Arrivano i Superboys: quando il calcio è passione
di Valerio

Titolo originale
Anno di uscita (in Italia)
Ideatori
Episodi
Sigla


 

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NOTE DI COSTUME

Il calcio nei cartoni animati

Era il 1982. Anche sugli schermi nostrani compariva il primo cartone animato che raccontava le fatiche e le vittorie di un giovane appena diciassettenne: Shingo Tamai. Il ragazzo si avviava a diventare il primo beniamino del pallone per i giovanissimi che lo seguivano in Tv e che si sarebbero presto legati a ben altre altre star nel corso della loro giovinezza.

Non che il Giappone fosse Nazione dalla grande tradizione calcistica, anzi, ma almeno ha regalato all'Italia questo leggendario e inverosimile fuoriclasse di carta. Tutti i ragazzi che fossero infarinati di calcio, e prima dell'invasione di quello vero sugli schermi televisivi, era Shingo il solo da imitare. Che poi i suoi tiri fossero (logicamente) inimitabili per ragioni intuibili, è tutt'altro discorso: alla fantasia dei ragazzi dell'epoca era un dettaglio assolutamente trascurabile. Dunque, ben prima dell'arrivo di Holly e Benji, figli degli anni 80, assistevamo alle gare dei Superboys, le icone del calcio che sarà.

We are the eurokids take us so long!

All'appello manca ancora una sigla che è diventata un classico degli anni 70 e 80. Eurokids, questo il nome del complesso che intonava, in inglese, le note indimenticabili di una sigla che molti canticchiavano e pochi comprendevano. Inutile perdere tempo con le traduzioni, il testo non ha molto a che vedere con il cartone animato: fu solo presa in prestito, mutuata dalla Tv di allora. Ma quel che conta è che sia associata ad una serie che rimane simbolico ricordo di anni diventati indimenticabili per molti.


L'AMBIENTAZIONE

Il luogo:il Giappone: non è difficile inquadrare tempi e collocazione della serie: siamo in Giappone. Ma questo è dato sin troppo scontato.

Il tempo: l'epoca di ambientazione la si deduce dai riferimenti che danno i protagonisti. Mazuki è ritenuto il responsabile dell'incidente alla gamba del fratello maggiore dei Kamioka, che non poté disputare le Olimpiadi di Tokyo per via di quell'infortunio, avvenuto 10 anni prima della serie. Se questo è un fatto, possiamo asserire che la serie è ambientata più o meno nel 1974. Dato che la fase iniziale dei tornei inizia circa 2 anni prima delle fasi finali, dobbiamo anticipare di 2 anni circa le date: 1972. Shingo ha 17 anni, tanto è vero che riceve un pallone artigianale in regalo per il compleanno.


LA TRAMA

Shingo Tamai, allievo della scuola Sinsei in Giappone, decide di mettersi alla prova giocando a calcio, motivato anche dalla forte rivalità con l'allenatore, insegnante di ginnastica, Tempei Mazuki. Per fronteggiarne la forza, Shingo forma una seconda squadra che però non può competere con la compattezza di quella ufficiale. Stanco di continue sconfitte, si unisce al suo rivale del quale diventerà grande amico. Inizia così la sua scalata tra i grandi della disciplina sportiva fino a giocare e vincere contro un Brasile, primo al mondo.


Personaggi

Shingo Nagata in Tamai
Voce: Rodolfo Bianchi
E' sfortunato il nostro protagonista. Perde entrambi i genitori: la madre alla sua nascita, il padre pochi anni dopo. Rimangono i suoi affezionati genitori adottivi che lo allevano come il loro unico figlio. Ammirevoli davvero. Ma la sua avventura nel mondo è appena cominciata.

Il ragazzo si fa conoscere con un carattere tutt'altro che accomodante: irascibile, altezzoso, anarchico, insofferente. Se poi si aggiunge che di studiare proprio non ha alcuna voglia, ne esce un modello poco raccomandabile per chi avesse voluto prenderlo a modello per diventare "qualcuno".

Ma qui arriva il bello. Infatti il bravo Shingo deve percorrere tutte le tappe necessarie per arrivare ad essere il campione che sogna di diventare. A cominciare dall'apprendere le regole di comportamento prima di quelle calcistiche. La sua grinta, il suo orgoglio va canalizzato, va indirizzato nella giusta direzione: allora sì che potrà sperare di diventare un vero giocatore.

Il temperamento è davvero giusto: infaticabile, determinato, portentoso, cocciuto. Una formula esplosiva per chi, come lui, avesse anche solo lontanamente pensato di farsi strada tra i leoni che circolano nell'ambiente calcistico. Il ragazzo è così determinato che non è spaventato nemmeno dagli infortuni: una caviglia spezzettata dalla pantera brasiliana Ken Santos. Lui, più che una pantera, è proprio un leone. Di fronte a tanta arcigna volontà non c'è brasiliano che tenga. Proprio bravo Shingo, così bravo da essere inimitabile. Nessuno ci provi.

Tempej Mazuki
Voce: Rino Bolognesi
Ex campione del Giappone, grande allenatore. I caratteri del combattente ce li ha tutti: non a caso è proprio Shingo il suo primo sfidante. La partita non ha storia, è normale.

Una volta sancita l'alleanza si capiscono quasi al volo: lui azzecca le scelte tattiche, Shingo le approva, anche a malincuore, ma poi ne comprende la logica e vi si adegua. Ma questo rude allenatore di giovani promesse è anche molto umano: è il primo a sapere delle origini del suo allievo Shingo, persino prima del diretto interessato. Umanamente gli è vicino, lo appoggia e lo sostiene, un po' a suo modo. Un tipo così non si incontra tutti i giorni.

Yosuke Oyra
Voce: Ettore Conti
La sua stazza è pari solo alla sua profonda umanità. Scherzosamente ribattezzato ippo dai compagni, in realtà dietro l'apparenza rude e grossolana si nasconde un animo nobile e mansueto. Segue il suo amico Shingo ovunque vada, lo incoraggia (a suo modo) nelle difficoltà e lo rimprovera nell'errore. Ma c'è di più. Il buon Oyra addirittura si autoesclude quando bisogna decidere chi dovrà affrontare il Brasile: meglio il suo collega Kamioka. Un plauso alla sua maturità sportiva.
Un grande uomo e un grande amico, in tutti i sensi.

Mamoru
Voce: Rodolfo Bianchi
Il primo vero piccolo fan della squadra dei Superboys, un ragazzino affezionato, strenuo difensore della causa calcistica della squadra intera. Non a caso è il fratellino della più grande Ryoko, altra fedele tifosa.

Il signor Tamai
Padre adottivo di Shingo: conosceva il signor Nakata, costruttore di palloni da calcio artigianali. Ha preso il bambino quando ancora era in fasce e lo ha allevato come proprio. Quando decide di svelargli la verità forse è un po' tardi, Shingo reagisce un po' male. Solo questione di tempo, alla fine tutto rientra nella normalità. Tutto è bene quel che finisce bene.

La signora Tamai
Premurosa come tutte le madri che si rispettino, preoccupata nei momenti più difficili: pur non essendo suo figlio, la donna si comporta come se davvero lo fosse. Il figlio cresce a vista d'occhio, per lei rimane il bambino di sempre.

Ryoko
E' dal primo episodio che la si vede affezionata a Shingo e tutti si rendono conto dell'interesse palese. L'unico indifferente è proprio lui. Eppure la ragazza si prodiga per la squadra: prima semplice tifosa, poi aiutante nel magazzino, infine addirittura manager. Che cosa si può desiderare di altro?

Eppure il buon Shingo mella testa sembra proprio non avere altro che il pallone. Tanto è vero che nemmeno una gita in barca, organizzata a bella posta dai maliziosi ragazzini che gli circolano attorno, riesce a fargli vedere con mano questo palese interessamento. Anzi, il ragazzo dal piede d'oro ne approfitta solo per imparare a usare il braccio (pardon, il piede) sinistro, in assenza del destro. La nostra dolce Ryoko dovrà accontentarsi di vederlo in campo.

Misugi
Più che un calciatore un incubo per i difensori avversari: il suo tiro fa paura solo per la sua preparazione, da acrobata professionista. Gli effetti del bolide sono devastanti: il malcapitato portiere rischia di bruciare le mani, oltre ai guanti. La sua tecnica è spaventosa. Lui e Shingo rimangono costanti rivali e nemici fino a quando lo sport non li unisce in un abbraccio fraterno. Finalmente Tamai vince anche il suo temibile tiro con uno più forte. Roba da superuomini.

Yamagata
Arriva dalle terre del Giappone. Vissuto tra stenti e sacrifici inenarrabili, il devastante asso del calcio ha ideato un tiro che è spettacolare solo a vedersi. Anche se non segnasse la sua parabola varrebbe da sé il prezzo del biglietto. Peccato non sia un professionista. Diventa da subito grande amico di Shingo, amicizia leale e profonda.

Kamioka
Definirlo un buon portiere è riduttivo. Questo non è un portiere, è un fenomeno della fisica: si allena bendato, para con l'istinto, e prende ogni pallone purché sia rapido. Solo un calciatore è in grado di bucare la sua rete: Ken Santos. Il ragazzo Kamioka è piuttosto altezzoso. Rifiuta per presunzione persino fiori ed autografi. Il tutto fin quando non cade dal piedistallo su cui si è frettolosamente seduto. Tornato tra i mortali, può diventare amico di Shingo.

Ken Santos
Eccoci arrivati al fenomeno tra le stelle. Colui che si allena come se dovesse andare sul fronte di guerra e non in campo. Un suo tiro può provocare fratture agli arti. Una vittima è proprio Shingo: il buon Tamai per gareggiare con lui ha voluto rispondere ad un bolide a lui diretto. Il risultato è stato disastroso: un mese di ospedale con intervento chirurgico incluso. Uno così è meglio lasciarlo giocare e segnare..

Taki
Un altro piccolo fenomeno della fisica, prima che del calcio: il givoane si muove con una rapidità che rasenta l'incredibile: la sua casa sono i boschi, le foreste, un tarzan giapponese. Niente di meglio che includerlo tra le proprie reclute per farlo diventare un corridore di potenza. Ci pensa Shingo e il suo mister non si oppone. Alla partita finale non mancherà nemmeno lui.


LA RECENSIONE

Il calcio, arte marziale

Che il calcio in Giappone non sia mai stato uno sport di grande popolarità lo si sapeva. Negli anni 80, pur di farne una fortunata serie televisiva, lo hanno adattato alle storiche arti marziali orientali.

Il risultato? Per evitare spettacoli poco desiderati a chi si attende giocate artistiche e tocchi vellutati, si può anticipare che la serie tratta il calcio come l'arte del karate o del judo. I calci vengono sferrati dopo acrobatiche giravolte, salti mortali, piroette da circensi. Non è certo quello che si chiamerebbe un gioco "raffinato". Persino il celeberrimo Brasile, al top delle classifiche mondiali della disciplina, viene ridotto un po' eccessivamente in un macina-gol di grande potenza, ma di classe pressoché nulla.

Il gruppo sull'individualismo

La serie boccia continuamente le iniziative del singolo a discapito del gruppo. Chi vuole risolvere da sé gli incontri, puntualmente finisce per soccombere si fronte all'organizzazione del collettivo avversario. In questo senso l'esaltazione del gioco di squadra raggiunge i massimi livelli. Shingo stesso, dopo i disastrosi inizi da solitario giocatore, si converte in corso di serie all'importanza del gioco di squadra, anche a costo di mettere da parte il proprio orgoglio.

Il potere della volontà

Non ci sono dubbi su questo messaggio forte e chiaro che arriva dai 52 episodi della serie: ogni obiettivo è reso possibile e concreto dalla semplice volontà di realizzarlo. Quando la tenacia e la resistenza tengono banco, nessun ostacolo si frappone tra chi desidera e ciò che si desidera. Shingo lo dimostra chiaramente dal primo all'ultimo episodio: allenamenti massacranti, riabilitazioni lunghe e faticose, sconfitte dolorose. Niente sembra fermarlo. L'infortunio alla caviglia destra, un incubo per qualcunque sportivo che si rispetti, in realtà lo rigenera. Vuole sconfiggere il fenomeno Ken Santos e alla fine vi riesce con l'aiuto dei compagni e tanta volontà.

Chi volesse imitarlo, può iniziare a lavorare.


EPISODI
Nota di redazione

Gli episodi contrassegnati con un asterisco (*) sono approfonditi nella sottosezione Rivediamoli insieme.

L'edizione italiana de Arrivano i Superboys si compone di 52 episodi:

1° episodio: Il primo incontro

Nel quartiere appena costruito a Tokyo si costruisce una scuola per richiesta dei genitori. Tra le materie di insegnamento quest'anno l'insegnante di educazione fisica introdurrà il calcio, sport poco conosciuto. Shingo si rifiuta di partecipare.

2° episodio: La sconfitta di Shingo

Shingo si rifiuta di entrare a far parte della scuola di calcio di Matsuki, ma nutre una forte rivalità nei suoi confronti. Chiamato a misurarsi sul piano atletico, risulta inferiore al suo allenatore ed insegnante.

3° episodio: Il prestito

Pur di non sfigurare di fronte al signor Matsuki, Shingo riesce ad organizzare un gruppo per sfidare i rivali. Le casacche e il pallone può comprarli con un prestito da parte del padre.

4° episodio: La prima sfida

Approfittando della partenza temporanea dell'allenatore, Shingo ottiene di giocare una partita per decidere quale delle due squadre debba essere quella della scuola. L'incontro non ha storia, si chiude con risultato quasi tennistico e suo favore. Tuttavia, al suo rientro l'allenatore dimostra di non apprezzare la sua soddisfazione.

5° episodio: L'orgoglio di Shingo

Ordini superiori al direttore stesso dell'Istituto impongono di sciogliere la squadra di calcio. Shingo riesce anche a superare le perplessità dei suoi sfidanti e convince l'allenatore a giocare una gara contro la prima squadra per misurare le sue reali forze.

6° episodio: Il piccolo Komano

La sfida tra prima e seconda squadra viene ripresa da Ryoko, ma il vero protagonista diventa Komano, il piccolo giocatore della squadra di Shingo che, non sapendo cosa fare, non trova di meglio che infilare il pallone nella sua rete. La sconfitta non dà pace a Shingo che chiede la rivincita.

7° episodio: Il colpo segreto

La delusione per la seconda sconfitta subita porta Shingo a cercare il modo per battere la squadra di Matsuki. Duri allenamenti riescono a dare i frutti: Shingo trova il tiro ad effetto che gli consente di tirare anche se marcato da più avversari.

8° episodio: La sconfitta

Altra sfida, altra prova. Stavolta si oppongono il gioco individuale contro il gioco collettivo. La prima squadra vince di nuovo sulla seconda. Non contento, Shingo accetta la sfida dell'allenatore. Tirare un rigore e cercare di batterlo segnando.

9° episodio: Shingo cambia squadra

Dopo essere statp sconfitto anche nella sfida a due, ai rigori, Shingo decide che l'unico modo per combattere il suo nemico di sempre è imparare da lui. Così decide di cambiare squadra e passare nella sua.

10° episodio: Un dribbling formidabile

Yam Misugi, leader della squadra campione, e grande dribblatore, sfida la squadra della scuola per sondare le capacità di Shingo. L'allenatore accetta la proposta. Intanto il gigantesco Oyra entra nella prima squadra, in accordo con Shingo

11° episodio: I due traditori

Per la gara contro i fortissimi colleghi di Misugi, l'allenatore schiera in difesa sia Shingo che Oyra. Irritati per la sorprendente decisione. il gigantesco Oyra minaccia vendetta, ma Shingo riesce a placare la sua ira.

12° episodio: Fiori per la squadra

Si aggiungono nuove tifose alla folta rappresentanza di sostenitori, ma Shingo si trincera nella sua prensunzione di essere unico e bastare a se stesso per vincere, così la partita contro i temibili avversari viene persa per 6 ad 1. Una lezione contro l'individualismo.

13° episodio: Allenarsi per un tiro efficace

Il racconto del mister sulle Olimpiadi di Città del Messico insegna ai giocatori l'importnaza del sacrificio per apprendere le tecniche basilari del gioco. La nuova formazione prevede in porta Oyda, in attacco Tamaj. Di nuovo entusiasti, i giovani sono pronti per lavorare.

14° episodio: Riserva in panchina

Una decisione davvero anomala, quella di Matsuki: lasciare Tamaj in panchina per spiazzare l'avversario e tenerlo pronto per il finale. Una strategia azzeccata, anche se l'incontro si chiude in parità. Shingo comprende le mosse ed accetta.

15° episodio: Chi è l'eroe?

La notorietà di Shingo aumenta, insieme alla rivalità con i compagni, che si contendono il merito del convicente pareggio contro Misugi. L'allenatore, accortosi della disputa, insiste sull'importanza del gruppo a discapito delle individualità.

16° episodio: Il colpo proibito

Per perfezionare il suo tiro sottomarino, Tamaj inizia un allenamento estremamente duro, che gli avversari cominciano a temere. Il torneo nazionale non è lontano, ma l'allenatore gli proibisce di utilizzarlo.

17° episodio: Il potente tiro

Sfidato da Misugi ai rigori, Shingo perde la gara infilando solo un tiro. La sconfitta cocente porta l'allenatore a far riflettere il ragazzo sul lavoro da compiere sulla tecnica.

18° episodio: Misugi KO

Shingo continua, con l'aiuto dei compagni, l'allenamento per perfezionare il suo tiro. Quando comprende che la potenza del tiro è dato dal peso del corpo, riesce a calciare tanto da bruciare i guanti dell'amico Oyra. Dopo tanto tempo anche la squadra di Misugi viene sconfitta nel torneo nazionale.

19° episodio: Un rivale in pena

Il rimorso per aver causato la sconfitta della sua squadra è così forte che Misugi non riesce a farsene una ragione. In suo aiuto accorre il suo rivale Tamaj, che lo convince della sua forza e della loro positiva rivalità.

20° episodio: Il pallone vola alto

Un nuovo concetto da apprendere per Shingo e compagni: far diventare la palla parte integrante del proprio corpo. Finché la palla volerà fuori dalla mente del calciatore, sarà impossibile poterla avere in possesso.

21° episodio: La scomparsa di Misugi

Mentre gli allenamenti proseguono senza sosta tra scivolate e prove di tiro, si scopre il buon Misugi è sparito. Le ricerche non hanno dato esito e ci si chiede quale possa essere stato il motivo del suo allontanamento.

22° episodio: Il tiro più forte

Un nuovo rivale da fronteggiare, Jamagata. Dal potentissimo tiro, quasi impossibile da eguagliare. Ma il vero cruccio di Shingo è scoprire il significato dell'esortazione del mister: giocare con l'anima. L'incontro con il campione Jamagata lo metterà alla prova.

23° episodio: Il boom di Yamagata

La potenza del tiro di Yamagata sorprende il portiere per ben due volte, poi ci pensa Shingo a risollevare la squadra. Gli avversari si piegano dopo aver segnato ben due reti.

24° episodio: Che fenomeno Tamai!

Il giovane Tamai è terrorizzato all'idea di incontrare il fuoriclasse Misugi. Per fargli superare la paura, il mister Mazuki lo sottopone ad un allenamento faticoso, fino a fargli superare la paura dell'avversario.

25° episodio: Vinceremo Misugi!

L'attesissimo incontro tra le scuole Azakase e Sinsei vede favoritissima la formazione guidata da Misugi che infila per ben due volte la rete di Oyra. Alla fine del primo tempo Tamai promette di rifarsi.

26° episodio: Forza Shingo, siamo tutti con te *

Il secondo tempo è più combattuto del primo. Dopo il gol di Shingo gli avversari segnano di nuovo, ma Shingo trova la grinta per ribaltare il risultato e sconfiggere anche Misugi.

27° episodio: Il portiere fantasma

Il prossimo ostacolo per Shingo si chiama Kamioka, un eccellente portiere così rapido, da essere denominato il fantasma. Per questo Shingo chiede consigli ai suoi amici e rivali per saperne di più.

28° episodio: La presa cieca

Partiti per le finali del torneo nazionale, i ragazzi della scuola Sinsei devono affrontare i temibili avversari della Fuji e Nishi, il cui portiere è Kamioka. Shingo non resiste alla tentazione di osservarne l'allenamento e riceve il richiamo di Matsuki.

29° episodio: Il portiere invincibile

L'incontro con la scuola Fuji e Nishi è un tiro al bersaglio: i tentativi di Tamai di battere il portiere sono vani e la gara finisce con il tennistico risultato di 8-0.

30° episodio: I fratelli infernali

Il passato dei fratelli Kamioka incuriosice Shingo al punto che chiede al suo rivale di spiegargli cosa accadde tempo prima. In realtà è lo stesso allenatore a spiegargli l'incidente capitato tra lui e il compagno prima delle Olimpiadi di Tokyo. Shingo ha un motivo in più per vincere la sfida contro quel portiere.

31° episodio: Il tiro acrobatico

Tamai è deciso a battere Kamioka e per riuscirvi si è messo in testa di sperimentare il tiro acrobatico con il compagno Aota. I due dovrebbero incorciarsi in aria per ingannare il portiere sulla direzione che prenderà la palla. Cosa ardita a dirsi e a farsi.

32° episodio: Tra due campioni

Il nuovo iscritto Taki si fa notare per la sua grande agilità. La sua corsa e la sua potenza sono una vera attrazione per Tamai. Il punto è che il ragazzo non pensa minimamente di entrare nella squadra di Shingo, così esce una sfida.

33° episodio: Il passaggio incrociato

Dopo la sfida reciproca a colpi di pallone, sia Shingo che Taki si dichiarano sconfitti, ma Taki decide di unirsi al gruppo e giocare con loro. E' il compleanno di Shingo, ormai diciassettenne. Per lui inizia una vita da adulto.

34° episodio: Il segreto del padre *

Il pallone regalato a Shingo per il suo compleanno è in realtà un regalo che il signor Nagata, suo vero padre, fece a Shingo prima della scomparsa. Purtroppo, a causa della malattia che si pratraeva da anni, il buon padre affidò il figlio ai signori Tamai.

35° episodio: Linea d'attacco

L'attacco incrociato, che esalta le doti acrobatiche degli attaccanti, non piace all'allenatore, che lo vede un colpo ad effetto privo di efficacia. I ragazzi dovranno lavorare a lungo in vista dell'incontro con la Fuji e Nishi. Quella gara diventerà decisiva.

36° episodio: La grande sfida

Stanco della presunzione dimostrata da Kamioka, Yamagata sfida il grande portiere in una sfida a due su sette tiri. Il portiere bendato riesce a neutralizzare la maggior parte dei tiri e vince la sfida. Anche nella sconfitta, Yamagata sa imparare qualcosa.

37° episodio: Quel diavolo di Kamioka

La sfida tra Azajazee Fuji e Nishi si presenta con elementi di qualità elevata in campo. Misugi fa il possibile per leiminare l'avversario, ma Kamioka dimostra una capacità straordinaria che lo rende imbattibile.

38° episodio: La sfida dei due diabolici fratelli

I fratelli Kamioka sfidano i Superboys in una gara nel giorno del decimo anniversario dell'infortunio del fratello maggiore. Shingo accetta la sfida.

39° episodio: Addio ai rancori

Stavolta è Shingo a spiazzare tutti con alcuni colpi da campione. Kamioka non riesce a neutralizzare il suo attacco incorciato e la sfida è finalmente vinta. I due ex-compagni di nazionale si riappacificano e torna la normalità tra loro.

40° episodio: La pantera del Brasile

In Giappone atterra Ken Santos, un allievo della pantera nera del Brasile, Pelè. Il ragazzo, in cerca della madre, è dotato di una forza incredibile e Shingo gli offre di giocare con lui in squadra. Ken rifiuta, dovendo dedicarsi allo sport professionistico per sopravvivere.

41° episodio: Il grande campione

Dopo Santos arriva in Giappone anche Berè, per ritrovare l'amico cresciuto con lui. Saputolo, anche Shingo cerca di aiutare il campione nelle sue ricerche e parlando con l'asso brasiliano decide di sfidare Ken a una gara a due.

42° episodio: Due grandi campioni

La sfida è sui tiri che ognuno deve respingere. Shingo mette in seria difficoltà l'avversario ma riporta una brutta frattura alla caviglia che viene operata con urgenza.

43° episodio: Il piede d'oro

L'operazione, necessaria per evitare peggiori guai, probabilmente impedirà a Shingo di tornare a giocare. I compagni lo aspettano una volta dimesso, mail loro stato d'animo conosce la vera realtà.

44° episodio: Il magnifico Jeagashe

Per arrivare ad una guarigione completa occorrono cure specialistiche, così viene incaricato il signor Jeagashe, già giovatore anni prima, di seguire Shingo per farlo tornare ai suoi livelli. Il ragazzo parte così per le cure del caso.

45° episodio: Il giaguaro nero

Le cure cui Shingo si sottopone gli danno risultati troppo lenti per i suoi obiettivi, così decide di intensificarli, ben sapendo che stanno per tornare in Giappone Ken Santos e Berè. I tempi però ancora ancora non sono adatti e gli viene imposta la gradualità degli sforzi.

46° episodio: Capire un avversario

I miglioramenti alla caviglia inducono Shingo ad affrettare i tempi per giocare contro Ken Santos. Le ricerche della madre del brasiliano continuano e agli ostacoli calcistici si aggiungono quelli umani.

47° episodio: L'uno contro l'altro

Lottando contro il dolore e contro gli incubi del passato, Shingo riesce a dare ottima prova di sé e ad ottenere la piena stima del tecnico brasiliano. La partita viene vinta dal Ken ma la prova giapponese è ammirevole.

48° episodio: La madre di Ken

Ryoko afferma di aver trovato la madre di Ken, il quale, proprio dopo averlo saputo, le affida una somma da consegnarle per aiutarla. La donna è finita in prigione per debiti non saldati e Shingo accompagna la ragazza a parlarle per saperne di più. La madre tace la verità per evitare delusioni al figlio.

49° episodio: L'ultima sfida

Sayzo e Sasuke, due fratelli identici. Con il loro aiuto si potrà affrontare il Brasile con maggior forza e convinzione. Per l'occasione al gruppo si aggiungono anche Kamioka, Misugi e Yawagata. Una sfida tra campioni di alto livello.

50° episodio: I giocatori del sole

La partita si avvicina, ma il piede destro di Tamai è ancora debole. Il giovane pensa così di allenarsi con il sinistro e da Ryoko, che ha allenato in barca il braccio sinistro, impara come educare l'altro piede. Ne risulta un tiro più potente del precedente.

51° episodio: Piano d'attacco *

La formazione è decisa, Tamai farà il capitano e sarà nel centrocampo della squadra. Al centro dell'attacco, invece, sarà Misugi con portiere Kamioka. Il Brasile approda in Giappone e con questa partita Ken Santos si appresta a diventare professionista.

52° episodio: Il tiro più forte

La partita con il Brasile è all'ultimo respiro. L'attacco giapponese è molto compatto e i tiri di Ken Santos sono davvero imprendibili. Shingo ha la meglio sul brasiliano e riporta la vittoria che lo consacra giocatore migliore. Tamai fa dono all'amico Ken del pallone del padre prima di lasciarlo partire.


Rivediamoli insieme

Sono tanti i momenti da ricordare della serie, ce ne sono tre che meritano più attenzione degli altri.

Forza Shingo, siamo tutti con te!


Dentro la scena

La scena del primo vero tronfo di Shingo. Il suo rivale Misugi ha la peggio. Il fenomeno giapponese finalmente si fa strada.

Il segreto del padre


Dentro la scena

ANche in questa serie abbiamo un segreto che viene svelato, molto prima della conclusione e non certo determinante ai fini della serie. Si direbbe quasi un'aggiunta per movimentare la serie che poteva sembrare un po' monotona senza alcun colpo di scena da seguire. L'economia dei risultati non cambia.

Il piano d'attacco


Dentro la scena

Un esempio di coralità di azione che il nostro Tamai ha sempre ritenuto superfluo fin quando non ha assaporato il sapore amaro della sconfitta.


Bello ma impossibile

Lasciando perdere tuti gli inverosimili salti e le acrobazie circensi di cui la serie abbonda, è il caso di ricordare le maggiori incongruenze che si possono notare:

  • Quando la nazionale Brasiliana approda la prima volta in Giappone, i giocatori scendono dall'aereo con addosso già la casacca per giocare;
  • La nazionale brasiliana negli anni 70 gioca con una improbabile maglia giallo nera.
  • Il maestro di Ken Santos è un certo Berè. Costui asserisce di firmare abiti per il suo sponsor. Egli gira il colletto della giacca che indossa e la firma è quella di Pelè. Un probabile errore di adattamento italiano.
  • Sul terreno di gioco della serie il punto del dischetto del rigore e del centro del terreno da cui battere il calcio d'inizio sono segnate con una vistosa "X".
  • In nessuna partita disputata, nonostante la veemenza di molti interventi nessun arbitro fischia mai falli.
  • Shingo si allena in fiumi e cascate di montagna ma non esce mai bagnato.
  • Ken Santos si allena alle caviglie facendosi passare addosso un'automobile..

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