Il nostro obiettivo rimane sempre costante: cercare di rendere il più fedeli possibili alla realtà delle analisi che rischiano di diventare lacunose ed inesatte per la carenza di elementi contenuti nelle edizioni cui abbiamo assistito all'epoca.
LA RECENSIONE
Questa è la serie "diversa" per antonomasia. Diversa per ambientazioni, per tematiche, per atmosfere, per messaggio di fondo. Procediamo con ordine:
Ambientazioni: la desolazione che si vive sulla Terra, fà contrasto stridente con la serenità che domina sull'Alkadia. Ma perché? Cosa manca alla Terra, cos'ha perso di tanto rilevante? Verrebbe da rovesciare la domanda per dare risposta all'interrogativo: cosa rimane alla Terra, che l'Alkadia possiede? Il vino. La consapevolezza che si è uniti al di là delle differenze (l'equipaggio ne sa qualcosa) di razza, di lingua, di convinzioni, dagli ideali comuni. La Terra è divisa da uno sconcertante ed "annacquato" egoismo, da una miopia che nessuna lente è in grado di correggere. Un'umanità interiormente morta.
Tematiche: eccole le protagoniste assolute della serie. La libertà, il sentimento oltre ogni confine, la fedeltà agli ideali. Impossibile che una serie venga gettata nell'oblìo se fa sventolare, al di là di un teschio sulla bandiera nera, simili valori. Libertà? Ma da cosa? Harlock ha un nemico enorme, insidioso molto più dell'ipnosi di cui sono capaci le affascinanti sue nemiche: la cecità dei suoi conTERRAnei. I primi a fargli una guerra senza quartiere sono gli stessi esseri umani: così intenti alle loro futili occupazioni, da non vedere un pericolo imminente come quello della scomparsa del pianeta sul quale vivono. E non è nemmeno tutto: non si tratta di semplice incredulità, ma di vera ostilità verso un uomo ritenuto pericoloso. I governanti sono intenti ad osservare l'anarchico comportamento di Harlock, ma non osservano la meschinità del loro. Il sentimento domina l'intera scena della serie: unisce la bimba indifesa al suo eroe errante per gli spazi siderali, muove le scelte dei membri dell'equipaggio, accende persino le azioni delle mazoniane contro Harlock. Ovunque c'è sentimento, manca solo sulla Terra, dove solo una nostalgica memoria del tempo che fu, è capace di vivificare luoghi e persone.
La fedeltà agli ideali: quello che l'equipaggio ha, la sua arma in più è l'ideale comune. L'astronave è una famiglia composta dai membri del suo equipaggio, 41 persone (capitano compreso), più il computer di bordo (l'amico nascosto di Harlock), che le avversarie cercano inutilmente: non è un membro comune, è lo spirito che li lega: invisibile ed invincibile.
Le atmosfere: la serie ha una straordinaria forza interna. E' dominata dalla musica: l'ocarina, l'arpa, il shamisen, il filo d'erba. Per quei pochi che non avessero grossa conoscenza di strumenti musicali potrà essere utile un minimo cenno alle loro caratteristiche:
L'ocarina: strumento a fiato, generalmente in terracotta (non nella serie). Inutile sottolineare che nella serie è indissolubilmente legata alla piccola Mayu: piccola, semplice, capace di emanare una melodia dai forellini di cui è dotata che rimane impressa nella memoria di chiunque.
L'arpa: strumento a corde. L'esecutrice stavolta è Met, che allieta il suo comandante immerso nei suoi misteriosi e silenziosi pensieri. Tutti conoscono senz'altro l'ineguagliabile capacità dello strumento di creare atmosfere delicate e quasi malinconiche.
Il shamisen: ha origini giapponesi (se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sulle origini della serie..): strumento a corde molto simile al liuto. Stavolta la suonatrice e Yuki. Pochi fotogrammi nell'episodio a lei dedicato, la dicono lunga sul ruolo della melodia in tutta la serie.
Un filo d'erba: tutti sanno cos'è un filo d'erba, tutti sanno che può suonare, ma pochi avrebbero pensato che in un cartone animato diventasse uno strumento capace di diventare simbolo del legame tra Tadashi e la piccola Gurican. Potenza della fantasia degli sceneggiatori.
Ora sappiamo cosa sono questi strumenti, ma rimane da conoscere il perché della musica nella serie. Non sarebbe bastato agli autori inserire le melodie come colonna sonora della serie? Che necessità c'era di far suonare materialmente i protagonisti? Questi non solo suonano, sono praticamente associati allo strumento. Harlock e Mayu usano l'ocarina per esprimersi l'affetto reciproco: non è un semplice richiamo, è il loro linguaggio. Met se ne serve per riempire di colore i silenzi del suo capitano, al quale ha regalato la propria vita: l'arpa sembra esserne il mezzo per esprimerlo. Yuki suona il shamisen per esprimere il proprio dolore: ha perso tutto, genitori compresi. Tadashi non ha nulla da donare alla sua piccola amica, gli rimane quello che trova nel prato su cui siede, un filo d'erba, e perfino quello, suonando, può esprimere qualcosa.
La scelta, dunque, è tutt'altro che casuale: le note fanno parte dei personaggi da cui emanano, quasi fossero versi di una poesia che recitano, ben al di là delle parole dei personaggi stessi.
Tutti questi elementi rendono la serie unica nel suo genere, al punto che rimane l'imbarazzo nello scegliere se sia la musica a riempire le immagini, oppure le immagini ad accompagnare la colonna sonora, quasi che questa sia la serie stessa. Siamo di fronte ad una poesia raccontata in immagini.
L'Alkadia è stata sopra accostata ad una biblica Arca di Noè. Con quale obiettivo, ora è chiaro: così come Noè ebbe incarico di ricostruire un'umanità corrotta e malvagia dopo il Giudizio Universale, così questo insolito Noè del futuro ha il compito di restituire una vita nuova alla Terra. Il suo equipaggio tornerà su di essa a diffondere valori e gioia ad un'umanità smarrita e disorientata. Harlock incarica la piccola Mayu di fare amicizia con piante ed animali, come in una metaforica creazione che ricomincia dall'equipaggio della nave tornata sulla Terra.
Ma una domanda rimane sospesa allo spettatore: perché far partire Harlock, invece di unirlo ai suoi compagni di viaggio? Senza volerci arrogare alcun diritto di interpretare l'intento del soggettista e degli sceneggiatori, possiamo azzardare una lettura di un finale solo apparentemente inatteso. Harlock non fà altro che tornare nella sua patria, il non-luogo per eccellenza, il cielo. Lì regna il silenzio e non ci sono regole umane da dover rispettare. Lo fa con la donna che gli ha dedicato la vita, Met. Ma la sua patria è quella anche perché Harlock non ha appartenenze, è di tutti. Ora che Mayu è stata restituita alla sua Terra, la sua missione è compiuta. Quest'uomo dello spazio l'ha strappata, come fanno i pirati che si rispettino, dalle grinfie dei cattivi e ora può far ritorno alla sua casa, il luogo più intoccabile di tutti, quello che non ha sede, lì abita il "nostro" pirata nero.
L'ultimo verso della serie, di questa poesia lunga 42 episodi, è dedicato a lui, che si perde nell'immensità dell'universo e che da lì sembra voler fare ancora giustizia su un pianeta che, ai giorni nostri, ne ha ancora un bisogno vitale.