WINCHESTER CATHEDRAL
(di G.Stephens)

  • Anno: 1967
  • Altri titoli:
  • Interpreti: New Vaudeville Band

  • HitParade: #2, maggio 1967
  • Chart annuale: Top 20

  • Altri interpreti: Frank Sinatra (#12, aprile 1967, Chart Annuale: Top 100) - Natalino Otto
  • Alla fine degli anni '60, mentre tutti sono alla ricerca di suoni nuovi, di esibizioni atte a colpire il pubblico, la New Vaudeville Band sembra preferire i suoni anni '30 (moda che impererà per tutto il 1968 e su cui si creeranno addirittura fortunate trasmissioni televisive) e voci che sembrano provenire da un grammofono a tromba.
    Il padre di questo complesso è un nome noto al mondo della musica pop d'oltremanica, basti pensare che ha lanciato Donovan e scritto tante canzoni. Il suo nome è Geoffrey Stephens.
    Winchester Cathedral è il loro primo singolo ed in pieno periodo beat, diventa subito un hit internazionale. Ha avuto anche l'onore di una versione cantata da Sinatra e di altre ventidue tra orchestre e complessi. Tradotta in italiano da Alberto Testa, da noi è stata interpretata da un grande del periodo a cui si rifanno i New Vaudeville Band, cioè Natalino Otto, che conosce un piccolo rilancio sebbene strettamente legato al pubblico della sua epoca, il quale dimostra di non averlo dimenticato.

    La canzone nasce prendendo spunto da una stampa della cattedrale gotica di Winchester, nella contea dell'Hampshire. Dato il successo, impresari, televisioni e pubblico sono desiderosi di conoscere dal vivo questo fantomatico complesso che nella realtà dei fatti... non esiste!
    Allora Stephens recluta subito sette strumentisti di talento, fa dichiarare alle veline della sua casa discografica che sono sette pazzarelloni e che si divertono a girare con una corda d'impiccato nelle tasche ed altre amenità del genere, creando di sana pianta una caratteristica ad un gruppo nato per caso.
    In Italia prendono parte a Settevoci con Pippo Baudo, e ad una trasmissione televisiva presentata da Giorgio Gaber e da Caterina Caselli che ha per titolo Diamoci del tu.

    (Christian Calabrese)