Anno: 1979
Altri titoli: -
Interpreti: Alan Sorrenti
HitParade: #1, Giugno 1979
Chart annuale: Top 10
Altri interpreti: -
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Dopo la disco music a buon mercato di "Figli delle stelle", Alan Sorrenti gioca nuovamente
la carta del pop di facile consumo con "Tu sei l'unica donna per me", ottenendo un successo
al di là di ogni più rosea aspettativa. Il brano non solo rimane al numero uno in classifica
per l'intera estate del 1979, superando addirittura "Gloria" di Umberto Tozzi ed
assicurandosi la vittoria al Festivalbar, ma conquista anche il primo posto della
chart annuale: davvero troppo per qualcosa che ricorda più un lato B di Julio Iglesias,
reuccio delle classifiche di quel periodo, che non un clamoroso hit.
Eppure dietro alle chitarrine ruffiane e ai birignao del cantautore anglo-napoletano c'é
il lavoro di uno dei fondatori della musica West Coast. Il suo nome, Jay Graydon, risulterà
sconosciuto ai più, ma é saldamente legato al successo di molti esponenti del pop
sofisticato d'oltreoceano (Al Jarreau, Dionne Warwick, Manhattan Transfer, Earth, Wind &
Fire, sono solo alcuni degli artisti per cui ha suonato, scritto o prodotto canzoni).
E proprio Jay Graydon ha sorprendentemente ospitato Alan Sorrenti nei suoi studi di
registrazione di Los Angeles per curare tutti gli aspetti della realizzazione di
"L.A.& N.Y.", album da cui il fortunato singolo é tratto.
Dopo l'introduzione strumentale, il motivo sfodera subito un ritornello appiccicoso, nel
quale la voce in falsetto dell'interprete, ormai lontana dagli sperimentalismi degli
esordi, invoca, senza neanche troppa convinzione e con versi all'insegna dell'ovvio,
l'amore dell'"unica donna" del titolo. Il livello del testo non si alza di un centimetro
nelle due identiche strofe ("...il tempo passa in fretta quando siamo insieme noi, é
triste aprire quella porta, io resterò se vuoi...") così come nel "bridge" ("sei proprio
tu, l'unica donna per me, il tempo non conta se io sono con te..."). Una melodia
orecchiabile ma di certo non irresistibile completa l'identikit di un pezzo che deve
molta della sua popolarità, peraltro destinata a non durare nel tempo, al fascino che
il cantante esercitava all'epoca su buona parte del pubblico femminile.
E poiché anche nella musica vige il principio per cui squadra e formula vincente non
si cambiano, ecco arrivare l'anno successivo "Non so che darei": stessa produzione,
stesso sound ben curato, stessa banalità di fondo e, manco a dirlo, stessi risultati
di vendita. Di nuovo, per Alan Sorrenti, c'é soltanto l'inizio di una profonda crisi
artistica e personale che lo terrà lontano dall'Italia per molto tempo, cancellando
inesorabilmente il suo nome dalle classifiche.
(Luca)
 
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