VACANZE ROMANE
(di Golzi - Marrale)

  • Anno: 1983
  • Altri titoli: -
  • Interpreti: Matia Bazar

  • HitParade: #1, febbraio 1983
  • Chart annuale: Top 10

  • Altri interpreti: Antonella Ruggiero
  • Sotto i riflettori di Sanremo 1983 i Matia Bazar, vestiti con guanti bianchi e abito di gala come un'orchestra d'epoca, propongono una sorprendente operazione-nostalgia e vincono un meritatissimo Premio della Critica. "Vacanze romane" è un elegante ballabile a tempo di beguine che rispetta la tradizione della canzone italiana, e che avrebbe fatto bella figura anche in un Festival di trent'anni prima. Evocativo fin nel titolo di anni ormai lontani e irripetibili, con un testo pieno di intelligenti citazioni, il brano si impreziosisce dei registri da soprano leggero della voce di Antonella, che dà risalto alla classicità della melodia e, al tempo stesso, la contrappone alla spigolosità dell'arrangiamento elettronico.

    Questo riuscitissimo esperimento di fusione tra suoni sintetizzati e tradizione melodica sarà l'unico brivido (assieme a Vasco Rossi con "Vita Spericolata") di una edizione del Festival in cui trionfa la banalità e l'anonimato. "Vacanze romane" segna la svolta elettro-pop dei Matia, e sarà inserito in "Tango", uno dei migliori album non solo del gruppo, ma di tutta la discografia italiana degli anni ottanta.

    (Orlando R.)

    Stupendo esempio di pop morbido, dal sapore vagamente ed ironicamente retrò, questo pezzo targato Sanremo 1983 ci presenta dei Matia Bazar in formato inconsueto, che puntano su una miscela inedita di rock elettronico e di melodia, con largo uso di mezzi scenici (acconciature, microfoni d'epoca, abbigliamento) atti a ricreare un'atmosfera nostalgicamente anni '40. Il tutto è sublimizzato dalla fantastica voce di Antonella Ruggiero, capace di vocalizzi spericolati nonché dotata di ottima presenza scenica.

    Con la sua figura esile, sottolineata da abiti e gonne aderenti, l'artista genovese col suo charme un tantino demodè e la voce robotica da soprano leggero, proietta in un futuro incerto un passato irrimediabilmente perduto.

    (Maurizio Targa)