Anno: 1963
Altri titoli: -
Interpreti: Claudio Villa / Maria Paris
HitParade: -
Chart annuale: -
Altri interpreti: -
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Purtroppo questa canzone (interpretata da Claudio Villa e Maria Paris) è
legata inevitabilmente al grande scandalo dell'11° Festival della
Canzone Napoletana quando, attraverso una strategia di blocco-voti, si
decide ancora prima che la manifestazione canora inizi, quali sono le
canzoni vincenti (o meglio il cantante vincente). Il blocco-voti è
scoperto con la pubblicazione delle liste dei voti in Sala e delle
Giurie Esterne. Si capisce, confrontando le liste dei voti, che canzoni
molto gradite dalle tredici Giurie Esterne, non rientrando nella cerchia
delle pretendenti alla vittoria, sono accoppate dalle Giurie in Sala con
zero voti.
Luciano Rondinella, futuro discografico dell'Italbeat Record, tiene a
dichiarare gli imbrogli che stanno facendo in questa edizione: "Le
canzoni migliori sono escluse perché non votate dai blocchi delle case
discografiche, le quali, al contrario, votano i motivi più mediocri da
inviare alla finale". A Rondinella replica Aurelio Fierro, il quale,
a poche ore dall'inizio della seconda serata, con una conferenza stampa,
rivela i retroscena delle votazioni truccate. Rotto il cosiddetto muro
di omertà, Mister Scapricciatiello dà alla stampa in anticipo l'elenco
delle sei canzoni che quella sera sarebbero andate in finale.
I giornalisti, al momento, non danno peso alle indiscrezioni del
cantante. L'organizzazione, al contrario, offesa dalle anticipazioni di
Mister Simpatia, invita Fierro a smentire quanto ha dichiarato.
Il giorno successivo le testate dei quotidiani cambiano il nomignolo a
Mister Scapricciatiello modificandolo in Mister Mago, poiché in finale
ci sono tutte e sei le canzoni che ha annunciato.
In conclusione, la Vis Radio, presente con tredici motivi su venti,
porta in finale dieci canzoni su dodici. Inoltre si guadagna il primo,
secondo e terzo posto.
Alla proclamazione di "Jammo ja" come canzone vincente dell'undicesima
edizione del Festival, nessuno si sorprende, ed i giornalisti, anziché
intervistare, come da consuetudine, i vincitori, vanno direttamente da
Aldo Scoppa, titolare della Vis Radio, il quale rilascia questa
dichiarazione: "Sissignore, il festival lo faccio io e lo regolo io,
giacché sono io a comprarmi il teatro nelle tre sere. I voti e le schede
sono tutta opera mia. Se Fierro ha ritenuto di fare a meno della mia
casa discografica e ne ha messo una sua (la King record), faccia pure.
Ma le sue canzoni non ottengono un solo voto in sala, com'è successo con
"Scugnezziello", perché la maggior parte dei voti in sala sono miei e
con essi non mi è difficile bloccare le canzoni prescelte senza che le
giurie esterne possano riuscire, anche se lo vogliono, ad influenzare la
votazione della sala. Vi meravigliate? E' il metodo di Sanremo, e non
capisco perché qua a Napoli suscita scalpore. Forse perché a Sanremo ci
sono decine di etichette forti, mentre a Napoli c'è solo la mia che è
potente, di fronte alle altre due o tre di poco conto".
Con questa dichiarazione conclusiva si tira il sipario sull'edizione più
brutta del Festival di Napoli, non per le polemiche, che, come succede
sempre, si dimenticano, quanto sulla qualità dei brani portati in
finale. Tranne "Jammo ja" che per una sola settimana compare in Hit
Parade, non un'altra canzone si classifica.
Fortunatamente a tutto ciò si prenderanno provvedimenti seri e l'anno
successivo è chiamato ad organizzare il festival Gianni Ravera, il
quale, escludendo innanzitutto la Vis Radio dalle etichette
partecipanti, mette su la più bella edizione in assoluto di tutte le 18
disputatesi.
E non solo per la varietà di case discografiche invitate (Arcobaleno,
Arc, Carfor, Carosello, Cetra, Cgd, Columbia, Durium, Edibi, Fonit,
Jolly, Saar, King, MRC, Philips, Primary, Voce del Padrone, Ricordi,
Zeus), quanto per il nutrito cast di cantanti che daranno vita e colore
alle canzoni e alla manifestazione stessa.
(Antonio Sciotti)
 
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