Anno: 1992
Altri titoli: -
Interpreti: Annie Lennox
HitParade: #4, Aprile 1964
Chart annuale: Top 10
Altri interpreti: -
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Al primo ascolto ti sembra interminabile, al secondo già troppo breve. Ma si può sempre
rimediare utilizzando il tasto "repeat". Anche perché non c'è molto altro da ascoltare
in "Diva", primo album solista di Annie Lennox (e forse non c'è molto neppure nel
nuovissimo lavoro "Bare"), e sicuramente nulla che sia paragonabile alla soavità e
all'eleganza di questa "Why", brano d'apertura del disco.
Non potendo più contare sulla potenza vocale dei primi anni di militanza negli Eurhythmics,
la Lennox si rifugia adesso in un moderato soul-pop che le risparmia il confronto diretto
con le grandi regine della black music (confronto dal quale uscirebbe inevitabilmente
perdente) e fa sì che la "vocalist" lasci finalmente spazio all'interprete: un'interprete
sofisticata, mai sopra le righe nonostante una certa inclinazione alla teatralità,
grintosa ma non aggressiva. E dotata di un'indiscutibile presenza scenica, come conferma
il video di "Why" che ce la mostra davanti allo specchio di un camerino mentre, con aria
dimessa, si trucca e si veste trasformandosi gradualmente nella "diva" che al termine
poserà altezzosa per la foto di copertina del CD.
Questo connubio tra una grande voce e un carisma quasi da attrice ha fatto apparire la
svolta solista della cantante come un fatto quasi inevitabile. Non era altrettanto
scontato, invece, che questo secondo esordio fosse caratterizzato da brani scritti
quasi esclusivamente da lei, forse perché si pensava che la componente più strettamente
musicale degli Eurhythmics fosse costituita dall'altra "metà" Dave Stewart.
Invece la Lennox riesce a stupire anche come autrice confezionando per il suo primo
singolo (al numero uno in Italia ed in Inghilterra) una melodia senza tempo che
avvolge l'ascoltatore con il suo incedere lento e malinconico. E lo cala perfettamente
nella storia narrata: quella di un amore che, tra litigi ed incomprensioni, sta
inesorabilmente naufragando.
L'assenza di Dave Stewart si farà sentire più avanti nell'album, ma non qui. Qui è quasi
tutto perfetto. E quel "quasi" è la produzione plastificata di Stephen Lipson che,
probabilmente, pensa di avere ancora fra le mani i Pet Shop Boys.
(Luca)
 
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