Anno:
1964
Altri titoli:
Interpreti:
Paul Anka
HitParade:
#2, Febbraio 1964
Chart annuale:
Top 20
Altri interpreti: Roby Ferrante
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Dopo Ogni notte e Ogni giorno, ecco la canzone con cui Paul Anka avrebbe dovuto vincere a Sanremo, secondo gli addetti ai lavori.
Alla vigilia del festival si erano sentite dire cose poco simpatiche, come ad esempio che la RCA si fosse data da fare per assicurargli la vittoria finale. Il fatto di essere un cantante sulla cresta dell'onda lo ha avvantaggiato ma è cosa normalissima. Paul Anka fa parte di quella schiera di cantanti stranieri che approdano in Italia perché il mercato tira alla grande. Il peso che aveva allora la musica leggera italiana era enorme e tutti si prodigavano per interpretare un brano nella nostra lingua. Gli unici a non farlo furono i Beatles. E quel 1964 fu particolare se a Sanremo scesero in massa cantanti di levatura internazionale, non come ospiti d'onore ma come partecipanti.
Per Paul Anka quel Sanremo fu in un certo senso una rinascita artistica, dato che in Usa non andava più così bene come nei primi tempi. Diana era già lontana anni luce, un'altra epoca. Il suo nome era stato soppiantato da nuovi idoli. Non aveva l'irruenza del primo Elvis, ma non era neanche un salame tipo Pat Boone. Non si produceva in contorsioni esagerate per arruffianarsi il pubblico ma non era neanche un compassato col bicchiere in mano alla Sinatra.
Ha affrontato il festival, si è impegnato (lo si è visto) ed è stato premiato dal pubblico italiano, che stavolta si è prestato, senza assumere quell'aria di sufficienza con la quale è solito far fallire tutti gli stranieri partecipanti.
Fin dall'introduzione orchestrale, voluta da Ennio Morricone (e poi copiata senza vergogna da Morandi sei anni dopo per Capriccio) Ogni volta ha tutti i requisiti (orecchiabilità, immediatezza, arrangiamento ad effetto, ritmica facile e accattivante) per fare presa sullo spettatore al primo ascolto.
Grazie a Ogni volta tutti i successi anche passati di Paul Anka vivono in Europa una seconda giovinezza. Il merito di questo va innanzitutto alla RCA italiana che nel 1963 lo portò qua in contemporanea o quasi con un altro grande americano in cerca di un rilancio europeo, Neil Sedaka. Così Paul Anka riesce ad essere l'unico della colonia straniera a Sanremo (a parte Gene Pitney) ad aver imbroccato la via delle classifiche e a vendere quasi due milioni di copie.
(Christian Calabrese)
 
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