PAROLE PAROLE
(di L.Chiosso - G.Del Re - G.Ferrio)

  • Anno: 1972
  • Altri titoli: -
  • Interpreti: Mina & Alberto Lupo

  • HitParade: #1, Maggio 1972
  • Chart annuale: Top 30

  • Altri interpreti: Dalida & Alain Delon
  • La sigla finale del varietà televisivo "Teatro 10", andato in onda nella primavera del 1972, é firmata da Leo Chiosso e Giancarlo Del Re, autori della trasmissione, e dal direttore d'orchestra Gianni Ferrio. Il brano é naturalmente affidato alle voci dei due protagonisti del programma, Mina ed Alberto Lupo. Quest'ultimo é un affermato attore teatrale e televisivo, noto al grande pubblico come interprete dello sceneggiato "La Cittadella". Per adattare il pezzo alle corde di lui, viene composta una parte recitata a complemento della melodia, che é invece interamente eseguita dalla splendida voce di lei. Il risultato é una sorta di easy-listening all'italiana, che diventerà presto una delle canzoni più celebri di Mina, e senza dubbio la più inflazionata: ancora oggi, purtroppo, il pubblico é perseguitato da continui tentativi di rivisitazione del brano, soprattutto da parte di "non cantanti".

    Con "Parole, parole", tra l'altro, la canzone leggera italiana inaugura un filone a metà fra il cantato e il recitato, che ben presto propinerà veri e propri fumettoni da tre minuti con protagonisti i personaggi più svariati, da padri disperati a maestri di violino, da fidanzatini lontani a furtivi amanti telefonici.

    Qui, per nostra fortuna, assistiamo semplicemente al dialogo tra una donna capricciosa e un pò lunatica ed il suo uomo, che tenta di conquistarla con perle da romanzo rosa come "tu sei la frase d'amore cominciata e mai finita" o l'eterna "se tu non ci fossi bisognerebbe inventarti". Ma il verso che più degli altri é rimasto nella memoria collettiva é quello in cui irrompe Mina a metà di ciascuna delle due strofe, quando, dopo un attacco sinuoso, esclama: "caramelle non ne voglio più...". Tra violini, grilli e rose, si giunge poi al ritornello, un vero e proprio tormentone in cui il sostantivo "parole" é ripetuto per ben sedici volte, in un crescendo di tonalità e di carica emotiva: la protagonista é evidentemente stanca di tante inutili romanticherie e, come una dea impietosa, lascia cadere nel vuoto le invocazioni di lui.

    La canzone viene pubblicata su 45 giri nell'Aprile del 1972 e, sulla scia del successo della trasmissione cui é legata, raggiunge le prime posizioni della hit parade nel mese successivo, quando diviene anche uno dei brani di punta del nuovo album di Mina, "Cinquemilaquarantatre".

    Una divertente parodia di "Parole, parole" é proposta nel corso della penultima puntata di Teatro 10 dagli stessi protagonisti con Adriano Celentano: quest'ultimo interpreta a suo modo la parte di Mina, fumando e lanciando caramelle, mentre lei si cimenta nel parlato; Alberto Lupo interviene solo nel finale, mentre i due cantano insieme il ritornello dandosi appuntamento a ventisei anni dopo.

    (Luca)