Anno: 1945
(Edizione musicale Cantanapoli)
Altri titoli: -
Interpreti: Franco Ricci
HitParade: -
Chart annuale: -
Altri interpreti: Ebe De Paulis / Fausto Leali (1977) /
Carlo Buti / Francesco Albanese / Vittorio Parisi / Miranda Martino (1966) / Giuseppe Di
Stefano / Enzo Gragnaniello (1997), ed innumerevoli altri.
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Con la fine della seconda guerra mondiale, i poeti partenopei faticano non poco per
riportare a Napoli la Piedigrotta, insieme con le sue canzoni, interrotta più volte
per il conflitto bellico. Molti cantanti della vecchia guardia, infatti, si sono
ritirati definitivamente dalle scene, cosicché i poeti sono costretti ad effettuare
dei reclutamenti tra le nuove promesse canore, alla ricerca di nuovi cantanti in grado
di mantenere gli allori della musica partenopea.
Nel 1945, il Maestro Vincenzo Acampora, in occasione dell'audizione di Piedigrotta
"Cantanapoli", ha l'idea di effettuare dei provini canori direttamente al
Conservatorio di San Pietro a Majella, ed in questa sede, rimane entusiasta dalla
bella prova del 29enne Salvatore Sebastiani. Il giovane è scritturato dal Maestro per
partecipare all'audizione musicale. Per l'occasione Acampora gli affida proprio un suo
pezzo: "Vierno". Salvatore, che nel frattempo cambia il suo nome in Franco Ricci,
riscuote al Teatro Gloria di Napoli un successo senza precedenti, mettendo a tappeto
i più noti cantanti in gara.
Grazie a "Vierno", Ricci, nello stesso anno, firma il suo primo contratto discografico
(con la Phonoelectro d'Amerigo Esposito) e radiofonico (inizia a cantare su Radio Napoli
con l'orchestra Colonnese). La canzone consegue un così mirabile successo che, sempre
nel 1945, è incisa dai più noti cantanti del momento (Carlo Buti, Francesco Albanese,
Vittorio Parisi, ecc.). Ricordiamo, inoltre, che il brano prende parte alla colonna
sonora del film di Armando Fizzarotti "Napoli è sempre Napoli" (1954) con Lea Padovani,
Valeria Moricone, Beniamino Maggio e Franco Ricci.
Con il passare degli anni, "Vierno" è ripresa più volte da noti cantanti italiani.
Nel 1966, infatti, è incisa da Miranda Martino; nel 1977 da Fausto Leali, poi da
Giuseppe De Stefano, fino ad arrivare al 1997 con Enzo Gragnaniello.
(Antonio Sciotti)
 
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