chi il grande amore. Ma poi viene il domani e il figlio ha perso il treno, l'amore non si è visto e per sposarsi mancano i soldi. Ma perché demoralizzarsi? E allora speriamo nel.. dopodomani. Un punto di vista e una filosofia di vita molto brasiliana ma che ha delle tangenti con quella napoletana. Una canzone che sembra sciocchina ma che non lo è affatto. Dietro la facciata di paventata allegria c'è molta tristezza. Un po' come in SIMM'E' NAPULE PAISA' (basta che ce stà 'o sole, basta che ce stà 'o mare). Sembra allegra, ma provate ad ascoltare bene le parole! Mina è all'undicesimo anno di attività canora che di questi tempi è un record. Con la sua casa discografica può permettersi qualunque cosa. Basta con le imposizioni dei discografici. Magari vende qualcosa di meno (il disco a 45 giri in cui rifà alla sua maniera due canzoni di Sanremo e cioè MA CHE FREDDO FA e UN'ORA FA è andato malissimo!) ma almeno i suoi sbagli sono solo suoi, e basta. Invece vende molto sul mercato dei 33 giri. Nei primi sei mesi del 1969 è sempre stata ai vertici della speciale graduatoria, insieme a Fabrizio De Andrè, che fino ad ora, e cioè fino a all'arrivo "devastante" di Lucio Battisti nelle classifiche italiane, è stato l'incontrastato re delle graduatorie a 33 giri. Proprio quel De Andrè che è stato sdoganato dalla stessa Mina grazie alla sua personalissima interpretazione de LA CANZONE DI MARINELLA. Interessante notare il look della cantante in questo periodo: è già completamente differente da quello visto solo sei mesi prima durante la Canzonissima presentata insieme a Chiari e Panelli. Un'immagine a metà tra la Mina del 1968 e quella modernissima ed ultra-sexy che farà il suo esordio nell' autunno del 1969. Non molto "centrato", quindi, questo attuale: parrucche castane arricciate appena appoggiate sulla testa che mettono in risalto gli occhi ed un naso "importante" o capelli naturali con estensione. Ma comunque di sicuro effetto, possiamo vederla in due foto qui a fianco, tratte da DOPPIA COPPIA e da una trasmissione della tv svizzera. Raffaella Carrà C'è a chi non importa di passare giorni in prigione se questo serve ad incontrare la persona ambita. E' il caso di un giovane cameriere fiorentino che per amore di una Raffaella Carrà non ancora famosa riesce ad architettare un piano di stile boccaccesco. Raffaella in questo periodo lavora come attrice insieme a Macario nello spettacolo NON SPARATE AL REVERENDO, una trasposizione in chiave comica dei Promessi Sposi. La compagnia approda al teatro Verdi di Firenze. Il cameriere fiorentino va a teatro, vede Raffaella, se ne invaghisce e scatta l'idea. Approfittando del fatto che Roberto Boninsegna (attaccante in forza al Cagliari) era stato squalificato per undici giornate, lui che al centravanti della nazionale assomiglia molto, decide di assumerne l'identità. E' sicuro che un personaggio famoso avrebbe fatto breccia nel cuore di un'attrice e per rendere ancora più credibile la sua bravata decide di presentarsi come amico di Gino Stacchini, un tempo il fidanzato della Carrà, anch'egli calciatore e ala della Juventus. Così, una sera, il portiere del teatro sale nel camerino dell'attrice per avvertirla che Roberto Bonisegna voleva incontrarla. La Carrà e il finto amico del suo ex ragazzo simpatizzano subito e vanno a cena. Il cameriere fiorentino ad un certo punto, preso da manie di grandezza, si alza e va a telefonare alla Nazione annunciando il fidanzamento di Boninsegna (cioè lui) con l'attrice Raffaella Carrà. Da lì a qualche giorno accade il finimondo: la Carrà apprende dai giornali del suo fidanzamento. Lo stesso accadde a Boninsegna che mette tutto in mano ad un legale. Insomma, lo scherzo di una sera rischia di diventare una cosa seria. Da parte sua Raffaella non sporge denuncia, adulata e commossa dalla corte del giovane cameriere disposto a farsi persino dei giorni in prigione per coronare un sogno "romantico" e vivere un amore di altri tempi. In realtà il giovane si è comportato benissimo anche perché bloccato emotivamente dalla situazione ambigua ed irreale creata da lui stesso e portata poi all'estremo. Il ragazzo è stato poi condannato a 17 giorni di prigione ma non sappiamo poi se li ha fatti davvero, oppure gli sono stati condonati. Rachele Mussolini Rachele Mussolini ha avuto partita vinta. Lo Stato Italiano ha messo in corso a suo favore una pensione di reversibilità di 142 mila lire al mese (con arretrati fino al 1961) dopo che la Corte Dei Conti le aveva riconosciuto tale diritto e dopo che la ragioneria centrale aveva eseguito i calcoli per determinare l'ammontare esatto dell'assegno. Il lungo cammino burocratico di Donna Rachele iniziò nel 1961 inoltrando formale richiesta tendente ad ottenere la pensione quale vedova di un Presidente del Consiglio. Il Duce prestò servizio per venti anni, 8 mesi e 27 giorni. Il lavoro di contabilità è stato particolarmente complesso considerando anche che Benito Mussolini dal 1922 al 1928, per quanto avesse uno stipendio di 1735 lire mensili in qualità di Presidente del Consiglio, sistematicamente non ritirò lo stipendio e così per tanti altri anni a seguire, sebbene non come regola fissa, in quanto non gli sembrava giusto percepire del denaro per un lavoro che non era faticoso come quello di tanta altra gente (ve lo immaginate uno come Prodi o chi per lui fare un ragionamento del genere?). La pubblica amministrazione ha poi deciso di aggiungere gli otto anni di servizio militare e quelli trascorsi come maestro elementare in un paese nella provincia di Reggio Emilia, dal 1902. Walter Chiari in un suo spettacolo fece un paragone tra il centro sinistra di Moro (al governo in quel momento) e il Duce. E commentando lo scempio vergognoso di Piazza Loreto disse che al Duce (appeso a testa in giù) non cadde dalle tasche neanche una moneta mentre stessa cosa non si sarebbe potuta dire se fosse avvenuto col governo in carica. Fece scandalo, il grande comico veronese (ma milanese d'adozione). Ma sicuramente non disse una bugia. Chi ci lascia: Robert Taylor Muore Robert Taylor (vero nome Spangler Arlington Brugh). Succede l'8 di giugno alle 19 ora italiana. Il decesso avviene all'ospedale Saint John di Santa Monica in California. Era stato più volte ricoverato ed operato. L'ultima volta per l'asportazione di un polmone. Ma le sue condizioni si erano rapidamente aggravate. Era nato il 5 agosto 1911 a Filley, nel Nebraska. Il suo profilo perfetto e il suo aspetto da ragazzone americano di provincia attirarono ben presto le attenzioni dei talent scouts della MGM che se lo accaparrarono e puntarono su di lui per contrastare Errol Flynn della Warner Bros e per riaccendere l'interesse del pubblico femminile ancora orfano di Ramon Navarro e Rodolfo Valentino. Rispetto ai due, campioni di bellezza latina secondo i criteri dell'epoca, Robert Taylor era avvantaggiato dall'essere un campione di bellezza prettamente yankee, sportivo e meno femmineo. Naturalmente Robert mandò subito in delirio le teen ager degli anni quaranta di tutto il mondo (mia nonna aveva una sua fotografia nel portafoglio che tolse solo negli anni ottanta!) Su alcuni dischi italiani del primo dopoguerra (78 giri non forati) c'era il volto di Robert Taylor. Come disse qualcuno, era un socio del club dei talmente belli che potevano permettersi anche di non saper affatto recitare! Il suo viso apollineo e le sue spalle quadrate da cowboy irruppero sugli schermi americani e su quelli di tutto il mondo libero. Nel 1939 si sposò con Barbara Stanwich dalla quale divorziò nel 1951. Nel 1954 l'attore si unì in matrimonio con Ursula Thiess dalla quale ebbe due figli, uno dei quali fu trovato morto in un motel di Los Angeles nel maggio 1969. Una curiosità: le sorelle Giussani, creatrici di Diabolik, entrambe fan di Taylor, si ispirarono ai suoi occhi per riprodurre su carta il magnetico sguardo dell'eroe che è costantemente in edicola dal 1962. Alcuni suoi film: HAVANA, IL PASSO DEL DIAVOLO, TERRA SELVAGGIA, QUO VADIS, IL PONTE DI WATERLOO. Campionato di calcio Finisce il campionato di Serie B. Vengono promosse in A la Lazio che ha terminato il campionato cadetto con 50 punti, il Brescia con 48, e il Bari con 47. Vengono invece retrocesse in C1 la Spal, 31 punti, il Lecco con 30 e il Padova con 29. Non ce la fa il Genoa a ritornare in A, anche se vince a Livorno per 1 rete a 0 (gol di Mascheroni). Salgono dalla C1 in serie B il Piacenza, l'Arezzo e la Casertana, prime classificate nei rispettivi gironi. Il marcatore del torneo è De Paoli del Brescia (18 reti), seguito da Comini del Como e da Morelli del Genoa, entrambi con 12 reti segnate. La serie A , naturalmente, è già terminata con lo scudetto assegnato alla Fiorentina (secondo scudetto dopo quello del 1956, della sua storia). Christian Calabrese
Fare clic qui per inserire un commento a questo articolo. STASERA... ADRIANO CELENTANO (1969) di David Guarnieri Lo spettacolo di cui parliamo questa volta, trasmesso nella primavera del 1969, si intitola "Stasera...". Primo esperimento per la tv italiana di ispirarsi ai famosi "special" statunitensi (dedicati, di volta in volta ai grandi della musica e del cinema: da Frank Sinatra a Barbra Streisand, da Dean Martin a Julie Andrews, da Louis Armstrong ad Ella Fitzgerald, ecc.). Il regista della serie è Antonello Falqui, mentre gli autori rispondono ai nomi di Marcello Marchesi, Italo Terzoli ed Enrico Vaime. I quattro provengono dal clamoroso successo ottenuto da "Canzonissima '68" (condotta da Mina, Walter Chiari e Paolo Panelli). L'orchestra è diretta dal M° Bruno Canfora; le coreografie sono firmate da Don Lurio; i costumi, ideati da Corrado Colabucci; la produzione (e supervisione), affidata a Guido Sacerdote. Le prime tre puntate dello spettacolo, hanno visto, quali protagonisti: Patty Pravo (la sua performance nello spettacolo tv era molto attesa: si parlava addirittura di una prova generale per una "possibile" conduzione dell'edizione '69 di "Canzonissima". Il risultato -discreto, ma nulla più- farà cambiare idea agli autori), Gianni Morandi (esame positivamente superato) e Gina Lollobrigida (6 politico). La star del quarto appuntamento è Adriano Celentano (i mesi appena trascorsi lo hanno visto protagonista del mercato discografico (grande successo con "Azzurro") e cinematografico (affermazione di "Serafino", film diretto da Pietro Germi). La puntata si apre con la consueta inchiesta sul gradimento (di Gianni Boncompagni), dedicata al protagonista dello show. Le impressioni del pubblico si alternano ad ironiche considerazioni di Ugo Tognazzi. Dopo la sigla iniziale, entra Celentano, interpretando "La tana del Re" (volutamente, senza presentazioni, a differenza dei personaggi che l'hanno preceduto [ironicamente rinominati: Patty "Ciao", "Moretti" e "Lollobrìn"]). Il "Molleggiato" presenta poi la "sua" storia filmata (narrata da Nando Gazzolo), denominata: "Dalla reggia alla roggia". Si parte dal 6 gennaio 1938, data di nascita del nostro eroe, annunciata da 121 salve di cannone, come si conviene ad un principe ereditario. Seguono gli studi scolastici negli esclusivi "College" inglesi, ripetizioni di matematica, impartite da "un certo" Albert Einstein (noto soprattutto per questa esperienza...). Dopo la Laurea, il principe Adriano torna nel suo Paese, trovandolo sconvolto dalla rivoluzione, scatenata da "Pancho Claudio Villa". Costretto all'esilio in Italia, Celentano fonda un'azienda automobilistica destinata ad un grande successo. Improvvisamente, Adriano scopre il suo amore per la musica, cominciando a comporre canzoni alla chitarra. L'applauso che lo convince a tentare la carriera musicale è quello di una donna delle pulizie (Claudia Mori). Celentano vende la sua fabbrica ad un "giovane imprenditore" (Gianni Agnelli) e si lancia nel mondo artistico. Il motivo che segue è "Il ragazzo della via Gluck" (un videoclip in piena regola) ambientato nella periferia milanese, vero scenario dell'adolescenza del cantante. L'ex orologiaio è poi protagonista di una trasposizione della famosa rubrica "Linea contro linea", condotta da Benedetta Barzini. Il tema è: "la moda e lo stile Celentano". Il "Molleggiato" diviene indossatore in un defilè presentato da Nuccio Costa (che si presta, spiritosamente ad un'auto-parodia, citazione della spassosa imitazione di Alighiero Noschese). Adriano propone tre modelli: uno dedicato all'ecologia (con fiori giganti), il secondo, ispirato all'abbigliamento (un po' kitsch) di Little Tony, l'ultimo, un frac "anti-contestazione", completamente impermeabile (con detersivo e doccia incorporata). Al termine della sfilata, Celentano ripropone "Azzurro", coadiuvato dal balletto (con Renato Greco e Maria Teresa Dal Medico). È la volta poi dello spazio umoristico: ad Adriano si aggiunge la grande Franca Valeri, nei panni della sig.ra Cecioni, abbigliata stravagantemente (con parrucca platinata e catenelle varie). L'attrice finge di non ricordare dove abbia potuto incontrare il cantante, scartando di volta in volta la fila in autostrada, il cinema, la Mutua, riuscendo ad arrivare alla conclusione: lo zoo (abbinando Celentano alla gabbia delle scimmie). Lo spazio-ospiti prosegue con Ketty Line ("altra componente del Clan") con il brano "La rivale". Il terzo intervenuto è Giorgio Albertazzi, il quale ironizza sui testi delle canzoni del "Molleggiato". Questi, di rimando, prende in giro il regista - attore per il linguaggio "personalissimo" (molto contestato) usato per il film-tv "Jekyll". Segue l'esibizione di Albertazzi del brano "Questa cosa che chiamiamo mondo" (tratta dal suddetto sceneggiato). In questo programma, Celentano coglie l'occasione per lanciare il suo 45 giri per l'estate: una sorta di film musicale intitolato "Storia d'amore" (destinato ad avere un grande successo in hit-parade). Il momento più originale (e forse più riuscito della trasmissione) è la "Tavola Rotonda", con Armando Trovajoli, Lietta Tornabuoni, Aldo Falivena, Claudio Villa e Paolo Stoppa. L'argomento è, naturalmente, Adriano Celentano. Armando Trovajoli chiede se le doti di show-man del "Molleggiato" e l'apporto dato dalla tv non abbiano aiutato il Celentano cantante. Lietta Tornabuoni domanda quale sia il "messaggio", contenuto nelle sue canzoni. Aldo Falivena sottolinea l'aspetto un po' retrogrado di alcuni brani (in testa, "Tre passi avanti"). Claudio Villa pone l'accento sull'eccessivo uso del non-sense di Adriano, della sua voglia di stupire, della smodata eccentricità (componenti utilizzate, secondo il cantante romano, per mascherare l'insufficienza vocale del "Molleggiato"). Il confronto (per meglio dire, lo scontro) tra Villa e Celentano rende avvincente (e, particolarmente attuale) il clima. Paolo Stoppa, evita elegantemente la polemica, limitandosi a tracciare un identikit (positivo) dell'operato artistico del cantante milanese. Al termine del "talk-show", segue un divertente siparietto tra Paola Borboni e Marcello Marchesi, per presentare il brano "L'ora del Boogie", cantato da Adriano con il supporto del corpo di ballo. L'ultimo numero del programma è ambientato in un elegantissimo locale, ispirato ai night di Las Vegas, nel quale, un elegantissimo Celentano (in smoking) canta la bella "Straordinariamente" (lato b di "Storia d'amore"). Lo special di Celentano, rivisto a distanza di 37 anni, rivela una freschezza ed un ritmo ancora convincente, per merito delle innegabili capacità istrioniche del "Molleggiato", dell'ironia di primissima categoria degli autori e della regia di Falqui, come sempre sopraffina. L'ascolto dello show supera i 18 milioni; notevole anche l'indice di gradimento (conferma del successo di Celentano presso il pubblico). Per la cronaca, la serata dedicata ad Adriano si colloca al secondo posto, dopo quella con Gianni Morandi, in qualità di protagonista. Ciao a tutti!!! Fare clic qui per inserire un commento a questo articolo. |
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