IL TEMPO SE NE VA
(T. Cutugno - C. Minellono - C. Mori)

  • Anno: 1980
  • Altri titoli: -
  • Interpreti: Adriano Celentano

  • HitParade: #2, Maggio 1980
  • Chart annuale: Top 20

  • Altri interpreti: Toto Cutugno
  • Che Celentano sia un artista a corrente alternata, lo sappiamo bene. Ribadisce il concetto, caso mai ce ne fosse il bisogno, il titolo dell'album da lui pubblicato nel 1980. "Un pò artista un pò no" é un disco cruciale, perché esce a circa un anno di distanza da "Soli", la canzone scritta da Toto Cutugno e Cristiano Minellono che lo ha fatto ritornare in vetta alla hit parade dopo qualche anno di assenza dalle zone alte della classifica. Visti gli ottimi risultati di vendita dei quali hanno beneficiato sia il 45 giri che l'omonimo album, Celentano si presenta all'appuntamento discografico estivo senza cambiare squadra di autori. Il pezzo questa volta s'intitola "Il tempo se ne va" e nasce da un'idea balenata a Cutugno quando, durante un incontro di lavoro a casa del Molleggiato, assiste a un breve battibecco tra il cantante e la figlia quattordicenne Rosita. Le fattezze e gli atteggiamenti della ragazzina lasciano chiaramente intendere che il tempo delle bambole per lei é definitivamente trascorso. Nello sguardo di Adriano il collega scorge quella malinconia mista ad apprensione che un pò tutti provano quando i figli attraversano il delicato periodo dell'adolescenza. Delicato anche per i genitori, perché quelle trasformazioni tanto evidenti quanto improvvise costituiscono per loro un segnale tangibile dello scorrere del tempo. In altre parole, cominciano a sentirsi vecchi e a rimpiangere i tempi in cui le figlie si limitavano a giocare con le Barbie e non facevano carte false per poter uscire di sera, truccarsi e vestirsi in maniera provocante (per non dire di peggio).

    Pochi giorni dopo, Cutugno si mette al lavoro con Minellono per sviluppare un testo che descriva quello stato d'animo nella forma di un dialogo tra padre e figlia, ma quello che alla fine ottiene assomiglia di più a uno sdolcinato soliloquio sulle mille preoccupazioni che danno le figlie che crescono, sciorinato nel tipico stile della ballata celentanesca. Uno stile al quale Cutugno si affezionerà parecchio, se si pensa che qualche anno dopo comporrà "L'Italiano" utilizzando esattamente lo stesso giro armonico e la stessa ritmica de "Il tempo se ne va".

    La risposta positiva del pubblico al pezzo di papà Adriano non si fa attendere e il disco entra immediatamente in classifica; pur non raggiungendo mai la massima posizione, staziona nella top ten per molti mesi, fino ad autunno inoltrato. Funziona molto bene anche l'album, composto da otto brani che in nessun caso sfigurerebbero sulla facciata A di un 45 giri. Alle firme di Cutugno e Minellono si affiancano, talvolta, quelle di Claudia Mori e Miki Del Prete. Quest'ultimo compare anche come produttore dell'intero progetto, mentre gli arrangiamenti sono dell'onnipresente Tony Mimms.

    E' questo l'ultimo 45 giri di successo di Celentano; seguiranno quasi due decenni di magra discografica, controbilanciata (c'é bisogno di ricordarlo?) da un'enorme visibilità mediatica che oscurerà sistematicamente il destino di lavori già di per sé non entusiasmanti. Le cose cambieranno drasticamente nel 1999, quando l'album inciso in coppia con Mina inaugurerà per lui una serie impressionante di CD di straordinario successo, che in più di un'occasione supereranno il milione di copie vendute.

    Per Cutugno, il 1980 é un anno magico: vince il Festival di Sanremo con "Solo noi", si aggiudica il Festivalbar componendo "Olympic games" per Miguel Bosé e sbanca le classifiche con il brano di Celentano, oltre che con i due già citati. Non é ancora il cantante della patria e delle mamme, costantemente sbertucciato dalla critica, né il conduttore di trasmissioni di grande seguito popolare, ma vende e fa vendere molti dischi e non si procura bruciori di stomaco litigando con i giornalisti. Un periodo davvero d'oro, che avrà rimpianto chissà quante volte.

    (Luca)