Anno: 1954
Altri titoli: -
Interpreti: The Chordettes
HitParade: -
Chart annuale: -
Altri interpreti: Four Aces & Al
Alberts (1954), Emmylou Harris (1955), Trio Les Paul (1955), Fatima Robins &
Fred Buscaglione (1956), Peter Van Wood (1956), Marino Marini (1958), Anita O'Day (1962),
Bert Kampfert Orchestra (1955), Kurt Henckels Orchestra (1956), Billy Vaughn Orchestra
(1957), Charlie McKenzie, piano (1957), Eddie Osborne, organo (1958)
|
E' uno dei brani statunitensi più celebri dell'annata, tra i più rappresentativi degli
anni Cinquanta. Mr. Sandman è una sorta di gigante buono, con tratti favolistici, a cui
qualsiasi persona si può rivolgere per esaudire ogni sogno. In questo caso è una donna
a rivolgersi a lui perché si avveri un suo sogno d'amore (sono tanto sola, donami un
tuo magico sorriso dice nel momento topico del brano) ma più in generale è l'umanità
intera, mentre dorme placidamente a sperare nel potere dei sogni e a far sì che, magari
grazie a Mr. Sandman, i loro desideri possono avverarsi.
Canzone tra le più ottimistiche, ricolma di speranza, si avvale nell'arrangiamento
originale dei Chordettes (che nel 1954 per primi la portarono al successo) a un tono
idilliaco, con timpano e xilofono sempre presenti e la voce femminile in primo piano: al
suo richiamo iniziale "Mr. Sandman?" la creatura fiabesca domanda "Yes?" e lei risponde
"Bring me a dream" ovvero "Donami un sogno". Al termine della prima frase la creatura,
una voce maschile, pronuncia "bom bom bom bom" per far intendere che ha capito le sue
intenzioni ed è pronto ad esaudirle come fosse un genio della lampada. Questo artificio
(che purtroppo si perderà nelle versioni successive) viene ripetuto invaribile nella prima
frase di ogni strofa, in un andamento sognante ma allegro, quasi scanzonato.
E' impossibile in questa sede fare il conto delle migliaia di versioni del brano, cantate
e strumentali; l'elenco enumera soltanto le principali versioni, tra le quali vi sono le
due italiane di Peter Van Wood su parole di Mario Panzeri e Carrera, quindi Marino Marini
su parole di Spiker e Pinchi, mentre quella di Fatima Robin's e Fred Buscaglione è
l'originale. Accontentiamoci di dire che la canzone mantiene popolarità costante per tutti
gli anni Cinquanta e con l'avvento del beat nel 1962 cade praticamente nell'oblio.
Tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta è il cinema a riscoprire il
brano, utilizzandolo nella colonna sonora di almeno tre film. Il primo è il grottesco
"Cry-baby" (1990) diretto da John Waters, con protagonista un duttile Johnny Depp nel
suo primo ruolo importante; il secondo è il drammatico "The long walk home" (1990) diretto
da Richard Pearce con Whoopi Goldberg protagonista, storia delle prime lotte alla
segregazione razziale in Alabama nel 1955 viste con gli occhi di una cameriera di colore
ben vista dai suoi datori di lavoro; il terzo è lo spassoso "Uncle Buck" (1989) diretto
da John Hughes con uno straordinario John Candy protagonista, impacciato ed esilarante
baby sitter dei tre figli piccoli del suo fratello: uno di questi è Macaulay Culkin,
non ancora diventato un divo.
(Riccardo Pini)
 
|