Anno:
1983
Altri titoli:
Interpreti: Gruppo Italiano
HitParade:
#7, settembre 1983
Chart annuale:
Top 30
Altri interpreti:
|
Ha fatto ballare una sola estate il Gruppo Italiano, autore di uno dei tormentoni del 1983, il famoso Tropicana.
A capitanare il complesso la biondina Raffaella Riva, di professione grafica, secondogenita di quel Felice Riva fuggito a Beirut nel 1969 qualche tempo dopo il fallimento del cotonificio Vallesusa di sua proprietà.
In tutto sono cinque. Oltre alla Riva, Roberto del Bo, altro figlio illustre (sua madre è la psicologa Anna Boffino), Chicco Santulli, Patrizia Di Malta e Gigi Folino. Una volta si chiamavano Randa e andavano matti per le sonorità alla Frank Zappa. Nel 1981 incidono un long playing dal titolo Maccherock, gioco di parole e sonorità rockabilly, nate per pura operazione commerciale in funzione televisiva: otto passaggi alla trasmissione condotta da Carlo Massarini dal titolo Mister Fantasy. Un brano del 33 anticipa però le linee melodiche che saranno utilizzate due anni dopo per Tropicana.
I ragazzi giocano molto sull'abbigliamento abbinato al tipo di musica proposto: look tipo Miami Beach anni Cinquanta, camicie sgargianti ed occhiali da sole retrò, bermuda, bandane e sahariane, il tutto reinventato dallo stilista Elio Fiorucci che in quegli anni gestisce nel cuore di Milano un affollatissimo store che detta legge in fatto di moda giovanile. Le ragazze accennano elementari figure coreografiche in puro stile villaggio-vacanze, e il gioco è fatto. Tramontati definitivamente gli anni Settanta e i rigori cantautorali, il pubblico del "riflusso" non chiede altro che sole, mare e disimpegno. È in questo clima che si affermano per poche stagioni personaggi tipo Righeira, Gazebo, Den Harrow e Tracy Spencer.
La canzone, prodotta da Oscar Prudente, nasce in una calda nottata milanese, mentre i protagonisti immaginano di essere su un'isola non meglio identificata, al sole e al mare, tra i bungalow. Li risveglia la televisione che invita ad acquistare e bere Tropicana, la famosa bibita reclamizzata negli USA da una cannuccia infilata in un'arancia. E' stato tutto un sogno e Milano è ancora lì col suo caldo-umido agostano.
Il brano è un calypso molto ballabile, la ritmica è sostenuta, l'arrangiamento e i cori strizzano l'occhio al passato ma sono molto gradevoli. Il testo descrive con distaccata ironia quella che potrebbe essere la scena di un film catastrofico, con radiazioni atomiche, uragani e un villaggio turistico distrutto da un vulcano, il tutto mentre la televisione continua imperterrita a mandare in onda lo stesso spot ad un ritmo martellante. Anche se qualcuno ancora ci deve spiegare cosa significhi un'espressione del tipo "la lava incandescente gremava gli hula hoop", il brano si è dimostrato vincente sin dalla prima apparizione tv o passaggio radiofonico.
Così, dopo il lancio estivo, il brano entra in ottobre tra i primi dieci della Hit Parade e, come di consueto nell'epoca, oltre alla versione 45 giri viene distribuita anche una versione discomix di durata maggiore (intorno ai sette minuti, con una versione solo strumentale sul lato B) destinata alle discoteche.
Al singolo Tropicana non ha purtroppo fatto seguito un album: anche se sembra inverosimile, venticinque anni fa ai discografici bastava ancora piazzare bene i 45 giri. In ogni caso, i tempi in cui con un solo pezzo si costruiva un'intera carriera erano finiti.
Il 33 giri, dal titolo Tapioca Manioca arriva l'anno dopo, in concomitanza con l'apparizione del Gruppo Italiano a Sanremo. Purtroppo il Gruppo, in mancanza di idee originali, si presenta con una fotocopia di When I'm Sixtyfour dei Beatles e l'album (che non contiene Tropicana) viene praticamente ignorato dal mercato, anche dopo l'estrazione del secondo singolo (Il treno del caffè) che partecipa al Festivalbar.
Ancora qualche singolo e il Gruppo Italiano si scioglie, anche se Raffaella Riva rimane nel mondo musicale collaborando con artisti quali Cristiano De André, Nicoletta Magalotti e Gianna Nannini (sono suoi, ad esempio, i testi di Fotoromanza e Avventuriera) e la Di Malta, davvero brava oltre che bella, seguirà un'ottima carriera come corista.
(Christian Calabrese)
 
|