RIVER DEEP, MOUNTAIN HIGH (Le montagne)
(di J.Barry, E.Greenwich, P.Spector - Specchia)

  • Anno: 1966
  • Altri titoli: Ci amiamo troppo
  • Interpreti: Tina Turner

  • HitParade: -
  • Chart annuale: -

  • Altri interpreti: Iva Zanicchi - Neil Diamond - Deep Purple - Four Tops - The Supremes - Eric Burdon & The Animals - Patty Pravo - I Nuovi Angeli - Celine Dion
  • In declino discografico dopo i successi R&B dei primi anni '60, il duo Ike & Tina Turner sembra avviato verso una dignitosa routine fatta di spettacoli dal vivo nei locali notturni delle grandi città americane. Nel 1965 il leggendario produttore Phil Spector ha modo di ascoltarli in un club di Hollywood e, affascinato dalla grinta e dall'energia di Tina, decide di costruire un brano adatto alle sue corde vocali.
    Così nasce River Deep, Mountain High, brano sul quale Spector punta tutto se stesso, giocandosi la reputazione di hitmaker infallibile.
    Spector completa il pezzo, assemblando tre idee musicali diverse nate dalla collaborazione con i coniugi Jeff Barry e Ellie Greenwich, lo affida all'arrangiatore Jack Nitzsche, assolda i migliori sessionmen del momento e investe un anno di lavoro e 22 mila dollari, cifra astronomica per quel periodo, per la produzione di un disco che dovrà scalare le classifiche di tutto il mondo.

    Benché il disco sia accreditato a "Ike & Tina Turner", la voce è della sola Tina. Ci sembra giusto ricordare che Ike, prima che l'alcool e la droga distruggessero la sua carriera, e prima che la spietata autobiografia di Tina demolisse definitivamente la sua figura raccontandone gli abusi di marito violento e manager tiranno, è pur sempre da considerare uno degli "inventori" del rhythm 'n' blues.
    Eppure, non solo viene estromesso dalla produzione e non partecipa all'incisione del brano, ma viene tenuto fisicamente lontano dalla sala di registrazione dall'egocentrico Spector, che pretende il totale controllo dell'intero lavoro.
    In un'intervista a Rolling Stone, Tina ha rivelato che fu costretta a ripetere il brano innumerevoli volte prima che l'esigentissimo produttore fosse soddisfatto: alla fine, sudata ed esausta, per dare il meglio di sé e della sua voce, si libera dell'abito che indossava e canta in reggiseno.
    Il risultato è un brano di grande effetto, orchestrato con la tecnica famosa col nome di "wall of sound", che è stata un marchio di fabbrica per Phil Spector e che lancerà la voce della sensuale Tina in tutta Europa, ma che si rivelerà un epocale fiasco negli USA.
    Il brano è troppo "costruito"? è troppo "pompato"? il pubblico non è preparato alla svolta di Tina Turner dal R&B al pop? c'è una congiura tra i DJ nelle radio che non programmano il brano? le major del disco vogliono infliggere una lezione di umiltà all'ego ipertrofico di Phil Spector?
    Forse nessuna di queste ragioni è sufficiente da sola a spiegare il perché di questo clamoroso insuccesso. Fatto sta che in USA il disco non entrerà mai in classifica, anche se a Londra raggiunge il numero 3 e in moltissimi altri paesi, europei e non, diventerà uno dei maggiori hits del 1966.
    Lo scacco professionale (e la perdita secca di dollari) sarà tale che Phil Spector sarà costretto a chiudere la propria etichetta discografica e a ritirarsi dall'attività, fino a quando tre anni più tardi non viene convocato da John Lennon per la produzione dell'album Let it be.

    Numerose saranno le cover del brano: dai Deep Purple agli Animals, dai Four Tops a Neil Diamond, tutte popolari e tutte vendutissime, ma nessuna prodotta da Phil Spector. Il quale, non convinto della propria sconfitta, riproporrà il brano trent'anni più tardi a Celine Dion. Il risultato delle sessions fu talmente disastroso da non venire mai pubblicato (esiste però una versione di Celine Dion dal vivo in un album registrato a Parigi nel 1998).

    Iva Zanicchi volle farne una versione italiana: la sua splendida voce blues, che siamo stati quasi sempre costretti ad ascoltare ingessata in improbabili melodie all'italiana, viene fuori con tutta la sua energia, tanto che ancor oggi la cantante non si capacita dell'insuccesso di Le montagne, questo il titolo italiano del brano. Altre due cover, molto meno riuscite, escono per le voci dei Nuovi Angeli (nel loro omonimo primo LP) e di Patty Pravo, che però utilizza un testo diverso ed inserisce la canzone nel suo album d'esordio col titolo Ci amiamo troppo.

    (Orlando R.)