I JUST CAN'T STOP LOVING YOU
(di Michael Jackson)

  • Anno: 1987
  • Altri titoli:
  • Interpreti: Michael Jackson (con Siedah Garrett)

  • HitParade: #2 -
  • Chart annuale: #9 -

  • Altri interpreti: David Benoit, Richard Clayderman, -
  • Voleva vivere almeno centocinquant'anni. Si é dovuto accontentare dei "rotti". La morte del King of Pop ha scioccato il mondo ma sorpreso pochi. Perchè, ammettiamolo, da almeno dieci anni Michael Jackson era poco più di un cadavere deambulante. O poco meno, quando si spostava con una sedia a rotelle. Il peso della corona che il successo planetario e i record di vendite infranti da "Thriller" gli avevano posto saldamente sulla testa si era già rivelato troppo gravoso per la sua fragile psiche non molto tempo dopo l'uscita di quel disco. Complici alcuni reali problemi di salute fisica e soprattutto un'infanzia infelice e martoriata da un padre-manager cinico e sfruttatore. Le storie, vere o presunte, pubblicate da giornali e riviste di tutto il mondo negli anni intercorsi tra l'uscita di "Thriller" (1982) e quella di "Bad" (1987) potrebbero riempire da sole un'intera Treccani del gossip. La sua pelle si schiarisce ogni giorno di più: colpa del trattamento contro la vitiligine. No, vuole cambiare il suo aspetto fisico per farsi accettare definitivamente anche dal pubblico dei bianchi; e poi, da quando in qua le cure dermatologiche modificano anche la forma del naso, degli zigomi e di altri tratti somatici?
    E' ossessionato dall'idea di invecchiare e dorme in una camera iperbarica a ossigeno (che qualcuno definisce "bara di vetro"), credendo che questi "riposini" possano mantenerlo giovane più a lungo; e con buona pace di chi lo mette in guardia sugli effetti dannosi di questa pratica. Vero o falso? Pare sia vero. Il suo migliore amico é uno scimpanzè di nome Bubbles, con il quale condivide anche la toilette. Vero, almeno fino a quando la bestiola non darà i primi segni di insofferenza (anche la pazienza animale ha un limite) mollandogli sganassoni e pugni in testa. Vuole comprare i resti dell'uomo elefante. Vuole andare in Egitto a caccia di mummie per la sua collezione di macabri reperti. Sì, no, forse. Di assolutamente certo c'é che, dalla metà degli anni ottanta in poi, quando si parla di Jackson gli argomenti principali non sono la sua musica, le sue eccezionali performance e neppure i suoi video spettacolari ma le fobie, le ossessioni, i comportamenti al limite dell'umana follia.

    Eppure, anche le voci sull'album che Jacko ha in lavorazione, e che avrà l'ingrato compito di non far rimpiangere troppo quella bazzeccola da più di trenta milioni di copie polverizzate in pochi anni chiamata "Thriller", riescono a farsi strada nel vortice di racconti al limite dell'incredibile sulla vita privata (si fa per dire) del cantante, rincorrendosi in maniera altrettanto incontrollata. Mentre il cantante fa il possibile per mantenere il più stretto riserbo sul progetto, in giro se ne raccontano di tutti i colori. In ordine sparso (e non esaustivo): è un album di cover dei Beatles (delle quali Michael ha appena acquistato i diritti battendo all'asta l'offerta del "povero" Paul Mc Cartney) e s'intitolerà "Meisterwerk". No, sarà un album di inediti doppio, forse addirittura triplo, con moltissimi duetti. Il titolo potrebbe essere "Bad". Un pezzo sarà eseguito in coppia con Prince (e questa era davvero fantasiosa, considerata la rivalità di vecchia data e l'abissale distanza artistica tra i due), un altro con il trio rap dei Run DMC (anche questa non male) e sarà una canzone contro la droga. La risposta del leader del gruppo Joe "Run" Simmons non si fa attendere: "Se venisse da me con quella maschera da chirurgia plastica gliela strapperei di dosso. Io germi non ne ho. E poi lui non è compatibile con il nostro stile e non vede le cose come le vediamo noi". E ancora: ha inciso una nuova canzone con George Michael, che sarà un sicuro successo. Ma altrove si sussurra che i due si sarebbero, invece, cimentati con una versione di Free Nelson Mandela. Ancora: il produttore sarà Quincy Jones; ma anche Thomas Dolby, aggiunge qualcuno; ma anche George Martin, azzarda qualcun altro. Sempre in tema di duetti: ne farà uno con Barbra Streisand. No, lo farà con Whitney Houston. Arriva la notizia del rifiuto di entrambe le dive e, a quel punto, ci si lancia nelle ipotesi più fantasiose, passando con sfacciata disinvoltura da Aretha (Franklin) a... Agnetha (Faltskog, la bionda degli ABBA, e scusate se é poco).

    Ma qualche giorno prima del 27 Luglio 1987, data prevista per l'uscita ufficiale del singolo che anticiperà il nuovo album di Jackson (mistero svelato: l'opera s'intitolerà, effettivamente, "Bad"), i disc jockey di tutto il mondo ricevono un "promo" con una curiosa scritta sul fronte: "per favore, non parlate su questo pezzo". Messo il disco sul piatto, potranno udire - in religioso silenzio, s'intende - la vocina di Jackson che, su una flebile base di violino, sussurra: "Voglio solo stare un po' vicino a te. I tuoi occhi sono così belli, la tua bocca così dolce. Tanta gente non mi capisce (non mi dire..., n.d.r.): é perchè non mi conosce (ah, ecco.., n.d.r.). Voglio toccarti, stringerti. Mio Dio, ho bisogno di te, ti amo così tanto". Così inizia I just can't stop loving you.
    La prima sorpresa è che non si tratta di un brano dal ritmo travolgente, ma di una raffinata mid-tempo ballad, forse un po' troppo dimessa per fare da apripista a quello che, di fatto, è uno degli album più attesi di tutti i tempi. Non solo: il compito di rispondere alle tenere frasi d'amore che andranno avanti per l'intera canzone non è affidato alla voce tirata a lucido di una cantante già affermata, ma a quella di una corista. Si chiama Siedah Garrett, ha cantato un po' con tutti e, recentemente, si è fatta notare per aver partecipato come backing vocalist alle registrazioni di "True Blue" di Madonna e per aver duettato con Dennis Edwards dei Temptations nella hit Don't look any further. La Garrett ha conquistato la fiducia di Michael anche con le sue doti di autrice, avendo firmato a quattro mani con Glenn Ballard una delle undici canzoni che hanno superato la spietata selezione operata da Quincy Jones per comporre la scaletta di "Bad": la ballata gospel, e dal sapore umanitario, Man in the mirror. E' anche una pupilla di Jones, il che non guasta. Anzi, pare sia stato proprio il produttore, stanco delle bizze di Jackson e colleghe, a convocare Siedah in studio con un pretesto e a dirle: "sorella, quello è il microfono e quell'altro è Jacko: canta con lui, così ci portiamo a casa anche questo pezzo e la finiamo una volta per tutte".
    Le cose vanno per il verso giusto: le due voci messe insieme, in effetti, funzionano; se c'é un limite, è che suonano fin troppo simili tra loro. Fatto che sembra dare ragione a chi sostiene che Jackson da qualche tempo assuma regolarmente ormoni femminili per aiutare la voce a raggiungere note più alte. In ogni caso, è difficile distinguere quando finisce di cantare lui e quando attacca lei.

    Chi si aspettava un'altra Beat it rimane deluso (e, probabilmente, lo rimarrà per tutto il resto dell'album) perchè qui, al massimo, ci troviamo di fronte a una nuova The lady in my life, non proprio il pezzo clou di "Thriller". Dopo l'ascolto, sono in molti a presagire un flop. Saranno smentiti: il singolo arriva al numero uno un po' ovunque - con la solita eccezione dell'Italia, dove si ferma alla seconda posizione - e lo fa senza poter contare sulla promozione di un video (evidentemente, Jackson in quel periodo era troppo impegnato a farsi dirigere da Martin Scorsese per la realizzazione del mega-filmato destinato alla title-track), senza versioni alternative "a dodici pollici" e senza l'aiuto delle varie Barbra o Whitney, che avrebbero reso più "importante" una "love song" adattissima alle loro corde.

    Nel tour mondiale che seguirà l'uscita di "Bad", Michael eseguirà la canzone in coppia con un'ancora sconosciuta - e cotonatissima - Sheryl Crow, da lui ingaggiata come corista. L'interpretazione della futura star del circolo musicale del martedì sera non risulterà, tuttavia, all'altezza di quella della Garrett.
    Ad uso esclusivo dei non diabetici è invece Todo mi amor eres tu, versione spagnola del pezzo inserita come bonus track nell'edizione speciale dell'album, che ha visto la luce nel 2001 in occasione del trentennale della carriera solista di Jackson.

    (Luca)