L'Italia del 1980
IL 1980 non si apre sotto i migliori auspici. Venti di guerra soffiano
già dai primi giorni. 50 mila uomini dell'Armata Rossa hanno messo sotto
controllo l'intero Afghanistan tenendo col fiato sospeso l'intero mondo
occidentale. L'Unione Sovietica è stata prima musa ispiratrice del colpo
di stato che ha deposto il presidente Amin e poi è diventata paese
invasore. Le truppe sovietiche, dopo aver occupato i punti strategici
come la televisione, la radio e il palazzo presidenziale a Kabul si sono
dirette dove la resistenza degli integralisti islamici è più aspra. Il
conteggio dei morti nei primi giorni dà l'Unione Sovietica in
"vantaggio": 250 morti contro gli oltre 3000 degli insorti. Di fronte al
precipitare degli eventi il presidente Carter ha richiamato con urgenza
da Mosca e da Kabul gli ambasciatori. Un netto dissenso per un
intervento che costituisce una violazione dei principi dell'indipendenza
nazionale è quello dato dal Pci in Italia, che condanna l'intervento
sovietico.
Anche Rudolf Nureyev, di solito silente, prende parola e condanna senza
appello la sua ex patria. "L'Unione Sovietica è debole e ha bisogno di
mostrare i denti. Magari non oggi ma molto presto crollerà su se stessa.
Non ci torno neanche per andare da mia madre, la quale ha gia fatto
domanda centinaia di volte per un visto ma non gliel'hanno concesso. E'
l'ultimo posto al mondo dove andrei e lei è la prima a pregarmi di non
tornare". Queste le parole del famosissimo ballerino classico, indignato
anche per l'arresto del premio Nobel Sacharov (22 gennaio) fermato dalla
polizia e confinato insieme alla moglie nella città di Gorki, dopo
essere stato privato di tutte le onorificenze. "Egli è un traditore;
egli era diventato un canale attraverso cui gli agenti segreti dei paesi
imperialisti carpivano importanti segreti di stato dell'Unione
Sovietica. La decisione di mandarlo via da Mosca è stato un atto
eccezionale, giusto e necessario". Così recitava l'Izvestia, organo
ufficiale del Partito Comunista.
La classifica
Passiamo ora ad argomenti più frivoli, riprendendo l'attualità verso la
fine dell'articolo: una breve panoramica (che non facciamo quasi mai)
sulla Hit Parade e sulle canzoni in classifica. De Gregori e Venditti,
ex compagni di lavoro, si contendono il dominio cantautorale nelle
classifiche a trentatrè e a quarantacinque. Chi li insidia sono
soprattutto sigle televisive e canzoni per bambini. Oltre a REMI e
CICCIOTTELLA, è in buona posizione anche Erminio Macario, ex top ten di
dicembre con la canzone sigla CIAO NONNINO (da BUONASERA CON MACARIO).
La musica italiana vince alla grande su quella straniera. Pochi nomi tra
cui una novità, il sound degli anni '80 (così viene annunciata in una
puntata di Discoring la loro partecipazione) degli Knack, gruppo
agguerrito ma di brevissima vita. Due belli che fanno impazzire mamme e
figlie: Julio Iglesias (preferito dalle mamme) e Riccardo Fogli (dalle
figlie). Il funky da discoteca dei fratelli Jackson dà un pizzico di
ritmo a questa classifica molto varia e simpatica. La tradizione vince
negli album con i Pooh e Mina e il primato dei Pink Floyd.
Gepy & Gepy
Svolta nella carriera musicale di Gepy (& Gepy) ovvero Giampiero
Scalamogna. La sigla della nuova edizione di DISCORING è sua e si chiama
BODY TO BODY [video].
E' molto trasmessa da tutte le radio e si sente in
continuazione nelle discoteche. Il "robusto" musicista ha optato per la
musica disco (non più disco music ma disco dance). Terminato il
fortunato sodalizio con Ornella Vanoni (PIU') e il discreto successo
ottenuto in coppia con la cantante Melissa (sì, proprio lei, la ragazza
di TAM TAM e di LA SPIAGGIA E' VUOTA) come Gepy & Gepy con due buoni
successi come BLU e CHI,IO?, torna in proprio così come iniziò nel 1967
alla ARC e al Piper (grazie all'intuito di Alberico Crocetta) e con
quella tipica impostazione soul che si ritrova è logico che si
indirizzasse su un prodotto più internazionale che valicasse i confini
nazionali. E difatti la sua BODY TO BODY, incisa per la Baby Records, è
un buonissimo successo in Francia, Belgio, Olanda, Germania, Austria,
Canada e Spagna. Così dopo il successo estivo (tiepido, a dir la verità)
della canzone ANGELO BLU, ora è la volta di un album per le discoteche e
di un singolo cantato in inglese. La sua bella voce (difficile trovarne
uguali in Europa) potente e calda è anche più musicale di quella di
Barry White (che è giocata soprattutto sui toni bassi) e anche carica di
cadenze r'n'b (il suo primo disco a 45 giri fu per l'appunto la versione
italiana di BABY NOW THAT I'VE FOUND YOU dei Foundations). Le stesse
caratteristiche che si trovano nella sua musica, nonostante lo stile più
commerciale.
The Knack
Hanno preso tutti alla sprovvista: sono gli Knack, che con il loro rock
duro ma "ordinato e pulito" (come il loro look) stanno facendo impazzire
migliaia di adolescenti nel mondo. Si sono mobilitati critici musicali
per tentare di spiegare il perché di un successo così repentino.
Potrebbero essere raffrontati ai primi (rozzi) Kinks. Si potrebbe
difatti fare un paragone leggermente irrispettoso tra la bellissima
canzone dei Kinks YOU REALLY GOT ME e MY SHARONA.
La prima viene
sapientemente citata dalla seconda nelle battute e nella costruzione.
C'è chi li paragona ai Beatles (senza motivo) ma, si sa, tutti i
complessi che hanno avuto almeno un singolo di grandissimo successo, a
turno sono stati paragonati ai Fab Four. Quanto tempo ci ha messo GET
THE KNACK a diventare disco d'oro confrontandolo con MEET THE BEATLES?
Vincono naturalmente i Beatles per soli due giorni rispetto ai Knack,
questo quartetto californiano la cui musica in certi momenti potrebbe
essere scambiata per inglese più che americana, così come la loro
immagine stile "mod anni ottanta". Un rock leggero ma insistente e
suonato con molta grinta e carica è la ragione del loro successo. Si
chiamano Doug Fieger, Berton Averre, Bruce Gary e Prescott Niels. Fieger
è il leader del gruppo, cantante solista e chitarra ritmica. Le
citazioni dai grandi ci sono e non potrebbe essere altrimenti. Un rock
che però (come in MY SHARONA) si avvicina pericosamente al punk ma anche
al revival anni cinquanta. La loro data ufficiale è il 1978, anno in cui
si misero insieme e cominciarono a farsi conoscere nei club losangelini.
Le loro canzoni pareva non interessassero a nessuno. Le fanno ascoltare
a molti discografici ma la risposta è sempre quella: no. Fino a quando,a
forza di calcare palchi, la loro fama circoscritta al circuito dei
locali di Los Angeles fin ad allora, non travalica i confini
californiani grazie a Mike Chapman, già produttore di Suzi Quatro,
Blondie, Exile. Quando esce MY SHARONA tutte le radio americane
cominciano a passarla di continuo e i Knack divengono popolari dal
giorno alla notte, vendendo in sole 3 settimane più di un milione di
copie nei soli Stati Uniti. Sharona, la ragazza della canzone, è
esistita veramente. Era la ragazza di Fieger (Sharona Alperim). Canzoni
all'apparenza ingenue ma ricche di riferimenti espliciti, sia dal punto
di vista musicale (un occhio sempre volto al passato) che da quello
lessicale (c'è parecchio sesso nelle loro canzoni). Lavorare per la
Capitol americana, la stessa etichetta che distribuiva i dischi dei
Beatles in Usa, è stato un elemento in più per i paragoni un po'
azzardati dei critici. GET THE KNACK, dal quale viene estrapolato il
loro successo più grande sta già per essere doppiato dal nuovo album
intitolato BUT THE LITTLE GIRLS UNDERSTAND. Il singolo estrapolato è
GOOD GIRLS DON'T. Disco che non avrà successo. E' incredibile come una
band di così grossa notorietà sia in pochissimi mesi riuscita a salire
al top in brevissimo tempo e con la stessa sveltezza ridiscendere nel
magazzino dei ricordi. Comunque, per chi ama il genere, è un disco da
riascoltare e rivalutare e, perché no? per offrirgli un ulteriore chance
dopo tanto tempo acquistandolo magari su Amazon o Ebay.
Sigle televisive
Le sigle televisive sono sempre state un traguardo ambito per ogni
cantante e discografico. Non pochi cantanti considerati finiti hanno
avuto uno slancio incredibile grazie ad una sigla tv (da Mal di FURIA a
Gianni Morandi di SEI FORTE PAPA'la lista è lunga) e altri si sono fatti
conoscere. Ovvio che dietro al mondo delle sigle si muovano interessi
forti e che le maggiori case discografiche, essendo in grado di offrire
i cantanti più in voga, partono avvantaggiate. La casa discografica più
privilegiata è la RCA. Cosa strana se si pensa che la stessa Rai ha una
sua casa discografica, la Fonit Cetra. Per qualche strano motivo è in
secondo piano rispetto alla RCA. Ma lo è anche a cospetto della CGD: qua
il caso è ancora più ambiguo. Se la RCA è romana e quindi privilegiata
dal fatto che giochi in casa, la milanese CGD non lo è ma conta più
sigle della Fonit. In classifica, sul fronte sigle, vediamo una sola
presenza Fonit (REMI E LE SUE AVVENTURE) contro due della Wea (Loretta
Goggi), una della CGD (La Parisi), una Durium (Macario) e una Baby
Records (Gepy & Gepy). Assente la RCA.
Heather Parisi
Ma occupiamoci della Parisi e della Goggi. Come sappiamo, le tre canzoni
sono state proposte da FANTASTICO e da FANTASTICO BIS. Heather Parisi,
lanciata nel 1979 dallo spettacolo LUNA PARK con Pippo Baudo, esce allo
scoperto giocando per la prima volta la carta discografica. E lo fa con
DISCO BAMBINA.
Il successo è fulminante: primo posto in classifica,
alternato a quello della Loretta Goggi (che poi vedremo). La canzone
scritta da Alberto Testa, Silvio Testi e Giorgio Calabrese (per quel che
riguarda le liriche) e dal simpaticissimo (e bravissimo) Tony De Vita
per la musica. Un brano da discoteca che nell'intenzioni degli autori
sarebbe dovuto piacere ai ragazzi tra i 14 e i 18 anni, scritto anche
per avvicinare quella fetta di pubblico al varietà del sabato sera;
finisce invece per piacere soprattutto ai bambini che acquistano il
disco in massa contribuendo quindi al suo primato in classifica. Metà in
inglese e metà in italiano: all'inizio si era pensato così per
facilitare il compito all'americana Heather. Incidere una canzone tutta
in italiano avrebbe fatto puntare il dito sulla sua pronuncia alla Don
Lurio e forse avrebbe penalizzato il singolo. Si è quindi ricorsi al
facile trucchetto della doppia lingua che ha avuto il successo sperato.
Oltre al singolo la CGD stampa un disco mix per i disc jockey che nel
frattempo avevano richiesto la long version per le discoteche. Il
grandissimo successo della canzone contribuisce non poco alla popolarità
della ragazza (all'epoca 18enne) che da questo momento e per tutti gli
anni ottanta, sarà una colonna portante dello spettacolo italiano in
Rai. Certo, chi glielo avrebbe mai detto alla Parisi di arrivare in
Italia e in pochi mesi finire al primo posto in Hit Parade? Quando si
dice trovare l'America in Italia...
Loretta Goggi
La sigla finale dello spettacolo è cantata da Loretta Goggi e si chiama
L'ARIA DEL SABATO SERA
(di Alberto Testa, Giorgio Calabrese, Toto Savio e Tony De Vita).
Un'atmosfera elegante e un'interpretazione matura
lancia dopo tanto tempo Loretta nell'olimpo delle "vere" cantanti. Non
che prima non lo fosse: canzoni come DIRTELO O NON DIRTELO od ANCORA
INNAMORATI sono là a testimoniarlo. Ma non aveva mai avuto la
consacrazione ufficiale da parte di un certo tipo di pubblico e di
stampa. Era sempre vista come la presentatrice-soubrette che di tanto in
tanto incideva dischi. Questa canzone, molto bella ed elegante, prepara
la strada ai suoi successi primi anni ottanta, ancora oggi
richiestissimi ed amatissimi. Belle le immagini della sigla (disegni e
fotografie), giustissima la canzone come chiusura del programma e bella
anche lei, che sì, è sempre stata una piacevole ragazza ma in questo
periodo azzecca un look che le si confà perfettamente. Qualcuno si
chiederà come mai tanti autori intorno ad una singola canzone. Questo
succede quando ci sono interessi forti: intorno ad una sigla così ambita
come quella legata alla Lotteria Italia sedevano vari personaggi. Autori
del programma, regista, produttore del o della cantante, autori delle
parole e della musica. Si faceva un mix e non si scontentava nessuno.
Anche se in realtà, poi a scriverla erano in due (o al massimo tre). Non
sto qui ad indicare chi furono i veri autori ma posso però dire che
nelle due sigle c'è un autore (in una) e un musicista (in un'altra) che
in realtà non hanno scritto una sola parola e una nota. Entrambi i pezzi
furono scritti a fine agosto '79 e per quel che riguarda la sigla della
Goggi, fu riveduta pochi giorni prima dell'incisione. Andò così: Toto
Savio si presenta agli autori con una musica a ritmo di valzer. Alberto
Testa e Giorgio Calabrese buttano giù il testo in pochi minuti
scrivendone una riga ognuno (una specie di gioco tra di loro) stando ben
attenti a seguire le direttive che le sigle di quel periodo dovevano
avere e cioè una facile comprensione del testo, quindi non
particolarmente ricercato, e un tema che accompagni il pubblico a letto,
magari lasciandogli nella testa qualche frase ad effetto (e finirà che
fra noi tutto ritorni com'èra , l'aria ruffiana e leggere dal sabato
sera). Un po' di mestiere e un po' di abilità . Il successo della
canzone fu così grande che è inutile quasi tornarci su.
La terza canzone, anch'essa cantata dalla Goggi è CICCIOTTELLA.
Cicciotella è una bambina fatta a forma di bignè, i capelli son di
zucchero filato. Sono le parole di Bruno Lauzi su musica di Pippo
Caruso. Perché Bruno Lauzi e Pippo Caruso, diranno i più? Perché Lauzi
era un aficionado delle sigle della Lotteria Italia del giorno dopo
(come JOHNNY BASSOTTO cantata da Toffolo e LA TARTARUGA cantata da lui
stesso) in special modo se a guidare la trasmissione era Pippo Baudo. E
in quel momento Baudo conduceva DOMENICA IN, che conteneva
l'appuntamento settimanale di FANTASTICO BIS. La musica, come detto, è
del fido Pippo Caruso, sempre di mezzo quando c'era Baudo. E lo stesso
Caruso è l'autore della musica delle due sigle sopraccitate come anche
di ISOTTA. E difatti ad ISOTTA somiglia anche nell'arrangiamento del
pezzo. CICCIOTTELLA è stata un'arma a doppio taglio per le bambine
dell'epoca. Se da un lato le aiutava a rendersi più simpatiche agli
occhi dei compagni di classe, dall'altro era la loro croce, perché erano
bersaglio di cantate corali. Carina anche la veste grafica, in cui si
vede una bambina (in disegno animato) e una simpaticissima Loretta Goggi
con le trecce che si abbuffa di pasticcini e torte (come vediamo nella
foto) per meglio interpretare il personaggio.
Roberto Vecchioni
E' uscito il nuovo disco di Roberto Vecchioni, intitolato ROBINSON.
Punta di diamante dell'intero album è SIGNOR GIUDICE, satira pungente
sulla malagiustizia italiana di cui lui nel 1977 è stato vittima.
Vecchioni offre uno spinello ad un ragazzo che lo denuncia. Scatta così
l'arresto per istigazione e spaccio. Roberto viene rinchiuso nel carcere
di Marsala (4 giorni) dove scriverà anche LETTERA DA MARSALA, metà in
napoletano e metà in italiano (anche perché Marsala è in Sicilia?) e
VORREI, due altri brani che si intarsiano nel mosaico dedicato al tema
carcere. Il disco viene inciso per la Ciao Records per via di una causa
in corso con la Philips (Polygram). Troppa confusione negli ultimi
tempi, i rapporti si erano guastati e non c'era più feeling coi
dirigenti. Erano arrivati nuovi cantautori (esempio, Alberto Fortis) e
gli spazi disponibili per la promozione si erano assottigliati. In
Polygram c'erano peraltro, in quel periodo, Branduardi, Venditti, Walter
Foini, Luigi D'Azzo, Eugenio Finardi, Umberto Balsamo. In SIGNOR GIUDICE
c'è una neppur tanto sottile ironia sulla condizione della galera,
dell'attesa del giudizio e di come, in fondo, coloro che ti devono
giudicare, in realtà se ne freghino o perlomeno se la prendano comoda.
Determinare l'esistenza del prossimo, è questo il tema della canzone.
Vecchioni si è accorto improvvisamente in quei giorni quanto fosse dato
per scontato vivere prima dell'arresto e quanto non lo fosse più dopo,
una volta in cella. Perché solo quando stava perdendo la libertà
individuale, in quel momento si è reso davvero conto di quanto valesse e
di quanto avrebbe fatto per riacquistarla, anche in cambio di tutto ciò
che aveva. In poche parole, senza fare troppo i poeti, Vecchioni ha
avuto una paura del diavolo. Perché fino a quando la gente ti porta
l'acqua con le orecchie, ti sembra tutto normale. Quando invece sei
costretto in una stanzetta con altre persone mai viste prima, le cose
assumono improvvisamente una proporzione diversa. Però, essendo lui
Roberto Vecchioni, quei quattro giorni sono stati solo quattro grazie al
nome che portava. Se fosse stato un Mario Rossi qualsiasi, starebbe
ancora lì a sperimentare tutto ciò che ha scritto e detto in SIGNOR
GIUDICE. Bella la canzone, divertente ma triste nel contempo. La
malagiustizia, adesso come allora. Nulla è cambiato; dal potere papale a
quello della Repubblica, la giustizia in Italia è sempre quella. Con la
lentezza burocratica, coi giudici che ti chiamano in processo quando va
bene a loro (dopo, magari, aver fatto le loro ferie e altri fatti
privati). Signor giudice Le stelle sono chiare per chi le può vedere
magari stando al mare Signor giudice chissà chissà che sole si copra per
favore che le può fare male. Immaginiamo che avrà cose più grandi di noi
forse una moglie troppo giovane E ci scusiamo con lei d'importunarla
così ma ci capisca, in fondo siamo uomini. E' il canto di coloro che sono
in attesa di giudizio, magari in estate, quando l'Italia chiude per
ferie! E i giudici e tutto l'apparato della giustizia, con essa. E
allora se ne parla dopo Ferragosto e poi così via, a rimandare. In
fondo, come continua la canzone, i detenuti sono uomini così così che
hanno mogli e figli così così, che leggono libri così così e anche nelle
foto vengono così così. Tutto il contrario di chi li deve giudicare. Una
canzone molto intelligente, amara e sarcastica senza mai scadere nel
banale. Ma da Roberto Vecchioni, che non scada, c'è da aspettarselo.
Classifiche di fine anno
Come ogni anno il Melody Maker ha indetto un referendum fra i suoi
lettori per stilare la classifica dei personaggi della musica che si
sono fatti notare maggiormente nell'anno 1979, appena terminato. Gruppo
dell'anno sono risultati i Led Zeppelin, secondi i Police, terzi i Dire
Straits. Al quarto posto gli Yes e al quinto i Genesis. Album dell'anno
è IN THROUGHT THE OUT DOOR dei Led Zeppelin, davanti a BREAKFAST IN AMERICA dei
Supertramp. Terzi gli Yes con TORMATO. Il 45 giri più apprezzato è I
DON'T LIKE MONDAYS dei Boomtown Rats, gruppo capitanato da Bob Geldolf.
Primo fra gli esecutori maschili Robert Plant dei Led Zeppelin, davanti
a Jon Anderson (1° nel 1978). La donna più votata è Kate Bush davanti a
Debby Harry dei Blondie. Migliore spettacolo dal vivo è risultato
vincitore quello dei Led Zeppelin, che a quanto pare hanno fatto incetta
di premi.
Anche in Italia si tirano le somme dell'anno appena trascorso. Ogni
settimanale o mensile riporta chi ha venduto di più o quali sono stati i
dischi migliori dell'intera annata. Un anno, il 1979, che visto con gli
occhi odierni va assolutamente rivalutato, in quanto è stato quanto mai
vivo ed interessante sotto il profilo della bontà delle proposte, della
ricchezza e dei più svariati generi.
I cinque quarantacinque giri più venduti risultano essere:
1. Tu sei l'unica donna per me - Alan Sorrenti
2. Se tornassi - Julio Iglesias
3. Soli - Adriano Celentano
4. Tragedy - The Bee Gees
5. Pensami - Julio Iglesias
Mentre i cinque album più venduti dell'anno sono:
1. Lucio Dalla - Lucio Dalla
2. Francesco De Gregori & Lucio Dalla - Banana Republic
3. Pooh - Viva
4. Buona Domenica - Antonello Venditti
5. Spirits having flown - Bee Gees
Il mensile Nuovo Sound convoca una giuria presieduta da personaggi quali
Renzo Arbore, Sergio Bardotti, Paolo Giaccio, Sergio Mancinelli, Gianni
Naso ed altri per scegliere gli lp italiani più belli e i personaggi
dell'anno. Questi i risultati:
1. L'era del cinghiale bianco - Franco Battiato
2. Lucio Dalla - Lucio Dalla
3. Pino Daniele - Pino Daniele
4. Viva l'Italia - Francesco De Gregori
5. Buona Domenica - Antonello Venditti
Personaggi 1979:
1. Angelo Branduardi
2. Lucio Dalla
3. Pino Daniele
4. Alberto Fortis
5. Rettore
Una mappa politica
Le Brigate Rosse uccidono tre poliziotti a Milano nella zona ticinese.
Un appuntato di 52 anni, un vicebrigadiere di 32 e un poliziotto
semplice di 25. Tre terroristi li hanno attesi nei pressi di un ponte
della ferrovia e hanno fatto fuoco contro i rappresentanti delle forze
dell'ordine, che viaggiavano su una Ritmo arancione. Erano impegnati nel
controllo delle scuole della zona ed avevano deviato dalla solita strada
per due incidenti falsi creati ad arte dai brigatisti per farli passare
sul ponte. 30 colpi di Browning hanno messo fine ala vita dei tre.
Pertini e Rognoni sono stati raggiunti dalla notizia proprio mentre
erano in procinto di partire in aereo per Palermo, per partecipare ai
funerali del Presidente della regione Sicilia, Piersanti Mattarella,
ucciso due giorni prima dai terroristi [ndr: MAFIOSI, Christian, MAFIOSI;
nonostante quello che credi, non esistono solo i terroristi rossi].
Ai funerali delle tre vittime presenti migliaia di giovani e studenti di tutte
le scuole milanesi, proprio per evidenziare il fatto che il proselitismo è finito
da un pezzo e che da lì non si passa.
Roma e Milano stanno vivendo una stagione politica molto particolare.
Ormai decisamente fuori moda gruppi alternativi quali indiani
metropolitani o similari, gruppi cioè che andavavano per la maggiore
fino a due anni fa e che hanno tracciato la storia extraparlamentare
degli anni settanta, il 1980 si apre con la crisi dell'impegno politico,
l'allontanarsi da sigle, partiti e partitini da parte dei giovani, ormai
disincantanti da troppe cose viste e vissute sulla propria pelle. A Roma
resta viva solo una forma di lotta: la supremazia e il controllo dei
quartieri, quelli rossi e quelli neri. Ragazzi tra i 14 e i 20 anni si
sfidano all'ultimo uomo e se non fosse per le pistole al posto delle
fionde, sembrerebbe un po' la guerra dei bottoni, data la giovane età
dei partecipanti a questa assurda guerriglia, ormai non appoggiata più
da nessuno. E' una stupida questione personale tra bande politiche.
Agguati sotto casa, scritte sui muri che tracciano la linea di confine
tra "fasci" e "zecche", tritolo nelle sedi delle associazioni giovanili
e nelle case private. Spedizioni punitive per chi ha osato attraversare
una zona non di competenza o per essere passati con un giornale
"proibito" in zona off limits. Il tempo sembra essersi fermato a 7-8
anni prima. Sette od otto anni prima oggi non sarebbero nulla. In quel
periodo, equivalevano ad una vita o addirittura a due generazioni. Zona
Trieste-Salario: nera al 100%, dove il Msi ottiene più consensi che ai
Parioli. Piazza Gondar una volta era il centro del Fronte Della
Gioventù. Questa sezione guidò gli atacchi più cruenti contro militanti
del Pci di Via Tigre. Quella sezione non esiste più a causa di una bomba
messa da AO di Valmelaina. In zona Piazza Istria è l'unica isola felice
per la sinistra e fino al 1977 dominava i confini grazie ad un servizio
d'ordine interno congiunto tra extraparlamentari e socialisti (l'unione
fa la forza) . Nel 1978 diventa un bivacco di fricchettoni, drogati e
tardo hippy. Facile espugnarla con un'azione repressiva di quelle che
lasciano il segno. La zona diventa CRQT (Comitato Rivoluzionario
Quartiere Trieste), sigla di Terza Posizione. I componenti del CRQT non
passano inosservati. Non hanno niente dei tipici neofascisti degli anni
passati (no Rayban, no scarpe a punta, no burberry o sfumatura alta) Ora
vanno i cappellini di lana da stadio tipo Jack Nicholson del "cuculo",
jeans stinti, fry (stivali a punta quadrata di gran moda nel 1980-81).
Come tutti i ragazzi dell'area antagonista di destra sono affascinati
dalla mitologia nordica e da Tolkien. Non usano spranghe ma martelli in
onore del dio Thor. Avevano escogitato un piano di guerriglia
imbattibile: un gruppo di persone composto al massimo da dieci unità si
gettava sui malcapitati dai quattro lati della piazza urlando e
picchiando come invasati per un minuto esatto (guai a chi sgarrava) e
poi scomparivano. Piazza Istria, prima di essere espugnata, aveva
vissuto qualche tempo come terra di nessuno. I cosiddetti fricchettoni
avevano chiamato in ausilio una banda di giovani di estrema sinistra il
cui capo era chiamato Lo Squartatore perché andava in giro con una
mannaia. Ma dopo una battaglia epica tra varie bande, alla fine sono
stati i ragazzi del CRQT ad avere la meglio.
Piazza Vescovio è una piazza maledetta. Il 28 maggio 1979 muore
Francesco Cecchin, ragazzo di 17 anni appartenente al Fronte della Gioventù.
Nel 1979-80 rimane terra di scontri e scaramucce continue tra le due fazioni.
Piazza Euclide era il cuore tradizionale della destra giovanile
extraparlamentare. Ma negli ultimi tempi qualcosa è cambiato anche lì.
La crisi dei partiti ha fatto sì che la sezione storica del Msi abbia
chiuso. Zona un po' abbandonata dopo le retate continue della polizia
tra il 1975 e il 1976. In questo inizio '80 prosperano i tradizionali
pariolini con Vespa 125, maglione di Fiorucci ma ormai clamorosamente
disimpegnati, preda della discomusic! C'è ancora qualche gruppo che
vende DISSENSO E LINEA ma la zona è diventata se non neutra, quasi. Dal
bar di Piazza Delle Muse , negli anni settanta, partivano le spedizioni
punitive contro i licei Mariani e Azzarita, egemonizzati dalla sinistra
giovanile. Ora partono le note di ANOTHER BRICK ON THE WALL dei Pink
Floyd.
Piazza Verdi è la roccaforte di sinistra ai margini dei Parioli. La
presenza del nucleo operaio del Poligrafico dello Stato e delle sezioni
del Pci attigue hanno giustificato il proliferarsi in zona totalmente
nera di gruppi di sinistra. Ma tra la piazza rossa e la piazza nera
(Piazza Ungheria) c'è uno spartiacque: il commissariato. Nel 1975, da
Piazza Verdi, partì uno storico corteo della sinistra giovanile che
attraversò indenne i Parioli. I fascisti non si fecero vedere. Dire
indenne sembra esagerato ma in quegli anni provatevi a passare con un
giornale tipo Manifesto o con il capello leggermente più lungo e restare
in piedi per più di 3 minuti..! Anche qui, l'argomento principe non è
più la lotta coi fasci ma la svorta, ossia "svoltar"e, avere il colpo di
fortuna e guadagnare tanti soldi e non avere più nessun problema.
Discorsi che fino a 18 mesi prima sarebbero stati considerati come veri
deliri.
Vigna Clara è completamente nera. Qui fino al 1978 a comandare erano i
gruppi che facevano capo a Gioventù Nazista , i quali si divertivano a
picchiare i ragazzi del Msi e del FdG, giudicati dei cazzoni. I ragazzi
di sinistra, le poche volte che capitavano, venivano presi per i capelli
e portati al centro della piazza e qui bastonati. Avevano le scarpe a
punta, i pantaloni di Osvaldo Testa, i capelli a spazzola. Ora hanno
cambiato look ma soprattutto sono cambiati loro. Nel senso che non sono
più gli stessi, ormai integrati nel mondo del lavoro. Al loro posto ci
sono ragazzetti di 15-16 anni che si divertono a sfoggiare parecchie
collanine (di quelle che vendevano al mare i vù cumprà dell'epoca) e che
si atteggiano con la mimetica dei parà ma invece di fare a botte vanno
al bowling e in discoteca. Il loro impegno consiste nel filtrare i
ragazzi che passano per la strada e dare fastidio a quelli che, dopo la
prima occhiata, reputano "zecca".
Il Centro di Roma è di sinistra. Nel quadrilatero Pantheon, Piazza
Navona-Largo Argentina-Campo Dè Fiori, si mischiano fricchettoni e
intellettualoidi di quello che parlano tipo Nanni Moretti in ECCE BOMBO,
poco propensi allo scontro fisico. Vendono giornali di sinistra tipo
Lotta Comunista ed affini. Sono per lo più figli di persone agiate che
giocano a fare i proletari. Le classiche persone invise sia a destra che
a sinistra: fare finta di essere parte di una galassia giovanile ma
senza sporcarsi le mani (o meglio, passare per l'ospedale). Piazza Del
Popolo è zona mista e il bar Canova è un ritrovo di giovani neofascisti.
Via Cavour (rossa) è ad un tiro di schioppo da Colle Oppio, classica
sezione FdG, una delle più sanguinarie ed attive in tutto il decennio
precedente. La zona di Piazza Indipendenza era di destra (complice forse
l'architettura fascista che la contraddistingue) ma intorno era zona
rossa. Non si sono mai dati fastidio tranne che nel 1974 quando 120
ragazzi hanno occupato il liceo Croce. Nel 1980 i rossi e i neri di quel
liceo si sfiorano ma non si combattono.
In Prati (Viale Mazzini e Piazza Risorgimento) c'è (c'era) un'enorme
scritta: PRATI E' NERA. LASCIATE OGNI SPERANZA COMPAGNI CHE ENTRATE. E
non era solo un modo di dire. Nel 1975 Piazza Risorgimento diventa
Piazza Mikis Mantakis, in onore del ragazzo greco ucciso da un colpo di
pistola mentre attaccava un manifesto. Nel 1980 , destra e sinistra sono
uniti dall'odio per la sede del Pdup, che ha cambiato e snaturato
l'equilibrio. In pratica, questa gente, amava combattersi se in gioco
c'erano equilibri ed egemonie territoriali. La presenza di un qualunque
corpo estraneo alle due fazioni mandava in tilt ogni elemento combattivo
e fiaccava le due correnti. Viale Delle Medaglie D'Oro era una fortezza
del Msi. Ma dopo l'assassinio del giovane Walter Rossi, appartenente a
Lotta Continua, le cose sono cambiate. Chiusa la sezione, giustiziati
sotto casa (uno per uno) gli esecutori dell'assassinio, la zona, nel
1980 gode di una certa tranquillità (che perderà nel 1981-82 con
rigurgiti, completamente fuori tempo, di violenza nera) Monteverde,
negli anni '50 e '60 zona rossa, nei '70 diventa nera per via dei molti
ragazzi impegnati in politica di quell'epoca. Il capo dei neofascisti è
Alibrandi, figlio di un magistrato. Qui abitano Giusvà Fioravanti e
Lenaz, i quali godono di protezione anche dal commissariato locale. Via
di Donna Olimpia è zona vietata ai "fasci". L'ex sede della Casa del
Fascio è ormai zona rossa da tanti anni. La zona dell'Eur è divisa a
metà: Viale Europa e Piazza Dei Navigatori sono nere, Garbatella e
Ardeatina rosse. Vale a dire, l'Eur storica e la zona circostante,
costellata di bellissime case popolari "a villetta" fatte costruire del
Duce, dietro la Fiera Di Roma. Le scorrerie erano per lo più a danno
della destra, fino a quando, un giorno, stufi di sedi che saltano e
ragazzi mandati all'ospedale, entrano nella sezione del Fgci e la
devastano sfregiando con un rasoio il segretario. Il famoso "fungo"
dell'Eur (ristorante che sorge su una torre), era covo di neri. Nel 1980
non lo è più perché reso inagibile da una pentola di tritolo lasciata
come ricordo nel 1978.
Primavalle è zona rossa. Ma qua e là si fanno vedere gruppi neofascisti.
Nel 1979 un gruppo di destra è entrato nella zona mimetizzato da
Movimento Giovani Disoccupati; poi hanno giocato a carte scoperte contro
un'occupazione di uno stabile di fronte alla sede. Non possiamo
scordarci nel 1973 Primavalle fu teatro dell'azione più ignobile degli
anni settanta, quando i due fratelli Mattei, di 8 e 20 anni, figli di un
normalissimo dirigente della sezione del Msi della zona, vengono
bruciati vivi nella loro casa di notte. L'esecutore, Lollo, è ancora
latitante in Brasile.
Casalpalocco, zona residenziale di villette immerse nel verde è
tipicamente di destra. I palocchini, così venivano chiamati ad Ostia i
ragazzi residenti nel quartiere. I Palocchini (quasi una parodia de I
Pariolini) erano figli di steward ed hostess dell'Alitalia come anche di
magistrati o personaggi della finanza. Una provenienza estesa, classi
sociali che si aggregano contro un unico nemico: la sinistra
extraparlamentare. A Casalpalocco c'è un centro commerciale (già negli
anni settanta) chiamato Le Terrazze: un gruppuscolo di estrema sinistra
se n'era quasi impossessato. La reazione fu così violenta da far
abbandonare ogni velleità di insediamento per il futuro.
Ostia era rossa dalla parte ponente, dove nuclei di immigrati della
Puglia e della Sardegna si erano insediati, complice il Pci. Nei '70 era
anche nascondiglio per elementi legati all'ambiente terrorista. La zona
di Via delle Baleniere era di totale appannaggio della destra. Come
detto all'inizio, il 1980 segnerà la fine di un epoca. Tranne in
pochissimi casi, la spartizione in zone non avrà più senso perché sarà
proprio la politica ad essere fuggita dalle nuove generazioni, che negli
anni precedenti hanno avuto l'esempio di qualche fratello maggiore da
cui hanno preso le distanze. La lotta, dalle strade, si sposterà negli
stadi, perché comunque l'uomo ha sempre bisogno di scontrarsi col
prossimo. Che sia rosso o nero o che sia della Lazio o della Roma.
Questa nuova fase si apre alle fine del 1979, quando un padre di
famiglia, allo stadio Olimpico di Roma durante un derby, viene ucciso da
un razzo sparato dalla curva Sud, popolata di ultrà romanisti. Sarà
l'inizio di una nuova era che vedrà scorrere il sangue nelle curve e che
raggiungerà l'apice nello stadio di Bruxelles nel 1985, quando i tifosi
del Liverpool faranno strage di tifosi juventini.
Oggi, 2007, non esistono più zone con alta densità di abitanti
appartenenti e riconducibili a destra o a sinistra. Ci sono invece dei
punti strategici dove fa la differenza chi ci si insedia, sia esso un
centro sociale di destra o uno di sinistra. Come Monteverde e alcune
zone dell'Esquilino, uniche ancora ad alta incidenza a destra (Casa
Pound e il trendissimo pub frequentato dalla gioventù romana di estrema
destra, Cutty Sark) così come alcune parti di San Lorenzo sono zona di
sinistra (Via dei Volsci). Uniche zone in tutta Roma che hanno ancora
una connotazione ben precisa, anche se oggi non significa assolutamente
più niente.
Sorteggiati i gironi per i prossimi campionati europei che si
svolgeranno in Italia dall'11 al 22 giugno. L'Italia è testa di serie
insieme ad Inghilterra, Germania Ovest ed Olanda. Il nostro gruppo
prevede la Spagna, il Belgio e l'Inghilterra. L'altro gruppo la Germania
Ovest, l'Olanda, la Grecia e la Cecoslovacchia. Gli incontri si
disputeranno a Roma, Milano, Torino e Napoli.
La 16° giornata del campionato conferma l'Inter prima al comando con 23
punti, seguita dal Milan a 20. Terze un gruppetto formato da quattro
squadre: Roma, Torino, Napoli, Perugia.
La Juventus sta andando male. E' terzultima insieme all'Ascoli e davanti
alla Fiorentina, Udinese e Catanzaro (penultime). Fanalino di coda, il
Pescara. L'Inter batte proprio il Pescara per due a zero con gol di
Beccalossi e Pasinato. Il Milan pareggia a casa 0 a 0 con una Roma
gagliardissima e un Tancredi (portiere) fenomenale. La Juventus pareggia
a Bologna per 1 a 1 con gol di Causio ed un autorete di Sergio Brio.
Ecco i risultati finali:
BOLOGNA - JUVENTUS 1-1
CATANZARO - PERUGIA 2-1
LAZIO - AVELLINO 1-1
MILAN - ROMA 0-0
NAPOLI - ASCOLI 1-0
PESCARA - INTER 0-2
TORINO - CAGLIARI 0-0
UDINESE - FIORENTINA 2-2
I film più visti
Come fatto altro volte, dedichiamo un po' di spazio alla lista dei film
più visti nelle prime due settimane di gennaio 1980, rimarcando una
curiosità: il numero dieci in classifica, ossia IL SIGNORE DEGLI ANELLI
in versione animata a Roma sta incassando più che in tutta l'Italia. Per
il solo fatto che Tolkien è uno degli autori preferiti della gioventù di
destra (e qui torniamo alle divisioni e agli steccati). La lotta
incessante tra il bene e il male, l'allegoria della condizione umana
rivista alla luce dei miti antichi trasfigurati in una diversa
dimensione, valori che appaiono distorti ed alterati nel presente e che
qui trovano la giusta collocazione, il mito dei celti e il fantasy.
Quando Tolkien scriveva "Le radici profonde non bruciano", il senso di
quelle parole, per quei ragazzi, era evidente. Riscoprivano la
possibilità di pensare un universo esistenziale alternativo al di fuori
delle mitologie passatiste della loro area politica. Nacquero così (tra
il 1977 e il 1981) gruppi musicali - come La Compagnia ed associazioni e
circoli culturali che si rifacevano a quella letteratura. Nelle sedi
giovanili cominciarono a circolare i poster di Hildebrandt con Galdalf
al posto dei manifesti sulle rivolte. E da lì prese le mosse l'avventura
dei campi hobbit , dove due-tremila giovani si incontravano per tre
giorni per parlare di politica, sfidarsi in giochi di ruolo e ascoltare
musica lontanissima anni luce da quella che si ascoltava nelle radio o
in tv. IL SIGNORE DEGLI ANELLI con grande stupore degli esercenti, era
visto soprattutto da ragazzi tra i 16 e i 30 anni. Pochi i bambini che
vi si confrontavano: troppo ostica la tematica. Era più indicato per
loro GLI ARISTOGATTI, al nono posto in classifica.
MANHATTAN - Woody Allen, D.Keaton - 669.822
IO STO CON GLI IPPOPOTAMI - B.Spencer & T. Hill - 407.508
ARAGOSTA A COLAZIONE - E.Montesano - 398.324
APOCALYPSE NOW - Marlon Brando, M.Sheen - 388.485
FUGA DA ALCATRAZ - C.Eastwood - 359.738
IL MALATO IMMAGINARIO - A.Sordi, L. Antonelli - 339.942
LA PATATA BOLLENTE - R.Pozzetto, M.Ranieri - 339.622
MANI DI VELLUTO - A.Celentano,E.Giorgi - 287.831
GLI ARISTOGATTI - Animazione - 214.868
IL SIGNORE DEGLI ANELLI - Animazione - 122.394
Christian Calabrese
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GIOCHIAMO AL VARIETE' (1980)
di David Guarnieri
Ciao a tutti, amici di "HitParadeItalia", apriamo l'anno nuovo
(innanzitutto, ancora auguri da parte mia), parlando di uno spettacolo,
trasmesso dalla Rete 1, all'inizio del 1980. Il titolo è "Giochiamo al
varieté". Il regista è Antonello Falqui, il quale firma anche la
trasmissione in veste di autore. A firmare i testi assieme a
quest'ultimo, Michele Guardì (per la seconda volta consecutiva, dopo il
positivo risultato di "Due come noi", show del 1979, con Ornella Vanoni
e Pino Caruso). L'idea di base dello show è quella di riproporre
atmosfere del passato (in particolar modo legate agli anni '40 e '50)
ispirandosi ai gloriosi anni dell'avanspettacolo (discorso già compiuto
da Falqui, in fortunati programmi come "Milleluci" e "Bambole, non c'è
una lira"). Lo schema della rappresentazione, rende omaggio, di
settimana in settimana a quattro tra le più importanti città italiane,
particolarmente ricche di spunti, musicali, teatrali e letterari: Roma,
Napoli, Palermo e Milano. Le musiche del varietà sono firmate dal M°
Gianni Ferrio; le coreografie sono curate da Tony Ventura; le scene sono
ideate da Gaetano Castelli; i costumi, creati da Corrado Colabucci; il
direttore della fotografia è Giorgio Abballe. In questa occasione
parliamo della puntata d'esordio della trasmissione (12 gennaio 1980),
dedicata alla Capitale d'Italia ed intitolata, "Follie di Roma".
La serata è aperta dal numero musicale, con protagonista il corpo di
ballo dello spettacolo, seguito dall'intrattenitore, Pippo Franco.
Questi, costantemente disturbato dal vociare e dalle provocazioni del
rumoroso pubblico, annuncia le due soubrette, Laura D'Angelo e Patrizia
Garganese. Le avvenenti fanciulle presentano il primo ospite d'onore:
Enrico Montesano. L'attore è protagonista di un divertente monologo,
"Giggi er bullo" (omaggio all'irripetibile Ettore Petrolini). Terminato
lo sketch, è la volta di una spumeggiante performance
musical-coreografica, che vede protagoniste Loretta e Daniela Goggi. Le
due sorelle interpretano quattro canzoni, lanciate da celebri coppie del
cinema americano: Marilyn Monroe e Jane Russell (il brano è "Bye, Bye
Baby", tratto da "Gli uomini preferiscono le bionde"), Ginger Rogers e
Fred Astaire ("Cheek To Cheek", da "Cappello a cilindro"), Liza Minnelli
e Joel Grey ("Money, Money", da "Cabaret") ed Olivia Newton-John e John
Travolta ("You're The One That I Want", da "Grease"). Torna in scena
Pippo Franco, il quale, dopo aver tentato - inutilmente - di proporre la
commovente "Casetta de Trastevere" (venendo interrotto dalle sonore
proteste dei turbolenti spettatori), presenta lo spazio canoro, gestito
da Gabriella Ferri. L'artista propone il bellissimo "Valzer della toppa"
(una composizione ironica e struggente di Pier Paolo Pisolini). La parte
centrale dello spettacolo è affidata alla coppia formata da Bice Valori
e Paolo Panelli. I due sono (mirabili) interpreti della scenetta "Il
tassista", firmata da Antonio Amurri. Panelli è un "tassinaro"
capitolino, furbo ed infido, mentre la Valori è un'elegante signora, in
cerca di una vettura che la porti a via Piccolomini (zona Aurelia).
Ovviamente, la scaltrezza del conducente avrà la meglio sui modi gentili
della malcapitata, la quale verrà trasportata in un quartiere,
lontanissimo dalla meta prescelta. Il numero seguente ha quale
protagonista, Giovanna Ralli. L'attrice (come sempre, bella e
affascinante) interpreta, coadiuvata dai ballerini, il divertente brano
"La sgargamella", tratto dalla commedia musicale "Un paio d'ali" di
Garinei e Giovannini (grande successo teatrale del 1957, con la stessa
Ralli e Renato Rascel). A seguire, l'esibizione di un altro "leone" del
palcoscenico: Gigi Proietti, il quale presenta due cavalli di battaglia
del proprio repertorio: il drammatico "Pupo biondo" e lo spassoso "Lo
scilinguato" (firmato dal grandissimo Trilussa). Si va verso il finale,
con due spiritose parentesi musicali. La prima è una fantasia di canzoni
anni '40 (periodo Eiar), proposta da Bice Valori ed Alessandra Panelli,
la seconda è la famosa "Venere" (versione italiana di "Venus", grande
successo nel 1959 per Frankie Avalon), eseguita con notevole spirito da
Sandra Milo, attorniata dal balletto e dalle show-girl Patrizia
Garganese e Laura D'Angelo. L'animatore dello spettacolo, Pippo Franco
allieta il pubblico con una breve serie di barzellette e dà il via alla
passerella musicale, che conclude di fatto le "follie di Roma". La sigla
di chiusura, "Ciao varieté", firmata da Gianni Ferrio e da Michele
Guardì è cantata dai Gatti di Vicolo Miracoli (i cabarettisti provengono
dal grande successo in Hit Parade di "Capito?!", sigla di "Domenica in",
1979). La partenza in termini di ascolto di "Giochiamo al varieté" è
assai buona: 21 milioni di teleutenti (l'indice di gradimento, anch'esso
positivo è di 72).
Giudizio (personalissimo) di David: Trattasi di spettacolo di notevole
fattura artistica, divertente ed intelligente, nonché resistente
all'usura del tempo. Grande merito del risultato si può ascrivere al
pregevole lavoro del grandioso Antonello Falqui in cabina di regia e dei
suoi collaboratori: Gianni Ferrio, Corrado Colabucci, Tony Ventura,
Gaetano Castelli, Giorgio Abballe. Artefici del felice risultato
(naturalmente), i protagonisti della prima puntata dello show: dalle
graziose e spigliate Laura D'Angelo e Patrizia Garganese al versatile
Pippo Franco (ben lontano dalle attuali sguaiataggini del "Bagaglino" di
Pingitore), dalla simpatica Alessandra Panelli alla grintosa Giovanna
Ralli, dalla auto-ironica Sandra Milo al convincente Enrico Montesano
(anch'esso, preferibile nelle prestazioni professionali del passato),
dall'appassionata Gabriella Ferri (figura musicale di grande
suggestione) all'incontenibile Gigi Proietti, dall'effervescente Daniela
Goggi alla proteiforme Loretta Goggi (come sempre encomiabile, per
classe, umorismo e versatilità), fino agli straordinari ed
indimenticabili Paolo Panelli e Bice Valori (nota di merito per lei,
nella sua ultima apparizione artistica).
Saluti a tutti!!!
David Guarnieri
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