LO STRANIERO (Le métèque)
(di B.Lauzi / G.Moustaki)

  • Anno: 1969
  • Altri titoli:
  • Interpreti: Georges Moustaki

  • HitParade: #1, Ottobre 1969
  • Chart annuale: Top 10

  • Altri interpreti: -
  • La Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia 1969 ha il merito di proporre, o in qualche caso riproporre, all'attenzione del pubblico italiano una nutrita squadra di artisti d'oltralpe. Nella scaletta di questa edizione (cantando ovviamente in italiano) figurano infatti molti nomi francesi quali Charles Aznavour, Johnny Hallyday, Nino Ferrer, Dalida, e lo sconosciuto Georges Moustaki.
    Moustaki è un uomo molto particolare. Il suo primo boom come autore lo deve a Milord, incisa prima da Edith Piaf e poi da mezzo mondo, tra cui Dalida e Milva (le versioni più famose da noi); poi ricompare fra gli autori di Riviera di Umberto Bindi.
    Le métèque ha venduto più di 500 mila copie in Francia e, nella versione in lingua italiana curata da Bruno Lauzi, diventa Lo straniero. Il primo capoverso del brano colpisce subito l'immaginario dell'ascoltatore.
    "Con questa faccia da straniero" diventa per qualche tempo un'espressione comune, quasi una moda. Il ritmo è quello del sirtaki greco, come greco è anche il cognome dell'artista. La voce è buttata lì, quasi a caso, al limite della quadratura musicale.

    Moustaki nasce al Cairo da genitori greci e si trasferisce a Parigi quando la capitale francese sta vivendo gli ultimi sprazzi di esistenzialismo, di cui Juliette Gréco è la portabandiera. Ha una moglie e una figlia di 14 anni, le quali però non vivono con lui perchè hanno caratteri troppo differenti. Lui mal sopporta una vita troppo metodica, la moglie mal sopporta il disordine. Non le si possono dare tutti i torti, perchè quando Moustaki ha un'idea improvvisa non fa come tutti quanti gli esseri umani, che se l'appuntano su un foglio di carta. No, lui la deve scrivere sui muri di casa. Il suo bloc notes personale.

    Perchè Lo straniero? Perchè ha voluto rispondere in musica ad una signora la quale durante le loro conversazioni, ogni volta che il suo parere differiva da quello del barbuto cantautore gli si rivolgeva dicendogli "tais toi, tu est un métèque". Che nella sua intenzione era paragonabile a "stai zitto, che sei un sottosviluppato". Conosciamo tutti lo sciovinismo dei francesi.
    Certo non immaginava che sarebbe diventato un successo di così vaste proporzioni. E pensare che era già venuto in Italia ed aveva cominciato a scrivere in coppia con Giorgio Calabrese, canzoni un po' pazze e rivoluzionarie come Il giudizio universale considerate un po' sopra le righe per i tempi. Si parla del 1960. E' dunque vero che la vita comincia a quarant'anni, come l'età di Moustaki.
    Per qualche tempo ascoltare la sua musica, specie in certi ambienti, fa trend. Moustaki inciderà un intero album in italiano, contenente anche una sigla di Rischiatutto, scritta per l'occasione nientemeno che dall'allora moglie di Mike Bongiorno (quando si dice la forza dei nomi!) dal titolo molto originale: Il rischio (!); poi, sulla signora, l'oblio, almeno da noi.

    (Christian Calabrese)