Umberto Tozzi
di Daniele Moretti
1. GLI ALBORI DELLA CARRIERA


1.1. IL FRATELLO D'ARTE
Umberto Tozzi nasce a Torino il 4 Marzo del 1952.

Come lui stesso ha avuto modo di dichiarare in varie interviste, la sua famiglia non era particolarmente agiata, il padre faceva il poliziotto, la madre non lavorava e badava ai figli.

Umberto è il più giovane dei tre fratelli di casa, gli altri sono Mafalda e Franco.

Quest'ultimo, sebbene nelle varie interviste rilasciate il Nostro non gli abbia mai riconosciuto troppa importanza, giocherà un ruolo assai determinante nell'avviare il cantautore torinese alla professione.

Nato a Rodi Garganico il 26 marzo 1944, il fratello maggiore Franco Tozzi, negli anni 60 lascia il cosiddetto "posto sicuro" alla Lancia di Chivasso per tentare l'avventura musicale con un gruppo di giovani.

Nel 1964 ottiene un primo riconoscimento partecipando al Festival di Castrocaro con il brano "Due case,due finestre" e vince il prestigioso concorso canoro, il che gli spianerà la possibilità di una carriera breve ma ricca di successi.

Infatti l'anno successivo partecipa di diritto a Sanremo e soprattutto al Festival estivo di Saint Vincent, dove pur arrivando secondo dietro la super-star dell'epoca Orietta Berti, sforna quello che ancora oggi è il suo più grande hit , "I tuoi occhi verdi" , con il quale vende circa 800.000 copie e con cui ottiene negli anni '80 uno strepitoso successo alla trasmissione televisiva "Una rotonda sul mare" condotta da Red Ronnie .

Nel '66 partecipa ancora a Sanremo con la canzone "Io non posso crederti" ed ad alcune fortunate trasmissioni televisive .

Nel '67 ottiene un discreto successo con la canzone "Perdonala", tuttavia la sua stella sta lentamente ma inesorabilmente tramontando.

E proprio in questo periodo comincia a collaborare con il fratello Umberto, il quale lavorerà inizialmente nel suo spettacolo live con il gruppo "Il suo primo amore", dove suona come chitarrista, più o meno continuamente, sino al 1975.

Franco Tozzi è stata sicuramente una figura centrale nella vita artistica dell'illustre fratello, del quale forse ha poi sofferto una sorta di "irriconoscenza" .

Del resto lo stesso Umberto in una recente intervista televisiva ha dichiarato di non volerne sapere dei consigli del maggiore, la cui carriera, secondo lui, è stata in qualche modo rovinata o compromessa da diversi errori "strategici" da parte sua e delle case discografiche.

Resta il fatto che probabilmente , senza il successo di Franco, non sarebbe forse mai nata la stella di Umberto Tozzi.

Ultimamente i rapporti tra i due si sono comunque piuttosto risanati ed Umberto nel 1995 ha scritto per il fratello il brano "Ecco Perché" inserito in un suo album inciso per la Duck Record e mai proposto nella sua discografia ufficiale.

 


1.2. LE PRIME ESPERIENZE DISCOGRAFICHE


Nel 1967-68 iniziano le prime esperienze musicali di Umberto Tozzi, forte delle "entrature" procurate dal fratello Franco e di un 'indiscussa perizia musicale come chitarrista.

A parte l'esperienza live con il Tozzi maggiore, che lo porta in giro per il modo con la sua Tournèe , entra a fare parte nel 1968 di un gruppo di giovanissimi , gli Off Sound, con il quale muove i suoi primi passi autonomi.

Era l'epoca dei Beatles e dei Beach Boys, ed Umberto resterà sempre in debito con la grande scuola inglese e americana degli anni '60.

In particolare nutriva una grande ammirazione per uno dei due colossi dei Beatles, Paul McNartey;

curioso è un aneddoto narrato dallo stesso Tozzi, riguardo ad un epico concerto a Venezia, in Piazza San Marco, allorché fu disposto a diversi sacrifici e peripezie pur di ascoltare da vicino il suo idolo.

Per quanto riguarda la scuola americana, in particolare la "west coast", il cantautore non ha mai fatto mistero di nutrire una particolare ammirazione peri il "sound" californiano.

E negli anni sarà proprio un californiano, Greg Mathieson, a firmare come arrangiatore i maggiori successi internazionali di Tozzi.

Nel frattempo si diletta a suonare nella Big Band di Patrick Sampson, sempre come chitarrista.

Nel 1972 inizia un'altra parentesi decisiva nella vita musicale di Umberto: insieme a Valerio Liboni fonda il gruppo "La Strana Società" con il quale arriva al successo con il brano "Pop Corn" .

Il gruppo esiste sino al 1976 pubblicando diversi brani come "Nel giardino di Tamara" e "Una manciata di sabbia".

Poi il gruppo si scioglie e se Tozzi prosegue per la sua luminosa storia, Liboni entra a far parte come batterista dello storico gruppo "I Nuovi Angeli" (quelli di "Anna da dimenticare" e "Donna felicità") .

Le storie musicali dei due non si incroceranno più .

La somma di queste esperienze comincia a far entrare Umberto nei circuiti "giusti" del pianeta discografico.

Nel 1974 insieme a Damiano Dattoli , scrive la canzone "Un corpo,un'anima" che interpretata da Wess e Dori Ghezzi, vince il concorso di Canzonissima, e comincia ad essere valorizzato anche come autore e nel 1975 scrive per Mia Martini la bella "Io ti ringrazio".

Inoltre entra a far parte con il gruppo dei Data che si colloca come "progressivo", della scuderia Numero Uno di Battisti e Mogol.

Con il primo pare che fece una leggendaria scommessa (poi vinta) asserendo che sarebbe arrivato al successo con delle canzoni in giro armonico ( "Tu" e "Ti amo" lo sono, più o meno) e con il secondo collaborerà nell'Album "Aria e Cielo" del 1998 e nel C.E.T. (Centro Europeo di Toscolano, in Umbria) dove svolge le funzioni di Docente.

Alla Numero Uno conosce anche Adriano Pappalardo , nella band del quale si occuperà per qualche tempo di cori e chitarre.

Ci si avvicina lentamente a quello che sarà il momento cruciale della vita di Umberto, ossia l'incontro e poi il lunghissimo sodalizio con Giancarlo Bigazzi, produttore e paroliere, che lo accompagnerà sino al 1991 e all'album "Gli Altri siamo noi".


1.3. L'EPOCA BIGAZZI/TOZZI


Il cantautore torinese raccontò di come, presentandosi a un amico discografico con dei nastri contenenti le idee dei pezzi che faranno parte di "Donna Amante mia", lo stesso gli disse: "Ma perché non te le canti tu queste canzoni ?".

In seguito lo stesso amico lo presentò a Giancarlo Bigazzi.

Da qui nascerebbe anche il Tozzi-interprete, unanimemente riconosciuto come una delle più belle voci maschili italiane degli ultimi 30 anni.

Ma chi è Giancarlo Bigazzi ?

O meglio, chi era prima dell'inizio di questo vincente connubio e della cosiddetta "scuola fiorentina" degli anni 80/90 ?

Innanzitutto Bigazzi era un autore già largamente affermato.

Aveva firmato i grandi successi di Massimo Ranieri ("Rose Rosse"), Riccardo del Turco ("Luglio") e di Mario Tessuto ("Lisa dagli occhi blu").

Poi aveva accompagnato l'ascesa dei fratelli Gianni e Marcella Bella, firmando i loro grandi hit degli anni '70.

Ma Bigazzi scrisse anche per Mina ("Un colpo al cuore") e per i Camaleonti.

Con Umberto Tozzi comincia ad occuparsi anche della produzione, esperienza che continua con Adriano Celentano (per cui produce l'Lp "U-uh") .

La storia più recente, dagli anni '80 in poi, è un susseguirsi di successi discografici : Raf (i primi due album ),Marco Masini, Aleandro Baldi

Inoltre intraprende anche la carriera di autore di colonne sonore per il Cinema e firma quelle di "Mery per sempre" e "Ragazzi fuori" di Marco Risi, nonché dell'Oscar "Mediterraneo" di Gabriele Salvatores.

Infine, famosa è la sua convinta e divertita militanza nel memorabile gruppo degli "Squallor".

Quando incrocia il suo destino con quello di Tozzi, l'autore Bigazzi non aveva ancora esperienza come produttore discografico, ma la stoffa c'è anche in questo ruolo, e non si scappare l'occasione.


1.4. IL PRIMO ALBUM


Nel 1976 esce il primo lavoro solista di Umberto Tozzi.

L'Album si intitola "Donna Amante mia" e l'omonimo singolo estratto ottiene anche un discreto successo discografico.

Ma le vendite dell'Album danno magre soddisfazioni a quello che sarà il duo d'oro degli anni '70, tanto che il Nostro dichiara in un'intervista di "essere stato poi gratificato nel tempo" ..

Il disco non è affatto male e contiene alcune di quelle che sono ancora oggi le "perle" del suo repertorio.

Ma il successo continua ad arrivargli soprattutto come autore più che come interprete.

Infatti nell'album compare il brano "Mi manca" poi portato alla notorietà da Marcella Bella, canzone d'amore con un accattivante refrain e dal testo evocativo:

"..Questo bel ristorante lo sognai…larghi nasi sul vetro io e lei..
..ora mangio e mi manca….
..e mi sento egoista qui con te..uno che fa l'artista e non lo è..
..perché rido e mi manca ? "
" Mi manca il suo ritorno prima delle sei,
mi manca e so di già che la riperderei..mi manca lei.."

E Riccardo Fogli ripropone la canzone con il testo addirittura modificato, e le prime strofe , sopra riportate diventano le seguenti:

Questa sera non dormo a casa mia
Cercherò chi mi tenga compagnia
Ma la voglia mi manca
Quasi quasi la faccio una follia
E mi cerco una donna tutta mia
Ma la voglia mi manca

Ma il vero successo lo ottiene Fausto Leali che interpreta la bellissima "Io Camminerò":

"..La mia donna, la sua allegria..
..che mi riscalderà con il fuoco di un'idea..
..uomo solo ..uomo a metà.. domani nei suoi occhi
tutto il resto affogherà..
E cascate d'amore noi, nell'anima il silenzio da quanto tempo hai ?
Io d'amore ti vestirò ma non mi domandare dove io ti porterò..
Io camminerò, tu mi seguirai…angeli sbagliati noi, ci sarà un cielo ..
.. ed io lavorerò, tu mi aspetterai e una sera impazzirò quando mi dirai..
..che un figlio avrai, avrò"

La canzone utilizza due diversi schemi ritmici: un arrangiamento di archi nelle strofe iniziali in continuo crescendo armonico e l'irruzione della batteria che rende esplosivo il ritornello .

Le ottime caratteristiche musicali del brano unite alla sentita interpretazione della voce possente di Leali né fanno un hit di grande successo.

Anche "Donna amante mia" resta a pieno titolo negli annali della musica leggera italiana:

" Come cresce bene il nostro amore,
non lo voglio abbandonare questo timido germoglio
pelle di velluto non ti sveglio io, con il freddo della brina
penseresti ad un addio..
vado solo a prendere i vestiti ed ad uccidere il passato, ora ci sei tu.."

L'Album è incentrato, senza alcuna vera digressione, sul tema dell'amore .

Quello consumato brevemente sul treno nella ironica "Ripensando alla freccia del sud"

"..Cenerentola stringi il biglietto Palermo-Milano..
i tuoi occhi che cosa hanno fatto per esser veleno !?!
..un marito che a Pasqua non torna, un biglietto firmato due corna..
..Cenerentola scusa se fumo, non posso dormire
io ti guardo e mi sembra anche il treno di donna un respiro
che succede se allungo una mano !?!
..com'è giovane e antico il tuo seno.."

L'intimità perduta raccontata in "Mi manca":

"mi manca una coperta calda come lei, mi manca il suo ritratto sulla libreria
..mi manca l'interruttore che ti da tristezza ed allegria..
mi manca per far l'amore quella spinta sua, mi manca il suo ritorno prima delle sei
mi manca lei, mi manca lei.."

Quello combattuto e tormentato di "Per darti amore":

"Non volevo svegliare nessuno
ma c'era luce alla tua finestra
non ho bevuto, ti amo e basta..
per non morire, tu dimmi resta
..averti ancora è amaro e dolce, è come un figlio che guarisce.
È come avere due cuori, ..è come quando dolcemente muori..."

di "Angela":

Angela, nel cortile comandavi tu
Ora sei lungo il viale un fuoco in più..
..cosa mi dai !?!..due spaghi e una bambola
e cosa vuoi…sposarti e portarti via !?
Angela, inseguendo un automobile
Quello che gridava addio, quello stupido ero io.."

E di "Scegli":

..la sua stanza son due stanze di speranze e di fantasia
parla con il gatto e si mette addosso roba mia
mangia un po' di tutto ed è bella come l'allegria…"

Nel disco infine compare la stupenda "Tu sei di me", di cui riportiamo qualche estratto, e che sarà poi incisa da Gigliola Cinquetti per il mercato sudamericano con il titolo "Frutaflor matutina" che l'interprete incise in un omonimo LP del 1978:

Tu sei di me
la voce che canta
Tu sei di me
la mano che pianta
una quercia bambina, tu sei la mattina
Tu sei di me,
la parte migliore,
tu sai di me
vergogna e paure
rimani per me, respira per me
E ti ho perduta un anno ..ieri
e ancora un valzer di pensieri sei
Tu sei di me
il freddo nel letto
Tu sei, al buio
la mia sigaretta
il cane alla luna, un’altra mattina

Nel complesso un album gradevole, un disco d'esordio perlomeno convincente, dove però gli arrangiamenti si ancorano alla "bella canzone" italiana, senza particolari salti innovativi.

Questo lavoro, con i riconoscimenti avuti, rappresenta però la cartina di tornasole su quelle che saranno le effettive potenzialità (anche commerciali) del fenomeno Umberto Tozzi.

 

2. L'IRRESISTIBILE ASCESA


2.1. IL GUERRIERO DI CARTIGENICA


Il promettente autore/interprete (nessuno all'epoca si sarebbe sognato di definirlo cantautore), si presenta l'anno successivo al Festivalbar di Vittorio Salvetti.

Il brano che porta si intitola "Ti amo", ed è da subito uno dei più gettonati dell'estate, stagione in cui da sempre il mercato discografico italiano entra in fibrillazione.

Ed infatti nell'estate '77 la concorrenza è agguerrita più che mai: Lucio Battisti è presente con "Amarsi un po'", Claudio Baglioni con "Solo", Angelo Branduardi propone "Alla fiera dell'est"..e poi ci sono gli Homo Sapiens con "Bella da morire", gli Alunni del sole con "A' canzuncella" e i Collage con "Tu mi rubi l'anima".

Ma nessuno di questi memorabili brani regge l'urto di "Ti amo", il primo vero ever-green di Umberto Tozzi.

Il pezzo presenta un arrangiamento ed una struttura fortemente innovativi per l'epoca; le sillabe sono usate come "suono" .

Le parole "Ti amo" vengono ripetute oltre 50 volte nel corso della canzone eppure non si tratta di un testo banale, sebbene sia indubbiamente un testo d'amore:

"fammi abbracciare una donna che stira cantando.
e fatti un po' prendere in giro, prima di fare l'amore,
vesti la rabbia di pace e sottane sulla luce…"

ed ancora

" dammi il tuo vino leggero , che hai fatto quando non c'ero
e le lenzuola di lino, dammi il sonno di un bambino.."

fino al ritornello che evidenzia le doti vocali dell'interprete che sale ad altissime tonalità:

"Ti amo e chiedo perdono
ricordi chi sono !?!
..Ti amo, ti amo.."

La canzone presenta un'innovazione vincente nel suo adattare le sillabe al suono ; si ha l'impressione che l'interprete canti "ti amo-ti.." .

Oggi la musica è andata talmente avanti che viene quasi da sorridere di fronte a ciò, tuttavia Bigazzi e Tozzi ebbero l'ardire, all'epoca, di scommettere su una nuova formula/canzone e vennero ripagati, eccome.

Nel corso dello svolgimento delle canzone un ruolo centrale lo svolgono i cori : quando Tozzi si allontana dallo schema melodico iniziale indugiando sul refrain il coro sottostante riprende la melodia (cosa che Tozzi riproporrà poi in diversi brani di successo come "Mama", "Gente di mare" e "Gli altri siamo noi").

Ma la frase che più caratterizza ancora oggi il pezzo, restando nella memoria di tutti è la seguente:

" apri la porta a un guerriero di cartaigienica.."

Parole che riassumono la figura che intende (consciamente o meno) dare di sé nei suoi brani il Tozzi prima maniera: quella del ragazzo-uomo, o se si preferisce dell'uomo forte e nello stesso tempo perdente .

Il cocktail è perfetto, anche perché il Nostro dimostra di saper stare sul palco e davanti ad una telecamera, presentandosi con il classico look corredato da lunghi capelli rossi, e "Ti amo" domina l'estate, diventando il successo dell'anno, e consentendo infine al cantautore torinese di aggiudicarsi il Festivalbar (pare che durante la registrazione della serata finale all'Arena di Verona, dovette iniziare per ben 4 volte l'esecuzione del brano vincente, a causa della base che si inceppava) .

Il brano, anni dopo, venne tradotto da Steve Piccolo per Laura Branigham (la quale porterà in vetta alle charts USA "Gloria") ; la strofa iniziale è questa:

Ti amo, God how I love you so
My heart just won't let go
Day after day I'm still holding on
Even though you're gone

Inoltre nel 1980 venne riproposto nientedimeno che dalla bravissima interprete francese Dalida.

Dalida rese celebre questa canzone in Francia e la fece entrare nell' Olimpo della musica
d'autore francese proponendola in uno dei suoi mitici recital all' "Olympia" di Parigi nel 1981.

L'arrangiamento di Tony Rallo (grande chitarrista jazz) è sostanzialmente
fedele all'originale con una leggera accentuazione delle chitarre e delle percussioni,
mescolate a suoni più elettronici.

La stesura del testo nella versione francese è curata da due autori eccezionali : Pascal Sevran (che è in realtà uno scrittore, un romanziere) e Arlette Tabart, critico musicale, donna di grande talento e di estrema versatilità:

"..Combien de lits et de femmes
as-tu laissé derrière toi?
Oublie que je suis ta femme,
regarde-moi, petit soldat.

Io ti amo,je t'aime
ti amo, je chante
ti amo

alleluia pour le train qui s'en va quand tu restes là
Tu viens gouter sur mes lèvres
le vin léger de chez moi
le bonheur prend la relève,
regarde-moi petit soldat,
io ti amo...

Nello stesso anno Umberto pubblica l'Album "E' nell'aria, ti amo", che contiene, oltre ovviamente a "Ti amo", anche altri numerosi pezzi di buona fattura.

La copertina del 33 giri raffigura il celebre quadro di Monnalisa di Leonardo Da Vinci, e proprio al famoso dipinto è dedicata "Il mistero di Lisa", canzone carina ma non da ricordare particolarmente:

Lisa Lisa Monna Lisa
del sorriso nelle mani del pittore
Lisa vive, Lisa muore
Lisa Lisa misteriosa
i colori del mattino sul tuo viso
nobiluomo fiorentino eri Lisa
come il cielo qualche volta e' rosa

Tozzi comincia in questo LP a toccare i temi "sociali" anche se lo fa alla sua maniera, ossia senza addentrarsi mai in un discorso veramente "politico".

D'altra parte il Nostro in uno special RAI del 1998 dichiara di "non avere grossa stima di chi parla di politica decidendolo a tavolino" .

Viceversa il testo di "Gesù che prendi il tram" esprime una sentita partecipazione al "quotidiano" degli operai delle grandi fabbriche del nord (non dimentichiamoci che Tozzi è nato e vissuto a Torino, e che forse non a caso è tifoso del Toro).

Inoltre nel testo si "dissacra" la figura cattolica di Gesù (cosa all'epoca non particolarmente di moda) che vive, secondo Tozzi, nell'umiltà e nell'onestà di queste figure:

Gesù' che prendi il tram
con la tua tuta blu
e sbirci qua e la' Gazzette dello Sport

Gesù che entri nel bar
insieme col mattino
cornetto o cappuccino tu lo sai
che troppi figli hai

Gesù ’che in fabbrica vai, tuta blu
compagno Gesù
c’è un uomo in meno una vedova in più
quanto dai, amico Gesù !?

la pressa guarda le mani
con troppa avidità
Gesù chi buca le mani tu lo sai
e’ sempre l’onesta’ .

Intimista e malinconico è il testo della stupenda "Dimentica dimentica":

La luce del mattino
e grida di operai
sul dito un maggiolino
e' primavera ormai.
E apro le finestre,
il glicine e' già qui
il mondo si riveste come ogni lunedì.
E l'orizzonte e' libero come un amante che
fa il grande senza accorgersi che prigioniero e'
Dimentica, dimentica che il dispiacere scivola
la mia paura e' vivere, uscire, amare e ridere
e non volare adesso giù
perché accanto a me non ci sei più.
E penso un po' a mia madre
a quella sua mania
diceva" più lavoro più i soldi vanno via".
E vanno le stagioni come motociclette
di giovani spacconi finche' la vita smette.

Un altro tema affrontato dal cantautore per la prima volta è quello della droga, unito alla speranza rappresentata dall'amore nella melodica "Se tu mi aiuterai":

" tu mi hai fatto capire che drogarsi è morire...
Io posso vivere se tu mi aiuterai,
voglio rivincite che solo tu mi dai e
letti morbidi come le nuvole…"

Nel rock di "Signora America" fa la sua analisi della società statunitense:

Signora America, che pelle giovane , che cosce morbide !
Signora America...
Signora America, massaia coi blue jeans, pulita e sudicia
Signora America

100 canali di tv, bevete una coca-cola in più
un coro di bambini ebrei
Toro Seduto, Custer, Robert De Niro, Cassius Clay..."

Soprendente, soprattutto per l'epoca, l'ironica quotidianità "affrescata" in "Sciabada"

Si sveglia il pasticciere
Il metronotte rientra
Dentiera nel bicchiere
La notte si addormenta
Quasi gli stessi odori
Dalle finestre aperte
Frittate e pendolari
Fumo di un giorno in più

Al piano superiore
Puttana e ragioniere
Sognano ancora amore
E splendide carriere
Marta all'interno 8
Si scusa in un biglietto
Di casa se né va
La vita è un varietà..

Le 127, le vendono anche a fette
Andate a lavorare o fatevi sposare
Ah, come mi diverto quando mi guardo dentro
In tutto quel che sono, poco di buono c'è..

Il testo di "Love" si caratterizza come autobiografico:

"..e mia madre lo abbracciò,
nascondendo il calendario
e al mattino disse Oh Dio
...nove mesi dopo io,
...nove ore che le ho detto addio
Love, maglie che non metterò...
...perché pungono d'amore"

Un lavoro che nelle parti testuali fa segnalare un'acquisita maturità artistica, ravvisabile in particolare modo nella varietà dei temi affrontati.

Musicalmente, a parte il caso "Ti amo" e il bell'arrangiamento di "Dimentica dimentica" (che evoca, con ispirazione "sospetta" nella parte degli archi, una canzone degli Eagles), si stenta a fare dei passi avanti, pur restando nei nobili territori della bella e onesta canzone leggera d'autore italiana.


2.2. IL MANTENIMENTO DEL SUCCESSO


Quando un interprete e/o un autore di musica leggera ottiene un successo di vendite (e nel caso di "Ti amo" il successo fu strepitoso), la cosa più difficile è ripeterlo e mantenere o consolidare i consensi di pubblico ottenuti.

Gran parte della critica musicale era pronta a scommettere sulla "occasionalità" del successo di Tozzi, il quale, dall'inizio della carriera sino ad oggi, non ha mai avuto un buon rapporto con i giornalisti né ha mai cercato di sviluppare particolari doti "mediatiche" ..

E invece l'anno successivo, nel 1978, Umberto si ripete con un brano che ottiene grande consenso e ottimo riscontro di vendite, ma che oggi si può definire una canzonetta estiva, seppur certamente accattivante, "Tu":

"..canterò e camminando sveglierò..
..chi sta sognando più di me
..al mondo siamo io e te.. ragazza triste..
canterò la pioggia perché venga giù,
il vento che si calmi un po', il cielo
perché sia più blu e mi sorrida tu..."

Anche in questo pezzo, come nel precedente hit, Tozzi e Bigazzi ripropongono uno schema melodico bipartito alternato tra voce solista e cori.

A questo gioco di rimando partecipano inoltre a pieno titolo anche gli archi dell'arrangiamento.

L'effetto sonoro è riuscito, tanto che ancora oggi il brano è uno dei più applauditi e coinvolgenti nei concerti del Nostro:

L'album omonimo che si intitola appunto semplicemente "Tu", contiene fortunatamente brani di migliore pregio artistico come la misconosciuta "Tu, domani", che rappresenta un dialogo interiore con Dio:

"Tu, perché non si ripeta Buchenwald
e il cervo non diventi un operaio..
..scontento, solo, emarginato ,Tu..

ed ancora:

"..fammi ascoltare ancora "Yesterday"
e poi fammi morire accanto a lei.."

Musicalmente "ispirata" è la simpatica "Perdendo Anna" che ottiene anche un buon successo di pubblico ; l'arrangiamento anni '50 con sfumature jazzistiche particolarmente gradevoli sia nella versione "live" del 1980 che in quella remix del 1999, la rendono una delle canzoni più gettonate dai fans:

"Il dottore dice che ho il cuore
di un atleta e ho tanto da campare

l'acqua e' calda qui in piscina
sto bene eppure sto perdendo.
Anna lo so
proprio Anna però
al Cavour stasera danno
un film che non le piaceva proprio perché ' piaceva a me.

ed ancora

"..se pulissero le strade un po'
dai piccioni della cattedrale allora qui
potrei dormire aspettando Anna lo so'
che lei passa di qui
travestito da ambulante potrei
farle i prezzi a meta' contrattando un po' come piace a lei.."

Da segnalare senz'altro "Zingaro" con un azzeccato arrangiamento volutamente gitano, e un testo che vagheggia l'ideale di libertà connaturato alla vita nomade:

"Zingaro voglio vivere come te,
andare dove mi pare non come me,
e quando trovi uno spazio nella città,
non dare alla giostra il disco di un anno fa.."

ma più significativamente:

" Zingaro senti l'ossido di che sa
attento a non ammalarti di civiltà.."

e ancora:

"Zingaro dente d'oro dell'Ungheria
un piatto dei tuoi fagioli che vuoi che sia
la notte io dormo al fuoco se tocca a me..
ma zingaro voglio vivere come te ..
Abito là ma vengo via
Costa un'enormità e poi non c'è più poesia.."

Il brano è stato poi proposto da Tozzi sul mercato sudamericano ottenendo notevole successo, con il titolo "Gitano":

Zingaro recuerdo en mi niñez
Tu feria, tu caravana y tu carrusel
Mi madre decía, un zingaro nunca va amar
Y ahora que soy zingaro, que dirá?...

Particolare ed ironico il testo di "Hei sole" mixata con "Tu":

"..e poi venne anche Novembre con i ceppi intorno al fuoco,
a far l'amore poco o non te lo ricordi più !?
..lei mi disse sei imponente, o qualche cosa in "ente"..
..piangendo alla finestra la guardavo mentre.."

La canzone "Sogno C.B." , scritta da Euro Cristiani, ed inserita nell'album è dedicata al mondo dei radioamatori:

Io
ricevo chiaro amico mio
il nome in codice che hai
strano non l’ho sentito mai

Sicuramente il Nostro mantiene il successo con un'operazione discografica in gran parte commerciale .

Tuttavia alcuni spunti confermano la validità dell'autore e soprattutto si registra la piena conferma delle sue ottime qualità di interprete.

Si ha comunque ancora l'impressione che Umberto, come altri in quegli anni, dia comunque molta importanza ai singoli e ai potenziali Hits, senza curarsi troppo dell'omogeneità degli album, inserendo troppe canzoni "di riempimento".

 

2.3. L'EPOCA CALIFORNIANA


Dal 1979 Tozzi inizia una proficua collaborazione con l'arrangiatore californiano Greg Mathieson, che apporta nel "sound" Tozziano , novità certamente determinanti nel futuro dell'artista.

Mathieson, oltre al "trascurabile fatto di aver collaborato con Lennon, .Mc cartney & co., è un esponente di quella "west coast music " che il l'artista torinese da sempre ama e cui farà riferimento anche negli anni '90 , e coinvolge nel progetto "Tozzi" anche altri grossi calibri come Lee Ritenour e Mats Byorklund .

Il risultato di questo connubio è l'album "Gloria" che segna un importante passo avanti nella definizione completa del cantautore.

La title-track furoreggia per tutta l'estate anche se Tozzi lascia il passo ai concorrenti Alan Sorrenti e Gianni Togni nella classifica dei singoli.

Nel tempo, "Gloria" diventa una vera e propria "cult-song" che consente all'artista italiano di giungere in vetta alle charts USA con la versione di Laura Branigham, inserita da Giorgio Moroder nella colonna sonora del film campione di incassi "Flashdance" nel 1984.

Il testo inglese sarà scritto da Trevor Veitch:

Gloria, you're always on the run now
Running after somebody, you gotta get him somehow
I think you've got to slow down before you start to blow it
I think you're headed for a breakdown, so be careful not to show it
You really don't remember, was it something that he said?
Are the voices in your head calling, Gloria

Il testo italiano è articolato sulla doppia valenza semantica del titolo inteso e come sostantivo che come nome di donna:

"..per me che senza gloria,
con te nuda sul divano faccio stelle di cartone
pensando a Gloria.."

L'esplosivo ritornello, interpretato magistralmente dall'interprete risulta ancora oggi molto coinvolgente:

"Gloria manchi tu nell'aria,
manchi come sale, manchi più del sole
sciogli questa neve che soffoca il mio petto..
t'aspetto Gloria..

Gloria, chiesa di campagna
Acqua nel deserto, lascio aperto il cuore
Scappa senza far rumore dal lavoro e dal mio letto
Dai gradini di un altare, t'aspetto Gloria.."

Viceversa sono la struttura melodica e l'arrangiamento che rendono questa canzone una delle più conosciute tra quelle italiane del secolo. Il valore del pezzo viene riconosciuto anche negli ambienti della musica colta .

Famoso è l'aneddoto dell'allora critico di musica colta del Corriere della sera, che raccontò di come il grande direttore d'orchestra Von Karajan interruppe un'intervista per ascoltare Tozzi alla radio.

E successivamente fu la London Shymponic Orchestral a concedere a "Gloria" l'onore di una trasposizione sinfonica di grande effetto che il cantautore inserirà nel 1987 nella raccolta "Minuti di un'eternità".

Nell'album, malgrado l'ingombrante presenza dello storico brano , ci sono molti altri pezzi di qualità, a cominciare dalla nota "Qualcosa qualcuno":

"..E si, ti passerà…è malattia,
com'è venuta puoi mandarla via
scompaiono le efelidi di un bel ricordo adolescente qui..
.. si ingoia un po' di amaro e dolce, come serate di provincia.."

e di seguito:

".. Amare cos'è… e' ascoltare in silenzio la luna,
e' perdere te e soffrir senza fare rumore
amare sei tu, rallentato risveglio di un fiore,
amare di più, e' una dolce follia e' anche un po' colpa mia,
che ti amo di più.."

Il bel testo di "Fatto così" non viene coadiuvato da una altrettanto valida parte musicale:

"..Io ti avverto per chiarezza, così puoi andartene, ragazza
sono abituato a fare più o meno quello che mi pare..
e la notte leggo e fumo e poi sono un diavolo al mattino
e bugiardo e immaturo e non so più far l'amore, è vero..

..ma ho bisogno di sbagliare un'altra volta ed ho cercato te
solo non potevo stare e sono qui…fatto così…un po' come te
sbagliata anche tu che ritorni da me.."

Grande successo, anche in seguito in versione spagnola, ottiene "Mamma maremma", sicuramente più frutto della memoria di Bigazzi che del torinese Tozzi:

"E va , il treno sulla spiaggia va..
ma dove sei, estate del '56,
Grosseto è ormai metropoli..

La strada più bianca della vita mia
Mia madre che voleva ti chiamassi zia..
..ma fra di noi c'era un segreto…

Mamma Maremma che allegria
Mangiar polenta in casa tua
Mamma Maremma ,il fuoco a letto
Poggiar la testa sul tuo petto.."

Struggente è la sentita "Valzer" :

" Valzer…camminava proprio come un valzer,
cucinava male come te…valzer, la mattina si svegliava triste
tu col primo freddo ti rivesti, lei girava nuda come un valzer.

Tempo di inverno, tempo di te
Altro lavoro, lasciarti entrare piano in me
Farti un regalo, già fatto a lei
E sentirsi meno solo anche quando non ci sei...

Valzer, camminare e bere a una fontana, bella nel riflesso della luna
io stasera voglio te o nessuna.."

Con "Può darsi" si ritorna ai toni jazzistici e retrò di "Perdendo Anna":

"può darsi che la prenda in allegria
anche perché in fondo in fondo è
meglio se perdo te…

Può darsi che finisca prima il corso
E ritorni presto
Può darsi che l'appartamento è sfitto ti aspetto
Può darsi che è un ritardo quasi normale
E poi tanto vale sposarsi e tua madre risposarsi vuole.."

di buon livello sono anche "Non va che volo" e "Alleluia se ", la più simile a "Gloria" per arrangiamento e struttura , ma con un testo decisamente meno leggero.

"dire addio ad un mondo e alle sue frontiere
dire addio a una moglie dolce e fedele.
Dire addio a mutande di lana lunghe
Dire addio ad un bosco di terra e funghi.
non fa male come dire addio a un ideale.."

Il disco ha pochi punti deboli ma la vera e propria maturazione arriva l'anno dopo con l'LP "Tozzi",

dove l'autore di "Ti amo" si cala definitivamente nell'ambito rock o, se si preferisce pop-rock, abbandonando i toni morbidi a metà strada tra la canzone cantautorale e quella festivaliera .

Il singolo trainante è "Stella stai", come sempre vendutissimo, tuttavia è già un segnale nuovo che il titolo dell'album non coincida con quello dell'hit di successo .

La canzone ha un arrangiamento molto bello e accattivante, l'uso delle chitarre distorte e un sapore country-rock , la rendono piacevolissima anche ad ascoltarla oggi.

Il testo sbarazzino, vuol dire assai poco, ma risulta simpatico:

"..colorando il cielo del sud chi viene fuori sei tu
colorando un figlio si può dargli i tuoi occhi senno', senno'..
che torno a fare a questa porta…voglio tenerti tra le mie braccia..
altrimenti torno a lei, lo sai…per questo stella stai.."

Il lato apprezzabile di "Stella stai" non risiede ovviamente nel messaggio ideologico che non aveva alcuna pretesa di lanciare, ma nella sua struttura che supera l'architettura del formato "classico" strofa/ritornello proprio della tradizione italiana, cosa ripetuta nella similmente roccheggiante "Dimmi di no" :

"Dimmi di no, non morirò…di fuori no…ma dentro un po'
Dimmi di no e così non ci penso più..
Dimmi di no e sparirò quando ci sei tu…dimmi di no

Starò attento a non incontrarti, ad odiarti ci proverò, ma non credo che
Riuscirò…
Oggi con te sarebbe solo amore vero, anche e soprattutto far l'amore.."


Ma nell'album si trova anche una canzone come "Gabbie" dedicata alla dimensione carceraria, dotata di un bel testo significativo ed asciutto e fregiata di uno stupendo assolo di chitarra :

"Natale del '76, fa troppo freddo per Gesù
Che al primo scippo non scese giù
E case popolari su di me, due genitori o forse tre
…brandelli di Sicilia tra le nebbie…suddivisi da gabbie,
ancora son tutti lì che ancora sognano sabbie,
farsi giustizia da sé è diventata una febbre,
ed il coraggio non è che una siringa per me…
..è la legge del menga che in galera si piange..
il ricordo si stinge,
finché una donna si perde se per un po' non si stringe…

..Gabbie, nella mia vita non ho mai conosciuto che…
…gabbie ,se mi aspettasse vivrei ma troppo bello sarebbe,
fammi un favore, Gesù, fa questo gancio che regga…
non mi lasciare quaggiù, non come un'aquila in gabbia"

Molto bello è anche il testo della malinconicissima e travolgente "A cosa servono le mani":

"Mani, non le tue, da quattro sono diventate due
e stanno sempre in tasca chiuse a pugno
ferite dallo specchio del mio bagno..
vorrei strappare marijuana dalla terra, vorrei la pace e poi vorrei la guerra
ma è vero, non possiamo star lontani, in fondo voglio ancora le tue mani

..a cosa servono le mani, per caso le ho sgranchite
e già le rimuovo un po', due farfalle di nuovo ho
voglio uscire stasera che sia primavera o no..

e vai col tango delle mani amico mio ah ah
appoggia il tuo violino sul leggio
del tuo tumore sa tutta l'orchestra, dirigi per il tempo che ti resta..

A che a chi a cosa servono le mani adesso so
A far le corna a dire si o no
A pizzicare un dolce, un culo pieno
A dare un fiore, a dire io ti amo.."

In "Calma" si descrive un irrequieto ambiente famigliare in un pezzo che unisce il classico formato melodico italiano alle più aspre sonorità rock anni '70:

Conta il denaro contante e tu mi racconti i sogni che fai
balle!… con la vita alle stelle, per il tuo parrucchiere
devo vendermi la pelle
e tu tutto il giorno fuori che ci fai !?
meglio che stai zitta o sono guai..

Scusa, qui nessuno ti accusa,
chiuso ti ho portato una rosa
vedi che non sono poi tanto..
..orso e ti penso sempre
e poi tu mi compri solo sorridendo
bando ai discorsi che ho fame anche dei tuoi baci
taci!.. che il silenzio mi piace, prima devo fare in cucina
dici e sei molto bambina, sogni e la luce spegni
perché un po' ti vergogni, fiore dell'amore ".

La delicata "Fermati allo stop" ci regala un ritratto ad istantanee dell'Italia di quegli anni:

"Fermati allo stop di un vecchio amico che ti abbraccia
fermati allo stop dell’onesta faccia di Pertini
fermati allo stop di Petrolini e il grande Pulcinella di Totò

di una fioraia e il suo sorriso
fermati allo stop stop di Monna Lisa il travestito
fermati allo stop stop di una città italiana al sole
fermati allo stop stop della tragedia umana della bomba di Hiroshima
e di Napoli com’era prima"

per poi tornare alla dimensione individuale:

La parentesi nel testo è per te
anima mia e poi dimmi che non ho fantasia
tu sei, tu sei un raggio di luce che parla e che tace
l’unica voce che ho.

In "Nemico Alcol" si parla di "delusioni d'amore", ma soprattutto l'interpretazione di Tozzi rende un testo insipido comunque accettabile e il pezzo più che gradevole, e l'interprete comincia a misurarsi coi registri sino ad allora non del tutto esplorati del "falsetto" :

Stasera è un anno che non bevo più
un anno che tramonta senza di lei
ed è un anno che non vai giù vai
giù nemico alcool nella gola prima che sia lei
a ritornare perché è troppo sola
e accanto a un altro non vola
E invece proprio a quest'ora a letto sta..

L'album indubbiamente più maturo fino a questo momento e il secondo episodio di quella "trilogia Californiana" che si chiuderà con "Notte Rosa" del 1981 (anche se poi Tozzi tornerà a collaborare tout-court con Mathieson nel 1994).


2.4. LA PRIMA GRANDE TORUNEE E IL PRIMO LIVE


Il decennio si chiude con la pubblicazione del doppio-live "In concerto", frutto di una tournée dove Tozzi porta in Italia una band di tutto rispetto con , oltre ai già citati Mathieson, Ritenour e Byorklund , il batterista John Ferraro e Marco Ferradini (quello di "Teorema") in versione vocalist.

Nell'album vengono riportati tutti gli Hits con versioni decisamente migliorative di "Perdendo Anna", "Gloria" e "Io camminerò" mentre da dimenticare è la versione di "Qualcosa, qualcuno" cui Mathieson "dona" inspiegabili tastiere dal sapore hawaiano .

Inoltre tutto l'LP "TOZZI" (con l'eccezione di "Luci e ombre") viene riproposto in veste live acquisendo ulteriore spessore qualitativo.

Lo spettacolo che Tozzi porta negli stadi è qualitativamente molto alto ma il successo di pubblico non è esaltante ed infatti l'anno successivo si "ridimensiona" con una tournée teatrale, come spiega con auto ironia in questa intervista del 1981 trascritta da una fan in un sito non ufficiale:

Lo scorso anno portavi in giro una tournée negli stadi , quest'anno invece la porti in giro nei teatri. Che differenza c'è tra stadi e teatri ? C'era un problema perché io facessi questa cosa negli stadi. Era perché lo stage che avevamo affittato per fare il tour dello scorso anno era talmente grande che non ci sarebbe stato in un teatro e quindi eravamo obbligati a spazi aperti. E' stata un'esperienza sotto tutti gli aspetti positiva anche se non c'è stato il successo di pubblico, però è stata positiva per arrivare a questa soluzione che io ritengo molto più giusta perché è una dimensione che ti fa vivere meglio il pubblico che ti viene a sentire. E' più bello anche per loro stare più vicini , sentire meglio , in un posto più racchiuso. C'è un feeling molto diverso. Almeno sai , artisti del mio livello. quelli che fanno 20.000 persone i teatri non li possono fare


Al di là della battuta, Tozzi esce consapevolmente dagli anni '70 come una indiscussa Super star della musica leggera italiana (l'insuccesso parziale della tournée fu dovuto più che altro ad una ancora scarsa cultura live del pubblico italiano, che aveva cominciato a muovere i primi timidi passi con Dalla/De Gregori e il leggendario tour "Banana Republic") ed avendo assaporato il successo in tutte le salse, entra nel nuovo decennio con la voglia di trovare "nuovi stimoli musicali".

 

3. LA CRISI E LA RINASCITA


3.1. IL PERIODO DI SPERIMENTAZIONE


Nel 1981, continuando la collaborazione con la premiata ditta Mathieson & co., il Tozzi decide di ammorbidire un po' la tendenza rock del precedente lavoro con linee melodiche, generalmente in "tonalità minore" e "new romantic", che ricordano un po’ le canzoni dei Toto (gruppo con cui ha collaborato, non a caso, lo stesso Greg Mathieson) .

L'Album si intitola "Notte rosa" e la title-track resta uno dei più bei pezzi di "rock made in Italy" degli anni 70-80.

La canzone si apre con un Intro di percussioni interrotte improvvisamente da un boato di sferzate di chitarra elettrica, proseguendo poi con un sottofondo di archi che rendono l'atmosfera by night e la voce di Tozzi in un meraviglioso falsetto che improvvisamente si trasforma in una voce rabbiosa nel potente ritornello:

"..Motore danza, sento già che il motore avanza,
respirerò lacrime e aria che mi sbronza,
danza, non potrei vivere abbastanza senza di lei,
non potrei senza una speranza…"

ed ancora in falsetto:

"Eccomi qui...se dev'essere sia…Notte rosa,
prendi, se vuoi, questa vita la mia….sembra esplosa……"

Il pezzo, che dura nella versione originale oltre 6 minuti, si chiude nuovamente con le percussioni in sottofondo e il progressivo sfumare prima della voce e poi degli archi..

L'Album prosegue con "Barbara" , altro pezzo rock molto tirato e zeppo di chitarre dove il Nostro continua la saga delle ballads dedicate a nomi femminili:

"Barbara, tieni la mia immagine,
chiudila nei tuoi occhi a zingara..
Barbara il calendario taglierò in giorni si e giorni no
Mangiando musica
…oh miele di farfalla, lascia cadere una stella
oh miele di farfalla, lascia la notte dov'è.."

La nostalgia di una purezza musicale delle origini emerge in "Amico pianoforte":

"Quanti pomeriggi passati con te di noia e di solfeggio
poi venne maggio e ti lasciai
ti lasciai per code di lucertole, mele acerbe e bagni al fiume
messo da una parte suonavi per lei, amico pianoforte…
Barba sotto il mento, la voce spuntò…fu subito canzone
Primo milione buttato via,
..ti lasciai malato di elettronica ed ora ho la voce di un robot..
E questa domenica è la sola che ho, amico pianoforte
Vengo a trovarti, sei come io ti lasciai.."

Molto successo riscuote l'altro hit estratto dal 33 giri , "Per Angela", che parte con un meraviglioso arpeggio di piano:

"Per Angela dal medico, per Angela i sonniferi,
Per Angela la collera, per Angela che se ne va…

..da questo fumo di gauloise che sta sputando la città
al ritmo dei tergicristalli e verso il nulla di un addio.."

e la voce di Tozzi si fa addirittura suggestiva nell'intermezzo (del tutto simile al famoso"...perché il tempo va sulle nostre vite.." di "Si può dare di più"):

"…E' una storia a forma di canzone...per Angela
può esser tutto anche una delusione con Angela…

E intanto l'edera ricresce e il muro che appassisce
Guarda il nascere del sole lì, come un trionfo liberty"

Le atmosfere si fanno decisamente più soft nella accattivante "Please":

"Chiamami, chiamami, grida, sussurra, telefona
[dammi un quarto d'ora, please…]
Chiamami, chiamami, grida, sussurra, telefona
[e poi dopo smetterò di amarti..]..

una sigaretta e poi …un desiderio ce l'avrei
che parlo a fare, già lo sai
fare l'amore più di ogni cosa…"

e nella dolcissima "Marea" :

"Ogni giorno più mia, mezze scene di gelosia,
pomeriggi in un bar, sorseggiando la tua idea.."

"…marea di fiordalisi stesi a perdita di idea, a perdita di te,
ma se perdo anche te, io chi sono se perdo te,
un delfino in apnea se cambia la marea…

e l'armadio sarà sempre più di tua proprietà
da domani, lo so , starò nelle tue mani

Marea di nuove sensazioni, barconi abbandonati
Che smuovi dentro me,
vecchia fotografia che fa piangere i marinai
pensar mentre ci sei già a quando tornerai.."

Il rock ritorna duro in "Super lady" , mentre "Amantenova" è un episodio contestualizzabile nell'epoca di incisione del disco:

"..Amantenova, amantenova
rimani almeno un giorno ed una notte in prova
…e sempre uova, e sempre uova
dimmi che tu non le sai fare amantenova
che sei vibrante, amante foglia
non come lei carmelitana controvoglia…"

Infine le atmosfere evocano ancora lo spirito notturno in "Roma Nord":

"…Sono a Roma nord, chiamo a gettoni,
poi ti spiegherò, va tutto bene,
torno stanotte ma non aspettarmi,
dormi tranquilla perché…vado piano, fumo e penso a te.."

Un bel disco dove il Nostro sperimenta nuovi effetti per la sua splendida voce e gli arrangiamenti (molto belli) sono addirittura firmati da lui stesso.

Ma la sperimentazione porta Umberto fuori pista con il successivo "Eva" del 1982.

La non eccessivamente memorabile "Eva" parte, come di consueto, con una intro strumentale ben riuscita coadiuvata da un bel coro, poi il cantautore torinese comincia a dipingere gli esiti di un allora probabile conflitto nucleare a cui si contrappone la speranza/salvezza dell'Amore:

"Prima o poi di follia scoppierà mezza umanità,
su di noi stormi di nucleari avvoltoi,
ma l'amore è un Dio e saremo io e te l'arca di Noè
ma l'amore crea e alla fine di questa odissea…sarò Adamo e tu sarai…

una piccola Eva, il nostro amore è l'ultima astronave,
staremo stretti ma ci salverà...come un uovo di eternità…"

Tuttavia il pezzo ottiene un discreto successo (non paragonabile ai precedenti) in Italia e sarà poi ripreso in varie versioni in disparate parti del globo.

Il discorso va già meglio con la godibilissima "Mama" , dove l'incedere del basso e un ottima parte di batteria/percussioni conferiscono al brano una trainante struttura ritmica, e poi l'alternarsi della voce solista e del coro nei vari pattern , conferiscono un riuscito effetto d'insieme(anche questa canzone, con testo inglese di S.Piccolo, sarà incisa per il mercato USA da L.Branighan):

" Mama , l'isola sul fiume mi sembra un seno biondo
la mano conta cento riccioli, centro riccioli

….nel mio cuore c'è un frammento o un ricamo chi lo sa..
…di un'estate tamarindo ..persa tanto tempo fa..
…Mama se parli alla luna di lei, di lei..
..dille che un uomo perdona di più quando non ama…"

L'Album scivola via senza grosse sorprese né forti emozioni, tra molti pezzi senza infamia e senza lode, fino ad arrivare alla bella "Faccia d'angelo" dove Tozzi affronta di nuovo il tema della tossicodipendenza:

" Guardavi il mondo come un angelo,
il tuo ossigeno era il rock, il cinema, l'America..
ora il tuo sogno allucinogeno di eroina senza eroi
si è spento accanto ad un juke- boxe

...una x sulle foto della Polizia…
..io sfiorai la tua mano tesa in galleria
..dammene un po' dei tuoi spiccioli, che ho bisogno di sognare anch'io..

Faccia d'angelo dagli occhi blu, ti ho incontrata mentre già cadevi giù
Gli anni son volati via come allodole,
Faccia d'angelo in che abisso sei, mille braccia, se le avessi, ti aprirei…
Ma chissà in che abisso sei, faccia d'angelo .."

Buoni spunti in "Chiuso":

"Quanto ho bevuto ieri sera !..
che ore sono chi lo sa,
la testa da che parte gira, fermala !

..un'atmosfera irlandese e cielo rosso giù in città..
ho spento i fari sotto casa.."

e nella romantica "Lo stare insieme":

Che cosa non farei, che cosa non ho fatto
E cosa abbiamo fatto ormai per diventar noi contro di noi..

Lo stare insieme a te fu un piccolo universo disperso nella fantasia
Sembrava un Pantelleria,
un aquilone con una catena…

E' lo stare insieme da un'eternità,
è volersi bene che ci salverà…"

Un disco di transizione che Umberto sintetizza in un'intervista coeva così:

Per chiudere in bellezza noi ascoltiamo "faccia d'angelo". Che cosa intendi tu per "faccia d'angelo? Parliamo un attimo dell'album…

Ti faccio un riassunto generale. I testi sono stati fatti pensando a quello che vivo quotidianamente ,che vedo e che leggo sui giornali e alla televisione. Infatti c'è un po' di pessimismo che però credo sia giusto ci sia perché non mi andava di finire questo album dicendo " e tutti vissero felici e contenti " . E' un momento di riflessione dove c'è il problema dell'atomica , dove c'è il problema dello stare insieme ,del vivere insieme , di dividersi e di calpestarsi …degli spazi individuali , dello stress dalla corsa al denaro e tutte queste cose… la vita in città, ecc… Faccia d'angelo è una delle tante storie che sono state fatte sulla piaga della società di oggi che è la droga. E' una ragazza che ha appunto questa , io l'ho chiamata , faccia d'angelo.

L'anno successivo al Nostro mancano gli stimoli per incidere un Lp per cui si getta sul mercato estivo con la orecchiabile "Nell'aria c'è" :

"La notte veste di luna l'alta marea,
mi resta di te il profumo di un'orchidea..

..e nell'aria questo amore,
basta solo respirare..

Nell'aria c'è polline di te,
non muoverti , resta dove sei
ti troverò subito perché..
…nell'aria c'è polline di te.."

Il singolo viene trasmesso moltissimo dalle radio ed ottiene un buon successo, certo è che si tratta niente di più che di un motivetto estivo che lo stesso Tozzi non includerà più in nessuna raccolta e in nessuno spettacolo live.


3.2. IL PRIMO FLOP E L'ALLONTANAMENTO DALLA RIBALTA


La mancanza di idee sfocia in un progetto sfortunato come l'album "HURRAH!" del 1984.Il cantautore piemontese lancia sul mercato un singolo dalla ritmica forsennata("Hurrah!") e con un buon arrangiamento ma anche con un testo "incomprensibile" ai più e comunque vuoto di qualsiasi appeal:

"Facemmo scalo a Dubai,
là dove il tempo vola nel mai
tra le tue dita di calamita…
..e ghiaccio e birra comprai
con vecchie e riciclate ghinee
di nuove idee..

..ma la soave poesia , le vibrazioni di un'Ave Maria,
ed anche se è sera la Guantanamela del vento che va..
sulla cordigliera così..
per vivere basta tu dica di si ed il tempo riparte da qui,

…Hurrah alla marinara,
per te bella prigioniera
per te occhi d'avventura
hurrah! , una notte intera…."

 

Proseguendo nell'ascolto dell'album non si trova nulla di molto più buono, dagli arrangiamenti ai testi si ravvisano gli esiti di una produzione a dir poco approssimativa.

Tuttavia qualcosa di discreto il Nostro riesce a regalarlo, come nella bella "Non ho che te":

"Io sono un uomo del 2.000 di satelliti nel blu
e le mie mani sono terminali di invisibili tam tam
e con il laser del pensiero tecnologico vivrò
in più dimensioni cavalcando le stagioni come un grande re
..uhuh..non ho che te…

E un concentrato di Marconi e di Lutero sarò io
Progetto semplice e perfetto come un uomo deve essere…non ho che te
..e dopo te non ho niente da perdere, né vincere.."

nella ritmica "Fuga in sogno":

"Scapperò da quaggiù, da questo inferno rosa
da una vita in borghese , da una sposa
che tre volte al mese ti prende e si dà.."

nella simpatica "Ci presentò Ugo" e nella significativa " Guardati indietro":

"Quando con una corda al collo guardi giù,
guardati indietro se hai deciso di non starci più…
..dentro al gregge dell'umanità, perché ti annoi , perché non ti va ?"

In "Tre buone ragioni", bella canzone pop, Tozzi si presta al duetto con una voce femminile, l'altro materiale incluso nell'album può essere francamente trascurato.

Le vendite vanno così male che Tozzi, in fondo al suo primo vero e proprio flop, viene nettamente emarginato dal mondo discografico e musicale.

Sono anni totalmente in penombra dove la crisi artistica si unisce a quella personale , infatti Umberto si separa dalla moglie Serafina Scialò (madre di Nicola, il suo primo figlio), cosa che inciderà profondamente nella vita del Nostro che in seguito dedicherà diverse canzoni a questo tema.

L'unico impegno che il cantautore porta avanti nel mondo dello spettacolo è la Nazionale cantanti dove incontra Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri, con i quali, in un clima di amicizia e la stima artistica, nasce il Progetto di Sanremo 1987.


3.3. I CROSBY, STILLS & NASH ITALIANI MANCATI


Nel 1987 lo strano trio Morandi/Ruggeri/Tozzi si presenta a Sanremo da grande favorito e non tradisce le attese. La canzone porta la firma di Raffaelle Riefoli (in arte Raf), Giancarlo Bigazzi ed Umberto Tozzi.

Lontano dalla ribalta da anni, Tozzi riconquista la platea nazionale con un'esibizione perfetta sia da un punto di vista vocale che sotto il profilo del look . Il brano" Si può dare di più" , oltre a vincere agevolmente il Festival, sbaraglia le classifiche di vendita ed è programmatissimo dalle radio.

Musicalmente presenta un arrangiamento molto ben pianificato con improvvisi stacchi di batteria che sottolinenano le esecuzioni dei tre interpreti (nelle parti soliste) e durante le strofe con una bella parte di coro sottostante; il testo, un po' manieristico, punta il dito sulle tematiche sociali della fame nel mondo, la guerra ecc., ed invita ad un generico altruismo:

" ..perché la guerra, la carestia non sono sene viste in tv

ma non puoi dire lascia che sia.., se no né avresti un po' colpa anche tu

Si può dare di più perché è dentro di noi
Si può dare di più senza essere eroi
Come fare non so, non lo sai neanche tu…
..ma di certo si può dare di più…

..perché il tempo va sulle nostre vite
rubando i minuti di un'eternità…"

I tre monetizzano il successo del singolo pubblicando degli album; Umberto pubblica "Minuti di un'eternità", una raccolta che contiene le celeberrime "Gloria", "Ti amo", "Stella stai","Notte rosa"... , ma anche brani meno conosciuti come "Lo stare insieme,", "Non ho che te" e "Perdendo Anna" (ormai i giovani non né sapevano più nulla).

Il retro del 45 giri contiene invece un bel pezzo di Enrico Ruggeri, anch'esso interpretato dai tre amici, "La canzone della verità":

"[canta Morandi] Ho passato certe notti che facevo sempre mie…

..le sconfitte, le vittorie e le mie poesie
tra le pieghe della vita, quanto dura una partita
ma me maschere che indosso non mi cambieranno mai

[canta Tozzi]quanta strada che ho lasciato, quanti posti ho conosciuto
quante volte ho traslocato per cercare di più
sempre a correre più forte non sapendo dove vai
ma la macchina del tempo non mi condiziona mai..

[canta Ruggeri]..Uomo no, non è soltanto un fatto di velocità
non à la notte che verrà, che ci fa sentire così fragili
che ci toglie felicità, la verità è che noi non abbiamo mai..verità.."

In un'epoca in cui i singoli vittoriosi di Sanremo se erano "successi" vendevano ca. 10.000/15.000 copie, "Si può dare di più" né vende 250.000 tra Europa e Giappone, e fa passare la CGD direttamente dalla cassa integrazione ai doppi turni per far fronte alle richieste (gratitudine per Tozzi, in futuro, proprio non ce né sarà).

Ma quest'esperienza avrebbe dovuto avere un seguito, per cui si riportano alcune dichiarazioni rilasciate da Ruggeri sul suo sito ufficiale:

"Potevamo essere i nuovi Crosby Stills e Nash" ricorda Enrico "tre carriere parallele che ogni tanto si incontrano per un progetto comune.E per un momento abbiamo creduto che questa pazza idea potesse anche funzionare...".
"Effettivamente" dice Ruggeri "questa idea nata con grande entusiasmo prevedeva anche un seguito. Si era pensato ad una serie di concerti da fare in tre da cui trarre un album dal vivo nel quale ognuno cantava le canzoni dell’altro... ricordo che Umberto voleva per sé "Il mare d’inverno", io "Dimentica dimentica", poi tutti e tre avremmo fatto "Un mondo d’amore"... insomma, una cosa decisamente divertente. Avevo anche scritto un pezzo apposta, La canzone della verità (che è cantata in tre solo nel singolo, ma non nell’album di quell’anno Vai Rrouge) dove, con riferimenti piuttosto evidenti, la prima strofa era destinata specificatamente a Morandi, la seconda a Tozzi e la terza a me. Invece poi le pressioni esterne iniziarono a farsi pesanti, la CGD era allora in mano a dirigenti che non avevano alcuna sensibilità e che fecero di tutto per spingerci a sfruttare nella maniera più biecamente commerciale un progetto nato dall’amicizia, prima ancora che della grande stima professionale che esisteva tra noi. Un’idea ’pulita’ che non poteva e non doveva diventare qualcosa che finisse per prestare il fianco a critiche di speculazione. Alla fine Gianni fu il primo a dire basta: non potevamo veramente rovinare tutto facendo la maglietta o il cappellino del trio, il poster del trio, la pubblicità in trio o chissà cos’altro, cosi decidemmo, in perfetto accordo (e, almeno questo, fu molto bello), di rinunciare a tutto il progetto. Fu veramente un peccato. Come una volta mi disse Gianni, tutto quello che lui ha poi fatto con Dalla poteva accadere nella stessa maniera, con noi, in quell’occasione...".


3.4. LA DEFINITIVA CONSACRAZIONE


Al trionfo sanremese segue per la carriera del grande cantautore un altro periodo simile a quello 1977-1980, in cui tutto quello in cui era coinvolto, anche e soprattutto commercialmente, diveniva oro. Ma la sostanziale differenza era che adesso Tozzi aveva acquisito una maturità artistica che gli consentiva di esprimersi a livelli complessivi molto più alti .

Nello stesso anno in cui pubblica la raccolta "Minuti di un'eternità" , pubblica anche lo splendido LP "Invisibile", composto da tutti brani inediti, cui collabora anche Raf nella fase compositiva. L'album parla, in principale maniera del rapporto di coppia visitato in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue fasi.

Non mancano però episodi dedicati al sociale ( "Al sud") e con la canzone "Io no" Umberto rinnova artisticamente il suo impegno pubblico contro la tossicodipendenza, firmando la sigla di chiusura del "Processo del lunedì" di Aldo Biscardi:

"..con te mi sento in bilico tra essere e non essere….

E poi:

"..io ti sputerò perché tu sei veleno,

ora io lo so di te né posso fare a meno,
io mi butterò da questa folle auto in corsa,
io sarò diverso e non ci cascherò mai più…"

Il disco si apre con il pezzo di lancio radiofonico "Se non avessi te" , gradevole canzone d'amore:

"E' la verità, tutto è chiaro dentro me
morirei finché c'è vita se...non avessi te

forse me né andrei in un'altra e mi ci perderei
per cercare quello che non c'è se non avessi te…

Io non so, tu non sai, dove, come, quando ti incontrai
Ho pensato addirittura che fossi un giorno diventata in me…"

Si cambia poi totalmente registro con "Canzoni solitarie", pezzo che usa innovative soluzioni armoniche e dove la voce graffiante di Tozzi si esprime al meglio:

"Lavoro troppo fino a non poterne più,
scappo da tutti e qualche volta anche da me…

..gli altri mi sembrano tutti robot che vanno a pile
su quei motori che mangiano un po' di questo cielo
chissà per quanto potrò sognare a vela…
…sono canzoni del cuore per cui non c'è mercato,
pubblicizzarle davvero non puoi, come un gelato,
restano dentro di te, dimenticate

..Non si sente ma è nell'aria e la notte si profuma
..di presente e di memoria che soltanto all'alba sfuma
è l'illusione ed altre storie, una strana razza di canzoni solitarie.."

Si prosegue con "Al sud" pezzo dedicato ai sapori mediterranei contrapposti al soffocamento delle metropoli moderne:

Non sono più città ma botti per aringhe
E morti in libertà che vivono di gas
…il seme che ci dà giardini di siringhe,
e questa società dei soldi e dello stress…

..voglio andarmene giù forse dentro di me
..voglio andare più a sud e portarci anche te
verso un cielo che sia più profondo e più blu
sono già sulla scia che mi porta al sud…

Lascia che il tempo muoia e lascia che il vento sia,
bambini su di un'aia, un cane che ci abbaia
e occhi di marea, capelli quasi blu
il sogno si ricrea, là dove comincia il sud…"

A parte un bel coro, da segnalare un'ottima parte per gli "archi" e una bella intro di basso iniziale.

Il "Side A" si chiude con una stupenda canzone d'amore, "Eclissi":

E' un'eclissi parziale d'amore,

ma vedrai prima o poi passerà,
non so dirti che cosa in particolare
ma è qualcosa tra noi che non va..

non può essere andato lontano,
questo amore che avevo per te,
tornerà come un fulmine a ciel sereno,
tornerà ma stasera non c'è…

ritornerà l'estate scorsa quando noi due
tra il sole e i sassi,
ci siamo amati fin quasi a disidratarsi,
ma adesso c'è l'eclissi

è il mio cuore che oscura il tuo cuore,
è il tuo sguardo che guarda al di là…"

Il secondo singolo (uscito poi anche in versione remix curata dall'allora musicista e collaboratore di Umberto, Marco Masini) che ottiene grande successo è "Immensamente", canzone probabilmente dedicata alla ex-moglie ( come molte altre nell'Lp, cosa comunque negata da Tozzi a domanda diretta), che apre il secondo lato.

L'introduzione suggestiva chiusa da un bell'arpeggio di tastiera lascia spazio alla voce che canta su registri "perfetti" per l'interprete:

"La notte si è appena spenta,
e sono qui senza di te,
più te ne vai e più ti sento
più non ci sei, più sei con me…

…mi ci vorrebbe un'altra eternità.

Quanto ci ho messo per amarti come sei

Le notti le lavorerò, i giorni a volontà

Ma con un'altra no, io con un'altra mai…

In me , immensamente

Ma quante luci ho acceso e rispento,

immensamente in me…

in questa notte senza di te

In me, immensamente

Di sbagli che tu hai fatto mi pento

perché ti sento dentro di me…"

La title-track è forse una delle più belle canzoni scritte dal cantautore torinese. L'arrangiamento jazzistico e la voce molto ben curata in una delle più sentite e riuscite interpretazioni, favoriscono un ascolto sempre molto gradevole, con un testo originale:

"Invisibile, io vorrei essere invisibile
per stare sempre accanto a te
che non ti accorgi mai di me

Invisibile, è il gioco di chi non sa perdere,

la fuga dalla realtà, di chi l'amore più non ha..

Ogni notte e ogni giorno, ogni estate ed ogni inverno
Fermo in questa dimensione, invisibile padrone d'essere
E al tempo stesso di non essere, per chi l'amore più non ha
È meglio niente che metà..

Io ti seguirò dovunque te ne vai,
e ti combinerò gli scherzi più cattivi ed inspiegabili,
nasconderò chiavi e telefoni, per stare sempre accanto a te
che non t'accorgi mai di me.."

In "Un amore difficile" il riferimento alla situazione privata è forse ancora più evidente:

" Com'è difficile trovare un appartamento da affittare per il nostro amore
..non vogliono cani, gatti né bambini ma soltanto un mare di quattrini…e chi ce li dà..

stiamo qui in pensioni provvisorie, non si riesce a far l'amore quando scricchiola il parquet..
penso a te col tuo piccolo stipendio che risparmi e che rammendi..

Com'è difficile questo amore, amore mio
È una scommessa a chi per primo dice addio,
eppure abbiamo sconfitto invidie e gelosie
diseredati da amici e vecchie zie…"

L'album ottiene un discreto successo di critica e di vendite e consolida le quotazioni del cantante.

L'anno seguente Umberto si presenta insieme a Raf all'Eurofestival, e i due si classificano al 4° posto con il pezzo "Gente di mare" che scala le classifiche di mezza Europa.

Il pezzo, nella struttura molto simile a una precedente vecchia canzone dello stesso Raf ("Sabbia nei bar", inclusa nell'album "Svegliarsi un anno fa", dove Tozzi suonò le chitarre), parla, come dichiarò Tozzi in varie interviste, del rapporto con il mare, sempre un po' vagabondo e esploratore, che è proprio del popolo italiano :

"A noi che siamo gente di pianura, navigatori esperti di città
il mare ci fa sempre un po' paura per quell'idea di troppa libertà..

eppure abbiamo il sale nei capelli, del mare abbiamo le profondità
e donne infreddolite negli scialli che aspettano che cosa non si sa…

oppure:

gente che muore di nostalgia, ma quando torna il giorno dopo muore
dalla voglia di andare via.."

L'arrangiamento in stile blues e la perfetta integrabilità delle voci dei due interpreti consentono ad Umberto di aggiungere ancora un tassello alla sua ritrovata popolarità.

E infatti l'anno dopo pubblica un doppio live che resta per mesi in top 20 e che contiene tutti gli hits di Umberto proposti in un concerto al teatro londinese della Royal Albert Hall, che da il titolo alla raccolta che infatti porta questo titolo, "Royal Albert Hall".

Tozzi da sempre grande venditore di dischi, era però considerato, in Italia, più che un vero artista, un ottimo artigiano.

La considerazione e il rispetto di cui gode all'Estero, ancora oggi non gli sono egualmente tributati da parte della critica musicale italiana che continua ad inserirlo nel filone italo-pop di Eros Ramazzotti, Laura Pasini ecc. ecc.

Tuttavia la maggior parte dei critici, superata la iniziale diffidenza, cominciano in questi anni a deporre parzialmente le armi, e a riconoscere alla proposta musicale di Umberto una validità che trascende le stagioni e i gusti musicali del momento.

In pratica ormai Tozzi diventa anche per la critica un "cantautore" non nel solo senso tecnico del termine, anche se gli "impegnati" continuano a rimproverargli la mancanza di temi politici o sociali (perché probabilmente non hanno mai avuto modo di ascoltare per intero i pur vendutissimi album),

e il riprovevole fatto di vendere milioni di dischi .

 

4. LA ROTTURA CON BIGAZZI E I NUOVI SUCCESSI


4.1. UN ADAGIO PER DIRTI ADDIO


In quegli anni Bigazzi aveva formato a Firenze un vero e proprio clan. Al di là della sua annosa collaborazione in tandem con Umberto, produceva i dischi di Marco Masini, Raf, Mia Martini ma anche di Paolo Vallesi, Aleandro Baldi, Alessandro Canino, Danilo Amerio

Avendo deciso per la seconda volta nella carriera di presentarsi a Sanremo Tozzi aveva scelto un brano già composto dal produttore/compositore toscano: "Un adagio per dirti addio". Questo pezzo, per motivi ancora oggi non del tutto chiariti fu dato dallo stesso Bigazzi a Marco Masini, che lo presentò al Festival nella versione che tutti conosciamo di "Perché lo fai !?"

Tozzi si risentì molto di questo episodio e nonostante l'ottimo successo riscosso comunque a Sanremo, il rapporto tra i due si interruppe clamorosamente. Doveva essere più una questione di principio che di altro, anche perché Umberto si presenta al Festival con "Gli altri siamo noi" e pur non salendo sul podio esce come "vincitore morale" , vendendo moltissime copie, ed essendo poi premiato al Premio Recanati per il miglior testo dell'anno per la seguente frase:

"..i muri vanno giù al soffio di un'idea
Allah come Gesù in chiesa o dentro una moschea.."

La canzone fu una delle cose italiane più interessanti del 1991; a partire dall'aspetto musicale concepito con il solito schema alternante voce solista/coro tipico del Nostro, ma anche con l'utilizzazione di sonorità e strumentazione "etnica". Il testo "ecumenico" non è avaro di spunti interessanti:

"..con gli altri insieme a me per fare la città,
con gli altri chiusi in sé che si alzano al sole come fiori quando..
si risvegliano, si rivestono, quando escono, partono, arrivano
ci somigliano angeli avvoltoi,
..come specchi gli occhi nei volti perché gli altri siamo noi"

ed ancora:

"..forse rondini , foglie d'Africa ci sorridono di malinconia.."

"..famiglie di operai licenziati dai robot
e zingari dell'est in riserve di periferia..
siamo tutti vittime e carnefici
ma tanto prima o poi gli altri siamo noi…"

L'album "Gli altri siamo noi", completa la maturazione artistica del Nostro, a partire dalla bellissima "Un fiume dentro il mare":

Ti voglio rivedere
e poi la smetto di telefonare
Ti aspetto ormai da giorni e settimane
ti aspetto come il mare aspetta il fiume
e il fiume si risveglia
nel cielo di una nuova primavera
e corre con la fretta e con la voglia
di vivere e morire dentro il mare

Per te
per te
ora rifiuto le carezze
e sono avvolto da incertezze
e sono sempre a lavorare
e non ho fatto più l'amore
Per te

Un fiume dentro il mare
ecco che cosa amore di noi due ne voglio fare
parlare coi tuoi occhi senza dirti una parola
dei nostri corpi farne una persona sola
perché
perché'
il mondo l'ho girato tutto
in quel minuto dell'addio
innamorato e maledetto
ecco che cosa sono adesso io

Si prosegue con "La strada del ritorno" dedicata alla mancanza del figlio e della compagna:

"..un bambino coi tuoi occhi apre,
[no, la mamma non c'è…lei chi è !?]
..nessuno ormai, nessuno ormai…"

Il tema dell'adozione è sfiorato nella divertente "Ciao Lulù":

Lulù di mandorla ha gli occhi
abbandonata a Shangai
che rompi quello che tocchi
ma e' tua questa casa da quando ci sei
Lulù che parla italiano
sa dire solo papa'
Lulù che guarda lontano
noi ci torturiamo
a chi penserà
alle foreste distrutte
al sole di Saigon
ad un naufragio di notte
poi prende l'orsetto e ride di noi

Ed ancora:

Devi mangiare la pappa
non ricattarmi Lulù
sempre qualcosa che scappa
bisogna dormire ma quando vuoi tu.
Lulù che abbraccia il cuscino
sono geloso di te
ti vedo già signorina
gli rompo la schiena a chi ride di te

Un altro hit di successo, dopo "Gli altri siamo noi", è anche "Gli innamorati", canzoncina alla "Tozzi-prima maniera" ispirata ai famosi versi di Prevert:

Nelle terrazze d'estate al blu
bevendo notte e felicita'
convinti di non morire più
nei lunghi inverni delle cità

Gli innamorati con piccoli voli
galleggiano un metro più in su'
e della vita si mangiano il miele
e a noi non ne lasciano più

Gi innamorati si inventano il sole
nei freddi grappini di un bar
ladri sfacciati di baci e parole
che scappano dalla realtà

Si va poi a "L'amore è quando non c'è più" , bel rock and roll anni '70 che fa parte di quel vecchio materiale lasciato in disparte che il cantautore inserisce nell'album e alla contemplativa "Io cerco me":

Nella cattedrale del silenzio
Le tue labbra della verità
Sciolte nel sorriso dell'inizio
Sveglio nel domani che verrà
Io cerco me nell'anima , nelle odissee degli uomini
E a modo mio, se ancora c'è, io cerco un dio..

Una quotidianità di rapporto di coppia viene poeticamente rappresentata in "Presto io e te":

Ma presto io e te
Con due nuvole di fiato, io e te
Ci diremo ti ho pensato, io e te
Ritorneremo io e te con la spesa al mercatino
Io e te con la voglia di un bambino, ancora insieme io e te
Ma presto nel viale…correndoci incontro
Ma presto a casa…coi soldi contati, faremo l'amore

Un album gradevole, pieno di convincenti soluzioni musicali, dove Tozzi canta al meglio e da l'impressione di "lavorare su ogni pezzo" , finalmente.

Al disco segue la raccolta "studio-collection" "Le mie canzoni", dove ripropone le versioni originali di tutti i maggiori successi (con l'eccezione dei remix di "Donna amante mia" ed "Io camminerò") ed inserisce anche "A cosa servono le mani".

Anche con questo LP Umberto raccoglie un bel tributo da parte del pubblico che fa la fila ai negozi.


4.2. IL NUOVO TOZZI RIPARTE VINCENDO


Seguono alcuni anni di "silenzio" musicale . Orfano di Bigazzi, Umberto cerca di dare nuovo impulso alla sua carriera, e lo fa volando negli States, dove ritrova il suo amico Greg Mathieson, già artefice del successo di "Gloria" e degli album "Tozzi" e "Notte rosa" .

Con un gruppo di lavoro che include altre vecchie conoscenze della west coast come il batterista John Ferraro, il cantautore torinese lavora ad un nuovo disco dove scrive "interamente" testi e musiche ed il risultato è perlomeno convincente.

L'album che esce nel 1994 si chiama "Equivocando", e si apre con un bel singolo tirato (dove si sente molto la mano del mago californiano) che spopola nell'estate e vince il Festivalbar '94,

"Io muoio di te".

"Ogni giorno di te è un lamento di tanti guai
non ti accorgi che al mondo le guerre non muoiono mai
se potesse un bambino giocare anche con le ali
giù non tornerebbe, qui ci sono troppi animali…

Ogni cosa fai, ogni se e ogni mai, io muoio di te
Ogni volta no, ogni tuo non so, ogni tornerò…io muoio di te"

In "Lei" Tozzi si misura in una delle tematiche a lui più congeniali:

"…lei e' tutto un mare di trofei – e' lei
che scopre tanti sbagli miei – e' lei
che sa inventarti come sei per lei
io aspetterò l’anno che vorrei e per lei…"

Il disco propone poi il rock della godibile "Equivocando", si apre con un bel coro, per poi dispiegarsi in uno svolgimento dove non esiste un vero e proprio ritornello o tema centrale, ma diversi pattern che si incrociano riproponendo il tipico alternarsi di solista/coro, come d'abitudine del nostro:

"ero di te la strada sconnessa – ero e non c’ero mai
un angelo un po’ delinquente lo so
ma era un mese che tremavo lo sai
cantando – viaggiando – mi passera'
bugie malinconie io resto qua
tu non parli inglese tu – dimmi che e' vero.."

Prosegue con le sonorità più tranquille do "Noi, nel mondo noi" che chiude il primo lato, il più significativo:

Si, via di qui
Cominciamo alzandoci dal mondo, noi…come chi
Sta sognando di rifarsi dentro
E in te - cosa c'è - la tua rabbia mi cammina addosso
E in noi - come sai- quella storia che ci fa diversi..

Nel lato B da segnalare la bella "Il mio domani" .

E immagino un deserto che ha foreste di lillà
Dove sognare cancellando le città - ma da solo -
Io corro dove il tempo non ha pace né pietà
E nell'attesa del Natale che verrà sarò solo

4.3. IL RITORNO AL SOCIALE E LA COLLABORAZIONE CON MOGOL


Misuratosi come autore tout-court, Umberto ha voglia di scommettere, e così pubblica un album per certi versi sorprendente come "Il grido" nel 1996.

La voglia del ritorno al rock di "Tozzi" e "Notte rosa" era già stata intravista nel precedente lavoro, ma ora tutto il disco è centrato su un pop/rock di pregevole fattura, stile Toto. Il pezzo forte è la title- track con un coro di bambini che evoca atmosfere e significati angosciosi:

" Ahahah facce di angeli luridi..

poi la voce di Umberto, al limite di un'interpretazione monotonica, "grida" con rabbia la sua denuncia:

" .. e sono stanco di vedere mamme gridare aiuto,
siamo la gente che paga colpe di chi ha goduto.."

e precisa:

Ed io lo so che anche se dico no sono un privilegiato
ma non pensare ch'io non abbia occhi perché ho già pagato

torna il coro:

ah ah ah facce di angeli luridi
ah ah ah il potere vi affascina
ah ah ah facce di angeli luridi
ah ah ah criminali fanatici
ah ah ah due millenni di lacrime
ah ah ah noi ubriachi di frottole
ah ah ah facce di angeli luridi
ah ah ah non vogliamo i sonniferi

La bella "Da che parte stai!?" sembra dedicata all'ex amico Bigazzi, e nel contempo è lo sfogo di chi si è stufato di essere considerato solo una "macchina da mercato" :

Dice di me - dice che son ricco pieno com'è -
lui che continua coi suoi trucchi ma da che parte stà?
Dice di se - dice che lavora rosso com'è - in ville ricamate d'oro
e poi non gode mai mai mai
si confonde in motorino perché sa da che parte sta

ed ancora:

Dice di se - genio reincarnato rosso com'è -
furbo predicando si nasconde ma da che parte sta?
Io che ho di me l'arte e l'innocenza resta di te solo l'immagine di un mostro
niente intorno e finirai senza più guidare un'illusione da che parte stai?

Per finire:

Vai e vai se col destino lotterai siamo un coro vai
tu vai la matematica è con te ma sono note non per me
fuori tempo vai tu vai nell'ego tuo di analisi dimenticando i brividi

Canzone d'amore è la romantica "E ti voglio":

Io voglio sapere dietro il mare cosa c'è
dentro a quelle case che non hanno luce come te
e crescono gli eroi che si uccidono tra loro
ma quando arrivi tu tutto questo non c'è più

Il cantautore piemontese si scaglia poi contro l'invadente fenomeno del Rap, "Monotonia rap" :

Che noia non posso non voglio più monotonia rap
che gioia la radio che canta canzoni di chi ha melodia
stagioni di mode reppate anche in pubblicità
adesso vomito davvero e cambio musica e filosofia
lo giuro mi butto lo faccio tanto non ce n'è si sa
è un muro di gesso conviene aspettare presto passerà
ci sono ci sento rispetto chi di musica ne ha
ma chi ha il coraggio di gridare a tanti "scusi che mestiere fa ?!?"

Si prosegue con l'interessante "Arriverà per sempre carnevale":

le foreste d'amore non esistono più solo maschere colte, feroci tribù
nel cammino di un uomo troppa fragilità evviva chi da sempre
sa che l'uomo è oggi, domani chissà
Arriverà per sempre carnevale bevendo vino rosso sarà
un gioco disertare la città
arriverà con fare sorprendente e per gli amici deboli un fuoco li riscalderà

Con la roboante "Rosanna",

Cercavo di capire come quando si è
confusi non si atterra mai
sicuro che domani piove e tiro su i miei cocci che hanno fatto guai e ti chiamerò - sarà vero o no
ma come ci si sente soli
quando getti al muro tutto quel che hai
e solo quando viene notte la televisione ti ricorda lei
cosa hai detto no - non è vero no

fino ad arrivare alla delicata "Miracolo d'amore":

Ogni cosa guardo per un attimo
mi addormenta un brivido scivolo da te
li nei tuoi capelli la mia mano tremò
in quel miracolo d'amore che ti do
non esco più da te dalla fotografia
dal minimo rumore che sa di te la stanza mia
e per farmi odiare un po' mi addormenterò
cambia il giorno e perdo energia
se non sento il tuo odore
qui non è casa mia
è un abisso di te che va
occhi d'argilla bruna quando rinascerò
meglio sia chiaro prima
non morirò per te

Il tema sociale è riproposto splendidamente in "Angeli":

angeli tra gente sola buia
che spera in una grande platea
non voglio rinunciare all'idea
angeli in terra vorrei i figli di un sogno dei miei
angeli di orchidee scriverò
e al caldo del sole rinuncerò
pieno di anime pure che disertano il cielo
folle di braccia distese
sciolte da mille catene - per vederle -
ramificate nel bene - dentro il mare -
angeli in terra vorrei - per saperli angeli -

Si chiude con il breve inno pacifista " No, bandiere":

No bandiere - vivi ancora
madre di un idea non tremare
nei campi umidi di ostilità
lacrima di piombo che va
Colora i fucili e poi contro i capi poi
spara l'amore che hai
perché non sei nato per fare il soldato
per chi non c'è mai

Un disco-capolavoro che non raccoglie però sul mercato quanto il precedente "Equivocando", forse anche perché comincia in Italia una stagione "canzonettistica" che è lungi dall'essersi chiusa, con un'invasione di suoni spagnoleggianti e sudamericani fatti apposta per non pensare.

Tuttavia "Il grido" resta il sigillo della seconda epoca d'oro di Umberto , quella che va dal 1987 (anno di pubblicazione di "Invisibile") al 1996 appunto.

Coinvolto nel Progetto CET (Centro Europeo di Toscolano, in Umbria) dal vecchio amico Giulio Rapetti (Mogol) che già aveva trovato ai tempi della Numero Uno, Tozzi affida a quest'ultimo (poi da lui definito come dotato di facoltà mediatiche) , la stesura dei testi del nuovo album del 1998, "Aria & cielo".

Mogol e Tozzi, orfani entrambi di compagni ultraventennali, non avevano forse la pretesa di ripetere i fasti di Mogol/Battisti o anche dei migliori Tozzi/Bigazzi ma certamente qualche velleità in più di quello che il disco effettivamente sarà, la dovranno pure aver coltivata. Il fatto è che Umberto indugia su soluzioni armoniche e melodiche abbastanza scontate e che lo stesso grande paroliere non da assolutamente sempre il meglio di sé.

Ciò che poteva essere e solo a tratti sarà si può intravedere nella struggente e malinconica "Quasi quasi":

Un sentimento non può finire in niente non può
apro le braccia così e abbraccio tutti, io si
guarda, guarda, guarda, guarda chi c'è
un amore grande e nuovo per me
sto tornando ancora a esistere e non voglio più resistere ormai.
Vedi, vedi, vedi, vedi laggiù quanti prati colorati laggiù
sembra un quadro da dipingere ma quel fiore vuole emergere, tu.

Ed ancora:

Com'è bello stare insieme oramai sta crescendo un grande albero, noi
nello spazio irrecintabile mai nessuno è cancellabile, mai.
Quasi, quasi sai quasi, quasi tu ci sei io ti sento dentro
spandere il presente torna a vivere, tu.
Vedi, vedi là una nuvola che va sembra un quadro da dipingere
ma che fascino la vita che ha.

La title track "Aria e cielo" va su ritmi decisamente più rock per poi sciogliersi dopo un bel sincopato di chitarre che accompagna la voce nelle fasi iniziali in un melodico e allo stesso tempo ritmico ritornello:

Io ci sto si io ci sto dentro mi butto sia bello o brutto il mare..
io ci sto non so dire di no a costo di affogare.
Io mi do a volte io mi do ho questo vizio la libertà mi accende.
Io lo so che pago tanto lo so l'aria mi prende mi porta in alto.
Cielo - azzurro grande trasparente il cielo come l'anima grande del mondo.
Aria - pulita tersa mi attraversa l'aria la sostanza vitale che nutre il mio amore per te.

Il più bel brano è forse "Brava" , una ballad dove Tozzi si misura in registri inconsueti molto bassi che non abbandona (a differenza di come fa, ad esempio in "Gli alti siamo noi") durante tutto lo svolgimento del brano:

"Brava, tu respiri col mondo
e tu, vali molto di più…
con il tuo grande sentire tu hai fatto centro
perché il sentimento più vero che c'è mi riporta da te"

Il dialogo padre-figlio è esposto in "Coerenza":

Presto crescerai, presto ti farai, un uomo, uomo vero diverrai
Ma non lasciarti mai guidare né condizionare se non sei convinto

Belle canzoni sono poi senz'altro "Navi" dove Tozzi e Mogol costruiscono un'aria simile alla produzione dei migliori Queen, e "Affondato troppo innamorato" dove il bel testo di Mogol viene corredato dai ritmi beguine composti da Tozzi:

"dolce, asciutta, così mi vai…sei poco tigre e molto gatta…
Ah, affondato troppo innamorato, come un pesce surgelato
Dai tuoi occhi accoltellato, che destino duro !.."

Resta purtroppo però alla fine dell'ascolto l'impressione di un album gradevole, che usa sonorità acustiche apprezzabili ma tuttavia anche di un'opera incompiuta.


4.4. LA NUOVA PRODUZIONE


Nel 1999 Umberto festeggia il ventennale di "Gloria" con una Raccolta "Bagaglio a mano", dove offre una carrellata dei suoi indimenticabili successi tutti riarrangiati e adattati alle sonorità del nuovo millennio.

Belle sono le nuove versioni di "Notte rosa", "Gloria", "Tu" ma soprattutto "Perdendo Anna" (migliorativa rispetto all'originale) ; del tutto dimenticabili quelle di "Ti amo" e "Si può dare di più".

Nella raccolta ci sono anche due inediti come "Conchiglia di diamante" e la bella "Mai più così"

Inizia qui la collaborazione con Marcello De Toffoli che sfocerà nella disgraziata avventura di Sanremo 2000 e nel bell'album "Un'altra vita".

L'avventura Sanremese inizia male con il ritiro di Leali che avrebbe dovuto interpretare "Un'altra vita", finisce peggio con la Commissione che tra i due pezzi sceglie proprio quest'ultimo e Umberto che rimedia una magra figura classificandosi all'ultimo posto.

Ovvio poi che nella classifica finale gioca anche il fatto che è l'unico a rompere le uova nel paniere, lamentandosi di come vengono con sufficienza presentati gli artisti e soprattutto del fatto che ci sono superospiti italiani che hanno venduto meno della metà delle sue copie.

Il pezzo, dedicato a un non meglio precisato spirito-guida, è bruttarello sia nella parte testuale che nella scontatissima linea melodica, ed infatti risulta un corpo del tutto estraneo all'album, in cui Tozzi ritorna ai suoi abituali livelli medio-alti:

"..Quanti anni hai, perché sei qui
quante promesse ti hanno fatto per finir così..
Bussi a una porta per non morire
Quando nel buio riesci a piangere vicino a un Dio
Accanto a te ci sarò io
Non esitare se vuoi ritornare caro amico mio.."

Fino al ritornello:

"Comincia qui, non è finita
E' primavera e tornerai nella mia vita…"

Passando in fretta all'Album, il disco si apre con "Io e te naturalmente", dove il fischio di Umberto apre la strada a una ballad che evoca brandelli battistiani :

Nove di mattina, piano piano si allontana
E nell'ombra si incammina profumata, senza interferire mai
Io che guardo il mondo e poi gioco con la vita
Finalmente l'ho capita e io sarò dove sarai…

Le sonorità di "Thank you very much" riportano Tozzi nel 2000, con un testo fresco e musicale:

Ma chi sei, stella di mare
Tra le tue braccia mi confondo, guardami un po'
Sono io, sono proprio io
L'albero che cresceva in te….
Thank you very much
Thank you for your touch
Thank you for a day
Thank you anyway

In "Rosa di forntiera" il cantautore gioca sul nome "Desy" proponendo rime "ardite":

Io mi arrangio a masticare i giorni da mesi..Desy
Forse tu non sai che passano stagioni e mi ritorni più che mai
E faccio i conti dei miei anni spenti, vincenti, perdenti..
Desy, come fai a resistere da mesi ?!
Non c'è niente che ti ricordi noi ?!? "

L'inizio di "Vagabondi" , molto gradevole, è fortemente in atmosfera Beatles, e poi si sviluppa con un bel ritmo, che riporta Tozzi su binari molto convincenti:

"Hai ancora un attimo, Ti amo
poi vinci o perdi senza me
Sarò più attento e griderò più piano…
Vagabondi noi, ci rincontreremo sai
E non cambieremo mai.. di certo"

Bella la blueseggiante "Torna Settembre":

Sai, quando un mattino di un bel Settembre
Ti sveglia e non decidi mai..
Due donne sole , ti chiedono amore
E lì cominciano i tuoi guai..
Come vedi ti son sempre vicino,
e abbandono le mie armi più in là
per tornare in libertà.."

La poetica di "Arcobaleno":

"Quando il sole va a dormire
E da solo guardi il mare,
nel tuo cuore c'è una lacrima in più
Entra senza far rumore, nasce sempre quando vuole
Non svegliarti o non si avvererà mai
Improvvisamente un arcobaleno ti abbaglierà e non sari più tu
E non lo vorrai più…"

Le sonorità di "Scivolando" ci consegnano un Tozzi pimpante e convincente:

Ci sono A come Amori che no muoiono mai
E come Estasi che uccidono sai
I come Io che non mollo e mi preoccupo dei fatti tuoi
O che avventura che mi aspetta se continua così
Sotto un treno come passa di qui
U come Una delle troppe sigarette fumate male

Il disco si chiude con la splendida "Mai dire mai" dove il Nostro torna ad esplorare territori jazzistici:

Quando sei onda in mezzo al mare e mangi pane e sale
Tutto il resto è nel ricordo delle spiagge piene, degli odori insieme
Terra arriverà, ma la notte è lunga e non arriva mai
E mai dire mai, voglia di esistere..
Se in quel quarto di luna sarà...la speranza che vive ancora con te
Aspettando quell'alba più vera..
Quando solo vai via così e forse non ci stai
Ma ti perdi nel silenzio delle strade

Da segnalare, sul finire degli anni '90 due collaborazioni estemporanee: la prima con Zero,Venditti ed altri per commemorare la scomparsa di Ivan Graziani, l'altra con Enrico Ruggeri, Eros Ramazzotti, Raf e i Pooh nell'incisione del brano "Tu vivrai".


CONCLUSIONI: Umberto Tozzi è un fenomeno atipico della nostra musica leggera


Raccolse e raccoglie maggior successo all'Estero (dove , come Zucchero, e a differenza dei vari Pausini e Ramazzotti, non è considerato un fenomeno spaghetti/pop) che in Patria, dove invece parte della Critica continua a negargli la definitiva consacrazione, che il pubblico gli ha definitivamente tributato.

D'altra parte pur essendo tecnicamente un Cantautore, di fatto non è catalogabile in nessuna "scuola" e soprattutto ha sempre cercato di adeguare il suo stile a nuove soluzioni musicali, non rimanendo fermo su sé stesso. Ma, sebbene sia strano parlare così di un professionista che ha ottenuto così tanti riconoscimenti, resta per ora , rileggendo la sua carriera, il rimpianto di diverse "occasioni perdute".

A partire dal 1987 quando la CGD rovinò un progetto che poteva arricchire di certo il panorama artistico italiano con le carriere parallele di personaggi di primo piano quali Morandi, Tozzi e Ruggeri, per finire agli ultimi anni in cui Umberto ha interrotto la sua collaborazione con Mathieson che stava producendo esiti molto buoni (vedi gli album "Equivocando" e "Il grido").

Altro amaro in bocca lascia la non del tutto fruttuosa collaborazione con Mogol, da cui doveva nascere qualcosa di più. Poi forse la fortuna ed al tempo stesso il limite di Umberto fu il matrimonio artistico che per tanti anni ha portato avanti con Giancarlo Bigazzi.

Attualmente il suo nuovo gruppo di lavoro, capeggiato da Marcello De Toffoli, sebbene lavori con impegno e buona fede, mi pare che segua una progettualità piuttosto approssimativa.

Speriamo che questo patrimonio della nostra musica leggera non venga nuovamente dilapidato .

Daniele Moretti