
L'audizione di Piedigrotta, che si è svolta a Napoli dalla fine dell'800
fino alla fine degli anni '50 del '900, è una manifestazione musicale
organizzata dalle editorie che si costituivano durante il periodo di
riferimento. Le editorie musicali dell'epoca hanno un proprio team di
scritturati, formato da poeti, musicisti, compilatori e cantanti.
Ogni editoria lavora per circa un anno e durante questo periodo si
realizzano, in media, circa una trentina di canzoni inedite da
presentare all'audizione di Piedigrotta, che si svolge tra giugno e
settembre nei maggiori teatri o caffè del periodo.
Le editorie che man mano si costituiscono, creano, all'interno della
propria organizzazione, un gruppo di scritturati, formato da poeti e
musicisti, i quali, con un contratto d'esclusiva, devono impegnarsi a
realizzare un numero minimo di canzoni da presentare alla
manifestazione.
Fondamentale, all'interno del gruppo editoriale, è la figura del
compilatore (oggi organizzatore), il quale, oltre a svolgere chiaramente
il suo ruolo (presentazione dell'audizione di Piedigrotta con un
articolo pubblicato sul Fascicolo Musicale), ha il compito di
selezionare, secondo i suoi criteri, le numerose canzoni pervenute.
Dopo questa prima fase, il compilatore organizza la selezione finale
delle canzoni, questa volta insieme agli editori ed ai direttori
artistici dell'editoria. Le composizioni migliori sono automaticamente
presentate all'audizione piedigrottesca.
L'attività del compilatore non si esaurisce con la scelta dei brani.
Egli, infatti, ha il compito di assegnare, con il consenso degli autori,
le canzoni ai cantanti.
I cantanti non appartengono a nessuna editoria musicale (anche se ci
sono stati casi di contratti d'esclusiva) e sono chiamati, di volta in
volta, dai vari compilatori. Naturalmente i cantanti migliori li
troviamo là dove l'editoria è più potente, vale a dire dove sono
presenti i migliori poeti e compositori e dove c'è la possibilità di
girare l'Italia.
Infatti, dopo la prima della rassegna musicale (generalmente avviene a
Napoli, ma non sempre) tutto il cast artistico parte per una tournèe
nella Penisola e molte volte (come nel caso dell'editoria
italo-americana Cerie d'Edward Rossi) per un tour mondiale. Chiaramente
i cantanti sono pagati per le performance piedigrottesche. Il loro
compenso varia a secondo della propria notorietà, della popolarità
dell'editoria e delle tappe della tournèe.
Spesso le editorie più forti (questo succede soprattutto nei primi
trent'anni del '900) organizzano l'audizione in più teatri nello stesso
giorno ed ogni audizione ha un proprio cast di cantanti. Ecco il motivo
per cui una canzone possiede più di un primo interprete.
Per fare un esempio, la famosa canzone "Santa Lucia luntana", presentata
nel settembre del 1919, possiede numerosi primi interpreti.
Succede che l'editoria musicale Eamario parte in tour, con l'audizione,
con ben sei serie che operano contemporaneamente ed in ognuna di queste
serie ci sono dei cantanti diversi. Così, nella prima serie, "Santa
Lucia luntana" è cantata da Fulvia Musette, nella seconda serie da
Gabrè, nella terza serie da Zara Prima, nella quarta serie da Silvia
Coruzzolo, nella quinta serie da Anna Fougez e nell'ultima serie da Gina
De Chamery. Inoltre, ognuna di queste serie si svolge in un luogo
diverso (quella con protagonista Zara Prima si svolge a Roma, con Silvia
Coruzzolo a Taranto, con Gabrè a Napoli, ecc.).
Ad ogni audizione sono presenti, in media, una decina di cantanti:
quelli più popolari cantano circa quattro canzoni a testa, mentre i
debuttanti non più di due.
Ci sono, inoltre, casi in cui l'audizione di un'editoria è presentata da
un solo cantante (se questo è popolare) che esegue, da solo, tutte le
canzoni piedigrottesche (tra i cantanti con questa prerogativa troviamo
Anna Fougez, Gilda Mignonette, Gabrè, Gennaro Pasquariello, Elvira
Donnarumma, Carlo Buti, Giuseppe Godono, Roberto Ciaramella, Zara Prima
e altri).
L'audizione di Piedigrotta non deve essere confusa con il Festival della
Canzone Napoletana dove, da regolamento, le canzoni da presentare devono
essere in dialetto napoletano. L'audizione, infatti, non prevede la sola
presentazione delle composizioni in dialetto. Anzi, spesso, molte
rassegne presentano più motivi in lingua che in dialetto napoletano.
Troviamo, inoltre, anche altri dialetti presenti alle audizioni (il
siciliano in particolare).
Precisiamo ancora che, sempre a differenza del Festival della Canzone
Napoletana, i cantanti non sono per niente divisi tra Nord e Sud con la
"quasi obbligatorietà" di divisione del pezzo italiano e del pezzo
napoletano.
Spesso troviamo la napoletanissima Gilda Mignonette o il comico
partenopeo Roberto Ciaramella cantare in italiano e la bellunese Ada
Algisi, la romana Zara Prima o il fiorentino Carlo Buti interpretare in
dialetto napoletano. La regola di divisione dei pezzi non esiste
all'audizione di Piedigrotta, perché gli autori scrivono sia in lingua
sia in dialetto ed i poeti più in voga chiedono l'assegnazione delle
loro canzoni ai cantanti più noti, indistintamente se questi siano
napoletani o meno. Ecco perché noti pezzi napoletani hanno, come primi
interpreti, cantanti del nord ed al contrario.
Ogni audizione presenta, all'inizio o durante la gara canora, un
preambolo teatrale interpretato da noti artisti dell'epoca. Spesso si
trovano, infatti, i nomi dei primi attori della Compagnia Teatrale
Cafiero-Fumo, della Compagnia Napoletana Gigi Pisano, della Compagnia
Dialettale Ernesto Murolo, della Compagnia Musicale Armando Gill e
altre.
Intorno agli anni '30, inoltre, le editorie preparano un particolare
motivo che chiude l'audizione. La regola prevede che questa canzone deve
essere cantata in coro da tutto il cast presente (cantanti e attori e,
spesso, anche autori).
Trovandoci in anni in cui il disco non è elemento fondamentale per
decretare il successo di una canzone (in ogni caso l'incisione di un 78
giri è prerogativa di soli pochi cantanti), molti brani che trovano,
nell'epoca presentata, grande successo e grande popolarità, non hanno
nessuna documentazione.
Questo perché i pochi cantanti che incidono non trovano il pezzo nelle
loro corde vocali (spesso s'inserisce anche il gusto personale
dell'artista). Un altro motivo è legato alle regole delle case
discografiche dell'epoca: esse fanno incidere, presso le loro sale, solo
i pezzi dell'autore, compositore o cantante che bazzica all'interno del
proprio team.
Per fare un esempio di quanto detto, il motivo "La regina del Contado",
nato nell'epoca del Café Chantant, è un brano del repertorio di
sciantosa che trova grande successo all'epoca, eppure non esiste nessuna
traccia sonora come, invece, succede per le canzoni "La spagnola", "A
frangesa", "Lily Kangì" e "Ninì Tirabusciò".
Le maggiori editorie che disputano audizioni di grande successo sono,
senza dubbio, "La Canzonetta", "Santa Lucia", "Gennarelli", "Bideri",
"Cerie", "Marechiaro", "Bottega dei Quattro", "Eamario", "Epifani", "Di
Gianni", "Izzo", "Pisano-Cioffi", "Rendine", "Santojanni", "Autori
Associati", "Bixio", "Ricordo", "Poliphon", "Speciale", "Rossi", "Gesa",
"Partenope", "Morano", "Giba", "Canzone Partenopea", "Abici" e altre.
Molte di queste editorie hanno vita breve per diversi motivi (in genere
per morte del compilatore o dell'editore) ma, anche nei loro pochi anni
di vita, lasciano tracce e motivi di grande successo. Ad esempio
l'editoria "Bottega dei Quattro" che compete in solo sette edizioni
(dal 1934 al 1940) lancia verso la popolarità internazionale (in
particolare in America) i motivi "Passione", "Mamma non dirmi nulla",
"Guardo in cielo e son felice", "Tammurriata americana", "Serenata 'e
'na femmena", "Tammurriata d'autunno", "Fantasia", "Preferisco il '900"
e altri.
Ci sono, inoltre, altre editorie "minori" che trovano, in un breve lasso
di tempo, molta popolarità grazie al lancio di pochi brani, come, per
esempio, la Piedigrotta Valente che, nel 1930, lancia la popolare
canzone "Torna". Queste editorie vivono per oltre un decennio, senza
peraltro ritrovare il successo raggiunto dal brano di punta (tra queste
ricordiamo l'audizione di Piedigrotta Valente, Viviani, Scarpetta,
Cosentino, Perrelli, Cacace, Capolongo, Speciale, Chiarolanza, Nuova
Italia Musicale, Rambaldo e altre).
Ritornando alle editorie "potenti", alcune di queste sono così affermate
che disputano la loro audizione di Piedigrotta anche nel periodo
bellico. Infatti, nonostante l'Italia sia totalmente disastrata e
sofferente per il conflitto mondiale, l'audizione Pisano-Cioffi si
disputa regolarmente nel 1939, 1940, 1941, 1942, 1943, 1944 e 1945. Lo
stesso per La Canzonetta e la Eamario (le due Piedigrotte non si
disputano soltanto nel 1943).
I motivi che sono presentati alle audizioni variano nel tempo secondo
il genere musicale in voga del periodo. Escludendo la melodia (genere
universale e immortale) la canzone sceneggiata e le tammurriate le
troviamo, in particolare, negli anni '20 e '30 del '900, le barcarole e
le serenate ad inizio '900, le macchiette da Cafè-Chantant a fine '800,
le canzoni da night negli anni '50 e le canzoni di guerra negli anni '30
e '40.
Naturalmente avviene anche l'evoluzione del genere musicale. Ad esempio,
la macchietta di fine '800 assomiglia poco o nulla a quella lanciate dal
duo Pisano-Cioffi negli anni '40 e la canzone sceneggiata degli anni '20
e totalmente diversa da quella degli anni '60.
Anche i ritmi subiscono la stessa evoluzione dei generi musicali. Così
canzoni a tempo di tango e di valzer le troviamo in particolare negli
anni '30 e '40 del '900, brani a tempo di fox-trott, shimmy e charleston
negli anni '20, motivi a ritmo di marcia ad inizio '900, canzoni slow
negli anni '30 e lo stesso per i motivi a tempo di tarantella.
Come per il Festival di Sanremo o il Festival della Canzone Napoletana,
anche per le audizioni musicali di Piedigrotta ci sono artisti
onnipresenti.
Ad esempio, sono presenti, per tutti gli anni '30, alle audizioni La
Canzonetta i cantanti Carlo Buti e Ada Bruges. I sovrani delle audizioni
Pisano-Cioffi sono, senza dubbio, Nino Taranto, Tina Castigliana e Mario
Pasqualillo.
Gennaro Pasquariello e Zara Prima sono presenti spesso alle audizioni
Gennarelli; Anna Fougez e Gabrè alle audizioni Eamario; Salvatore
Papaccio, Vittorio Parisi e Gilda Mignonette alle audizioni Rossi; Ria
Rosa, Gino Ruggiero, Ada Algisi ed Ettore Fiorgenti alle audizioni della
Bottega dei Quattro; Roberto Ciaramella, Vitolina, Maria Montebruno e
Silvia Coruzzolo alle audizioni della Marechiaro, Ester Baroni e
Ferdinando Rubino alle audizioni della Bideri, ecc.
Durante gli anni '40 del '900 l'audizione di Piedigrotta subisce una
trasformazione. Il preambolo teatrale è spesso abolito e la gara
musicale si trasforma in una particolare forma di rivista. Ogni
audizione, infatti, prende un titolo e scrittura sia ballerini sia
danzatori. Ogni audizione, inoltre, ha il conduttore, e gli sketch
comici all'interno della rassegna diventano anche tre o quattro. In
sostanza la gara canora diventa varietà.
L'interessamento delle case discografiche verso l'audizione cresce a
dismisura. Anticipando i tempi (come succede poi al Festival della
Canzone Napoletana ed al Festival di Sanremo) le etichette musicali
s'interessano di incidere i dischi di tutte le canzoni in gara e
tentano, sotto una rudimentale forma, d'imporre i propri cantanti sul
mercato.
Di solito i cantanti partecipanti, dopo l'audizione, incidono i pezzi
eseguiti alla Piedigrotta. Spesso registrano anche le canzoni che non
sono state loro assegnate alla manifestazione. Ad esempio, all'audizione
La Canzonetta 1934, Gilda Mignonette incide oltre una ventina di pezzi,
nonostante che la vedette internazionale partecipasse alla rassegna con
solo quattro brani.
Ogni audizione pubblica due fascicoli della gara canora: un fascicolo
grande, con i testi e la musica di tutte le canzoni (spesso, quasi fosse
un giornale di varietà, si trovano poesie, novelle, preamboli, idilli,
pulcinellate, foto degli autori e del cast cantanti, commenti e
recensioni sulla gara, il pensiero del compilatore e numerose pubblicità
- oggi sponsor -) e un fascicolo piccolo, dove sono elencati solo i
testi delle canzoni (e qualche pubblicità).
Le audizioni di Piedigrotta più importanti pubblicano, inoltre, per ogni
canzone, la copiella (un foglio con testo e musica del motivo e con la
foto dell'autore o del cantante) che si vende, naturalmente, a costi
inferiori rispetto ai fascicoli.
Spesso, trasgredendo la regola dell'inedito, i quotidiani pubblicano
prima dell'audizione (si tratta in ogni caso di pochi giorni prima), il
testo e la musica della canzone in gara, senza, però, citare
l'interprete del brano.
Le editorie più importanti hanno festeggiato (non tutte) il
cinquantenario della nascita con un grande spettacolo che unisce le
nuove canzoni di Piedigrotta con i vecchi successi del passato. Per
l'avvenimento sono convocati, naturalmente, i cantanti più popolari del
momento. Indimenticabili sono i cinquantenari della Eamario, Santojanni,
La Canzonetta e Maddaloni, con cast eccellenti e canzoni nuove,
diventate in seguito popolarissime.
Con la nascita del Festival di Sanremo e del Festival della Canzone
Napoletana, la Piedigrotta perde a poco a poco interesse, tanto è vero
che alcune editorie si uniscono per mettere in scena le
Piedigrottissime. Queste manifestazioni sono le ultime audizioni
musicali degli anni '60 del '900. Il poco interesse del pubblico
(attirato dai Festival) ed il grande costo economico dell'audizione,
sono i motivi principali della definitiva morte della Piedigrotta.
Antonio Sciotti