Anno: 1962
Altri titoli: -
Interpreti: The Beatles
HitParade: #3, Novembre 1969
Chart annuale: Top 20
Altri interpreti: Aerosmith -
Ike & Tina Turner
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Siamo nell'ottobre 1969. In Italia si pubblica un estratto del 33 giri "Abbey Road", appena
uscito, abbinato ad un altro pezzo dello stesso LP, "Something". I Beatles, come gruppo, in
questo periodo erano già "alla frutta". L'ultima sessione di registrazione alla quale parteciparono
fisicamente tutti assieme risale infatti al 20 agosto 1969, in occasione della quale fu effettuato
il remix di "I Want You (She's So Heavy)". Di seguito, la loro frequentazione degli studi di Abbey
Road fu per apportare singole parti strumentali e piccoli ritocchi al lavoro già quasi pronto per
essere pubblicato. Abilmente, i discografici italiani sfruttarono il lancio su scala mondiale di quello
che, in maniera rigorosamente anagrafica, doveva essere il canto del cigno dei Beatles, naturalmente non
annunciato in quanto tale: "Abbey Road".
Nessuno, allora, era a conoscenza del fatto che un LP già pronto prima
di "Abbey Road" giaceva in attesa di essere pubblicato a causa del mancato accordo su come effettuare
le versione definitiva dei diversi pezzi. Il materiale resterà, figlio di nessuno, sugli scaffali
della nastroteca della EMI, fino a quando prevarrà l'idea di affidare al produttore Phil Spector,
famoso all'epoca per il suo caratteristico "sound wall" ("muro" del suono), la produzione dei master.
Una decisione, come si sa, da sempre invisa a Paul McCartney, che accusò apertamente Spector di avere
eccessivamente manipolato, e quindi snaturato, il senso delle loro registrazioni originali. Spector
produsse il long play poi pubblicato con il titolo di "Let It Be".
Come in molte altre composizioni di John Lennon, il testo è estremamente difficile da comprendere:
sono molti i riferimenti a personaggi, a fatti e situazioni ricollegabili unicamente ad esperienze
proprie della vita personale dell'autore, complicati per di più da uno spiccato gusto per il non
senso ed i giochi di parole da sempre caratteristica peculiare di Lennon. Inoltre la frase viene
spezzata metricamente in modo tale da iniziare sul settimo ottavo della misura musicale e venir
completata sul sesto di quella successiva, sincopata al procedere ritmico naturale.
Il titolo si presta già a diverse e maliziose interpretazioni per cui la canzone provocò, sull'onda
della messa al bando da parte di numerose emittenti radio, immediato interesse e curiosità nel pubblico.
Musicalmente è un pezzo "di mestiere": certamente non eccezionale, viene però valorizzato dal notevole
"swing" che gli dona un calore raro nella musica beatlesiana concepita da Lennon, cui non sono estranee
le poche ma fondamentali note di piano Fender Rhodes. Un arrangiamento perfetto e una registrazione
calibrata, essenziale, contribuiscono a farne uno dei pezzi ancora più amati dai fans.
Leonardo Viani
 
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