Anno: 1981
Altri titoli: -
Interpreti: Alabama
HitParade: -
Chart annuale: -
Altri interpreti: Bananarama
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Un perfetto esempio per comprendere dove fosse andata a finire la country music
nel 1981, in un momento di crisi tombale e di penuria di ascolti: negli USA i
vecchi cantanti sembravano non funzionare più, i giovani non intendevano vedere
ed ascoltare artisti che ricordavano loro i padri e i nonni, e che a loro non
dicevano nulla. Chi erano per loro Hank Williams, George Jones, Ernest Tubb,
Merle Haggard? Vecchi incartapecoriti, alcuni già trapassati, ed incapaci di
comprendere le loro istanze.
La country music doveva rinnovarsi, e vennero alla ribalta gli Alabama (al
secolo Randy Owen, Teddy Gentry, Jeff Cook, Mark Herndon), ragazzi giovani, di
bell'aspetto, pluristrumentisti, e, a detta delle ragazze americane, anche
alquanto sexy. Il successo fu immediato: il loro blend di country, rock, pop,
cajun li portò ad essere il gruppo di maggior successo della storia di questa
musica con 31 numeri 1 tra il 1980 e il 1993.
La canzone in epigrafe, composta dal prolifico Tim DuBois e Jim Hurt, è tipica
del loro stile: ritmo battente, ma non pesante, chitarre e tastiere, ed una
spettacolare orchestra ad ornare il tutto; svetta il mirabile uso delle voci,
spesso con cori a quattro, in uno stile prettamente hillbilly. Il brano arrivò
al numero 1 nella classifica country ed al numero 15 in quella pop.
Da notizie recentemente acquisite, sembra che gli Alabama abbiano deciso di
abbandonare la loro musica, dedicandosi esclusivamente al Gospel, cosa che ha
gettato nello sconforto più totali i loro ammiratori.
La stessa canzone è stata ripresa anche dalle Bananarama, complesso femminile
di pop, con risultati certo non esaltanti: lasciate agli Alabama quello che
è degli Alabama.
(Giovanni Villata)
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