Ryu, il ragazzo delle caverne: viaggio nella preistoria
di Valerio

Titolo originale
Anno di uscita (in Italia)
Ideatore
Episodi
Sigla iniziale
Sigla finale


 


NOTE DI COSTUME
Non capita tutti i giorni di avere a che fare con serie animate che hanno per protagonista un ragazzo vissuto in età preistorica. Questa serie è tra quelle che rimanevano nella memoria e nel cuore di tanti giovani. All'epoca (il lontano 1979) i ragazzi seguivano le avventure di questo giovane in fuga disperata alla ricerca della madre, nella speranza che fosse ancora in vita. Ma quello che rimase impressa nella memoria dei giovani(ancora siamo a parlarne) erano le tematiche e le atmosfere che il cartone animato riusciva a rendere.

Una curiosità di certo non sarà sfuggita agli appassionati di cartoni e di questa serie in particolare: questa è la serie che vanta la sigla più breve della storia dei cartoni. Un milione di anni fà, cantata da Giorgia Lepore, è diventata celebre per aver reso nostalgiche e poetiche al tempo stesso quelle immagini, così da addolcire una vicenda dal sapore sin troppo movimentato e drammatico. Oggi, proviamo di nuovo a rivivere quelle stesse atmosfere, quei silenzi e quelle trappole, tutta l'avventura di questo coraggioso "ragazzo delle caverne".


L'AMBIENTAZIONE

La serie offre molti spunti per collocarla nel tempo, ma occorre dare ordine e logica agli elementi, per non rimanerne ingannati:

-I dinosauri: questi enormi e a volte mostruosi animali, vissero sulla Terra nel periodo mesozoico, più precisamente sembra che la datazione più condivisa dai geologi sia quella che li colloca tra il triassico e il giurassico. Per dare un'idea a chi non masticasse di ere geologiche, queste creature popolavano la Terra ben 200 milioni di anni orsono (lasciate perdere, sono tanti, troppi per immaginare quanto tempo sia passato..).

- I primi uomini: a parte la scimmia che alleva Ryu, gli uomini che vediamo nel cartone, apparvero sul pianeta circa 1 milione e mezzo di anni fà. Con sembianze certo molto meno aggraziate rispetto a quelle dei nostri beniamini. L'organizzazione in tribù non fu immediata, ma si diffuse per far fronte più facilmente alle esigenze di difesa da animali e per cacciare con maggior probabilità di successo.

- I luoghi: sembra che la serie sia ambientata nell'entroterra di un paese piuttosto aperto a cambiamenti climatici. Attraversiamo deserti, montagne innevate, ci affacciamo addirittura sul mare. I nostri protagonisti sono vissuti lontano dagli oceani, tanto è vero che chiamano lago che non finisce mai il mare che si trovano davanti. Ran deve citare i saggi della sua tribù per insegnare ai suoi che la distesa d'acqua che hanno davanti è salata.

- Le piante carnivore: l'elemento carnivoro sembra una licenza degli autori della serie. Solo l'immaginazione degli sceneggiatori può aver indotto a introdurre piante giganti che si nutrono di uomini. Ad oggi sappiamo che esistono piante carnivore in grado di cibarsi di insetti o al massimo di rane o topi di piccola taglia. Non esistono prove dell'esistenza di vegetali in età preistorica che arrivassero ad aggredire l'uomo.

Le conclusioni: la serie è ambientata all'incirca 1 milione e seicentomila anni orsono. L'approssimazione è d'obbligo, considerando che gli autori non si prodigano nel darci riferimenti esatti. Al contrario, veniamo totalmente spiazzati di circa 200 milioni di anni, mentre osserviamo un tirannosauro che distrugge villaggi e uccide persone, ed un suo innocuo apatosauro che spunta dall'acqua mostrando denti minacciosi che non poteva avere (era erbivoro).

Uomo e dinosauro non ebbero la (s)fortuna di convivere, essendo divisi da un lasso di tempo così ampio che persino nell'immaginarlo perdiamo la nozione della sua consistenza.


LA TRAMA

Offerto in sacrificio al dinosauro Tirano per placarne l'ira abbattutasi contro la tribù presso la quale sua madre è prigioniera, Ryu viene miracolosamente tratto in salvo da un uomo-scimmia. Allevato da questa creatura tanto disprezzata, quanto nobile e generosa, il ragazzo diventa presto adulto. Ma il suo destino, quasi tragicamente segnato, lo porta ad essere di nuovo perseguitato, fino ad essere condannato al fuoco purificatore dall'ennesima ostile tribù di cacciatori. Stavolta si salva per l'arrivo incrociato del tirannosauro stesso, che allontana i suoi nemici e dalla giovane Ran, prigioniera presso di loro. Tra i due nasce un'amicizia resa ancor più solida dalle comuni sofferenze: Ran per il fratellino Don da lei separato in tenera età, Ryu per la madre che non ha mai conosciuto.

Entrambi saranno l'uno al fianco dell'altra nel corso di 22 episodi dal sapore antico, carico di nostalgie, di drammi, di rischi in agguato e di rari momenti di serenità. Una serie tutta da seguire, che riesce a non scadere mai nella banalità o nel sentimentalismo facile.


Personaggi

Ryu

Viviamo l'abbandono forzato del protagonista in tenera età, per via del colore "maledetto" (così lo definiscono) della sua pelle. Verrà allevato da un essere a metà tra una scimmia ed un uomo. La situazione ci ricorda vagamente quella di un Tarzan preistorico, ma le analogie si fermano qui.

Ryu diventa presto l'emblema dell'uomo che deve combattere contro tutto e contro tutti. Tribù ostili, animali e piante feroci, persino la natura sembra scagliarsi contro i suoi intenti e i profondi valori che lo sorreggono.

Sono frequenti e voluti i momenti di abbattimento, di scoraggiamento e di pessimismo del coraggioso protagonista della serie. Egli deve simboleggiare l'uomo chiamato a percorrere l'irto cammino che lo separa dalla realizzazione dei suoi sogni, dal perseguimento dei suoi ideali, anche a costo della vita.

Pelle di leopardo e una lancia sono gli unici strumenti di combattimento che lo accompagnano: sembra un po' poco per vincere tante ostilità, ma è proprio questo l'intento dei soggettisti: l'arma reale e insostituibile di cui lo dotano è la convinzione nei suoi valori, il resto sembra proprio superfluo.


Ran

Non poteva mancare in una serie tanto delicata e drammatica al tempo stesso, l'elemento femminile. Viene consegnata alla storia dei cartoni animati una fanciulla dal cuore generoso e dall'aspetto gradevole e romantico.

Il doppiaggio italiano la affida alla bravissima Emanuela Rossi (basta ricordare Miwa di Jeeg Robot) che le dà la fermezza di una donna tenace e caparbia, ma la dolcezza di una perfetta compagna di viaggio. Ben tre uomini la pretendono come compagna, ma lei, ovviamente, li rifiuta per seguire il "suo" Ryu. La sua famiglia è stata decimata dalle guerre fratricide delle tribù rivali, ma le rimane il fratellino, che incontriamo quasi a metà serie, per non separarcene più.

Ran non è solo una compagna di viaggio, anzi. Gli autori la utilizzano saggiamente per controbattere alle pessimistiche affermazioni del protagonista sul crudele destino che sembra segnarlo. Lei lo rincuora, lo incoraggia, ricorda a tutti che la rassegnazione non giova mai a nulla. Si comprende presto che il sentimento che li lega non è di sola amicizia, ma l'intento degli sceneggiatori non è di incastonare una tenera storia d'amore in un contesto ostile come quello che li circonda. Così ci vengono risparmiate affettuosità e momenti romantici che risulterebbero tanto accattivanti, quanto superflui in una serie che davvero si regge senza necessità di condimenti rosa.

Dom

Il piccolo fratello della fanciulla co-protagonista non è un riempitivo della serie. Si sente un guerriero in erba, un piccolo combattente che dovrà, in futuro, prendere il posto del "primogenito" Ryu. Inutile sottolineare che deve rendere partecipi ed "incarnare" tutti i piccoli spettatori che così vedono ritagliata la loro parte in una serie che per bimbi sembrerebbe avere molto poco, a parte il microscopico Prendidon, inserito ad arte come mascotte.

Kiba

E' un personaggio temporaneo nella serie, ma merita la giusta attenzione e il dovuto tributo. Ha un aspetto rozzo ed austero, ma nasconde un animo generoso ed altruista. Da quando è nato ha un solo obiettivo: eliminare il tirannosauro Tirano. Intanto, non a caso, si allea con Ryu e compagni per riuscire nell'intento, ma dovrà fare i conti con la cattiveria di un fratello verso il quale si sente debitore sin dall'infanzia. Vive di rimpianti, di rimorsi e di sentimenti di rivalsa per quanto avrebbe dovuto o potuto fare e non ha fatto. Lo spettatore lo perdona molto prima del fratello: accoglie i giovani protagonisti esausti dopo l'ennesima traversata e si rivela un loro preziosissimo compagno. La sua morte non lo cancella dalla serie: Ryu ce lo ricorda fino al 22° episodio.

Taka

Scopriamo che è il fratello di Kiba, scambiato al suo posto per essere venduto in tenera età. In comune hanno l'ostinazione ad eliminare il loro nemico: il tirannosauro per quello "buono", Ryu per quello cattivo. Nessuno dei due raggiungerà il suo obiettivo. Pur essendo Taka il "cattivo" tra i due, non siamo di fronte alla malvagità incarnata. Le apparenze direbbero proprio così, ma quelle, come è noto, ingannano. Siamo piuttosto alle prese con un personaggio impulsivo, schiavo dei suoi stessi rancori e del pregiudizio verso un ragazzo che ha l'unica colpa di avere il colore dei nemici della sua gente. Ryu diventa rivale e capro espiatorio al tempo stesso. La sua sopraffazione finisce per rappresentare lo scopo ultimo della sua vita, tanto ultimo da rimanerne egli stesso vittima a fine serie. Non poteva che essere così.

Il tirannosauro Tirano

In effetti può far paura. Simili creature abitavano il pianeta qualche centinaio di milioni di anni orsono, la loro altezza sfiorava i 6 metri, la lunghezza i 14: a sufficienza per starne alla larga. Ma, beninteso, ormai sono visibili solo nei musei di storia naturale oppure in alternativa, in qualche buona produzione hollywoodiana.

La serie ce li mostra in abbondanza e non certo in veste di alleati. Tirano perseguita tutti gli uomini, intere tribù, quasi abbia qualcosa contro di loro. Poi si concentra contro i due avversari più agguerriti: Ryu e Kiba. Per tutta la serie lo vediamo privo di un occhio, il destro, che Kiba è riuscito a colpire in uno dei suoi tentativi di abbattimento. Infine la lotta diventa a due, per la scomparsa del valoroso e rozzo combattente. Rimane il solo Ryu (manco a dirsi) che dovrà ingegnarsi non poco per chiudere la partita.

Detto questo, doveroso per onor di cronaca, andiamo a fondo e vediamo perché un dinosauro, un tirannosaurus rex. La scelta è dettata senz'altro dall'aggressività della creatura, ma il nodo da risolvere si sposta senza sciogliersi: perché creare un nemico, chiedendolo in prestito agli incubi ancestrali della preistoria terrestre, per affidargli un ruolo così negativo?

Il terribile sauro ce l'ha con l'uomo che lo ha accecato. E non si parla del solo Kiba, ma tutti gli uomini, colpevoli di creare inimicizie e distruzione. La potenza del mostro è cieca prima ancora di perdere anche il secondo occhio. D'altra parte non possiamo condannare una creatura simile per le sue nefandezze, quando i primi ad odiarsi reciprocamente sono gli stessi esseri umani. Tirano è l'odio in versione animalesca e gigante, ma non si distanzia troppo dalla cattiveria dell'uomo bestia o dai pregiudizi ciechi di Taka contro Ryu. Il paradosso è proprio lì: è un pericoloso ostacolo, ma odia e distrugge di riflesso, come un pianeta fà con la stella da cui dipende.



Censuriamo la censura

Sempre dal Paese del Sol Levante, dunque sempre violenza e distruzione. Era facile e a portata di mano la critica da muovere ad una serie del genere. Stavolta peggio di qualche robot metallico che sfoggiava la sua arma per disintegrare il nemico cattivo. Qui le cose si fanno "sul serio": qui l'uomo caccia, combatte, muore, con coltelli, lance, bastoni. Nessuna metafora, nessun riferimento che funga da paravento contro le critiche.

In Ryu sembra esserci una violenza che nasce con l'uomo, sembra che senza di esso il mondo possa vivere in pace. Per dirla e farla breve: il problema del mondo è l'uomo stesso.

Non staremo a mostrare fotogrammi con volti insanguinati e ferite in vista: chi voleva vedere ha già visto, e se non lo ha fatto ancora, ha tempo per farlo e giudicare di persona. A noi interessa in questa sede solo sottolineare che la violenza, la crudeltà, la sopraffazione va interpretata e non giudicata per essere condannata, magari senza appelli. Ryu è un guerriero, che deve superare i suoi ostacoli per riabbracciare la madre mai conosciuta. La lotta regna sovrana in una serie che sembra contrapporre l'uomo alla natura, il creato all'essere umano. Un conflitto che ci è ben noto, nonostante dall'epoca della serie siano passati ben 30 anni e un milione e mezzo da quando il "ragazzo dell caverne" doveva lottare per sopravvivere. Dunque, nessuna meraviglia, i signori della guerra, i fautori della distruzione di ogni bene che ci circonda, siamo noi.


LA RECENSIONE

La serie ha un pregio invidiabile: solo 22 episodi che stringono al necessario tempi e significati. Non ce ne vogliano, beninteso, i fans delle serie (Candy è solo un esempio) che dovevano tenere alta la concentrazione per ben 115 episodi, o di quante superano le 100 puntate. Con Ryu il rischio di "stanchezza" da cartoni è scongiurato: non si fa in tempo a sedersi in poltrona che si arriva alla fine, e senza tregua per nessuno. Il disegno è semplice, il montaggio non ha la raffinatezza delle produzioni recenti, ma poco conta, soprattutto per chi vuole (pretende) contenuti e non (solo) apparenza.

Un milione di anni fà, o forse due, c'era chi parlava al vento ed alle stelle.., cantava così Giorgia Lepore all'epoca dell'incisione del vecchio 45 giri, sigla di coda ad ogni episodio. Probabilmente quello che cerchiamo nel cartone animato è proprio racchiuso nei testi, semplici e brevi (davvero brevi, appena 58 secondi di sigla...) che ci facevano immalinconire e riflettere dopo aver visto questo ragazzo preistorico correre su e giù per i sentieri di quella terra. Ma lui non correva per caso, aveva fretta di vedere la mamma separata da lui per uno sfortunato avvicendarsi di coincidenze. Dobbiamo sopraffare per non essere sopraffatti: egli stesso ci fornisce la chiave della lettura dell'intera serie. Risponde così a chi lo accusa di essere troppo combattivo e poco attento ai valori. Ma niente paura, c'è una via d'uscita al tunnel buio che ci costringe a correre prima ancora di sapere dove andare: la convinzione che possiamo credere in un miglioramento. Ran è la portavoce di un messaggio simile. Lei ribatte e porta il suo compagno di battaglia sul terreno della giustizia e dell'assennatezza. La coppia di giovani è il seme dell'umanità sana che tutti si augurano possa, prima o poi, germogliare.

Il bello della serie è proprio in questo particolare: non si perde, non si distrae, ci riporta sempre sul binario iniziale: indagare la ragione della nostra corsa odierna, arrivare alla consapevolezza che correre oggi non è (non deve essere) il correre cieco di ieri. Il premio meritato andrà solo a chi saprà riempire di significato una lotta che spesso diventa impari, insostenibile, insopportabile, ma che, combattuta con le armi giuste, potrà portare a riabbracciare il sogno di ognuno.


Rivediamoli insieme

La serie meriterebbe di essere rivisitata molto meglio di come faremo in questa sede. Sono frequenti gli episodi che rimangono impressi e molti sono i frammenti emozionanti. Abbiamo scelto quelli che possiamo ritenere i più significativi. Tratti dall'inizio, e dalla fine della serie.

Il sacrificio mancato

Dentro la scena

- Per una volta Tirano risolve una situazione diventata davvero complicata. Con il suo intervento il rituale macabro si ferma. Il rogo viene estinto e per la prima volta Ryu incrocia Ran. E' l'inizio di un legame che non si interromperà più fino a fine serie.

- Il disegno riempie di fumo la scena per sottolineare la confusione e la grande incertezza che domina tutto l'episodio. Da questo momento la serie prenderà la sua strada, regalandoci attimi di vera tensione e momenti drammatici.

Nella tana dei lupi

Dentro la scena

- da nemici affamati che erano, ora i lupi sono diventati alleati. Addirittura assistiamo al salvataggio di un cucciolo ad opera del coraggioso Ryu. Viene d'istinto il desiderio di entrare nel video, come qualcuno aveva immaginato di fare, per correre in aiuto del piccolo lupo.

- Ci pensa lui, Ryu ad interpretare il sentimento di ogni spettatore. Ad ogni colpo della mostruosa creatura, tutti si chiedono quale fine abbia fatto la mamma del piccolo animale. Anche il rapporto tra il cucciolo e la madre diventa occasione per ritornare alla vicenda del protagonista: come la lupa, anche la madre del ragazzo sarebbe disposta a sacrificare se stessa per la vita del figlio.

- Ci aspetteremmo che il piccolo si aggiunga alla compagnia e li segua. Ma, a conti i fatti, è giusto che rimanga col suo branco, dove è nato e dove crescerò coi suoi simili.

Verso una nuova vita

Dentro la scena

Siamo nel bel mezzo del duello finale. Lo spettatore è certo che Ryu vincerà il duello, ma non immagina come avverrà. Per questo i volti dei compagni e della madre, assistono alla lotta incerti sull'esito.

- Sul ghiaccio è difficile mantenere l'equilibrio, questo aumenta il grado di incertezza sull'esito dello scontro.

- Il finale è denso di sentimento. Il silenzio non fà altro che riempire di attesa l'evento finale della serie. Da 22 episodi ci si attendeva questo incontro. Ora tutta l'attenzione è rivolta palesemente al come i protagonisti decideranno di congedarsi.

- Resteranno tutti uniti, anche dopo la chiusura delle ostilità. Nulla sappiamo di come proseguirà il rapporto tra Ryu e i suoi inseparabili compagni di viaggio.


EPISODI
Nota di redazione

Gli episodi evidenziati in rosso sono approfonditi nella sottosezione Rivediamoli insieme.

L'edizione italiana di Ryu, ragazzo delle caverne si compone di 22 episodi:

  1. Il sacrificio mancato
  2. Da soli non si vive
  3. La prova delle pietre sacre
  4. Lotta con il mostro
  5. Per centro pelli di capra
  6. Guerra ai limiti del deserto
  7. Sulle orme del mostro
  8. Faida tribale
  9. Lo stregone bugiardo
  10. Gli uomini delle nevi
  11. Rivalità
  12. Amici
  13. La trappola
  14. Vendetta impossibile
  15. Lotta nell'isola felice
  16. L'uomo bestia
  17. Vittime innocenti
  18. La carica degli elefanti
  19. Nella tana dei lupi
  20. L'uomo della foresta
  21. Bianchi alla riscossa
  22. Verso una nuova vita


Bello ma impossibile

Eccoci al momento delle contraddizioni, delle incongruenze. Ciò che segue, ovviamente, non sminuisce alcunché di una serie che rimane valida e memorabile per il messaggio che lascia.

Dobbiamo accettare che:

-I dinosauri convivano con l'essere umano: l'autore si concede questa enorme licenza, compiendo un volo di 200 milioni di anni, fino a far sopravvivere gli enormi animali fino alla nascita dell'uomo o, se si preferisce, retrodatando la comparsa dell'uomo a "pochi" anni prima.

-Gli esseri umani sono presi in prestito dall'uomo odierno, nei lineamenti e nei loro sentimenti. Cercheremmo invano tra i fossili dell'epoca una fanciulla che possa vagamente ricordare la deliziosa Ran o il piccolo Dom. Lo stesso Ryu è reso certamente in chiave anni '7o.

- Scorpioni giganti e gli uomini delle nevi: in due differenti momenti della serie, Ryu si trova davanti creature che sembrano uscite direttamente dai peggiori incubi notturni dei giovani spettatori cui si rivolge. In effetti niente può confermare l'esistenza nel passato di elementi tanto spaventosi, quanto irreali. Sono una scelta di fantasia e come vanno accettati.

Quello che segue, invece, sembra più inverosimiglianza, che libertà narrativa:

- Ryu indistruttibile: il nostro eroe preistorico è così resistente e abile che, pur camminando a piedi nudi per ogni sentiero, non ne risente in minima parte: nessun sopraffiato e nessun inconveniente doloroso alla pianta del piede, su sentieri nemmeno asfaltati..

- Resistenza collettiva: i tre impavidi compagni di viaggio riescono a varcare deserti e ghiacciai senza patire le differenze climatiche. Una semplice pelle di animale li ripara dal gelo e dal sole quasi fossero muniti di pelle spessa qualche centimetro. Potenza dei cartoni..

- Il tuffo di Dom: durante una delle tante traversate, il piccolo Dom finisce in acque gelide per la rottura del ghiaccio soprastante. A quelle temperature e senza equipaggiamento, la sopravvivenza è limitata a pochi istanti. Se la cava con un po' di febbre, che lo lascia in qualche minuto...

- Le cadute di Ryu: il giovane guerriero cade alcune decine di volte da crepacci e rocce scoscese. Se la cava in ogni caso senza graffi e fratture: altrimenti non arriverebbe al 22° episodio tutto intero.

- L'arma di Ryu: nell'ultimo episodio Ryu scopre una nuova arma grazie alla quale riuscirà ad eliminare i suoi nemici. Il fatto curioso è che quando scaglia la pietra per la prima volta contro una corteccia d'albero, l'arma non è acuminata ma fende comunque l'albero. E' diventato proprio insuperabile.

- Lotta su ghiaccio: l'ultimo duello si svolge sul ghiacciaio, dove Ryu vedrà la madre. Più volte trascinato per terra dal nemico, Ryu si rialza e vince: si ignora che il giovane eroe non ha copertura se non la pelle stessa: ma il ghiaccio un tempo non ustionava..?