Anno: 1971
Altri titoli: -
Interpreti: Pooh
HitParade: #1, settembre 1971
Chart annuale: Top10
Altri interpreti: Riccardo Fogli
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Questo è il primo vero cavallo di battaglia nel folto repertorio del più
longevo complesso pop italiano. Dopo alcuni anni di gavetta, esperimenti
beat da rivalutare, e tentativi 'impegnati' di farsi largo tra una
schiera di gruppi emergenti, i quattro Pooh (cinque col paroliere
Negrini, ex batterista) scelgono la via della melodia tradizionale e il
risultato è garantito. Se prima avevano messo in risalto il timbro
stilistico, stavolta è la voce di Riccardo Fogli ad ammaliare il
pubblico femminile, nel quale subentra un gioco di immedesimazione nella
protagonista donna, "strana amica di una sera", che il protagonista uomo
usa e getta prima di tornare al suo focolare. Non è da escludere che
venga rappresentata, con inconsapevole autocritica, la vita di un
musicista, al quale anche una relazione ufficiale non può impedire
qualche scappatella.
Se sulla partitura non c'è nulla da eccepire, irta
di furbe sospensioni, un galeotto binomio tra pianoforte e violini, e
frasi musicali semplici da mandare subito a memoria, il testo pecca di
ipocrisia dall'inizio alla fine. "Mi dispiace di svegliarti / forse un
uomo non sarò / ma ad un tratto so che devo lasciarti" sono tra le
parole più famose della musica leggera italiana, ma suonano false
lontano un miglio. La voce narrante poi se la canta e se la suona,
immaginando le reazione di una ragazza che probabilmente aveva già
previsto tutto andando con un uomo già preso. Questo voler allontanare
le proprie responsabilità, quasi giustificando l'attività
doppiogiochista dell'amante incallito, non farà bene all'immagine del
maschio latino. Per fortuna, sono solo canzoni, e questa caduta di stile
sarà un male necessario per la fama imperitura dei Pooh.
(Mario Bonatti)
Primo brano dei Pooh che ha raggiunto la vetta della Hit Parade. Il tema è quello
dell'amante che viene abbandonata per ritornare dalla moglie ("il mio posto è là").
Tema ripreso in chiave diversa anche vent'anni dopo con "L'altra donna" (in entrambe
è magistrale l'interpretazione di Battaglia). L'uomo qui si sente al centro dell'universo
e si ritiene indispensabile per le due amate.
Il testo è stato più volte vivisezionato e sbeffeggiato soprattutto da Lella Costa nei suoi
monologhi (ma anche nella nostra monografia sui testi che trattano del tradimento, vedi l'apposita sezione).
Curiosità: il boom della canzone portò i gestori dei juke-box a sostituire più volte il disco
in quanto i solchi si consumarono più volte per i ripetuti ascolti. La canzone fu seconda al
Festivalbar del 1971.
 
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