Periodo di censimento. Com'è cambiata l'Italia dal 1971 al 1981? Il
ritmo di crescita della popolazione è molto rallentato (ma procede al
sud ad un ritmo doppio rispetto al nord). Siamo 56 milioni o più
precisamente 56.243.935. Sono maschi 27.396.502, sono donne 28.847.433.
Per la prima volta da quando esistono i censimenti (ossia dal 1861) la
popolazione presente ha superato quella residente. Che significa che in
Italia vivono e lavorano molte persone che non si sono stabilite in modo
abituale. Gli stranieri sono novantamila (Bei tempi!) anche se il dato
rivela solo quelli che si sono lasciati recensire, non la grande massa
fluttuante. Il problema più sentito è quello della casa. Anche se dallo
stesso censimento risulta siano seicentomila gli appartamenti non
abitati.
Al Bano & Romina Power
Date un po' un'occhiata alla classifica. Quante canzoni trovate
interpretate da Romina Power, sola o col marito? Tre. Quella di Sanremo
(FELICITA'), quella presentata a Venezia e che è tornata tra i top 10
dopo l'exploit sanremese (SHARAZAN) e quella che piace molto ai bambini
(IL BALLO DEL QUA QUA). Sorrisi & Canzoni TV titola molto
appropriatamente "una mamma in superclassifica". Antefatto: ogni volta
che arrivava a casa un disco della coppia Power-Carrisi, era
"simpaticamente" accompagnato da un cartone di vino delle tenute di
Cellino San Marco, di proprietà di Al Bano. Una specie di ringraziamento
per la benevola attenzione che in questo caso mio padre, espertissimo
enologo e sommelier ad honorem, avrebbe dato all'ultima fatica della
coppia. Chissà come mai, quando arrivò ARIA PURA non ci fu nessuna
scatola accompagnatrice !!! Dopo anni di disattenzione degli addetti ai
lavori, i coniugi canterini hanno deciso di snobbare il tradizionale
invio, sicuri di non aver bisogno di nessuna attenzione benevola di
chicchessia. E come dargli torto? Hanno tutta l'Europa ai loro piedi. E
non solo. Entrano in classifica perfino in Canada e in Turchia. Per non
parlare di Sud America e Russia. L'Europa, occidentale e non, è
conquistata da un bel pezzo. Manca solo l'Inghilterra. Anche la Francia
ha dovuto capitolare davanti all'avanzata "pugliese". Di loro si è
accorto anche il cinema che dopo averlo snobbati per anni (dopo
l'iniziale opportuno sfruttamento con film come NEL SOLE, L'ORO DEL
MONDO, PENSANDO A TE etc.) ha pensato di fargli fare un film dal titolo
FELICITA'e che poi non si farà. Proprio FELICITA', solo in Italia, ha
già venduto 300.000 copie. Non si fanno travolgere dalla riacquisita
popolarità anche se sono i primi a mostrarsi meravigliati dello stupore
degli addetti ai lavori. Al Bano dice: era inevitabile. Dopo
l'ubriacatura politica degli ultimi 4-5 anni (riferendosi alla fine
degli anni settanta), normale che la gente volesse ritornare alla
semplicità e alla vita quotidiana che non è quella delle molotov e degli
scontri di piazza. E non ha torto. Guardare le classifiche di questo
inizio 1982 per capire che c'è un ritorno agli anni sessanta, al
sentimento, alla gioia di vivere, al desiderio di uscire allo scoperto
dopo anni di chiusura totale verso l'esterno, specie nelle grandi città.
Ma dov'erano andati a finire Al Bano e Romina dal 1977 al 1981?
Cantavano, come sempre. Ma lo facevano all'estero. Spagna, Francia,
Germania, Olanda, Austria, Grecia, Unione Sovietica, Australia,
Argentina etc. La loro popolarità non era mai scemata. Cosa, quindi, ha
spinto gli italiani a riappropriarsi di questa coppia rinnegata per un
lustro? E' solo frutto di un'intelligente campagna promozionale
d'assalto del loro discografico Freddy Naggiar o c'entra anche una
trasformazione del gusto ed un ritorno ai sentimenti come dice lo stesso
Al Bano? E' un ritorno della coppia tradizionale dopo la crisi della
decade precedente e del femminismo oppure è un boom effimero? Romina dà
la sua ricetta. Metà del merito va a Naggiar che è riuscito ad imporre
prepotentemente ai distratti funzionari Rai delle canzoni che se fossero
state concepite e proposte soltanto 5 anni prima sarebbero state
giudicate reazionarie ed anacronistiche. Vi immaginate nel 1977-78
cantare felicità è tenersi per mano e andare lontano? Come minimo li
avrebbero gambizzati! L'altra metà del merito va a loro stessi,
all'aver saputo tener duro con tematiche semplici e bucoliche e non aver
ceduto alla moda dell'epoca (e non solo) di parlare di politica, droga
ed usando termini volgari. Hanno preferito celebrare i valori
tradizionali come la famiglia e l'amore, la natura etc . Per questo i
critici non sono mai stati teneri con loro. Gente semplice che parla ad
altrettanta gente semplice. Cosa fa più paura della semplicità, per
certe persone? Viene recepita senza bisogno di giri di parole. Famiglia?
Figli? Ma cosa cantano questi due zotici brindisini? Anzi, lei è pure
americana! devono essersi detti certi critici che per riferimento hanno
non la loro coscienza ma il loro giornale quotidiano sul quale scrivono,
che a sua volta per riferimento ha dei partiti che spingono per altri
artisti da promuovere. Ma questa volta non sono stati seguìti. Non è
solo questione di mangiare panini in due come dice FELICITA' - con un
linguaggio col quale è impossibile essere più di così 'fidanzatini di
Peynet', che parla di ali azzurre per volare verso te (SHARAZAN). Qui
funziona la coppia. Perché la coppia che si vede sulla scena è la stessa
nella vita. Romina fa davvero le torte e beve il Quench (quella bibita
liofilizzata che pubblicizza). Al Bano fa davvero il vino e zappa la
terra. Sono proprio come la famiglia che abita a San Donato Milanese e
quella che abita a Campofranco in provincia di Caltanisetta. Finalmente
anche le persone normali non si sentono più sole ma rappresentate da una
coppia di successo. Bella lei, lavoratore lui. Eleganza dimessa lei,
pacchianotto lui. Lo sanno e non gliene frega niente. Viva la faccia
della sincerità! Oh, SHARAZAN è in classifica da sei mesi, mica uno
scherzo! Ha venduto qualcosa come 350.000 copie. IL BALLO DEL QUA QUA
ha venduto in due mesi scarsi qualcosa come 400.000 copie. E' la cover
di un brano di origini svizzere che si suonava in Belgio, Germania ed
Olanda ai matrimoni: DER ENTENTANZ, sottotitolo THE DUCK DANCE. Nel 1977
il complesso olandese De Eletronica's ne fece una versione al
sintetizzatore solo strumentale che divenne un hit internazionale.
Naturalmente, da noi, non se ne accorse nessuno. Non che la cosa ci
fosse andata male, anzi. Perchè, diciamoci la verità, olandesi, svizzeri
e tedeschi, quando ci si mettono sono di un ordinario unico. Da quel
momento DER ENTENTANZ cambiò nome a seconda della nazione. Divenne
VOGERLTANZ, DANSE DES CANARDS, CHICKEN DANCE, DANCE LITTLE BIRD e da
noi IL BALLO DEL QUA QUA. Totale delle vendite: 40 milioni di dischi nel
mondo. Romina in veste di bambinaia piace moltissimo. Molti dicono che
in realtà il pezzo forte della coppia sia proprio lei, il personaggio di
maggior richiamo. E' riuscita ad imporre il marito anche ad Enzo
Trapani, durante il 'Fantastico' passato. Romina doveva limitarsi ad
animare il gioco con Memo Remigi ma tanto ha fatto che è riuscita ad
imbucare anche Al Bano e a cantare SHARAZAN. Enzo Trapani coniò una
frase storica: l'hanno chiamata Romina per omaggio alla città di Roma.
Ma Tyrone Power avrebbe fatto meglio ad omaggiare Creta. Con un colpo di
mano non indifferente, il loro discografico Naggiar, si assicura la
sigla della trasmissione tv DOMENICA IN che allora era molto ma molto
ambita. Altro colpo: ARIA PURA. E' la canzone-manifesto di quel
particolare mondo chiamato 'Al Bano - Romina'. I detrattori (tra questi
anche gli invidiosi del successo della coppia) li giudicano dei
commedianti, dei falsi innamorati grondanti baci Perugina da tutti i
pori. Di fatto stanno insieme da dodici anni, da quel 26 luglio 1970.
Quanti furono, in quell'occasione, a dire non dureranno mai. Troppo
terra terra lui, troppo sofisticata lei. Ma lei, caparbia come una mula,
ha saputo sacrificare anni di collegi svizzeri ed educazione
irreprensibile per fare la contadina col marito e sfornare figli.
Mettendosi in contrasto anche con la madre Linda Christian, che non è
mai stata tenera col genero. E questo attaccamento l'uno con l'altro
specie in momenti di difficoltà è piaciuto moltissimo alla gente. Loro
sono visti come il pastorello e la principessa che non avrebbero niente
in comune ma che si innamorano e si sposano. Lei attraverso lui scopre
lati della vita di cui non conosceva l'esistenza, la naturalezza e i
valori più comuni come la terra e la maternità. E lui accede tramite lei
ad un mondo più sofisticato che lo avrebbe respinto sicuramente se si
fosse presentato da solo. Ma a dire il vero, del mondo sofisticato non
importa a nessuno dei due. Una specie di favola. Ma reale. Com'è finita
questa favola, lo sappiamo tutti. Non certo perché alla base c'è stata
una mancanza d'amore ma per tremende traversie personali.
Claudia Mori
Ogni tanto Claudia Mori, nella vita di tutti i giorni signora Celentano,
decide di incidere un disco. E ogni volta ci si mette, sembra le vada
bene. Doveva essere una semplice ospite in quel di Sanremo, con lo
sguardo volto al cielo, verso il palco da dove la osservava il
supermolleggiato con aria di chi la sa lunga, ma è diventata qualcosa di
più. Addirittura una canzone-slogan che svetta in testa alle Hit Parade
diventando la regina assoluta. Si darà il cambio con STORIE DI TUTTI I
GIORNI. NON SUCCEDERA' PIU'
è la risposta a SOTTO LE LENZUOLA. Lei che è
stufa di passare per scema e che gliele canta in faccia al marito. Non
che ci sia di mezzo un'altra donna (come in SOTTO LE LENZUOLA) ma la
latitanza del coniuge la esaspera e lei gli dice che così non va bene,
che ogni volta ha bisogno, lui è sempre via. Nell'inciso interviene
Adriano che cerca di giustificarsi con sviolinate in stile Uto Ughi:
sei stata lo sei sempre e lo sarai, la donna che ho voluto e che vorrei
ma viene comunque sopraffatto dalla voce di lei che rientra subito nel
contesto della canzone elencando le mancanze del marito e certe
situazioni che non ha più voglia di affrontare da sola. Canzone che
ottiene un grosso successo anche perché c'è qualcosa di personale e di
privato: in quel periodo Celentano faceva coppia fissa al cinema con
Ornella Muti e si parlava spesso di scenate di gelosia (create ad arte o
no) della moglie che subodorava qualcosa di strano. Conoscendo Claudia
Mori, cioè la vera artefice del successo del marito dal 1964 in poi (da
quando cioè si sono sposati) tutte le chiacchiere avrebbero potuto anche
essere state montate ad arte ma qualcosa di vero, in quella stagione
1981-82, c'era. Un successo quindi ottenuto senza doverlo nemmeno
promuovere troppo, senza tanti clamori e concessioni alla stampa. E'
bastata l'apparizione a Sanremo e quello sguardo di compiacimento di
Adriano verso la moglie che dal basso gli cantava chiaro in faccia non
succederà più che torni alle tre e io mi addormento senza te eppure lo
sai che ho tanto bisogno d'amore. Botta e risposta. La coppia più bella
del mondo non si smentisce mai. Altro che milioni spesi in campagna
pubblicitaria. Delle volte bastano due sguardi complici. Il disco
precedente, "Buonasera dottore", l'aveva inciso sei anni prima. Ma
perchè Claudia Mori incide un disco ogni tanto? Perché lei non è una
cantante. Ogni tanto ci prova (aiutata dalla sua notevole bellezza) e
colpisce nel segno. Lo fa per essere indipendente economicamente dal
marito, quando le servono un po' di soldi per realizzare qualcosa a cui
tiene particolarmente senza dover pesare su Adriano. Allora incide un
disco "ed è fatta". Questa è la versione per il popolo. In quel caso
doveva fare dei lavori nella casa di montagna, ad Asiago: ingrandire la
cucina e le camere da letto. Ah, se si potessero risolvere tutti così i
problemi economici! Già mi immagino il vicino di casa che dovendo
rifarsi il tinello, spedisce la moglie in sala d'incisione e le intima
di non uscire da lì se non prima di aver confezionato un brano da
superclassifica!
Riccardo Fogli
Storia di una vittoria annunciata: il 27 gennaio 1982
il settimanale Sorrisi & Canzoni andava in edicola con Riccardo Fogli in
copertina, invece della solita panoramica di volti partecipanti al
Festival come era d'uso fare all'epoca (erano ancora di là da venire le
copertine col cast al completo riunito per la foto-cover ufficiale) e,
guarda caso, il 30 gennaio risulta vincitore della kermesse. Atto
divinatorio? Combine all'italiana? Non si saprà mai, comunque la cosa
fece parecchio discutere. Caso strano anche IL MONELLO se ne uscì con
Fogli in copertina, la settimana stessa del Festival, dandolo come
favorito, L'intervista all'interno titolava: "Scommettiamo? A Sanremo
vincerà mio marito". L'intervista era stata fatta a Viola Valentino, sua
moglie, anch'essa cantante e presente alla manifestazione con ROMANTICI.
STORIE DI TUTTI I GIORNI,
canzone portata alla vittoria dall'ex Pooh, è
ormai diventata un classico del pop melodico di quegli anni,quando
ancora si scrivevano "canzoni per Sanremo" (fino alla prima metà degli
anni '90), probabilmente sarebbe diventata una hit anche senza quella
scintillante vetrina. Non è, come si diceva prima, un brano tipicamente
sanremese. La ritmica di base utilizzata è incessante e dà al brano la
sensazione di una persona che sta cercando di fermare in tutte le
maniere immagini, volti ed il tempo stesso senza riuscirvi: "Un giorno
in più che se ne va, un orologio fermo da un'eternità per tutti quelli
così come noi da sempre in corsa, sempre a metà". La canzone non parla
d'amore ma è un tentativo di mettersi ad un tavolino e fare un piccolo
bilancio della propria vita, di quello che si sta facendo. Eppoi pensare
che qualsiasi cosa si fa o si farà non è altro che un piccolo granello
imprigionato in un'infinta e gigantesca clessidra. Se ci si pensa, anche
il suo grande successo autunnale, MALINCONIA, era un preludio a STORIE
DI TUTTI I GIORNI. Un parlare di sentimenti in maniera più estesa, anche
dell'amore che non è necessariamente quello tra un uomo o una donna ma
che ingloba sfere di vita più ampie: amici, ricordi, vittorie e
sconfitte. Altrettanto interessante dal punto di vista visivo, la scelta
del cantante di presentarsi sul palco affiancato da un chitarrista per
non fare sempre la parte del solito concorrente che canta e se ne va per
lasciare il posto al prossimo. Sicuramente sarebbe diventato un successo
anche senza Sanremo. Troppo forte l'immagine di Riccardo Fogli di quel
momento.
Stefano Sani
Altro giro altro personaggio, questa volta tutto nuovo: Stefano
Sani nato a Montevarchi, in provincia di Arezzo, nel 1961. E'al secondo
anno di medicina a Firenze (chissà se avrà poi terminato i suoi studi?)
E' arrivato secondo a Castrocaro 1981 (anno in cui erano presenti anche
Fiordaliso, Zucchero e Ramazzotti) dove presentò anche in quel caso una
canzone scritta da Zucchero così come questa LISA. Tra l'altro, come
tutti sappiamo, anche Zucchero è in gara nella categoria giovani anche
se col suo vero nome, Adelmo Fornaciari. LISA è una composizione fresca
e piacevole, così come dovrebbe essere un disco d'esordio di un
personaggio ad uso e consumo di un pubblico adolescente, prettamente
femminile. Stefano è stato scoperto da un attore-macchiettista toscano,
Luciano Ciaranfi e l'impresario è Fernando Capecchi. Non sono nomi
altisonanti, anzi. Questo dimostra una certa dose di ingenuità e
spontaneità ma anche un po' di provincialismo. Qui non si tratta di
andare a cantare alla sagra del castagnaccio o alla festa della
ribollita a Bientina in provincia di Pisa ma di camminare a passi
spediti verso il successo. Altrimenti dopo la prima ubriacatura, si
ritorna a casa a cantare le canzoncine nelle feste di paese in Toscana.
La vita artistica di Stefano Sani è stata costruita passo dopo passo in
una dimensione artigianale, di provincia. A sei anni vince un concorso
per bambini che si chiama Pinocchio D'Oro dove canta POPOFF, la canzone
vincitrice dello Zecchino D'Oro 1967. A 14 anni vince un'altra
manifestazione che si svolgeva a Moncioni dove presenta TI RUBEREI, di
Massimo Ranieri. E poi tanti altri concorsi fino a che Ciaranfi
(classico nome da sketch alla Vianello-Tognazzi) lo notò e lo aiutò a
farsi strada (diciamo "stradina" che è meglio). Nel 1978 cominciò ad
intraprendere la strada del liscio nelle balere locali, accompagnato da
due ragazze. Il repertorio era vasto: da MARAMAO PERCHE' SEI MORTO a NON
TI SCORDAR DI ME per arrivare ai successi del momento. Il suo punto di
riferimento era Miguel Bosè e spesso cantava canzoni come SUPER SUPERMAN
o OLYMPIC GAMES (intanto gli anni erano passati). Poi l'incontro con
Zucchero e Castrocaro. La canzone di Castrocaro era UN'ALTRA ATMOSFERA.
Il patron del Festival Gianni Ravera - che era anche l'organizzatore - lo
volle assolutamente all'Ariston insieme a Fiordaliso e Zucchero e andò
bene per tutti e tre. LISA fece davvero un grande successo. La melodia
semplice ed orecchiabile legata ad un testo apparentemente infantile ma
di calcolo, regalò al giovane Sani un momento di grande popolarità. La
sua immagine sempre sorridente (qualche volta un po' troppo leziosa)
piacque tantissimo alle ragazzine. Sembrava destinato a diventare una
presenza costante nella discografia italiana, almeno per qualche annetto
e l'anno successivo, al Sanremo dell'83 ci riprovò con COMPLIMENTI.
Sanremo, sezione Big. 4° classificato con Complimenti; l' autore è
sempre il produttore Zucchero. A Marzo esce il primo album Stefano Sani
83, prodotto da Zucchero. A Saint Vincent, Disco per l'estate 1984 viene
presentata NOTTE AMARENA di A. Salerno. Successo discreto ma non
entusiasmante. Da quel momento comincia la discesa (o il ritorno alle
origini). Ha un sito internet (e come poteva essere altrimenti?) in cui
ci racconta un po' di lui. Chi volesse dargli uno sguardo è
www.stefanosani.com - Naturalmente se vi cercate le notizie che vi ho
dato, non le trovate! Presto Stefano Sani sarà intervistato da hitparadeitalia.it e ci
racconterà direttamente lui le sue vicende artistiche di quel periodo.
Piccolo ricordo personale: la canzone LISA, fatta di piccole cose e con
un'introduzione efficacissima - molto inizi anni '80 - mi porta indietro
in un preciso periodo della mia vita ed è una di quelle canzoni che mi
fanno ricordare esattamente ciò che ero e che facevo in quel momento:
uno studente delle medie, con la voglia di arrivare presto all'estate
perché ci sarebbero stati i mondiali di calcio in Spagna, con la
consapevolezza di piacere a tutte le ragazzine dell'Istituto Paolo
Orlando (ero piccolo ma molto vanitoso!) e con la gioia di essere stato
scelto per giocare nella squadra di calcetto del Fregene nella quale
militava per hobby, mio zio. Sensazioni precise, momenti magari stupidi
ma indelebili.
Franco Fasano
Chissà quali santi avrà avuto in paradiso Franco Fasano in questo
Sanremo edizione 1982! L'anno scorso era presente al Festival come
cantante con UN'ISOLA ALLE HAWAII che non andò in finale - sebbene fosse
carina ed orecchiabile - ed oggi ha ben due canzoni rispettivamente
affidate a Fiordaliso (UNA SPORCA POESIA) e a Plastic Bertrand (PING
PONG). Eppure, a scorrere il suo curriculum, ancora non è nessuno. Molto
giovane, il suo primo disco risale al 1980: MI PIACI TU, passato
totalmente inosservato. Sin da piccolo coltiva questa passione. I
genitori lo incoraggiano mandandolo a lezione dal maestro Pippo Barzizza
sotto la cui guida Franco studiò armonia ed orchestrazione senza però
trascurare la passione e lo studio per il canto. Dopo MI PIACI TU incise
una canzone carina, con un ritmo a tempo di twist, così come andava di
moda nel 1981. Il titolo era CHEWING GUM, ripresa poi dal re del twist
inizi anni '80 ossia il già citato Plastic Bertrand, che ne ha fatto una
versione francese e l'ha esportata in mezza Europa.
Richard Sanderson
Richard Sanderson fa il bis. O almeno ci prova. Anche perché non era facile. La sua nuova
canzone si chiama SHE'S A LADY. Le intenzioni c'erano tutte: costruita
sulla falsa riga del successo precedente ma con la certezza quasi
matematica che non avrebbe potuto mai e poi mai replicare il boom de LE
BOUM. Ossia IL TEMPO DELLE MELE ossia REALITY. Per quei due o mesi è
stato famoso tanto quanto Miguel Bosè. SHE'S A LADY non ha la forza
d'impatto del singolo precedente anche se molto romantica e adatta per
un certo tipo di pubblico, per così dire, adolescenziale dell'epoca. Il
disco comunque va. Lui è il cantante de IL TEMPO DELLE MELE? Compriamo
comunque il quarantacinque, deve aver detto la gente. Anche se sembra
più un pezzo del repertorio caro a Christian che di uno che ha appena
avuto un successo internazionale (escludendo i paesi di lingua
anglofona, naturalmente). Sandro Coppola, titolare della Delta, casa
discografica milanese che distribuisce il brano in Italia, lo porta qui
da noi per un tour di 15 giorni (ci domandiamo cosa abbia mai potuto
cantare! REALITY e la canzone di Sanremo. E poi?). Il curriculum di
Richard è comunque abbastanza ampio anche se fino all'anno precedente
non lo conosceva nessuno. Era uno dei tanti musicisti francesi in attesa
di una qualche occasione. A 17 anni ha interrotto gli studi al
conservatorio per fondare con un gruppo di amici una tribute band, come
si chiamano adesso: i Lover's Love, un complesso che si era
specializzato nella riproposta dei successi dei Beatles. Dopo un paio di
anni e molto lavoro nella riviera italiana, Sanderson abbandona il
gruppo e diventa animatore nei Club Mediterranèe aiutato anche da un
fisico ed un aspetto gradevoli. Si stufa presto perché l'amore per la
musica era più forte di tutte le altre cose e ritorna in patria come
anonimo turnista in sala d'incisione. Gli fanno incidere un paio di 45
giri che non nota quasi nessuno e poi l'incontro fortunato con Vladimir
Cosma a cui la Gaumont aveva dato l'incarico di scrivere la colonna
sonora per IL TEMPO DELLE MELE. La voce morbida del francese (che canta
in inglese) si confaceva perfettamente alle atmosfere del film e delle
feste dei teen ager che si vedono nella pellicola. Serviva un brano
morbido per la scena in cui Sophie Marceau si abbandona in un 'lento'
tra le braccia del suo ragazzo, dimentica del mondo e della musica che
gli gira intorno (un pezzo ritmato). Ed ecco REALITY. Il film ha avuto
un successo strepitoso ma è un classico esempio di come nel cinema ci si
può far trainare al successo esclusivamente per via di un'azzeccata
colonna sonora. Probabilmente se IL TEMPO DELLE MELE non avesse avuto il
successo che ha avuto grazie alla canzone, Sophie Marceau non sarebbe
mai diventata quello che è adesso, cioè un'attrice di primo livello nel
cinema francese. Il primo "grazie" a quella canzone probabilmente glielo
ha dato lei. IL TEMPO DELLE MELE è REALITY, perché la sceneggiatura è
abbastanza banale. Un brano che ha venduto un milione di copie in
Italia, due in Francia, un altro in Germania (e nel 1987 sarebbe tornato
in classifica in quella nazione) e vendutissimo in Spagna ancora prima
che uscisse il film.
Stefania Rotolo
Bruttissima storia per un medico, virologo di fama
internazionale. Giulio Tarro è stato interrogato dalla magistratura per
truffa ed estorsione ai danni della scomparsa Stefania Rotolo, morta
l'estate scorsa di tumore. Il medico avrebbe tentato di vendere un
farmaco alla showgirl per 40 milioni di lire, un prezzo molto più alto
di quello reale, una sostanza anticancro spacciata per Interferon. Già
nell'autunno del 1980 si era parlato di raggiri ai danni di pazienti
colpiti da tumori. Il medico aveva in quel caso interrotto ogni rapporto
con uno dei suoi assistenti denunciandolo all'Ordine dei Medici. Un
giorno la Rotolo si presentò da lui per protestare perché uno dei suoi
collaboratori le aveva impedito un colloquio col medico, forse per non
farla parlare di cose che sarebbero risultate poco chiare al professore.
Di chi sia la colpa alla fine poco importa. Come si è conclusa la
storia, per Stefania Rotolo, lo sappiamo tutti.
Nuclei Armati Rivoluzionari
Tragica e sanguinosa
rapina dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) a Roma, il 5 marzo in
Piazza Irnerio, ad un agenzia della Banca Nazionale Del Lavoro. Uno
studente di 17 anni viene ucciso, tre passanti e un agente sono stati
leggermente feriti mentre un altro agente è in gravi condizioni. Alle
10,40, quattro giovani e una donna entrano in banca a volto scoperto e
sotto la minaccia della armi obbligano una sessantina di persone a
stendersi per terra. Due di loro si impadroniscono di circa cento
milioni ed escono. Comincia una sparatoria che getta nel panico la zona
che naturalmente è piena di gente. Sono quasi le 11 di mattina. Un
gruppo di terroristi riesce a fuggire ma verso sera arriva una
telefonata al centralino del Santo Spirito che dice "andate in Via Dei
Penitenziari perché su una Ritmo Bianca c'è Francesca Mambro ferita". Le
sue condizioni sono gravissime a causa della copiosa perdita di sangue
ma i medici riescono a salvarla. Anche perché i camerati dei NAR sono
chiari: "se non si salva faremo fuori un medico al giorno". Prima di
quattro figli, Francesca Mambro nasce il 25 aprile 1959. La madre è
casalinga, il padre, deceduto nel 1979, maresciallo di Pubblica
Sicurezza. Si iscrive a 14 anni nella sezione del Fronte della Gioventù
di via Sommacampagna; quando durante uno scontro di piazza viene colpito
e ucciso dai carabinieri un suo amico giurerà a se stessa che non
l'avrebbero mai più trovata disarmata . Francesca aveva cominciato la sua
attività terroristica sei anni prima ad appena 17 anni. Ora ne ha 23.
L'hanno chiamata in molti modi: gli appellativi più famosi erano "la
terrorista con gli occhi di ghiaccio" e "la primula nera". Nel 1980
scoppia l'amore con Giusvà Fioravanti, ex enfant prodige della FAMIGLIA
BENVENUTI di dodici anni prima. Con lui sognava grandi imprese come
liberare Pierluigi Concutelli (poi è realmente accaduto). La prima
azione cui la Mambro partecipa è quella contro l'armeria "Omnia Sport";
seguirà l'omicidio del poliziotto Franco Evangelista e del magistrato
Mario Amato, per il quale è condannata per concorso morale. Assalta un
autocarro dei Granatieri di Sardegna per impadronirsi delle armi e
perfino un'armeria del Distretto Militare di Padova. Quella della Mambro
è una scelta atipica e pressoché unica nel mondo della destra eversiva.
Poi nel 1981 un conflitto a fuoco, dove muoiono due carabinieri.
Fioravanti viene ferito alle gambe ed arrestato. Ora tocca a lei. Una
parola per il ragazzo rimasto ucciso: A.C. studiava al liceo Artistico e
stava andando a scuola. Le lezioni iniziavano alle 13. Si è trovato
quindi per caso al centro del conflitto a fuoco. Ma un terrorista,
scambiandolo per un agente in borghese, si è fermato e l'ha finito con
un colpo alla testa
Pierino & dintorni
E' il momento dei Pierini. Le "dottoresse" e le "infermiere", così
presenti nel mondo della celluloide, tre-quattro anni fa sono state
scalzate da Gianburrasca di serie B e da Pierini di serie C. Il bello è
che mai si sarebbe potuto pensare ad una rivalutazione di pellicole
nelle quali si cerca spasmodicamente di far ridere con la rima baciata
su parole come "pazzo" o "mulo". Ma negli ultimi tempi è successo anche
questo. Pensate a che livello siamo arrivati col nostro cinema per
rimpiangere un filone volgare e decisamente di bassa lega come la saga
dei Pierino con Alvaro Vitali (e i suoi cloni di serie Z). Nel 1981-1982
questi film erano letteralmente fatti a pezzetti dai critici ma questo
era anche ovvio. Però c'è da dire che grazie a queste pellicole che
costavano pochissimo e intascavano tanti soldi, lavoravano anche
caratteristi di prim'ordine come Enzo Cannavale, Toni Ucci, Riccardo
Billi, Marisa Merlini, Mario Carotenuto. I "vecchi" della commedia
all'italiana che si erano trovati senza lavoro da quando i film
all'italiana erano diventati sempre meno all'italiana e sempre più
integrati in un contesto snobistico europeo di salotto di sinistra,
stile "cahiers du cinema", che nessuno naturalmente andava a vedere ma
che erano molto stimati dalla critica. Quindi, i vari caratteristi dei
film ad episodi e non degli anni cinquanta e primi sessanta si erano
dovuti adattare a fare i padri o i nonni dei vari Pierino di turno. Che
s'ha da fà pè campà, come si suol dire. Insieme a loro e al freak di
turno (Alvaro Vitali come Giorgio Ariani), un battaglione di bonazze
stile Blitz, il settimanale che era partito con l'intenzione di fare
concorrenza all'INTREPIDO e che poi si è trovato a farla a LE ORE).
Michela Miti, Anna Maria Rizzoli, Carmen Russo, Lory Del Santo avevano
preso il posto delle comunque molto più brave Barbara Bouchet, Gloria
Guida, Edvige Fenech. Quest'ultime nel frattempo erano passate di
categoria approdando a film con attori "veri". Una sorta di meritocrazia
sul campo. Erano le attrici (alle quali bisogna aggiungere anche
Orchidea De Santis) di quel genere di qualche anno prima, quando ad
andare di moda era il filone prima dei Decameroni, delle "poliziotte" e
poi delle "studentesse". Da quando un produttore, grazie ad Alvaro
Vitali, si è trovato a spendere 250 milioni e portare a casa 9 miliardi,
il cinema italiano ha creduto di avere scoperto l'oro nel Klondike come
Paperon Dè Paperoni. Tra Pierini, Pierine e Pieracci (perché c'è stata
anche la versione porno) ne sono usciti già 5. Il tutto in quattro mesi.
Sembra incredibile rapportato ad ora ma all'epoca in Italia si
producevano circa 150 film l'anno (molti di meno comunque rispetto agli
anni settanta) e già si parlava di crisi. Ora ne vengono prodotti una
ventina di cui due soli riescono a battersi ad armi impari con i colossi
americani. E poi parlano di "resurrezione di cinema italiano". Mah! Il
filone dei Pierino avrà fiato corto, anche perché sarebbe stato irreale
che un attore, Alvaro Vitali, recitasse per 6-7 volte lo stesso
personaggio. Le rime scarseggiavano. Dopo "pazzo" si poteva dire - che
so - "andazzo" o "mazzo" ma poi le battute folgoranti erano per forza di
cose destinate a finire. Ma già i produttori pensano ad un nuovo filone.
Il capostipite è stato I FICHISSIMI con Jerry Calà e Diego Abatantuono
(filmetto discreto se lo vedi una volta e dopo tre secondi netti te lo
sei scordato). Ora è in uscita LE FICHISSIME con Lory Del Santo ed è già
in lavorazione VIVA LA FOCA sempre con la Del Santo. Poi è la volta de I
PARACULISSIMI, LA SAI L'ULTIMA SUI MATTI, MA CHE SIAMO TUTTI MATTI? e il
bis del personaggio del terrunciello, tirato fuori dall'Abatantuono di
ECCEZZIUNALE VERAMENTE e ripreso con poca fortuna da Giorgio Porcaro in
SI RINGRAZIA LA REGIONE PUGLIA PER AVERCI MESSO A DISPOSIZIONE I
MILANESI. Ah, bei tempi quando la massima priorità era tenere "a bada" i
terroni! Oggi ce ne sono altre di priorità, tanto che al Nord ci si
chiede: ma come si faceva a considerare un "pericolo" dei nostri
connazionali ?? Una parola anche sui registi più famosi dei film di
serie B che incassano miliardi e costano un'inezia. Mariano Laurenti, un
artigiano del cinema, specializzato prima in film boccacceschi, poi
erotico-studenteschi e poi via via sbragando fino ad arrivare alle
produzioni degli anni ottanta. Massimo Tarantini (18 film in nove anni) o
Marino Girolami che, fino al 1982, aveva girato 82 film e prima di fare
il regista era un pugile e poi produttore. Negli anni cinquanta perse
fino all'ultimo centesimo producendo un film dal titolo L'IRA DI
ACHILLE, un kolossal su L'ENEIDE e così decise di fare il regista. Tutto
un mondo artigianale snobbato dalla critica militante e che ha tenuto in
piedi il cinema italiano dal dopoguerra fino alla fine iniziata nei '90.
Registi che avevano cominciato quando il cinema era una grossa fonte di
guadagno (fine '40-inizi '50) e che avevano via via fatto tutti i generi
di moda attraverso i decenni. Dal film alla Amedeo Nazzari ed Yvonne
Sanson a quelli epico-romani che si rifacevano a Ben Hur. Dai peplum ai
filmetti ad episodi che prendevano spunto da quelli di prim'ordine tipo
LE BAMBOLE o LE FATE. Ai polizieschi tipicamente con Maurizio Merli,
Franco Gasparri, Luc Merenda, Ray Lovelock e Tomas Milian, pre
Commissario Girardi, ai sexy. Fino ad arrivare alla fine con i Pierino o
le Fichissime. Hanno fatto di tutto e sono passati attraverso 40 anni di
cinema italiano, cinema "vivo", che veniva visto davvero. Magari in
provincia ma che comunque aveva un pubblico pagante e che portava i
soldi al produttore. Non eccelsi ma in sintonia con un certo tipo di
pubblico che per un'ora e mezzo voleva soltanto svagarsi. Il loro ruolo
lo hanno svolto a dovere. Non gli si può certo rimproverare nulla se non
lo sbrago finale con i Pierino ma era il segno dei tempi, di qualcosa
che andava finendo. Meglio loro. Comunque, che un manipolo di registi
inquadrati dai partiti politici che producono aria fritta allo stadio
puro e che nessuno degna (davvero) di un solo sguardo. Questa la classifica
dei maggiori incassi della settimana.
INNAMORATO PAZZO - A.CELENTANO, O.MUTI (1.518.627)
IL TEMPO DELLE MELE - S.MARCEAU, C.BRASSEUR (1.328.496)
IL MARCHESE DEL GRILLO - ALBERTO SORDI, P.STOPPA (1.143.922)
BOLLENTI SPIRITI - J.DORELLI, G.GUIDA (221.336)
RICCHI, RICHISSIMI, PRATICAMENTE IN MUTANDE - R.POZZETTO (218.682)
BOROTALCO - E.GIORGI,C.VERDONE (209.445)
MEPHISTO - K.M.BRANDAUER (184.926)
LA PAZZA STORIA DEL MONDO - MEL BROOKS, D.DE LUISE (169.541)
UN LUPO MANNARO AMERICANO A LONDRA - D.NAUGHTON (96.329)
LA GUERRA DEL FUOCO - R.DAWN (95.840)
Campionato di calcio
Eccoci arrivati alla ventunesima giornata del campionato di calcio
1981-82. Mancano 9 turni alla fine di un campionato avvincente nel quale
il testa a testa della Fiorentina con la Juventus sembra non cessare di
destare interesse. Entrambe le squadre hanno 32 punti, seguite
dall'Inter a 28 e dalla Roma con 26. La Fiorentina batte la Roma 1 a 0,
gol di Miani al 35' del primo tempo (qui a lato l'immagine dei due
capitani Antognoni e Di Bartolomei che si scambiano i gagliardetti
all'inizio della partita del girone di andata). Casarin che non ha
diretto in maniera impeccabile, espelle Pruzzo e scatena l'ira dei
tifosi giallorossi che tentano di invadere il campo tirando addosso a
Galli, estremo difensore della Fiorentina, tutto quello che era
possibile raccattare e divellere dalla curva. L'arbitro ha dovuto
sospendere il gioco chiedendo a capitan Di Bartolomei di intervenire. I
tifosi si calmano, la partita va avanti, ma alla fine si riversano nelle
strade adiacenti allo stadio cercando di assalire chiunque abbia una
sciarpa o bandiera viola. Infrangono vetrine e assaltano treni a Santa
Maria Novella sfasciando carrozze al grido di "Firenze brucia". Alla
fine si contano i feriti: sei. Da parte loro i tifosi della Fiorentina
continuano la loro squallida guerra personale contro il povero Enrico
Ameri. Accerchiato nella cabina radio di Firenze, ha davvero rischiato
brutto quando una donna bionda ha infranto un vetro della cabina e circa
duecento facinorosi gigliati si sono scagliati contro il bravo
telecronista. A proteggerlo in quel momento c'era solo l'ex stopper
Niccolai che ha tergiversato fin quando le forze dell'ordine sono
riuscite a disperdere gli energumeni e la donna-cannone. Si sa, i tifosi
della Fiorentina e la sportività vivono in due paesi diversi. Ai viola
risponde la Juventus rimontando con quattro gol il derby col Torino, che
fino al 21' del primo tempo stava perdendo. Bonesso e Dossena vanno
sullo 0 a 2. Poi Tardelli, una doppietta di Scirea e un gol di Brady
regalano i due punti alla Vecchia Signora. Altro derby, questa volta a
Milano. L'Inter batte il Milan per 2 reti ad 1. Va in vantaggio con
Prohaska al 10', ancora l'austriaco ma questa volta a reti inverse: si
fa un autogol dopo appena otto minuti. Segna Altobelli al 32' e la
partita finisce qui. Ma quanto erano belli i campionati a due punti a
vittoria??? Ecco il quadro completo della giornata:
ASCOLI - CAGLIARI 2-1
BOLOGNA - AVELLINO 1-0
CATANZARO - COMO 0-0
FIORENTINA - ROMA 1-0
INTER - MILAN 2-1
JUVENTUS - TORINO 4-2
NAPOLI - CESENA 2-2
UDINESE - GENOA 3-2
Christian Calabrese
Fare clic qui per inserire un commento a questo articolo.