Settimana 20 Luglio 1966
( da BIG )

1) CHE COLPA ABBIAMO NOI - THE ROKES
2) TEMA - I GIGANTI
3) IO HO IN MENTE TE - EQUIPE 84
4) AMO - ADAMO
5) NOTTE DI FERRAGOSTO - GIANNI MORANDI
6) SE LA VITA È COSÌ - TONY DEL MONACO
7) L'UOMO D'ORO - CATERINA CASELLI
8) PERDONO - CATERINA CASELLI
9) 19TH NERVOUS BREAKDOWN
10) NON DIRMI PIÙ - I NEW DADA

Con la vittoria acciuffata all'ultimo minuto sui "rivali" Rokes, l'Equipe 84 si aggiudica la vittoria finale al Cantagiro (il 4°) nel girone dei complessi, novità di questa edizione. Eh sì, perchè d'altronde non se ne sarebbe potuto fare a meno, visto che proprio loro, i complessi beat, sono la nuova linfa vitale della musica. I mattatori delle estati precedenti sembrano decisamente in ribasso. Dove sono i vari Edoardo Vianello, Nico Fidenco (che di solito si tenevano in disparte tutto l'anno per uscire allo scoperto nei mesi della calura), Gino Paoli, Bobby Solo, lo stesso Celentano? I primi tre divorati dall'ondata beat, i secondi un po' in ribasso (Celentano però viene dal clamoroso successo sanremese). Questi ragazzi dai 18 ai 25 anni, che riempiono le pagine dei giornali per giovani (BIG, CIAO AMICI e GIOVANI) le pareti delle proprie camere con i loro posters e il proprio tempo con la loro musica. Se ne dicono di tutti i colori su di loro, in questa estate del 1966, la prima ed unica vera estate beat per antonomasia (perchè il 1967 sarà contaminato da nuovi suoni e nuove mode facendo apparire il beat fenomeno superato). Litri di inchiostro per parlarne in termini denigratori o per osannarli. I loro capelli hanno un taglio ed una foggia nuovi, "audaci" per l'epoca, ancora molto perbenista. Rimane la musica, a volte ingenua, a volte strepitosa e a volte ruffiana.

E intorno a questo mondo fatto di capelli e chitarre con amplificatori sempre più potenti e rumorosi, nasce un business come non se ne erano mai visti prima. Un filone d'oro in tutti i sensi, dai vestiti agli accessori più disparati, ciondoli, T shirts, cappelli alla Beatles (con la visiera) e stivaletti a punta stile Rokes. Tutto improntato sulle parole "giovane" e "mini". Mini come minorenni, che la fanno da padroni, o come minigonne, lanciate da Mary Quant all'inizio dell'anno e già rivedute e corrette dai maggiori stilisti. Cardin con i vestiti traforati e Saint Laurent con il nude look contribuiscono a dare sfogo ed apertura a questa estivissima fanfara dell'epedirmide. Courregès e Paco Rabanne si divertono con le geometrie e con i colori optical, bianco e nero.

I ragazzi sono i protagonisti, la musica diventa sempre più giovane ed ha un ruolo fondamentale in questo mondo dominato da loro, rappresentati in mille modi. Cantano e ballano nelle pubblicità e in tv, si fanno sempre più spregiudicati e provocatori nei film, stanno cambiando il costume nazionale e il senso del comune pudore. La "consapevolezza di essere giovani", con il commercio, l'industria e i media tutti a sottolineare la cosa quasi fosse un merito invece che una fase transitoria della vita; quel loro modo di vedere così ingenuo che divide le cose non in buoni o cattivi ma tra beat e "matusa" o "semifreddi" o "fossili", che sono tutti coloro oltre la soglia dei 40. La gioventù come orgoglio e la maturità vista quasi come colpa. Uomini e donne si guardano intorno atterriti: se non portano le minigonne o i pantaloni di fustagno o velluto, se non vestono con minipull striminziti e coloratissimi, se non hanno i capelli alla paggio hanno il terrore di rimanere fuori dal giro, di essere considerati dei nonni. E' necessario parlare giovane, vestire giovane, mangiare giovane, etc. Vabbè che il mondo è dei giovani, ma qui si esagera! I commendatori fanno capolino al Piper, signore attempate indossano ciondoli beat e berrettini Giberna, come quello lanciato da Morandi al Cantagiro. Il Piper Market di Roma (negozio di abbigliamento giovane) incassa più di due milioni al giorno. Bice Valori e Franca Valeri ridicolizzano in spettacoli televisivi queste smanie giovanilistiche delle signore. Gino Bramieri porta per l'Italia uno spettacolo chiamato L'ASSILLO INFANTILE, accompagnato da una decina di ragazzi dai 16 ai 20 anni. Nasce anche un fumetto, TEDDY BOB, che parla del mondo giovanile italiano, fatto di feste, di Piper e Paip's, di motociclette, di vocaboli creati ad hoc e di LSD (da cui stare lontani). In realtà i giovani sono, come sempre, capaci anche di grandi imprese. Come quella di aiutare una città a togliersi dal fango, la Firenze del novembre '66, alluvionata e rimessa in carreggiata anche dai ragazzi, arrivati volontari da tutto il mondo.

Ma a noi interessa di più la parte scenografica, quella dei ragazzetti urlanti sugli spalti dei campi sportivi all'apparire di Shel dei Rokes o di Maurizio dei New Dada. Il 15 giugno a Milano, davanti ad un palazzetto dello Sport gremito fino al limite della capienza, si è tenuto il 1° Raduno Internazionale Della Musica Beat. In realtà di internazionale c'era ben poco. Gli unici che potevano fregiarsi del titolo di "stranieri" erano i Bad Boys, complesso di origine anglosassone che lavora in Italia. Però il cast italiano era agguerrito: New Dada, Camaleonti, Giganti e Fuggiaschi (gruppo che accompagnava Don Backy) giocavano in casa. I Ribelli (insieme al boss Celentano come ciliegina sulla torta della serata) che interpretano PER UNA LIRA, primo brano scritto da un certo autore di Poggio Bustone (RI) molto giovane e sembra, con delle buone idee (mi pare si chiami Lucio di nome. Il cognome? Volete troppo... mi sembra che cominci con la B). E poi, per l'apoteosi finale "signori e signore": I Rokes e L'Equipe 84. Il tutto in un tripudio di chitarre elettriche, stivaletti a punta e qualche "yeah" di troppo, che ci sta sempre bene. Ma torniamo al Cantagiro e al girone dei complessi.

L'Equipe 84 vince con la versione italiana di IO HO IN MENTE TE (quell'YOU WERE ON MY MIND, brano di Barry McGuire, folk singer americano già autore di EVE OF DESTRUCTION) è diventato Bandiera Gialla (cioè brano più votato) nell'omonima trasmissione radiofonica sulla quale, un giorno o l'altro, sarebbe il caso di fare un bell'articolo commemorativo. La canzone è stata anche incisa dal canadese Paul Anka in versione italiana ma praticamente passa inosservata. Anche Paul Anka sarà una vittima del beat. Al secondo posto, The Rokes, ovvero Shel, Bobby, Mike e Johnny. Non sono belli, anzi... ma hanno tanto di quell'appeal e capacità interpretativa che ogni loro canzone sarà un successo con la S maiuscola. Cantano il manifesto beat per eccellenza, CHE COLPA ABBIAMO NOI, versione italiana di un altro brano americano, CHERYL'S GOING HOME di Bob Lind e sono portati in trionfo ad ogni tappa, anche perchè gli italiani erano (e sono) esterofili ad oltranza. Avrebbero dovuto dargli il primo premio ex aequo per l'entusiasmo che scatenavano ad ogni esibizione ma, per ragioni interne alle case discografiche fu preferito un primo ed un secondo posto differrenziati. Genova, una delle tappe, sembra una bolgia infernale: 40 mila persone a Marassi. Sembra che gli spalti debbano venur giù quando appaiono i Rokes e l'Equipe 84. A Massa, mentre passano attraverso la città con le macchine, come si usa fare al cantagiro gli gridano "brutti". Bobby risponde "avete ragione" e tira fuori la mano dal finestrino per sfiorare quelle della gente assiepata ai bordi della strada. Quando la ritrae, sono spariti gli anelli! Succede anche questo al Cantagiro. CHE COLPA ABBIAMO NOI ha un ritmo incalzante anche se non perde mai quell'eleganza che contraddistingue l'arrangiamento voluto da Shel Shapiro, efficacissimo. Soprattutto quando si inserisce con dei piccoli assolo che sottolineano la melodia rendendola ancora piu' interessante. Poi ci sono i Nomadi, dalla provincia modenese (come i ragazzi dell'Equipe) che presentano un'altra canzone simbolo del movimento beat italiano, COME POTETE GIUDICAR, che nella versione originale era cantata da Sonny & Cher, con il titolo di THE REVOLUTION KIND. Che questa canzone sia un'innovazione nel panorama italiano lo si capisce subito. Al Festival di Rieti (che adesso potrà anche far sorridere ma che per qualche anno ha avuto dei momenti di gloria) è arrivata al primo posto. I Nomadi sono un gruppo che si differenzia abbastanza dagli altri, se non altro nelle tematiche delle canzoni. Ecco i New Dada, capitanati dal biondo leader Maurizio Arcieri, sex simbol delle ragazzine italiane 1966 (insieme a Dino e a Ricky Shayne). Di loro si può dire che la notorietà è più dovuta all'immagine che al loro repertorio, dedito al beat più duro. Sono in sei, numero atipico per un complesso e hanno modi e look vagamente dandy. Presentano "NON DIRNE PIU'" (versione italiana di "Sick and Tired" di Chris Kenner, a sua volta cover di un pezzo di Fats Domino del 1958) che incidono prima in inglese e poi in italiano. La loro fama deriva anche dal fatto che l'anno prima sono stati il gruppo di supporto ai Beatles durante la loro tournèe italiana. Poi incidono BATTI I PUGNI (versione di KEEP ON RUNNING, successone degli Spencer Davis Group, brano che più beat non si può) e partono alla conquista della galassia giovanile. Altri complessi sono i Kings, già gruppo di spalla di Dino, che presentano un brano dal titolo CERCA, I Corvi, famosi per il corvo in carne e piume appollaiato sul manico della chitarra-basso e per il loro modo di fare beat abbastanza "cupo", Ricky Shayne & The Skylars e gli inglesi Sorrows. Ci sarebbero anche i Camaleonti, da citare per dovere di cronaca ma non ancora arrivati al successo, per il quale dovranno aspettare almeno due anni e altrettanti rimaneggiamenti nel gruppo. Se ne andranno Ricki Maiocchi (che preferirà una carriera solistica) e Mario Lavezzi (noto arrangiatore, autore e cantautore).

Non c'è solo il girone dei complessi. Nel girone A vince Gianni Morandi, che si rifà della sconfitta dell'anno precedente subita ad opera di Rita Pavone sul filo di lana. Canta NOTTE DI FERRAGOSTO, una canzone in stile Morandi, con un arrangiamento importante e la sua voce a fare il resto. Il neo marito (si è sposato ai primi di luglio in gran segreto con Laura Efrikian) batte di soli 28 punti Little Tony, che comunque si ritiene il vincitore morale, consapevole della forza della sua canzone che resterà in classifica fino ad autunno inoltrato! Rimane il girone B, quello dei giovani. Vince Mariolino Barberis, finito subito nel dimenticatoio con SPIAGGIA D'ARGENTO, una canzone di stampo tradizionale. Si mettono in luce Mario Zelinotti (QUANDO UN RAGAZZO SI TROVA NEI GUAI) e Mario Tessuto (TEEN AGERS CONCERTO).

Fausto Leali firma il contratto con la RI.FI, casa discografica che annovera nelle sue file Iva Zanicchi e Mina. Aveva 11 anni quando ha cominciato a cantare. Ora ne ha 22 ma non ha ancora trovato il pezzo giusto che lo possa far salire nell'Olimpo dei big della musica. Eppure la nuova casa discografica ha fiducia in lui e gli fa incidere in contemporanea un singolo ed un LP, cosa assai rara ai tempi se non eri più che un nome noto. Il 45 giri reca sulle due facciate E' SOLO UN GIOCO (versione italiana di LIKE A BABY) e la bellissima PER UN MOMENTO HO PERSO TE. Nel già citato long playing troviamo brani quali SHA LA LA (incisa anche dai Camaleonti), SE QUALCUNO CERCASSE DI TE (incisa anche dall'Equipe 84 con il titolo SPIEGAMI COME MAI che a sua volta era una cover di FUNNY HOW LOVE CAN BE) ma soprattutto troviamo la versione italiana di un brano del 1961 cantato da Timi Yuro, quell'HURT che in Italia diventava A CHI e che, un anno esatto dopo edito a 45 giri e con un altro arrangiamento, venderà un milioncino di copie. Quindi, pazienta ancora un poco, Fausto!

Fa il suo ingresso sulle riviste settimanali Romina Power. Finora è famosa per essere la figlia dell'attore Tyron Power e di Linda Christian. Di suo ha dato ben poco, a parte aver presentato in tv una canzone scrittale da Gianni Meccia dal titolo QUANDO GLI ANGELI METTONO LE PIUME e una particina nel film MENAGE ALL'ITALIANA con Ugo Tognazzi. Ma il suo musetto sveglio e malizioso, da Lolita quindicenne che sa il fatto suo, fa vendere e anche molto. E' fidanzata con Stash, il figlio di Balthus, noto maestro della pittura erotica. Ai Cavalieri Hilton di Roma la Sebino Toys la sceglie come testimonial per la bambola più reclamizzata dell'estate, Bettina Yè-Yè, la minibambola "in minigonna Op che balla lo shake". E così abbiamo iscritto anche i bambini nel registro della moda corrente.

Mino, Sergio, Checco ed Enrico Maria Papes insieme fanno i Giganti, complesso meneghino trapiantato a Roma (abitavano in quel di Piazza Vittorio, i primi tempi). Il loro è un complesso molto diverso dagli altri sia per la scelta del repertorio che per il particolare impasto delle voci. La loro immagine da "ragazzi per bene" va nettamente controcorrente, così come le canzoni, che pescano nel sociale e per questa ragione iscritti dalla stampa di diritto nell'ordine dei "cantanti di protesta". In realtà il loro aspetto da intellettuali fa dei Giganti un gruppo veramente atipico. L'originalità del gruppo non si ferma soltanto a questa esteriorità: sono dotati di voci molto belle (potenzialmente ognuno di loro è un solista) e le sanno usare con straordinaria bravura. Una selezione accurata, forse anche troppo, spesso li porta ad incidere brani di non facile presa, ma comunque molto suggestivi ed originali. Al Disco Per L'Estate presentano TEMA accoppiato alla "folle" LA BOMBA ATOMICA e arrivano di botto al primo posto in classifica, cosa sensazionale per un gruppo così diverso e poco legato alla moda del momento. TEMA è un brano particolarissimo e il suo successo denota l'intelligenza di un pubblico preparato e competente che è pronto a premiare le idee. Quattro strofe cantate ciascuna da ognuno dei componenti del gruppo ("Apre il tema Sergio... continua il tema Giacomo... seguita il tema Francesco... conclude Enrico Maria Papes"), intervallate da un ritornello ("viva viva l'amor, è per l'amore che si canta"). In questa occasione dettero probabilmente il meglio della loro inventiva vocale realizzando un piccolo miracolo di precisione armonica delle voci.

Non ha vinto il Disco Per L'Estate, ma che importanza ha se il suo disco si vende come il pane? Di Caterina Caselli non si vende solo il singolo ma anche un altro con incise le sole basi musicali de L'UOMO D'ORO (presentata a Saint Vincent) e PERDONO (al FestivalBar - Trofeo Moccia). Tutte e due le canzoni sono in classifica, con posizioni differenti nonostante siano incluse nello stesso microsolco. Dipende dalla richiesta dell'acquirente quando richiede un titolo o l'altro. A chi le chiede come passerà l'estate risponde che lo farà cantando nelle località balnerari e climatiche più note. Questo non significa un progressivo allontanamento dal pubblico più giovane ma un desiderio di farsi conoscere da tutti i tipi di pubblico. Quindi, niente Piper o locali simili, per la stagione del solleone. Ad Ischia fa passare un brutto quarto d'ora al proprietario di un locale in cui si deve esibire. Show programmato alle 21, prezzo 5.000 lire per un pubblico prevalentemente sotto i 20 anni. A mezzanotte Casco D'Oro ancora non appare sulla pedana che fa bella mostra di sè con il microfono sconsolatamente solo. Gli astanti minacciano di rompere tutto se non riavranno i soldi indietro, cosa che prontamente accade. Il mistero viene risolto da una telefontata del manager che avverte, seppur con un certo ritardo, di un incidente d'auto avvenuto durante il tragitto per Ischia, con la macchina uscita di strada. C'è qualcuno che mette ancora in dubbio l'utilità degli odierni cellulari?

Christian Calabrese