Anno: 1966
Altri titoli: -
Interpreti: Michel Polnareff
HitParade: #11, ottobre 1966
Chart annuale: Top 50
Altri interpreti: Mario Tessuto
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Michel Polnareff è un vero beatnik: davanti alla prospettiva di una vita borghese e di un lavoro convenzionale, dopo il servizio militare ha scelto di suonare la chitarra sulle scale del Sacré Coeur passando la notte nelle stazioni del métro e rischiando frequenti "visite" al Commissariato per accattonaggio piuttosto che addormentarsi nel comfort domestico.
I capelli lunghi, li porta da quando aveva tre anni, e proprio all'età di tre anni raccontano che abbia scritto la sua prima canzone: il titolo era semplicemente Michel, e parlava ovviamente di se stesso.
L'infanzia di Michel è piena di episodi degni di un enfant prodige: dalla Corale dell'oratorio del collegio, al primo premio di solfeggio al Conservatorio di Parigi a soli 12 anni, passando ovviamente attraverso gli studi di pianoforte classico, e attraversando i generi musicali da Bach, a Mozart, a Gershwin.
A diciotto anni Michel sembra avesse già composto duecento canzoni, scrivendone il testo in inglese, non per originalità ma perché secondo lui l'inglese aveva una sonorità migliore. Con questo bagaglio di canzoni e con la chitarra in spalla, Michel compie il giro di Francia in autostop guadagnandosi la vita con la sua musica. Dove non lo lasciavano cantare, si metteva a fare disegni sul marciapiede, ma poiché era meno bravo come disegnatore che come musicista, scriveva per giustificarsi: «Non so disegnare ma ho fame».
Una delle duecento canzoni viene fuori quando l'impresario Lucien Morisse gli concede un'audizione: si tratta di Love me, please love me, ma di inglese le rimangono solo le parole del titolo. In questo brano Michel sfodera tutto il suo talento pianistico per una rock ballad di forte impatto, che parla di un amore non corrisposto per una donna più matura di lui.
Il brano viene pubblicato come secondo 45 giri, dopo il fortunatissimo esordio con La poupée qui fait non. La facciata B, intitolata L'amour avec toi, darà non poche noie all'autore per il suo contenuto (allora) definito scabroso, e verrà bandita dalle trasmissioni radiotelevisive. Ma il successo non tarda ad arrivare anche per questo secondo disco, e il paese in cui sorprendentemente il singolo andrà meglio è la Germania.
In Italia Polnareff arriverà proprio grazie a questo brano. Il primo a segnalarlo è il critico Adriano Mazzoletti, che conduce la domenica mattina una trasmissione radiofonica dal titolo Disc Jockey (termine ancora sconosciuto per gli italiani di quaranta anni fa). Nella sua rubrica il brano sarà richiesto per numerose settimane, e dalla radio alla televisione il passo sarà breve. Numerose trasmissioni televisive (tra le quali Settevoci, Chissà chi lo sa?) ospiteranno Polnareff, dando ovviamente maggiore spazio ai pettegolezzi riguardanti il suo stile di vita anticonformista, piuttosto che alla sua prepotente e controversa personalità musicale, che comunque si rivelerà appieno solo con i successivi lavori.
(Orlando R.)
 
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