Jeeg Robot: l'eroe della campana di bronzo
di Valerio

Titolo originale
Anno di uscita (in Italia)
Ideatore
Episodi
Sigla

 


L'AMBIENTAZIONE
La serie, nata dalla fantasia dello stesso Go Nagai, autore di Atlas Ufo Robot, non se ne distanzia molto per l'ambientazione :

1- Usanze ed abitudini dei personaggi: è sempre il Giappone che fà da scenario alle avventure ed ai combattimenti di Hiroshi; i riferimenti sono così frequenti ed evidenti che non pare nemmeno necessario citarne gli elementi di riprova.

2- Il rapporto con la comunità: in questa serie è più evidente il rapporto tra la comunità dei cittadini ed il Centro Anti-Atomico, in un certo senso è più verosimile la rappresentazione degli ambienti, il che rende ancora più semplice collocare nel tempo gli eventi.

3- Riferimenti a personaggi noti: abbiamo addirittura tre curiose citazioni nella serie: uno dei personaggi minori, un compagno di classe di Mayumi, nomina John Travolta. Ne deduciamo che gli eventi si svolgano dopo il 1977, l'anno della consacrazione dell'attore hollywoodiano a mito della disco-music mondiale. La stessa Mayumi afferma di voler vedere i "cartoni animati in Tv": ci viene dipinta come una bambina della sua epoca, come lo spettatore che la sta osservando; infine il padre di Hiroshi, il professor Shiba, nomina addirittura Superman, personaggio ideato negli anni '60, ma già diventato icona del super-uomo a livello planetario.

In sostanza gli episodi danno ampi riferimenti a personaggi noti all'epoca dell'uscita della serie: anno 1977-78.


LA TRAMA
Il professor Shiba, padre di Hiroshi, scopre tra gli scavi archeologici in corso nel suo Paese, un'iscrizione riportata su una vecchia campana di bronzo, dotata di enormi potenzialità. Decifrato il testo, lo scienziato ne intuisce il significato ed invano mette in guardia i suoi colleghi, circa il serio pericolo che la civiltà di Himika, risvegliandosi dal lungo letargo, potrebbe costituire per l'umanità. Proprio per evitare che i prodigiosi poteri della campana possano ricadere nelle mani sbagliate, egli fa impiantare nel corpo del figlioletto, in fin di vita dopo uno sfortunato incidente, l'oggetto trovato. Tale evento renderà invulnerabile il ragazzo. Il figlio Hiroshi, raggiunta l'età adulta, si ritrova dotato di poteri e capacità che serviranno a difendere il Giappone e (meglio ancora) la Terra, dai malvagi intenti della regina Himika, in un viaggio lungo 46 episodi (a dire il vero 45 episodi, visto che il 46° è una sintesi della serie).

Personaggi

Hiroshi

Su questo personaggio, indiscusso protagonista della serie, sono state date una quantità spropositata di descrizioni e definizioni: tante, persino troppe, a nostro avviso. Definito come un umanoide, preso per un essere a metà umano e metà alieno, e quant'altro, che per ragioni di sintesi evitiamo di elencare o commentare. Hiroshi è un ragazzo, semplice ragazzo, che per motivi di narrazione viene raffigurato come invulnerabile.

Ma non facciamoci ingannare dalle apparenze: dietro il velo della sceneggiatura ricca ed efficace, senz'altro resa più colorita da questi "accessori" scenografici, si nasconde l'obiettivo ultimo dell'intera produzione di Go Nagai, non nuovo a questi "colpi di genialità". La campana di bronzo è solo un modo figurato per rappresentare la forza di volontà necessaria ad affrontare le prove. E' lo stesso professor Shiba che ce ne dà l'interpretazione reale: l'unica molla necessaria per sconfiggere i "mostri" che ci si trova davanti tutti i giorni, è la convinzione nei propri mezzi.

Hiroshi incarna (essendo un cartone, si fa per dire..) il giovane adolescente che, crescendo, si deve rendere protagonista delle proprie scelte. E' lui che deve lottare, spesso con difficoltà, per superare gli ostacoli che trova davanti a sé. Non è un caso che ogni qualvolta il nostro eroe si convinca delle proprie potenzialità, gli viene aggiunta un'arma nuova, quasi si volesse attuare la coincidenza tra forza interiore e forza oggettiva. Cambia persino aspetto nel tramutarsi in Jeeg dopo circa 30 episodi in cui veniva dipinto in altra maniera.

Ecco il primo elemento di cui tenere conto: siamo di fronte ad una buona metafora della vita del giovane di oggi, metafora il cui insegnamento è valido ancora.

Alcune note caratteriali completano il quadro di un personaggio decisamente impulsivo, irascibile, spesso irruento, ma in fondo altruista e disposto al sacrificio di sé.

Il professor Shiba

E' il cervello pensante dell'intera vicenda, l'indiscusso protagonista delle strategie seguite dal figlio. Ma non fermiamoci alle apparenze. La sceneggiatura lo vede morire presto, addirittura nel primo episodio. Eppure il padre del nostro Hiroshi non abbandona mai la scena, anzi, la morte lo rende come avvolto da una cortina di infallibilità. Con una buona dose di "sana" fantascienza, la sua essenza vitale viene trasferita in un elaboratore elettronico che gli consente di parlare ed interagire con i protagonisti viventi come se fosse in mezzo a loro. Solo sceneggiatura colorata di fantasia? No, proprio no.

Perché decidere di raccontarne la morte al primo episodio per farlo rivivere virtualmente, quando sarebbe stato sufficiente semplicemente non farlo morire? Evidentemente questa è una precisa scelta dell'ideatore, reso a meraviglia dagli sceneggiatori: se non fosse morto, il "nostro" professore non avrebbe costituito il pilastro della serie. Shiba non è altro che questo colosso di saggezza e di acuta intelligenza, non solo per il figlio, ma anche per lo spettatore, che attraverso lui può conoscere la verità degli eventi e delle vicende umane che scorrono davanti agli occhi. Senza di lui, reso immortale dalla stessa scomparsa prematura, la serie non sarebbe più la stessa.

Miwa

Nasce come semplice assistente del professor Shiba : la vediamo sempre nel Centro Antiatomico: sembra esserci nata. Tuttavia, non siamo di fronte alla versione femminile di un abile pilota di un velivolo, Miwa è molto di più. Dal primo all'ultimo istante è compagna di battaglie reali ed umane, di cui seguiamo le vicende e per le quali siamo resi co-protagonisti.

Senza di lei, Hiroshi, che pure resta al centro dell'attenzione, non potrebbe nulla. E' un altro segnale che ricorre spesso nell'intera serie: il più grande degli uomini, persino se invulnerabile, non può nulla da solo. Un'altra costante nelle serie ideate da Go Nagai: il valore della fratellanza tra esseri umani.

Tutti ci aspetteremmo qualche scena con alcuni spunti sentimentali sul rapporto affettivo tra i due compagni di battaglia: niente da fare. Le aspettative sono deluse da regista e sceneggiatori: nessun interesse per questo aspetto. Se qualche ombra si intravede in qualche dialogo disperso qua e là, quest'ombra viene puntualmente eliminata dal precipitare degli eventi.

Tuttavia, sebbene non ci siano espliciti riferimenti ad un rapporto sentimentale tra lei ed Hiroshi, possiamo delineare alcuni dei suoi principali elementi caratteriali. E' una ragazza equilibrata, razionale, disposta al sacrificio di sé e a rinunciare alla propria vita per portare a compimento la sua missione. Non trascuriamo nemmeno la sua parte più femminile: solo la signora Shiba intuisce che dietro il pilota del Big Shooter si nasconde una ragazza con i suoi desideri, le sue aspirazioni, l'esigenza di sentirsi amata. Probabilmente in alcuni dialoghi, che nella versione italiana sono scomparsi, c'è qualche elemento che potrebbe arricchire e cambiare questa descrizione. Se così fosse, saremmo felici di integrarla.

Il professor Dairy

Da collaboratore del professor Shiba, diventa direttore del Centro Anti-Atomico dopo la morte del suo predecessore e maestro. Pur essendone il successore, le istruzioni per il comando gli giungono spesso e volentieri dalla copia elettronica dello stesso professore. Per noi resta il simbolo dello scienziato che si dedica con tutto se stesso alla sua attività.

Signora Shiba

Madre di Hiroshi, quindi moglie del professore. Ha il tipico ruolo della madre che vive per i propri figli. Conosce la sofferenza e il travaglio del figlio che deve accettare la propria condizione di ragazzo "diverso", predestinato ad un compito difficile e faticoso. E' lei ad accogliere Miwa in casa come fosse la figlia, è lei a preoccuparsi per le sorti della famiglia dopo la morte del marito; compiti delicati e scomodi, ai quali non si sottrae.

Mayumi

La sorellina di Hiroshi è la sola, tra tutti, a scoprire solo a fine serie che Jeeg è nient'altro che il fratello, quasi svegliandosi da un incantesimo durato 45 episodi. Vive quindi nel sogno che il suo mito la salvi da tutti i pericoli. E' un po' l'incarnazione dello spettatore giovane che, negli anni in cui la serie attanagliava milioni di ragazzi allo schermo, sperava sempre di poter incontrare, prima o poi, il suo eroe in carne ed ossa.


Don

Dal primo episodio è un rivale di Hiroshi. Tuttavia, pur non disdegnando di commettere più di una scorrettezza in gare non solo automobilistiche, si rivela un amico prezioso di Jeeg: il Mecadon pur essendo più una presenza folkloristica della serie, a metà tra il comico e il ridicolo, interviene nei momenti più critici degli episodi, togliendo più di una volta dalle "spine" ora Hiroshi ora Miwa. Una collaborazione da non sottovalutare. Un'altra dimostrazione, seppure ne avessimo avuto bisogno, che la fratellanza proprio non guasta mai.

Pancho

Il mite collaboratore di Don, più preoccupato del suo indomabile appetito, che di seguire gli ordini del suo "Capo". Invaghito di Miwa, resta al fianco dei nostri beniamini senza (quasi) mai perdere coraggio e speranza.

Hikima

E' il primo dei tre ministri della perfida Himika: si unirà al suo collega superstite, Hamaso, quando si ammutinerà contro l'Imperatore che prenderà il posto della regina. Pur nella sua malvagità di fondo, anch'egli, tuttavia, dimostra di possedere un barlume di umanità e compassione quando libera la ex-rivale Flora dalle grinfie del perfido Imperatore del Drago. Nemmeno il Male, a quanto pare, è irrimediabilmente cattivo nella filosofia di Nagai.

Mimashi

Secondo ministro della regina; morirà giustiziato dall'Imperatore del Drago, in nome della fedeltà giurata ad Himika.



Hamaso

Terzo ministro della regina; dovrà allearsi con Hikima per evitare di rischiare la vita, ovviamente sono alleanze di comodo: nulla di sentito.

Himika

La regina dell'impero Yamatay: spietata e perfida, è il simbolo del male. Morirà uccisa dalla sua stessa volontà di sopraffazione, per mano dell'Imperatore del Drago, da lei invocato.

Flora

Dell'esercito dei malvagi è la figura più positiva: viene dipinta come vittima delle nefandezze dell'Impero Yamatay. Rimane, dopo la sottomissione alle direttive del suo imperatore, una creatura in fondo capace di amare e di sentita umanità. Hiroshi riesce a sfruttarne quel poco che rimane per recuperarla. Morirà per la causa più nobile che conosca: la salvezza di Hiroshi. Il dipingerla esteticamente in modo gradevole è lo specchio di quella non-totale negatività che la distingue rispetto agli altri "cattivi".

Imperatore del Drago

Compare solo negli episodi conclusivi della serie: quanto basta per renderlo indigesto e odioso. Persino la regina che lui spodesta, a confronto con lui, appare più "umana". Morirà per mano di Jeeg nell'ultimo scontro.




Censuriamo la censura


Neanche Jeeg, come d'altronde il suo celebre predecessore Goldrake, è andato esente da censure e critiche.

I combattimenti e le vicende umane

La violenza con cui si svolgono molti combattimenti, gli strumenti di crudele tortura con cui vengono puniti i traditori dell'Impero Yamatay, sono solo alcuni degli elementi che venivano additati come "inopportuni" dalla critica dell'epoca.

Più che la violenza esplicitata, impressionava quella psicologica: lo spettatore non era abituato a vivere drammi (sia pure su carta) come quello di taluni personaggi, spesso di minor rilevanza, che ci vengono presentati sparsi nella serie. Per fare solo qualche esempio: viviamo il dramma della ragazza costretta sulla sedia a rotelle, che fatica a camminare; ancora, viviamo il distacco del bambino in lacrime che vede il padre in pericolo, preso in ostaggio nell'aereo di linea sequestrato da Imika. Non ultimo il dramma di Flora, che perde la vita per salvare un cucciolo di lupo e viene poi costretta, una volta riportata in vita, a servire l'Imperatore del Drago.

Questo, almeno alla fine degli anni '70, poteva colpire il pubblico giovane e portarlo ad immedesimarsi nei drammi che viveva attraverso lo schermo. Ma, come già accennato in altra sede, il nostro intento non è condannare chi ha operato una scelta che ai tempi poteva essere comprensibile: a noi interessa il fenomeno, con tutti i suoi risvolti.

I tagli dall'originale

Ben più grave, di certo, è stata la censura, o per dir meglio, la mutilazione, di interi minuti per alcuni episodi, la cui unica giustificazione sembra essere quella di programmazione televisiva. I risultati sono facilmente immaginabili: la narrazione contiene falle, mancano alcuni "nodi" nei dialoghi che potrebbero senz'altro arricchire il messaggio che la serie voleva trasmettere. Chi ha avuto l'opportunità di guardare la serie in versione originale si sarà reso conto che alcuni episodi hanno durata superiore a quella dei corrispondenti trasmessi in Italia. E' ovvio concludere che nel preparare la serie in Italia tali frammenti sono stati eliminati, e quindi mai doppiati.Per dare un'idea (sia pur vaga) dell'entità di questi tagli, nonché per soddisfare la curiosità degli appassionati incuriositi e infastiditi (hanno la nostra piena comprensione) da queste inspiegabili scelte editoriali, possiamo dire che:

  • Sono molto più numerosi i dialoghi tra il professor Shiba ed il figlio Hiroshi.

  • Miwa ed Hiroshi parlano più spesso tra loro, soprattutto prima di affrontare combattimenti o subito dopo averli conclusi.

    Era nostra intenzione iniziale mostrarne alcuni fotogrammi, tuttavia l'idea si è rivelata, ad un'analisi più approfondita, priva di particolare significato: il taglio non è stato su fotogrammi visivamente rilevanti, ma su dialoghi tra protagonisti. Piuttosto sarebbe idea senz'altro più valida ed efficace quella di sottotitolare queste scene eliminate, in modo da consentire a tutti gli appassionati di conoscere quello che della serie trasmessa in Italia manca del tutto.


    LA RECENSIONE

    Non siamo di fronte ad una serie comune. Jeeg ha fatto scatenare l'immaginazione di tanti adolescenti: persino oggi, a quasi trent'anni di distanza dalla sua edizione iniziale, si può provare l'emozione di rivivere quelle scene, quei sentimenti che si provavano allora. Ma siamo al momento delle analisi. Cercheremo di capire cosa di questa serie ha tanto affascinato e quali siano stati i motivi di tanto seguito.

    Il soggetto: E' cosa nota che l'ideatore è lo stesso di Goldrake, eppure i caratteri della serie sono del tutto differenti. C'è un robot che non è una macchina, ma un essere umano che si tramuta in qualcosa di diverso dal congegno meccanico. Qui il giovane spettatore non sognava semplicemente di diventare il pilota del gioiello tecnologico, ma di diventarlo egli stesso. Con Jeeg l'uomo supera il proprio limite e diventa l'altro con qualità potenziate e quasi inesauribili. I robot della serie non sono raffigurate come macchine, ma come esseri in tutto simili all'uomo. Per certi versi la serie guarda in avanti di qualche decennio: macchina e uomo sono quasi compagni in una lotta contro l'ostacolo comune. Il messaggio diretto ad uno spettatore adolescente, ha un effetto persino moltiplicato. Grazie alle vicende di Hiroshi anche l'uomo di oggi sa (o meglio, dovrebbe sapere) che l'unica arma nascosta non è altro che il sentimento verso chi si ama e la fedeltà ai valori in cui si crede.

    La sceneggiatura: gli ambienti che troviamo sono così caratteristici che diventano parte dei luoghi che ci sono familiari. La base Anti-Atomica, la rampa di lancio del Big Shooter, la motocicletta di Hiroshi, persino il regno sotterraneo di Himika, alla fine sono rimasti nella nostra memoria. I suoni associati ai movimenti e alle armi fanno di questi piccoli capolavori il vero ingrediente in più, l'arma segreta della serie.

    La colonna sonora: pur non raggiungendo la perfezione stilistica delle musiche del predecessore Goldrake, nella serie di Jeeg abbiamo temi che senz'altro accompagnano egregiamente le immagini inviandole all'animo di chi assiste alle vicende narrate. Chi ha la possibilità e la fortuna di ascoltarle nella loro purezza originaria, può testimoniare del fascino intramontabile di quelle note.

    Il doppiaggio: nell'edizione italiana, non possiamo trascurare la perfetta interpretazione di Romano Malaspina, il quale, già noto in Atlas, riesce a non far rimpiangere le gesta di Actarus, ideando espressioni e dando l'anima ad un ragazzo che ormai è scritto nei libri di storia dei cartoni animati e, seppure qui vi fosse omesso, è scolpito indelebilmente nella nostra memoria, che è ciò che più conta. Una nota di grande merito va anche ad Emanuela Rossi (per chi non ne avesse conoscenza è la doppiatrice che presta la voce ad attrici del calibro di Nicole Kidman o di Michelle Pfeiffer) che ci ha regalato una Miwa superlativa e a tratti commuovente: ha dato un volto al lancio dei componenti e ci ha fatto condividere le vittorie del nostro "uomo d'acciaio".

    Le fede religiosa: il valore della religiosità è presente in modo non solo implicito. Mayumi è protagonista della preghiera per salvare Vika dalla paralisi che l'ha colpita alle gambe. La rassegnazione della fanciulla è profonda e la sorella di Hiroshi pur di accontentarla cambia destinatario, rivolgendosi a Jeeg. Ci pensa lo stesso fratello a riportare "ordine" nella sua gerarchia di divinità e dello stesso spettatore magari perplesso. Vika diventa il simbolo della persona sfortunata che ritiene di essere stata dimenticata dalla misericordia divina. Hiroshi diventa così la voce della spiritualità occidentale e offre la soluzione all'imbarazzante interrogativo: l'esaudimento della preghiera si rivelerà solo rimandato, ma tutt'altro che rifiutato. Il finale dell'episodio gli dà ragione.Ancora, la fanciulla ammalata ed identificata con una rosa nera viene immaginata in Paradiso, senza più sofferenze. La serie ha espliciti riferimenti alla religiosità che vorrebbe trasmettere allo spettatore. La signora Shiba afferma in più di una circostanza di voler pregare per il figlio. Si direbbe che la mano degli sceneggiatori abbia puntato buona parte dei riflettori sulla speranza che un messaggio di positività non possa che servirsi di una ingente dose di spiritualità cristiana.

    Ricorderemo a lungo questa serie che ha segnato una generazione di ragazzi così a fondo, da essere commentata e ricordata ben oltre l'anno della sua prima edizione.

    Per dirla in una frase: anche se l'arma segreta è solo una campana e per di più di semplice bronzo, per il suo valore luccica quanto l'oro.


    Rivediamoli insieme

    La serie di Jeeg Robot è ricca di momenti toccanti. Difficile estrapolare qualcosa di unico in una serie già di per sé particolare. A malincuore, abbiamo dovuto limitare a solo pochi frammenti la rievocazione delle emozioni che suscita. Forse rendono meglio il messaggio che proviene dall'intera serie, nella speranza di non deludere troppo chi è legato a qualche altro momento specifico.

    Hiroshi e la guarigione di Vika


    Dentro la scena

    E' tra i momenti più umani della serie: Vika è figlia di un concorrente di Formula 1, che deve vincere per consentire alla figlia di affrontare un'operazione che le restituirà la gioia di muoversi e camminare.

    1- Hiroshi promette a se stesso di farla guarire, ma nemmeno lui si aspetta la prova che dovranno sostenere entrambi.

    2- Jeeg vive la stessa condizione di Vika nel combattimento. Si trova a dover combattere per evitare di soccombere. Le due condizioni sono parallele. Così come il robot viene aiutato dal Miwa a vincere il nemico, così la fanciulla viene aiutata dall'amico Hiroshi per vincere la propria battaglia. Alla fine riescono entrambi a percorrere la loro strada.

    Il segreto della campana


    Dentro la scena

    1- Un dialogo tra coniugi diventa il messaggio di fondo della serie. Il Paese di cui parla il padre è la stessa umanità. Hiroshi, come ogni giovane, è in possesso della chiave per sorreggere le sorti della comunità intera. Ma deve esserne consapevole e agire solo nell'interesse di tutti. Un messaggio che spesso viene dimenticato.

    La sconfitta dell'Imperatore del Drago


    Dentro la scena

    Qualcuno, tra i numerosi appassionati in Italia, potrebbe non ricordare come finisce la serie che vide decenni fà. Abbiamo pensato dunque di riproporre in sintesi e senza montaggi a posteriori la scena finale. Ci auguriamo di soddisfare la curiosità e il desiderio di chi non ha avuto l'opportunità di vederla per intero.

    Non occorrono grandi commenti, ma sembra utile sottolineare che:

    1- Non è Hiroshi a chiedere il lancio dei "missili superperforanti". Un caso? Una semplice dimenticanza? Era quasi sempre stato lui a chiedere l'uso di un'arma. Stavolta è lei a lanciarli e per la vittoria definitiva. I vincitori in questo caso sono addirittura in tre: il professore Shiba, in versione robotizzata, e i due inseparabili compagni di battaglia, anche se il merito va principalmente a Jeeg.

    2- Il padre di Hiroshi rinuncia nel 45° episodio anche alla vita tramite l'elaboratore informatico. Tuttavia, è stato egli stesso ad anticipare al figlio che la vera vita non è quella terrena, nell'episodio precedente. Questo la dice lunga sulla tematica di fondo che permea l'intera serie. Il carico di valori e di speranze che porta, è enorme.

    Ora la vita di Hiroshi non è più la stessa: si porterà il padre dentro di sé con i suoi suggerimenti, la sua preziosa guida, la sua saggezza ed intelligenza. Quel ragazzo spesso immaturo e impulsivo ora sembra proprio pronto per affrontare le prove da solo. La vita di Hiroshi comincia da qui. Con l'Impero Yamatay non si chiude solo la serie, si apre un nuovo ciclo: quello dell'età adulta per il protagonista. Ora l'attende la difficile costruzione del suo futuro. Ora è pronto. Forse anche chi lo ammirava mentre combatteva sullo schermo della televisione può diventare più se stesso. L'adolescente che sognava di essere come lui unendo i pugni per fingere una trasformazione, potrà guardare al mondo con occhi diversi.


    EPISODI
    Nota di redazione

    Gli episodi evidenziati in rosso sono approfonditi nella sottosezione "Rivediamoli insieme".

    L'edizione italiana di Jeeg Robot si compone di 40 episodi: