PENNY LANE
(di John Lennon - Paul McCartney)

  • Anno: 1967
  • Altri titoli: -
  • Interpreti: The Beatles

  • HitParade: #3, Aprile 1967
  • Chart annuale: Top 30

  • Altri interpreti: -
  • Possiamo chiamarlo forse l'unico "concept 45" mai uscito, anticipatore della moda dei "concept album" che era pronta ad esplodere da li a poco? Di fatto era un 45 giri a tema: Liverpool, la loro città natale, era il soggetto dei testi, un tema che John Lennon svolgeva con "Strawberry Fields Forever" e a cui Paul McCartney faceva pariglia con "Penny Lane". Che uno o l'altro fosse il lato B, sappiamo che non ha grande importanza, nella produzione dei 45 giri dei Beatles.

    "Penny Lane" è un flashback nostalgico sulla vita di tutti i giorni a Liverpool, con una sfilata di personaggi estremamente realistici (e probabilmente reali) che sollecitano la vena poetica di Paul. Ecco allora il barbiere nel suo negozio, orgoglioso delle fotografie dei modelli di taglio che è in grado di eseguire, il banchiere un po' goffo preso in giro alle spalle dai monelli irriverenti, il pompiere che tiene nella tasca il ritratto della Regina e lustra diligentemente l'autopompa, la crocerossina che vende papaveri. "Penny Lane è nei miei orecchi e nei miei occhi e laggiù, sotto azzurri cieli suburbani, mi siedo e torno indietro negli anni". Un testo davvero bellissimo e, sicuramente, molto sentito da Paul che, tra l'altro, fin dal 1965 accarezzava l'idea di comporre una canzone facendo omaggio alla propria città natale.

    Aveva già definito il titolo, "Penny Lane" appunto, perché molto verosimilmente aveva già qualche idea su come sviluppare quantomeno le liriche. La registrazione fu accuratissima ed estremamente laboriosa con innumerevoli riprese, sovraincisioni, riversamenti e "manipolazioni" come l'escamotage di registrare ad una velocità e riutilizzare poi la pista incisa inserendola però a velocità doppia. Se si considera che, allora, per le registrazioni dei dischi negli studi EMI di Abbey Road erano disponibili unicamente apparecchiature a 4 piste, metterci tutto quel che i Beatles volevano fu veramente un'impresa. L'unica maniera possibile era quella di riversare, non appena utilizzate le 4 piste disponibili, il materiale su un altro nastro saturandone una sola pista e così via. Bisognava tenere conto, ovviamente, che ad ogni riversamento si perdeva qualità e si aggiungeva fruscio di fondo (il sistema Dolby non era ancora disponibile, allora). Il risultato fu comunque assai lusinghiero, e se si pensa che anche "Sgt. Pepper" fu registrato con le medesime metodiche, a risentire oggi le versioni sia pur rimasterizzate e passate su CD di questo materiale c'è da rimanerne assolutamente ammirati.

    La musica, dal punto di vista della bellezza estetica, fa pari col testo. Una marcetta accattivante, con un tempo "swing" che colpiva da subito l'ascoltatore. Sentire "Penny Lane" era come prendersi una dose tripla di contagiosa allegria: il mondo intorno a noi diventava più colorato, le ansie ed i problemi, anche solo per qualche minuto, si allontanavano od assumevano un connotato meno grave. "Penny Lane" era forse già musicoterapia?

    Come i Beatles registrarono "Penny Lane"
    - 29 dicembre 1966 - La "scena del delitto" è lo Studio 2 di Abbey Road, dove i Beatles registrarono la quasi totalità dei loro dischi. Dopo aver dedicato l'intero pomeriggio ad altri lavori (erano in preparazione "Strawberry Fields Forever" e altri pezzi che sarebbero stati poi inclusi su "Sgt. Pepper"), alle 19.00 si iniziò a registrare. L'intera sessione fu dedicata alle parti eseguite al pianoforte. Alla parte di piano principale furono dedicate sei riprese audio (in termine tecnico, "takes") di cui solamente quelle numerate 5 e 6 furono considerate complete e quindi "buone". La numero 6 divenne la traccia 1 sul registratore a quattro piste. Sulla traccia 2 fu registrata (sovraincisa, in termine inglese "overdub" o "superimposition") una seconda parte di pianoforte il cui suono fu però modificato: il suono, dal microfono di ripresa passava ad un amplificatore per chitarra, sfruttandone l'effetto di riverbero, per andare al nastro con una timbrica tutta particolare e completamente differente dalla traccia 1. In quel momento, dei quattro Beatles il solo Paul era presente in studio. Sulla traccia 3 fu registrato un altro pianoforte, ripreso a velocità dimezzata e riportato poi alla velocità di base con il risultato di avere un ancora diverso risultato timbrico. Sulla stessa pista fu registrato anche il suono di un tamburello. Sulla traccia 4 furono inseriti i suoni di un armonium aumentati di due toni e processati ancora attraverso l'amplificatore, diversi effetti di percussioni e piatti di batteria. Del materiale ripreso fino a quel momento furono effettuati due remix mono, numerati 1 e 2, da take 6.
    - 30 dicembre 1966 - Si riprende il lavoro, sempre di pomeriggio e sempre allo studio 2. Le registrazioni sul 4 piste effettuate il giorno precedente furono riportate (ridotte, reduction) sulla traccia 1 di un nuovo nastro del registratore a 4 piste e denominata "take 7". Ricapitolando, a questo punto, "take 7" è un nuovo nastro che riporta sulla traccia 1 tutto quanto registrato il 29 dicembre ed ha le tracce 2, 3 e 4 libere. Per poco, perché sulla traccia 4 venne registrata la voce di Paul (doppiata da John) ripresa in origine a velocità lenta. A questo punto, da take 7 furono effettuati dei remix mono, numerati 3 e 4, per essere utilizzati come nastri demo.
    - 4 gennaio 1967 - Anno nuovo. Sulla traccia 2 del nastro viene aggiunto ancora un pianoforte, questa volta suonato da John Lennon, e la chitarra solista di George Harrison. Sulla traccia 3 Paul McCartney aggiunge altre parti vocali.
    - 5 gennaio 1967 - La traccia 3 con la parte vocale di Paul registrata il giorno precedente viene rifatta.
    - 6 gennaio 1967 - Al nastro vengono aggiunti basso (Paul), chitarra ritmica (John), batteria (Ringo) e conga (John), saturando ancora una volta il nastro. La riduzione che si rendeva necessaria e denominata "take 8" venne effettuata, a differenza di quella del 30 dicembre, utilizzando questa volta due delle quattro piste del nuovo nastro. Sulla traccia 3 vennero registrati John e George Martin con ulteriori contributi di piano e battimani. Sulla traccia 4 John, Paul e George lasciarono delle "voci di servizio" laddove poi sarebbero state successivamente inserite le parti degli strumenti a fiato. Il tutto fu seguito da una ennesima riduzione delle tracce del nastro, denominata "take 9", dove venivano occupate due sole tracce, lasciandone due libere per le successive aggiunte.
    - 9 gennaio 1967 - Siamo rimasti a "take 9", due tracce occupate e due tracce libere. E' il primo giorno degli strumenti a fiato. Sei strumentisti classici furono ingaggiati per la registrazione. Due trombe (Freddy Clayton e Leon Calvert) e quattro flauti (P. Goody, Ray Swinfield, Dennis Walton e Manny Winters) portano il loro contributo. Vengono registrate anche parti di ottavino e corno inglese. I remix mono di quel giorno vennero numerati 5 e 6.
    - 10 gennaio 1967 - L'eccezione che conferma la regola: si lavorò allo studio 3 di Abbey Road, con sovraincisioni di effetti su take 9.
    12 gennaio 1967 - Ancora allo studio 3 per la seconda giornata dedicata agli strumenti a fiato. Due trombe (Duncan Campbell e Bert Courtley), due oboi e corni inglesi (Dick Morgan e Mike Winfield), un bombardino (Frank Clarke). Tutta la sessione di registrazione apporta nuovo materiale su take 9. A fine sessione, remix mono con progressivo 7 e 8. 17 gennaio 1967 - Ritorno allo studio 2 per l'ultimo contributo di strumenti a fiato. E' la volta di un "pezzo da 90", lo strumentista classico David Mason, componente della New Philarmonia Orchestra. Mason contribuirà con le parti soliste della famosa tromba in Si bemolle, facilmente riconoscibile all'ascolto, rigorosamente riprese tali e quali, quindi senza le accelerazioni di velocità sospettate da più parti. Furono poi effettuati tre remix mono numerati 9, 10 e 11 dei quali l'ultimo fu catalogato "migliore". Ne venne fatta una copia che fu spedita alla Capitol americana.
    - 25 gennaio 1967 - Allo studio 1 vennero effettuati ulteriori mixaggi mono numerati da 12 a 14 (sempre derivati da take 9), elidendo parte del materiale registrato dal trombettista David Mason. Remix 14 fu dichiarato "migliore", destinato quindi alla produzione del master tape. Questo nuovo remix determinò una curiosa situazione, che col senno di poi si rivelò una autentica manna per i collezionisti. Dal nastro master derivato da remix 11 in precedenza (17 gennaio) ed inviato in USA con urgenza, la Capitol ricavò le matrici per stampare i 45 giri demo destinati alle stazioni radio nordamericane. Di "Penny Lane" esiste quindi questa versione su 45 giri demo con tromba "ridondante" che ha quotazioni elevatissime fra i collezionisti di tutto il mondo.

    Leonardo Viani