( da Grand Hotel )
Sanremo 1973 E' passato circa un mese dall'ultima edizione del Festival di Sanremo, la 23esima. Quest'anno, a differenza degli altri anni, i dischi vanno davvero male. Quasi tutti i ragazzi (compresi tra i 15 e i 30 anni) hanno completamente ignorato la produzione festivaliera, come se non fosse nemmeno esistita. Invece di riversarsi sulle ultime novità uscite dalla vetrina sanremese hanno invece continuato a rimpinzare il bottino di dischi venduti dei vari Claudio Baglioni, Battisti, DARWIN del Banco Del Mutuo Soccorso, Deep Purple, inclusa la discografia completa di Bowie e di Elton John. Questa preferenza la si evince da un sondaggio effettuato a metà marzo 1973 nei principali negozi di dischi italiani o, meglio, nelle grandi catene di distribuzione. La canzone vincente vende sempre un po' più delle altre ed anche se fosse PIPPO NON LO SA, venderebbe comunque , se non altro per inerzia. Ma è certo che quest'anno il Festival di Sanremo è stato un flop clamoroso. Venducchia quindi il vincitore Di Capri, la coppia Wess & Dori Ghezzi (novità festivaliera); a Napoli vende Peppino Gagliardi (gli acquirenti sono comunque signore sopra i trent'anni) e vende abbastanza la rivelazione del Sanremo di quest'anno di cui parleremo dopo. Ma è logico che vada così: soltanto la finale ha avuto il privilegio di venire ripresa dalle telecamere della Rai e quella sera a Roma, tanto per fare un esempio, c'era il concerto dei Jethro Tull preso d'assalto dalla gioventù capitolina. Nei juke box della provincia italiana le canzoni più gettonate dell'ultimo Sanremo sono TU NELLA MIA VITA di Wess & Dori Ghezzi e VADO VIA di Drupi, escluse dalla finale. L'ultimo Festival ha anche dimostrato con la sua folta schiera di debuttanti che in Italia non ci sono zone bianche in cui non si canta e anzi sta scomparendo la concentrazione di talenti in alcune zone come in passato (Genova, Emilia Romagna e Roma) e si canta un po' dappertutto anche in quelle aree dove la musica leggera non è ancora industria: da Alberto Feri (maremmano) a Drupi (Pavia), da Carmen Amato (Tunisia) a Le Figlie Del Vento (Puglia). Gilda Giuliani Ma vogliamo occuparci della vera rivelazione di questa edizione: Gilda Giuliani. Una voce che più francese di così non si può, sebbene sia nativa di Termoli, in provincia di Campobasso. Egilda (nel frattempo ha perso una E) ha vinto il concorso UNA VOCE PER SANREMO e quindi è passata di diritto al Festival. E' nata nel 1954 e canta da otto anni, anche se in ambito locale. La sua è una famiglia abbastanza agiata con un padre ex funzionario della Previdenza Sociale, figlia unica nata da genitori sposati già da quattordici anni. Religiosa, devota a Padre Pio, è stata cresciuta e coccolata come tutti i figli unici e per giunta è arrivata dopo tanto aspettare. La vocazione della cantante l'ha sempre avuta. Quando non aveva neanche due anni, la vincitrice del Festival di Sanremo del 1956, Franca Raimondi, venne a Foggia a tenere uno spettacolo. La piccola Gilda vede il microfono e fa di tutto per agguantarlo. La mamma l'aiuta col risultato che non voleva più staccarsene. Intanto è arriva la cantante e bisogna cominciare lo spettacolo. Quando tentano di toglierle il microfono comincia a strillare come un'ossessa, al che la Raimondi la prende in braccio e le promette quello stesso microfono, al termine dello spettacolo, se fosse stata buona. Questo, con buona volontà, potrebbe essere visto come un segno premonitore. A tredici anni partecipa ad uno dei tanti concorsi canori. Quella volta presentava Mike Bongiorno che fu molto impressionato da quella ragazzina, tanto che la portò a fare un provino in una casa discografica milanese, dove lei non riuscì a ripetere l'exploit di qualche sera prima e fu scartata. Però Buongiorno non desistette e chiese i documenti firmati dai suoi genitori, da spedire alla Rai, coi qualisi certificava la data di nascita della Giuliani. Fu allora che Gilda disse di non avere sedici anni, così come già aveva detto, ma bensì tredici. Buongiorno non le rispose neanche. Passano gli anni ed Egilda, questo il suo vero nome, continua imperterrita a studiare da cantante professionista e nei suoi spostamenti di città in città arriva anche a Firenze dove va a studiare canto da un maestro lirico, di nome Cremonini, che voleva fare di lei un soprano. Fu cambiato il maestro. Nel 1970, a sedici anni, partecipa a Castrocaro ma le vengono preferite Marisa Sacchetto, pupilla di Mina, e Mara Nanni, pupilla di Corrado, della quale però si perdono subito le tracce. Arriva così il 1972. Gilda ha 18 anni e partecipa al Rally di Radio Montecarlo, presentatore Corrado. Il Rally è un concorso dedicato ai cantanti sconosciuti, un percorso itinerante di città in città. Il pubblico doveva votare con le cartoline per scegliere il migliore del gruppo. Corrado fu enormemente sorpreso dalla voce già matura della Giuliani ma nonostante tutto lei non fu votata a sufficienza per arrivare in finale; la volle con sé ad Acqui Terme, nella serata conclusiva. Corrado, dopo aver presentato i vincitori, presentò anche lei come fuori concorso e fu la sua fortuna. Nel pubblico era presente Corrado Lojacono, direttore artistico dell'Ariston ed ex cantante. Da lì la scrittura con la casa discografica che all'epoca era molto competitiva sul mercato (Ornella Vanoni e Giovanna, tanto per fare un esempio). Poi a dicembre la manifestazione "Due Voci Per Sanremo". Si presenta con KILIMANDJARO, un vecchia canzone di Pascal Danel e vince. Al secondo posto arriva Alberto Feri che, come abbiamo detto, parteciperà anche lui a questo Sanremo. Gilda canta una bellissima canzone, in uno stile che più francese non si può, SERENA, e colpisce subito il pubblico. E' una tipica canzone francese di altri tempi oppure di quelle che ogni tanto tira fuori proprio la Mathieu (che sono comunque fuori tempo), ariosa e melodica, con un rimpianto bohemienne nel testo scritto da Vito Pallavicini (la musica è di Gino Mescoli). Immagine, timbro vocale, repertorio: sembra davvero di trovarsi di fronte ad un incrocio tra Edith Piaf e Mireille Mathieu. Ha una grande sicurezza nell'affrontare il pubblico e stupisce la sua disinvoltura, l'abilità recitativa all'Aznavour e la mimica. Un taglio di capelli inventato dai Vergottini che riprende molto quello di Angela Brambati dei Ricchi E Poveri, nello stesso periodo, che disegna l'arco sopraccigliare mettendo in risalto gli occhi e gli zigomi. Un taglio intelligente e particolare che le appiccica addosso un personaggio difficile da rimuovere nell'immaginario della gente e che proprio per questo le creerà difficoltà nel futuro. Le dà fastidio se la paragonano a Mireille Mathieu di cui dice di non avere mai ascoltato un disco. Usa la sua faccia pulita, la normalità, la non bellezza che fa simpatia, un atteggiamento sicuro da professionista. Si autodefinisce pacifista e femminista anche se dice che questi sono problemi troppo grandi per una ragazza della sua età. Ringrazia a piè sospinto i suoi genitori che l'hanno aiutata e fatto tutto per il suo bene. Gilda pare davvero una ragazza serena come un cielo blu. Anzi, forse ancor di più (la rima non è voluta). E' subito ospite di trasmissioni tv e radiofoniche: si comincia con L'OCCASIONE (dei Cetra) e HAI VISTO MAI di Bramieri (di cui David ci parlerà ampiamente nel suo spazio). Poi una puntata del settimanale condotto da Vanna Brosio e Nino Fuscagni ADESSO MUSICA, una puntata di SCACCO AL RE, programma per ragazzi. In radio sarà ospite in GRAN VARIETA' condotto da Dorelli, in LA SETTIMANA CORTA, condotta da Baudo, e BATTO QUATTRO, con Bramieri, che dopo averla avuta ospite in tv l'ha voluta anche nella sua celebre rubrica radiofonica. Il 28 aprile Gilda volerà a Tokio invitata al Festival Yamaha di Tokio, un festival molto importante dove ogni anno vanno cantanti di ogni paese. E Gilda Giuliani, alla sua prima apparizione, riuscirà a vincerlo. Intanto la sua SERENA riesce a farsi apprezzare anche all'estero in lingua tedesca, francese e giapponese. Cosa si può pretendere di più da una che la settimana prima del Festival era una perfetta sconosciuta? Wess & Dori Ghezzi All'inizio abbiamo nominato la coppia Wess & Dori Grezzi, in classifica col brano presentato a Sanremo. Non dobbiamo però dimenticare che i due hanno una carriera solistica a parte e Wess, più di Dori, è un elemento di buon successo per la sua casa discografica anche come artista preso singolarmente. Il suo nuovo LP per l'estate si chiama come lui, WESS JOHNSON e comprende 12 brani realizzati con la collaborazione degli Airedales, il gruppo che lo accompagna ormai da sei anni. Quindi, mentre TU NELLA MIA VITA cantato in coppia con la bionda Dori veleggia nelle zone alte della classifica dei singoli più venduti, questo nuovo lavoro solistico non mancherà di farsi ascoltare durante la stagione primaverile ed estiva. Il brano di spicco è IL PRIMO APPUNTAMENTO con il quale Wess parteciperà a diverse trasmissioni televisive. La canzone altro non è che IF YOU DON'T KNOW ME BY NOW, best seller di Harold Melvin e The Blue Notes, uno dei dischi più venduti al mondo nel 1972 e poi ripreso negli anni novanta dai Simply Red e da Fausto Leali. Un singolo che troverà facilmente la via delle hit parade in estate, anche nella versione più soft di Fausto Papetti. Gli altri brani sono tutti ben eseguiti, ben arrangiati e interpretati dall'ottima voce calda del cantante americano. C'è la riproposta di SHAFT di Isaac Hayes, che non fa gridare allo scandalo se confrontata all'originale, (anche se l'arrangiamento è identico). C'è un'altra riproposta, quella di HARMONY di Artie Kaplan, messa giù in maniera leggermente più funkeggiante dell'originale: questa versione uscirà anche sui mercati esteri, proprio come quella di Ben Thomas, altro cantante distribuito in Italia dalla Durium. C'è la versione italiana di un brano di grande successo in Francia come IL LAGO MAGGIORE (LE LAC MAJEUR) di Mort Shuman, lo stesso che scrisse la versione originale di LEI MI DARA' UN BAMBINO interpretata dai Camaleonti nell'autunno 1970. Poi due altri brani cantati in inglese come A SONG FOR YOU e DON'T SAY NO. La voce di Wess dà il meglio anche in italiano quando intona IO STO BENE SENZA TE o SCUSA SE TI LASCIO. Ancora canzoni italiane: QUEL GIORNO, MEGLIO NON PENSARCI PIU', NON E' COLPA MIA, DOMANI (forse la più fiacca del disco). The Osmonds Musica per bambini, così potremmo chiamarla. Ne abbiamo già parlato in un articolo sul 1968, anno della sua esplosione mondiale. Negli anni è andata via via modificandosi: da gruppi come i 1910 Fruitgum Co., Crazy Elephant, Ohio Express si è arrivati ai Jacksons Five e ai Partridge Family, passando per i Brady Bunch (forse in Italia qualcuno li conosce come La Famiglia Brady), I De Franco Family e i famosissimi Osmonds. Dalle regole dei primordi (ritmo scoppiettante e ballabilissimo, basso costante, voci nasali, ironia e doppi sensi) si è passati ai revival anni '50 e '60, ai ritmi soul e funky e ai concept album. Ma andiamo con ordine ed occupiamoci degli Osmonds, un gruppo di ragazzini americani; furono lanciati nientemeno che dalla Disney: prima erano in quattro, poi man mano che crescevano, si aggiungevano altri componenti della famiglia che nel frattempo avevano raggiunto la giusta età (12 anni), fino al gran salto, al contratto con la MGM nel 1970. Alan, Merrill, Wayne, Donny e Jay incisero il loro primo LP in quell'anno ma solo nel 1971 conobbero l'ebrezza dell'hit parade con la famosissima canzone (per il pubblico anglosassone) ONE BAD APPLE. Solo in quell'anno gli Osmonds ricevettero dalla MGM nove dischi d'oro. Una canzone ebbe fortuna (si fa per dire) anche in Italia, YO-YO. Tipico stile bubblegum , ma già diverso da quello che eravamo abituati ad ascoltare un paio d'anni prima. Ma arriviamo al 1972 e 1973 quando il penultimo degli Osmonds, Donny, di soli 13 anni, vende in due anni qualcosa come 16 milioni di dischi (da solo). Poi arriva Jimmy e dopo qualche tempo anche la sorella Marie. Lei intepreta canzoni in stile country e il suo primo successo è PAPER ROSE proprio nel 1973. Per poi cambiare la sua immagine alla fine degli anni settanta, scrivendo libri di successo sulla bellezza e sui consigli amorosi. In Inghilterra, all'inizio del 1973 scoppia l'Osmonds-mania. In classifica troviamo: al primo posto Little Jimmy Osmond con LONG HAIRED LOVER FROM LIVERPOOL, al terzo gli Osmonds al completo con CRAZY HORSES, tratto dall'omonimo album, nelle primissime posizioni in tutti i paesi di lingua anglosassone, in Germania, in Austria, in Belgio, in Olanda. Al quinto c'è Donny Osmond con THE TWELFTH OF NEVER, al sesto ancora Little Jimmy Osmond con TWEEDLE DEE. Una pazzia totale ed improvvisa per questi ragazzini venuti dall'America e diventati in quattro e quattr'otto fenomeni macina sterline. Il loro arrivo all'aereoporto di Heathrow non ha nulla da invidiare con gli arrivi e le partenze dei Beatles qualche anno prima. Le scene d'isteria sono le stesse. A marzo tutto il traffico adiacente ad Oxford Circus, Regent Street e Piccadilly va letteralmente in tilt. Gli Osmonds sono arrivati in albergo in pieno centro e migliaia di ragazzine dai dieci ai quattordici anni sono impazzite. La loro performance al Wembley Empire Pool e al Rainbow Theatre oscurano l'evento del mese, Elton John al Palladium, un concerto andato quasi deserto per la vicina concomitanza. E il pubblico di Elton John non è quello degli Osmonds. Ad Elton, abituato ad essere coi riflettori addosso 24 ore su 24, la cosa non è piaciuta molto e sembra ne abbia dette di tutti i colori contro quei cinque ragazzini supervitaminizzati americani. Dopo i loro concerti a Londra tutti gli LP del gruppo scalano in maniera vertiginosa la classifica degli album. Ed è così' che troviamo accatastati l'uno sull'altro oltre al già vendutissimo CRAZY HORSES, gli altri cinque e cioè THE OSMONDS PHASE 3, THE OSMONDS LIVE, THE DONNY OSMOND ALBUM e PORTRAIT OF DONNY. E il mercato è già pronto per il loro concept a 33 giri, THE PLAN, il primo della serie a tema religioso. Gli Osmonds, separatamente, fanno musica leggermente diversa: Jimmy, il più piccolo, gioca a fare il Michael Jackson bianco di due anni prima. Lui canta TWEEDLE DEE e Michael cantava ROCKIN' ROBIN. Canzoni a metà tra le filastrocca e la canzone d'amore adolescenziale. Tutte con lo stessa impronta, cioè quella di essere tremendamente orecchiabili. Donny è la superstar in assoluto: canta canzoni che sono state scritte prima che lui nascesse o contemporaneamente alla sua nascita (1957). Canta PUPPY LOVE di Paul Anka, TOO YOUNG di Nat King Cole, ARE YOU LONESOME TONIGHT di Presley o WHEN I FALL IN LOVE sempre di nat King Cole. Canzoni cioè di grande presa e romantiche, come le ragazzine alle quali si rivolge. Donny non cattura solo l'attenzione delle tredicenni ma anche di quelle donne che avevano 16-18 anni nel periodo in cui quelle stesse canzoni erano in testa alle classifiche per la prima volta. Data la malleabilità del pubblico e il permissivismo finanziario dei genitori non dobbiamo meravigliarci se la nuova bubblegum music è un grandissimo business. Nel 1973 ci sono più di 40 milioni di americani tra i sei e i tredici anni che hanno possibilità economiche molto superiori a quelle dei loro coetanei di dieci anni prima. I ragazzini del 1973 sono sempre più viziati e maleducati, secondo la ricerca del PleaseAlmanac 1973, una pubblicazione che viene compilata per gli Usa, la Nuova Zelanda, l'Australia, l'Inghilterra e il Commonwealth tutto. E' normale quindi che David Cassidy, Rick Springfield, Michael Jackson, Donny Osmond, la famiglia Brady siano presi come modelli (in questo settimanale li vediamo tutti insieme nel massimo del loro fulgore, proprio nel 1973). Ma è anche vero che se questi giovani artisti non crescono col loro pubblico rischiano di rimanere al palo. Il loro appeal, basato più sulla personalità del singolo che sulla qualità della musica, possono mantenere un alto livello di popolarità per poco tempo. Le ragazzine crescono molto in fretta e i loro idoli cambiano in un batter d'occhio. Quelli che andavano bene alle loro sorelle di due anni più grandi, sono già vecchi per loro. Questo è quello che è accaduto, per esempio, ad un ragazzo molto amato tra il 1969 ed il 1970 dal pubblico americano adolescente: Bobby Sherman. Nonostante il suo carisma, il suo senso dell'umorismo studiato alla perfezione per rendere allegro il suo pubblico, è caduto in disgrazia ed è stato soppiantato dal più giovane David Cassidy, leader indiscusso dei Partridge Family. Che ha le sue stesse qualità ma che in più è anche un buon attore per la serie televisiva che si intitola come il suo gruppo: THE PARTRIDGE FAMILY, un successo clamoroso negli Stati Uniti e che noi in Italia abbiamo visto solo 8 anni dopo, quando i Partridge ormai non eistevano più. Anzi, la gente non immaginava neanche che quel fittizio nucleo familiare in realtà fosse stato una band di grossissimo successo qualche anno prima! Tornando agli Osmonds, Donny torna a Londra da solo senza i fratelli per presentare il suo ultimo album. Per evitare quello che era accaduto qualche settimana prima quando appunto le teen agers inglesi avevano picchettato giorno e notte l'albergo, questa volta il suo arrivo è stato tenuto segreto, così quando i giornali ne hanno parlato, Donny era già in volo di ritorno per gli Usa. Alla conferenza stampa Donny ha ricevuto una numerosa quantità di dischi d'oro e d'argento per le vendite inglesi del 1972 che ammontano a 6 milioni di copie soltanto per i 45 giri. Ma il suo ultimo 45 giri in ordine di tempo, THE TWELFTH OF NEVER, non va oltre il terzo posto, bloccato da due successi di dimensioni notevolissime come TIE A YELLOW RIBBON ROUND THE OLD OAK TREE dei Dawn e GET DOWN di Gilbert O'Sullivan. Gli Osmonds dicono addio alla loro formazione tipo nel 1982 dopo un decennio di successi e, per contrapposizione, da un anonimato davvero incredibile in Italia. Incredibile perché per una volta il pubblico italiano non si è fatto irretire dal classico modello d'importazione. Ma per questo, come si è già detto, neanche David Cassidy ha mai avuto successo da noi quando invece è stato una superstar ovunque, nelle Filippine come in Sud America. Lo stesso dicasi per i Jacksons Five, che prima della fine del 1974 (cioè l'anno della loro svolta disco) si conoscevano soprattutto per i loro nomi sempre ai primissimi posti nelle classifiche di vendita di tutto il mondo... tranne che nelle nostre. Di Cassidy e dei Jacksons Five parleremo a tempo debito. Adesso era davvero doveroso parlare degli Osmonds e della loro trionfale tournèe inglese di cui ancora si parla nonostante Londra ne abbia viste di tutti i colori nell'ambito della musica pop. Nel 2006 i fratelli Osmond sono delle potenze economiche mica da ridere: hanno in mano varie associazioni religiose e sono dei provider per internet in tutta l'america. Senza contare varie altre associazioni benefiche, tutte accorporate nel loro Thefamily.com e The Osmonds New Generation, cioè i loro stessi figli ormai adolescenti, che comunque non hanno lo stesso successo dei padri. Zecchino d'Oro Parliamo di bubblegum music: quale genere di musica può essere considerata bubblegum in Italia, se non quella che esce fuori ogni anno dallo Zecchino D'Oro? Anzi, la si può considerare la vera musa della bubblegum music mondiale. Quest'anno, la 15a edizione dello Zecchino D'Oro è stata vinta da... Mino Reitano. Nel senso che la canzone vincitrice è stata composta proprio da Mino. Che alla stregua di UNA RAGIONE DI PIU' scritta per la Vanoni e ricordata dallo stesso autore ogni volta che si presenta davanti al video, non ha lesinato mai di ricordarci di aver scritto anche questa canzone, LA SVEGLIA BIRICHINA, incidendone anzi una versione anche lui. A cantarla in finale però non è la bambina che l'ha presentata nelle due giornate precedenti, ossia Fabiola, ma una bimba del Coro dell'Antoniano perché Fabiola era indisposta per un attacco di morbillo! Comunque LA SVEGLIA BIRICHINA diventa anche un successo commerciale e poi viene ripescata anche da Topo Gigio, che ne farà una versione "topesca". Altro brano abbastanza noto di questa edizione è LA TARTARUGA SPRINT, una specie di tartaruga di Lauzi antelitteram. Oltre a Reitano, gli autori della canzone vincitrice sono Luciano Beretta e Sergio Basile. Una curiosità: questa edizione vede la fine del Mago Zurlì come personaggio e l'avvento di Cino Torterella nelle vesti di sé stesso Ultimo tango a Zagarol Franco Franchi, separato momentaneamente da Ciccio Ingrassia, gira una nuova versione de ULTIMO TANGO A PARIGI. Il titolo del film è ULTIMO TANGO A ZAGAROLO, diretto da Nando Cicero. Si tratta della parodia del famoso film di Bertolucci con Brando e la Schneider come protagonisti, film che ha suscitato polemiche e scalpore negli ultimi mesi. Un film come quello di Bertolucci doveva assolutamente avere un epigono in chiave comica. Da un attore che ha messo in farsa i maggiori successi cinematografici non potevamo aspettarci che la riproposizione in chiave grottesca e sia al regista che al produttore è parso giusto contribuire ad alimentare la curiosità dello spettatore invitandolo a vedere il film sotto un'altra luce. Il film non fa che riproporre i contenuti drammatici in un linguaggio comico e macchiettistico. La parodia raggiunge il suo culmine in alcune scene che naturalmente non potevano essere tralasciate. Una, quella per il quale il film originale fu sottoposto a censura: un Franco Franchi spettinato, con un cappotto di cammello ed un panetto di burro in mano, insieme ad una ragazza spogliata intenta a tagliarsi le unghie. L'altra, la scena finale, dove al posto della sala da ballo parigina c'è una baleraccia di infimo ordine di Zagarolo, cittadina laziale. Mentre nell'opera di Bertolucci la moglie del protagonista viene presentata solo dopo morta, in ULTIMO TANGO A ZAGAROL, la donna ha un ruolo molto più lungo e fa da pretesto di situazioni divertenti o almeno così dovrebbero essere nella mente del regista. Questa parte è affidata ad un' attrice oggi scomparsa, molto brava, che ha lavorato tantissimo nel cinema, in teatro e nella televisione: Didi Perego. Bertolucci non è contento di questa riduzione a farsa-macchietta del suo film, ma autori e comici fanno il loro mestiere ed è ovvio che le pellicole di successo vengano prese come spunto per rifacimenti in chiave burlesca. Non dimentichiamo che ancora in pieno 1973 sono usciti film del filone boccaccesco, genere che per tutto l'anno 1972 ha imperversato nei cinema di seconda categoria o in provincia. Alighiero Noschese
Alighiero Noschese invece è il protagonista de L'ALTRA FACCIA DEL
PADRINO, altra parodia. Questa volta ad essere preso di mira è IL
PADRINO, sempre di Marlon Brando, che in questo biennio sembra vivere
una seconda giovinezza dopo anni di dimenticatoio. Noschese è perfetto
nella parte di Don Vito Corleone, praticamente un sosia dell'originale.
Il film vuole essere una divertente trasposizione del film e della mafia
in generale. Questo particolare padrino è un fantasista costretto da
esponenti mafiosi, proprio a causa delle sue eccellenti qualità
trasformiste, a fingersi padrino per difendere il padrino vero. Un po'
la vecchia storia di Stalin e dei suoi sosia, poi ripreso in RAN, film
di Kurosawa. Chi ci lascia E visto che si parla di cinema, non possiamo non ricordare un grande regista che se ne è andato alla tenera età di 92 anni. E' Carmine Gallone, nato il 10 settembre 1885. Era stato ricoverato a seguito di una broncopolmonite nell'ospedale di Frascati. Per i più, il nome di Gallone è collegato al ricordo di SCIPIONE L'AFRICANO, kolossal italiano (e mussoliniano) rievocante la vittoria di Zama, che il fascismo ordinò come suggello alla conquista dell'Abissinia avvenuta poco prima. Per l'occasione vennero mobilitati branchi di elefanti, furono spesi milioni di lire dell'epoca, mobilitate migliaia di comparse. Insomma, un colosso di quelli in stile De Mille, famoso regista noto per i suoi roboanti film. Famosa la scena nella quale si vede una comparsa con l'orologio al polso! Gallone è stato uno dei pionieri del cinema muto e prima ancora un intellettuale bramoso di offrire cose interessanti al teatro italiano, con pièce dedicate a personaggi classici poco noti al grande pubblico come Britannico. Ma poi la smania della cinematografia, questa nuova arte che andava via via facendosi sempre più strada, gli prese la mano e divenne un regista di fittissima produzione. Si sposò con una bella polacca, Stanislawa Winaver, giunta sulla costa sorrentina per dimenticare un amore sbagliato e divenne suo malgrado, un'attrice di successo a fianco di Gallone, che la volle in ogni suo film muto: LA CHIAMAVANO COSETTA. LA STORIA DI UN PECCATO, LA LABBRA E IL CUORE, AMLETO E IL CLOWN, LA FANCIULLA E IL POETA. Film che non diranno nulla a noi che leggiamo queste righe oggi ma che furono dei grandi successi nei cinematografi (allora si chiamavano così) dell'Italia anni dieci del novecento. Sarebbe bello vedere qualche pellicola di queste in tv, ma credo nessuno oserebbe proporle: non ci sarebbero sponsor pubblicitari pronti a rischiare con la pubblicità. Come se la Rai avesse bisogno sempre e solo di pubblicità, oltre al canone obbligatorio. L'ultimo film della coppia prima che la crisi del muto fosse arrivata fu CAVALCATA ARDENTE, sull'epopea garibaldina, l'ultimo film in cui la Palatino fermava la produzione perché le "signore attrici" potessero prendere il tè delle cinque mentre un'orchestrina ingaggiata dal regista suonava BRANI di Debusy e di Wagner!! La coppia si trasferì in Germania e successivamente in Francia. Quando poi decise di tornare in Italia si mise a dirigere film che esaltavano il genio italico. Da SCIPIONE L'AFRICANO per l'appunto a CASTA DIVA, omaggio a Bellini. Nel dopoguerra, nonostante una malattia, il regista continuò a lavorare dirigendo in barella. Si era risposato e abitava a Grottaferrata e d'estate andava a villeggiare a Sorrento, nel medesimo hotel in cui soleva dirigere i film con Lydia Borrelli, alla fine della prima guerra mondiale. Campionato di Calcio
Andiamo a vedere cosa è successo nella ventitreesima giornata del
campionato di calcio 1972-1973. La Roma ha perso 3 a 1 a Milano contro
il Milan. Rivera è autore di una doppietta (un gol su rigore) , Bigon
segna il primo gol e Morini quello del momentaneo 2 a 1. I tifosi
romanisti si inviperiscono quando l'arbitro assegna il rigore al Milan
proprio mentre la Roma sembrava essersi risvegliata e pronta a mettere
dentro la palla del pareggio. Cominciano a tirare di tutto in campo e
Anzalone, l'allora presidente giallorosso, mette calma negli animi dei
supporter, innalzandosi a tribuno di pace. La Lazio (seconda in
classifica al pari della Juventus a 33 punti) vince 2 a 1 contro
l'Atalanta segnando con La Rosa e Re Cecconi, mentre il gol degli
orobici viene insaccato da Carelli. La Juventus vince a Cagliari con un
gol di "nonno" Altafini al 63' e l'Inter, quarta a 27 punti, prende 4
gol dal Torino: i marcatori sono Sala e Pulici, autori di due doppiette.
Questa è la panoramica completa dei risultati: Christian Calabrese
Fare clic qui per inserire un commento a questo articolo. HAI VISTO MAI? (1973) di David Guarnieri Cari amici, questa volta vi parlo di uno spettacolo musicale, trasmesso dal Canale Nazionale (l'attuale Rai Uno) nella primavera del 1973. Il titolo è "Hai visto mai?". A dirigere il programma, Enzo Trapani; a firmare i testi, Italo Terzoli ed Enrico Vaime; l'orchestra è diretta dal M° Marcello De Martino; le coreografie sono curate da Don Lurio; i costumi sono ideati da Enrico Rufini; il direttore della fotografia è Giorgio Abballe; lo scenografo è Gaetano Castelli. I protagonisti della trasmissione sono Gino Bramieri e Lola Falana. Gino Bramieri L'attore milanese, completamente diverso a livello fisico (dopo una ferrea dieta), torna ad essere padrone di casa di uno show del sabato sera, a sei anni di distanza da "Eccetera, eccetera", ma è ben presente in radio con "Batto quattro" (un appuntamento radiofonico, assai premiato dal pubblico). Nelle anteprime di programma, il comico invita a partecipare vari personaggi della politica, del cinema, e del jet-set internazionale, come Grace Kelly, Ranieri di Monaco, Sophia Loren, Harry Kissinger, Federico Fellini, Danny Kaye, Brigitte Bardot, la Regina Elisabetta d'Inghilterra, ricevendo, di settimana in settimana, rifiuti di ogni tipo. In questo show, Bramieri ripropone le macchiette più famose del suo repertorio (come il rag. Buleghin, il guappo italo-americano, il "cumenda"), lanciandosi anche in esilaranti monologhi, con spunti forniti da società e costume dell'epoca: dall'educazione infantile al nuovo benessere, dal piacere della buona tavola, alle cene al buffet, dalla seconda automobile, ai rapporti padre-figli, dal tifo calcistico ai tristi canti degli alpini, dalla gelosia all'introduzione dell'I.V.A. Da segnalare anche, alcune caratterizzazioni di personaggi noti (come l'arbitro Concetto Lo Bello e Alfredo Pigna [in quegli anni, conduttore della "Domenica sportiva"]). In alcune scenette, Bramieri viene coadiuvato ottimamente da Ettore Conti e da Ugo Maria Morosi. Lola Falana La Falana è reduce da ottime affermazioni teatrali come "The Golden Boy" con Sammy Davis Jr. e cinematografiche (è protagonista de "Il silenzio si paga con la vita" [1970] di William Wyler, per cui viene addirittura candidata al prestigioso "Golden Globe"). Oltre ai numeri coreografici, creati da Don Lurio (in questi balletti, Lola è accompagnata, tra gli altri da Gianni Brezza, Silvano Scarpa, Franco Miseria, Enzo Paolo Turchi, Lucia Parise e Marisa Barbaria), la Falana interpreta alcune canzoni internazionali, come "Fever", "Proud Mary", "I Don't Know How To Love Him", "Grande, grande, grande" e, soprattutto (con grande spirito), canti regionali italiani: da "Ciuri ciuri" a "Nostalgia de Milàn", da "'O sole mio" a "Firenze sogna", fino a "Roma nun fa' la stupida stasera". A sei anni dall'affermazione ottenuta in "Sabato sera" (show diretto da Antonello Falqui), la show-woman americana appare ancora più sexy e graffiante. Gli ospiti d'onore Una delle note peculiari di "Hai visto mai?", è la partecipazione degli ospiti intervenuti nelle otto puntate del varietà. Tra le attrici, partner di Bramieri, segnaliamo, Beba Loncar (nello sketch "La diva"), Giuliana Lojodice (in "La ballerina"), Sylva Koscina (ne "Il cane smarrito"), Marisa Merlini (in "La moglie"), Loretta Goggi (in "Gelosia professionale"), "persino" la "fatina" Maria Giovanna Elmi (in "L'aereo"). Da non sottovalutare assolutamente, l'apporto conferito dai vari cantanti presenti, di settimana in settimana. Nella prima puntata interviene Adriano Celentano, il quale, oltre a scambiare spiritose battute con Bramieri, canta la sua "L'unica chance" (coadiuvato dal balletto e dalla stessa Falana); nella seconda puntata, l'ospite è Gigliola Cinquetti (anche lei recita con l'attore milanese) con la sua "Mistero" (presentata al Festival di Sanremo 1973); nella terza puntata, i protagonisti musicali sono Catherine Spaak e Johnny Dorelli, con la celebre "Una serata insieme a te" (Dorelli canta anche "Clair", già lanciata da Gilbert O'Sullivan); l'ospite musicale della quarta puntata è Milva, che interpreta il bel motivo "Da troppo tempo" (terzo posto a Sanremo 1973); nella quinta puntata intervengono Nicola Di Bari e Gilda Giuliani, la quale canta il grande successo sanremese "Serena"; nella sesta puntata, l'ospite musicale è Massimo Ranieri con due brani: "Chi sarà (con te)" (lanciata all'Eurofestival 1973) e la storica "Il nostro concerto" di Umberto Bindi e Giorgio Calabrese; i due ospiti della settima puntata sono Domenico Modugno (con "Amara terra mia", firmata assieme ad Enrica Bonaccorti) e Iva Zanicchi (con "Basterà"). Gli ospiti dell'ottava ed ultima serata sono Mina (che qui vediamo durante le prove con Don Lurio) ed Elton John. Il cantautore britannico lancia in Italia, la sua travolgente "Crocodile Rock", mentre la "Tigre di Cremona" propone il suo singolo primaverile, "Lamento d'amore", firmato da Luigi Albertelli ed Enrico Riccardi. "Hai visto mai?", nei due mesi di programmazioni conquista un'ottima media di ascolto, pari a 20 milioni e 400 mila telespettatori ed un indice di gradimento elevatissimo. A risaltare sono i testi arguti, spiritosi e mai banali di Terzoli e Vaime e la regia, accurata e geniale (anche in questo show per famiglie, apparentemente "facile" da dirigere) del grande Enzo Trapani. Ovviamente le note di merito per i due animatori, Lola Falana, show-woman ricca di personalità e di fascino ed un Gino Bramieri, che riesce a dare davvero il meglio di sé, con una varietà di accenti ed un'auto-ironia di primissimo livello (a testimonianza del successo ottenuto, il "Telegatto" di "Tv Sorrisi e Canzoni" vinto dall'attore, per il miglior personaggio televisivo dell'anno).
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