'O SOLE MIO
(di E.Di Capua - G.Capurro - A.Mazzucchi)

  • Anno: 1898
  • Altri titoli: It's now or never
  • Interpreti: Enrico Caruso - Giuseppe Di Stefano - Mario Del Monaco

  • HitParade: -
  • Chart annuale: -

  • Altri interpreti: Alfredo Vernetti - Claudio Villa
  • Uno degli argomenti ricorrenti di certa stampa a caccia di inutili polemiche è l'inno nazionale. Non c'è evento sportivo o visita ufficiale di capo di Stato, in cui i giornali o le TV non facciano riemergere il disamore degli italiani verso l'Inno di Mameli, proponendone di volta in volta la sostituzione con brani di autori che vanno da Verdi a Modugno, da Battisti a Puccini.

    Forse il vero inno nazionale potrebbe essere proprio "'O sole mio": la sua semplice e bella melodia rispetta tutti i canoni della tradizione musicale e, se non altro, è il nostro motivo più conosciuto nel mondo. Pochi sanno tuttavia che questo motivo, entrato nel DNA di tutti gli italiani, fu composto in Ucraina. Il suo autore, il napoletano Eduardo Di Capua, fresco di studi di conservatorio, aveva già composto melodie destinate a diventare dei classici (Maria Marì, I' te vurria vasa', Torna Maggio); negli ultimi anni dell'800 era all'estero con suo padre Giacobbe, violinista in una piccola orchestra. Una mattina, durante una sosta ad Odessa, dai vetri della finestra dell'albergo il giovane musicista è colpito dalla luce del sole sul Mar Nero. In un impeto forse di nostalgia, compone le note centrali di questa canzone, sui versi che gli aveva consegnato il poeta Giovanni Capurro a Napoli prima della sua partenza. Una volta tornato a Napoli, Di Capua rifinisce il brano con l'aiuto di un suo giovane collega, Alfredo Mazzucchi, e consegna la composizione all'editore Bideri ritirando il compenso forfettario che le case musicali destinavano allora agli autori in cambio dell'utilizzo incondizionato del brano (siamo nel 1898 e solo qualche anno più tardi verranno riconosciuti i diritti d'autore).

    A settembre, "O sole mio" viene presentata al concorso musicale "Tavola Rotonda" con i nomi di Capurro e Di Capua e, come seconda classificata (anche se sullo spartito fu poi scritto "prima classificata") ottiene un premio in denaro. Questo sarà l'unico compenso percepito in vita dai due autori, mentre sarà enorme il successo della Bideri. Di Capua rimane vedovo a 31 anni con due figli; per sopravvivere, farà il pianista nelle sale di cinematografo accompagnando dal vivo la proiezione dei primi film muti, e sembra che alla sua morte, avvenuta nel 1917, il suo pianoforte sia stato venduto per pagare i debiti lasciati insoluti. Altrettanta sfortuna arriderà a Capurro, che morirà tre anni più tardi in condizioni di indigenza senza la soddisfazione di veder riconosciute le sue doti poetiche.

    Le royalties, che ancor oggi fruttano circa 150 mila euro all'anno, grazie alle nuove leggi sul diritto d'autore furono riconosciute dopo molti anni anche agli eredi di Capurro e di Di Capua, ma solo nel 2002 una clamorosa sentenza del Tribunale di Torino ha stabilito che i diritti di "'O sole mio" spettano anche al terzo co-autore Alfredo Mazzucchi, o meglio ai suoi eredi, visto che la causa da lui intentata nel 1969 è durata più di trent'anni, andando ben oltre le sue aspettative di vita (il musicista si spense novantaquattrenne nel 1972).

    Si conoscono numerosissime versioni in tutti i generi musicali e in tutte le lingue: inutile cercare di enumerarle tutte. Dai cantanti lirici ai jazzisti, dai depositari della tradizione melodica agli interpreti del pop e del rock, tutti possono vantare "'O sole mio" nel proprio repertorio. L'edizione che ha più venduto in termini di copie discografiche è "It's now or never" di Elvis Presley. Da notare che il testo inglese, pur essendo già stato composto nel 1901 ("Beneath thy window"), fu considerato troppo letterario e riscritto per l'occasione.

    (Orlando R.)


    IL TESTO
    Che bella cosa na jurnata 'e sole,
    n'aria serena doppo na tempesta!
    Pe' ll'aria fresca pare gia' na festa...
    Che bella cosa na jurnata 'e sole.
    
    Ma n'atu sole
    cchiu' bello, oi ne'.
    'o sole mio
    sta 'nfronte a te!
    
    Lùcene 'e llastre d''a fenesta toia;
    'na lavannara canta e se ne vanta
    e pe' tramente torce, spanne e canta
    lùcene 'e llastre d'a fenesta toia.
    
    Ma n'atu sole
    cchiu' bello, oi ne'.
    'o sole mio
    sta 'nfronte a te!
    
    Quanno fa notte e 'o sole se ne scenne,
    me vene quase 'na malincunia;
    sotto 'a fenesta toia restarria
    quanno fa notte e 'o sole se ne scenne.
    
    Ma n'atu sole
    cchiu' bello, oi ne'.
    'o sole mio
    sta 'nfronte a te!