Anno: 1984
Altri titoli: -
Interpreti: I Cugini di Campagna
HitParade: #1, Marzo 1974
Chart annuale: Top 10
Altri interpreti: Cladio Baglioni
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La storia di questo singolo è anche piuttosto recente: nel 1997 Fabio
Fazio ha intitolato un programma di nostalgia anni 70 proprio con il
medesimo titolo (con cui si è cimentato anche l'insospettabile Claudio
Baglioni), provocando un inevitabile ritorno di interessi verso la
discografia dell'intero gruppo romano, facente capo ai gemelli Ivano e
Silvano Michetti (chitarrista e batterista entrambi dai capelli crespi).
Tra i primi a fare leva anche sul look e sugli effetti scenici (fumogeni
vari ed effetti di luce), si avvalgono anche di una peculiarità che li
distinguerà dal resto dei gruppi di quel periodo: la voce in falsetto
(oserei dire da castrato) del solista, che nella formazione iniziale era
Flavio Paulin, ottenuta casualmente durante una seduta in sala
d'incisione. Un inizio a cappella, seguito da tastiere elettroniche in
crescendo e una ritmica soffusa, fino a accademici controcanti anch'essi
in voce bianca, la inserisce in un'atmosfera avveniristica e al passo
coi tempi, ma non riesce a non puzzare di vecchio. In più, sull'onda dei
fotoromanzi più corrivi, questa canzone scava a piene mani
nell'immaginario collettivo di un pubblico di bocca buona, pronto ad
accogliere le storie d'amore più stereotipate, come questa di una lei
che ha mollato un lui, che la aspetta senza neanche rifare il letto,
malgrado sia a conoscenza della sua reputazione da donna volubile.
Ogni verso è un concentrato di melense iperboli, similitudini e immagini
spesso ridicole, dalla prima: "andava a piedi nudi per la strada",
all'ultima "se ha sciolto i suoi capelli oppure no", ma più di tutte
"come un ragazzo me ne innamorai" il che fa venire il dubbio se a
cantare non sia proprio una donna! Ancorché veicolato da uno stile
smaccatamente kitch, la canzone e l'intero gruppo dalla denominazione
cafona, se si esclude lo zoccolo duro dei loro maniaci fans, si prestano
comodamente a essere odiati da tutti, "dovessi odiare queste mura"!
(Mario Bonatti)
 
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