VEDRAI VEDRAI
(di Luigi Tenco)

  • Anno: 1965
  • Altri titoli: -
  • Interpreti: Luigi Tenco

  • HitParade: -
  • Chart annuale: -

  • Altri interpreti: Farida (#25, Dicembre 1969) - Ornella Vanoni - Mina - Mia Martini - Renato Zero - Gino Paoli
  • Un uomo deluso dalla vita, consapevole della propria mediocrità, e una donna rassegnata che accetta il suo amore e i suoi fallimenti senza chedergli nulla in cambio, sono i protagonisti di questo brano che Luigi Tenco incise in differenti versioni, la più nota delle quali è quella uscita postuma per la RCA su 45 giri, con accompagnamento del solo piano suonato da Ruggero Cini.

    Questo brano "minore" del repertorio di Tenco è diventato poi un vero e proprio classico della canzone d'autore, grazie anche alle innumerevoli versioni, quasi sempre per voce femminile, realizzate nel corso degli anni a partire dalla tragica scomparsa dell'autore. La prima a raccogliere l'eredità di Tenco è Ornella Vanoni, che dopo il successo di "Mi sono innamorata di te", incide "Vedrai vedrai" nel suo secondo album dedicato ai suoi "amici cantautori", con un arrangiamento di classe firmato dal maestro Pino Calvi.

    Una versione troppo carica di enfasi viene realizzata nello stesso periodo da Farida, meteora siciliana dalla voce possente, che ha inciso qualche cover di successo verso la fine dei Sessanta sotto etichetta RCA. Nella prima raccolta "Del mio meglio" troviamo qualche anno più tardi la versione dal vivo di Mina, colorita di venature jazz alla Sarah Vaughan, e sempre dal vivo, disperata e struggente, l'interpretazione di Mia Martini nell'album "Miei compagni di viaggio" del 1983.

    La scelta di "Vedrai vedrai" da parte di numerose interpreti donne non deve sorprendere: il brano richiede infatti un'estensione musicale che fa risaltare maggiormente una voce femminile. Non mancano tuttavia le interpretazioni maschili, tra cui il doveroso omaggio di Renato Zero in "Tutti gli zeri del mondo", e la versione migliore di tutte (finora non incisa ma replicata in tutti i teatri in cui si è esibito in Italia) di Gino Paoli, che in un piccolo spazio dedicato alla memoria dei vecchi amici (De André, Tenco, Bindi), fa rivivere in ogni spettacolo dal vivo questa perla, scomparendo per un attimo come interprete e cantandola quasi senza mediazioni, con lo spirito originario dell'autore.

    (Orlando R.)