Anno:
1969
Altri titoli:
La tieta
Interpreti:
Mina
HitParade:
#10, Aprile 1970
Chart annuale:
Top 100
Altri interpreti: Joan Manuel Serrat (versione originale, 1967), Jula De Palma, Rita Pavone, Ornella Vanoni
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A un anno di distanza da Canzonissima 1968 troviamo Mina impegnata in una tournée dal vivo, in cui si esibisce nei maggiori teatri d'Italia in compagnia di Giorgio Gaber. Pur trattandosi di una coppia affiatata (Mina e Giorgio sono rimasti amici fino alla scomparsa di lui, all'inizio del 2003), le regole dello show-business di allora imponevano ruoli ben distinti. Niente duetti né medley, a ciascuno la sua parte: all'artista milanese tutto il primo tempo dello spettacolo, con canzoni e qualche monologo che prelude alla fortunata formula del "teatro-canzone" che verrà in seguito, alla primadonna riflettori puntati per tutto il secondo tempo, con una scaletta di non più di una decina di brani, introdotti da un brano registrato dalla stessa Mina e usato come sigla, che altro non è che E sono ancora qui, di Amurri e Canfora, le cui parole sono un affettuoso omaggio verso il pubblico e una testimonianza di amore per la musica.
Il look di Mina è lontano anni-luce da quello "di gala" adottato nello show televisivo: niente più acconciature elaborate, i lunghi abiti da sera sono stati sostituiti da microabiti che evidenziano la figura slanciata e le gambe fasciate da calze nere. Il repertorio si basa soprattutto sull'ultimo album, Bugiardo più che mai... più incosciente che mai... e la parte del leone spetta al brano che contiene i versi del titolo, e che Mina aveva già lanciato nel suo programma radiofonico della domenica pomeriggio.
Juan Manuel Serrat (oggi che il catalano è una lingua ufficiale, l'esatta grafia del nome è Joan Manuel Serrat) è un giovane artista orgoglioso delle sue origini. Nel 1968 gli viene proposto di rappresentare la Spagna all'Eurovision Song Contest, ma lui condiziona la sua partecipazione alla richiesta di eseguire la sua canzone in catalano. In epoca franchista, questa rivendicazione gli costa l'esclusione da tutti i programmi radiotelevisivi spagnoli. In occasione di uno dei suoi viaggi in Spagna, Mina ha l'opportunità di ascoltare i lavori di Serrat e chiede a Paolo Limiti di adattare in italiano uno dei brani da cui è rimasta affascinata. La tieta, questo il titolo originale, parla di un'anziana signorina che trascorre una vita sempre uguale e rimpiange in solitudine il tempo che passa guardandosi allo specchio.
Limiti stravolge completamente il testo originale, reinventando (a partire da una storia rigorosamente vera fra due personaggi dello spettacolo, ha egli stesso dichiarato) un burrascoso rapporto tra un lui egoista e infantile e una lei tormentata dalla gelosia ma schiava della passione. Un classico, insomma, della fenomenologia del vittimismo femminile cantata decine di volte in quegli anni da protagoniste del calibro di Mia Martini, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Milva.
Stavolta di tratta di un lungo monologo che fa quasi pensare a Cocteau, uno scenario di sentimenti che, nel volgere di sei minuti, parte dagli atroci propositi di una donna accecata dall'odio per terminare con una resa incondizionata al primo richiamo dell'amante appena sveglio.
Gli arpeggi spagnoleggianti di una chitarra acustica aprono il brano e dominano l'arrangiamento lungo tutti i sei minuti dell'esecuzione, mentre intervengono via via altri elementi dell'orchestra, in una delle partiture meglio riuscite di Augusto Martelli, allora compagno, oltre che direttore d'orchestra e compositore, di Mina.
Sfidando le più elementari regole commerciali (un brano lentissimo che si trascina per sei minuti e sedici secondi senza ritornelli di facile presa, senza cambi di armonie né di tonalità), Bugiardo e incosciente viene messo in commercio anche come singolo agli inizi del 1970, proponendo sulla facciata B un altro brano non convenzionale, intitolato Una mezza dozzina di rose e firmato eccezionalmente dalla stessa Mina con Martelli e Limiti. Sempre curatissima la grafica della copertina, in cui la cantante è disegnata con un'enorme parrucca rosa che occupa tutta la superficie della busta.
Il 45 giri deve battersi con le uscite di Sanremo e, pur senza exploit clamorosi (come di lì a qualche mese avverrà con Insieme, riesce ugualmente a difendersi risultando alla fine dell'anno tra i primi 50 più venduti.
Di Bugiardo e incosciente, Mario De Luigi scrive, sulle note di copertina dell'album (misteriosamente scomparse dall'edizione CD), "una canzone che ha fatto innamorare Mina, una canzone forte e tuttavia infinitamente tenera, un dramma e una speranza, certo, ma raccontati in modo come nessuno ha mai ascoltato prima."
(Orlando R.)
 
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