( da Ciao BIG ) 1) RAIN AND TEARS - APHRODITE'S CHILD 2) HEY JUDE - THE BEATLES 3) SIMON SAYS - 1910 FRUITGUM CO. 4) IL GIOCATTOLO - GIANNI MORANDI 5) APPLAUSI - I CAMALEONTI 6) SENTIMENTO - PATTY PRAVO 7) UN ANGELO BLU - EQUIPE 84 8) AZZURRO - ADRIANO CELENTANO 9) FIRE - THE CRAZY WORLD OF ARTHUR BROWN 10) INSIEME A TE NON CI STO PIU' - CATERINA CASELLI 11) LA TUA STORIA E' UNA FAVOLA - ADAMO 12) IL BALLO DI SIMONE - GIULIANO E I NOTTURNI 13) THOSE WERE THE DAYS - MARY HOPKIN 14) MONY MONY - TOMMY JAMES & THE SHONDELLS 15) LE MOND EST GRIS LE MOND EST BLEU - ERIC CHARDEN =================== 33 giri ===================
1) DELILAH - TOM JONES
Canzonissima di quest'anno, oltre a richiamare milioni di persone davanti alla
tv (30 milioni a puntata), riesce anche a far vendere dischi, sebbene non
siano ancora state presentate le canzoni inedite della fase finale. Il trio dei
presentatori, ovvero Walter Chiari, Paolo Panelli e Mina, si divertono e fanno
divertire. Eppure se il buongiorno si vedesse dal mattino, il risultato avrebbe
potuto essere catastrofico. Siamo nel 1968 e il vento della contestazione non
risparmia nemmeno il mondo dello spettacolo.
Si comincia con un'assemblea generale dei cantanti partecipanti riuniti in un
sindacato,la CISAS. Si precisano alcuni punti:
Roberto Carlos, uno degli esclusi ci rimane molto male. L'amarezza sale quando
viene a sapere che tra i tanti contrari ci sono anche colleghi italiani per i
quali si è adoperato quando sono andati a cantare in Brasile. E in special modo
per Sergio Endrigo (con il quale ha vinto Sanremo) e Morandi, che fu suo ospite.
Come sempre, i più scatenati sono Claudio Villa e Don Backy; quest'ultimo, per quel
suo modo di fare così polemico, prettamente toscano, si alienerà la simpatia del
pubblico e molte porte gli si chiuderanno. Non sempre dire quello che si pensa paga,
purtroppo.
Don Backy crea una grana agli autori e al regista al momento della registrazione
della sigla in cui tutti i cantanti partecipanti alla trasmissione cantano la
sigla iniziale ZUM ZUM ZUM (poi reincisa dalla Vartan e da Mina). I cantanti uomini
devono indossare uno smoking nero. Falqui avvista una macchia bianca: è quella di Don
Backy che si giustifica dicendo che "il nero lo sbatte". Falqui dice di non volere
sentire storie e allora Don Backy indica con la manina Claudio Villa che da fumantino
quale è replica in questo modo: "gli incompetenti non dovrebbero mai parlare". Si
riferisce al fatto che il colore verde scuro, sul video bianco e nero risulta
inevitabilmente nero. Intanto Mina, malgrado sia stata attaccata con cattiveria, si rifiuta di alimentare polemiche inutili sebbene ritenga esagerato il niet dei colleghi all'ipotesi di farle ripetere dieci secondi scarsi delle canzoni in gara. Una curiosità: la sigla d'apertura non è inedita. Venne presentata per la prima volta da Mina nel maggio 1967 in una puntata di Sabato Sera, con l'accompagnamento della banda della Marina degli Stati Uniti. In quella puntata, oltre a cantare DEBORAH di Leali, esegue per la prima volta in tv SACUMDI' SACUMDA', retro del singolo contentente la sigla finale di Canzonissima (VORREI CHE FOSSE AMORE). Quest'anno come non mai il pubblico delle giurie in sala sembra si diverta a diffondere il panico tra i cantanti. Sarà l'estrema vicinanza in linea d'aria dal Delle Vittorie al Colosseo, sarà che a certa gente piace avere tra le mani la possibilità di distruggere od esaltare un loro simile appena se ne presenta l'occasione (pollice verso o pollice in su). Il risultato è che artisti in declino come Jula De Palma, Fidenco, Di Capri, Vianello e Bindi (grossi nomi fino a 5 anni prima) si ritrovano sbigottiti ed umiliati davanti a tanti zero, come quelli dati dalle giurie che non valutano il cantante e il suo valore quanto quello che rappresenta al momento, cioè l'immagine di un ex numero uno ridotto a figura di contorno a nomi sulla cresta dell'onda. Altrimenti non si spiegherebbe come può una Marisa Sannia arrivare seconda (non per sminuire la grazia e la dolcezza della cantante sarda) dietro Morandi e nella stessa puntata vedere Paoli tristissimo fanalino di coda. La puntata del 9 novembre, la settima, prevede la partecipazione della Sannia che presenta il successo sanremese CASA BIANCA e di Gianni Morandi che presenta il suo nuovo singolo tratto da un'operetta, TU CHE MI HAI PRESO IL CUOR, di Lehar. Fa parte del nuovo LP di Gianni dal titolo GIANNI 5 che, oltre ad includere le note CHIMERA e IL GIOCATTOLO, ultimi best sellers del ragazzo di Monghidoro, ci presenta altri tre brani del passato come IN CERCA DI TE ("solo me ne vo' per la citta"), POLVERE DI STELLE (STARDUST) e la celeberrima FUMO NEGLI OCCHI (SMOKE GETS IN YOUR EYES). Questa canzone è protagonista di un fatto curioso. Nel 1983 viene usata come sigla di una telenovela brasiliana dal titolo "Ciranda de pedra" e ne viene pubblicato un 45 giri che raggiunge la hit parade. 15 anni dopo l'incisione originale! Le altre canzoni sono le italianissime LA MIA CHITARRA e LA MIA RAGAZZA. Poi una perfetta esecuzione di IO PER LEI, successo estivo dei Camaleonti e PRENDI PRENDI (BEND ME SHAPE ME) degli Amen Corner, incisa anche da Claude Francois.
Naturalmente Gianni è in testa alle classifiche di Canzonissima con una somma di voti
pari a quella di un partito di massa. Un milione 186.956 voti! Nella classifica generale
aveva fatto scalpore l'en plein di Dorelli (voti 570.000). Pensare che la seconda
classificata nella puntata al quale partecipava Morandi (la Sannia) aveva racimolato
232 mila voti. Ultimo Gino Paoli con 51.000, da tempo in crisi. Meritatissima la poplarità improvvisa del trio greco alla loro prima prova discografica col nome di Aphrodite's Child. Uno dei dischi più originali usciti negli ultimi tempi. RAIN AND TEARS è la ripresa del Canone di Pachalbel (1650 circa) e la cosa stupefacente è che hanno mantenuto la stessa delicata atmosfera dell'epoca riuscendo nel contempo a dargli una modernità nei suoni che si rifanno comunque al periodo della stesura originale. La voce solista è quella di Demis Roussos. Vangelis Papathanassiou (mente del gruppo) e Lucas Sideras. Degli Aphoridite's Child se n'è gia' parlato in una classifica precedente (quella del maggio 1970), ma per dovere di cronaca scriviamo qualche riga per spiegare come il caso abbia voluto che il successo dei tre ragazzi greci fosse partito da Parigi. Qualche mese prima del grande successo erano stati bloccati da uno sciopero all'aereoporto di Orly. Avrebbero dovuto prendere un aereo per Londra ma durante il loro soggiorno forzato un produttore li ascoltò e ne intuì le capacità artistiche. Il produttore era Pierre Sberro della Philips. Propose a Vangelis di realizzare una canzone dal canone dell'abate Pachalbel, progetto al quale pensava da tempo (dopo il successo dei Procol Harum) e di riarrangiarlo con un ritmo moderno. Il risultato è quello che conosciamo tutti.
L'industria musicale americana ha inventato un nuovo filone, la bubblegum music, la
musica da masticare e da gettare via dopo l'uso. Prodotto confezionato appositamente
per ragazzi dai 10 ai 15 anni i quali non ancora coinvolti in atteggiamenti protestatari
conservano una disponibiltà infantile alla spensieratezza. Ma se il filone avrà un largo
seguito in Usa e durerà per circa 3-4 anni (Osmonds, Jackson Five, The Partridge Family,
Box Tops, The Archies, etc.) in Italia non attecchisce più di tanto se non nel primo
periodo (estate 1968-inizio 1969). L'iniziativa è stata presa da un ex cantante degli
anni cinquanta non molto noto, Neil Bogart, promosso direttore generale dal boss della
Buddah Records, nuova label per lanciare cantanti e complessi esclusivamente teen,
consorella della Kamasutra che annovera nomi come i Lovin' Spoonful, per fare un esempio,
(quelli di DAYDREAM e SUMMER IN THE CITY).
E' in orbita un altro complesso facente parte dello stesso filone e casa discografica
dei 1910 Fruitgum Co. Loro sono gli OHIO EXPRESS e la canzone che ci presentano con
grosso successo si chiama YUMMY YUMMY YUMMY. ("Yummy yummy yummy I got love in my tummy"
oppure "Yummy yummy yummy il mio amore per Jenny"). Avrà la sua brava versione
italiana (stesso titolo) cantata dai Ribelli e dagli stessi OHIO EXPRESS che parteciperanno
ad una puntata di CHISSA' CHI LO SA e da lì arriveranno alle prime posizioni.
E' scoppiata la guerra tra i Beatles e Sandie Shaw. Casus belli è la canzone THOSE WERE
THE DAYS. La cantante scalza (ora con le scarpe) ha inciso il brano mettendo in difficoltà
la scoperta di Paul McCartney, la giovanissima Mary Hopkin, diciassettenne gallese. Sandie
Shaw, che avrebbe dovuto partecipare a Canzonissima con la stessa canzone, dopo il veto
dei colleghi italiani i quali le ribadiscono il loro no, si trova quindi tra le mani
un'altra grana. Paul si dichiara sopreso dall'iniziativa della cantante anche perchè
il suo ultimo singolo si muove bene nelle classifiche inglesi (TOGETHER): sul Melody Maker
è apparsa una pagina pubblicitaria della Apple in cui si legge: "Ascoltate Mary Hokin
cantare THOSE WERE THE DAYS, poi ascoltate la versione di Sandie Shaw. Comprate il disco
che preferite".
Intanto la Apple sta per rovesciare sul mercato mondiale una consistente ondata di dischi,
tra cui la colonna sonora del film Wonderwall, curata da George Harrison e registrata per
metà a Bombay e parte a Londra. Poi c'è l'esordio di James Taylor per la casa dei Beatles
e l'album della stessa Mary Hopkin dal titolo POSTCARD che sarà completato per il 7 di
dicembre. Mary sta contrattando per la sua presenza a Sanremo 1969 che la vedrà
in coppia con Sergio Endrigo.
"S'io fossi foco" recitava 800 anni fa Cecco Angiolieri. Arthur Brown sembra averne
incarnato lo spirito. Il fuoco nel titolo della sua canzone (FIRE) non è niente paragonato
a quello che porta sulla testa ogni volta che si esibisce in pubblico. Lunghe lingue di
fuoco che si innalzano dalla testa di Arthur Brown le cui intensità si differenziano a
secondo del tipo di suono emesso dagli strumenti. Il governo tedesco (DDR) ha proibito
il mini tour di tre giorni al cantante dopo aver visionato la trasmissione inglese Beat
Club, dichiarando che oltre ad essere un gruppo di sovversivi, il fuoco avrebbe potuto
costituire un pericolo. Lui si limita ad alzare le spalle anche perchè il compenso gli
era stato pagato in anticipo. Oltre il fuoco ci sono le urla infernali, l'abbigliamento
assurdo da gran cerimoniere e il make up sbalorditivo del cantante spalleggiato dal
gruppo The Crazy World a fare parlare di lui. La copertina del 33 (più che quella del
singolo) ne dà una riprova. Nella band suona Carl Palmer che da lì a poco dara vita
agli Atomic Rooster e poi, insieme a Emerson e Lake, al famoso trio. Oltre a questi
cenni di colore sul personaggio, che ne è della sua musica? In testa alle classifiche dei long playing arriva Tom Jones, con l'album che dà il titolo alla canzone regina dell'estate. 500 mila copie vendute del singolo, un successo che continua nonostante l'uscita del nuovo singolo del cantante gallese, HELP YOURSELF che continua la tradizione di brani italiani in lingua inglese incisi dalla Tigre del Galles. Questa volta si tratta della canzone che Dino presentò a Sanremo col titolo di GLI OCCHI MIEI. Tom Jones ne fa una versione particolarmente brillante, piena di verve e ritmo, con un ottimo arrangiamento. Il retro è DAY BY DAY, un classico del gospel. Anche qui la professionalità e la splendida voce del cantante rende personalissima l'incisione. Tom Jones è nelle esperte mani di Gordon Mills, Reed e Mason, che oltre a produrlo si occupano del repertorio, quasi tutto firmato dal duo Reed-Mason. Tom Jones ha appena terminato una tournee in Inghilterra, accompagnato da un'orchestra, quella di Ted Heath, una delle più note della Gran Bretagna. A Natale volerà in Usa e per tre serate a Las Vegas incasserà un milione di dollari. I fortunati produttori hanno sotto contratto anche l'altro grande crooner del momento, Engelbert Humperdink, nato per estasiare folle di tardone che accorrono numerosissime ai concerti del bell'Engelbert, labbroni tumidi e basettoni d'ordinanza. Nato a Madras, in India, ha lineamenti meticci che gli accrescono il fascino. E' l'unico cantante solista inglese che possa tener testa al suo collega del Galles, al momento. Il tirocinio fu lungo e le delusioni molte, poi incontrò Mills e la sua vita cambiò. Gli affidò il brano valzer musette THE LAST WALTZ inciso anche dalla Mathieu (LE DERNIERE VALSE) e da Dalida, che ne fece un grosso successo con il titolo L'ULTIMO VALZER. In estate Engelbert presenta A MAN WITHOUT LOVE, anche questa canzone attinta dal repertorio dell'ultimo Sanremo (QUANDO M'INNAMORO) che non fa che accrescere la sua fama a livello mondiale. Si parla sempre di crisi dei compositori italiani accusati di scrivere brani di scarsa originalità e di ricorrere a versioni italiane di brani stranieri, ma qui capita l'esatto contrario. Gli esempi testè citati non sono naturalmente gli unici. Ad esempio i Tremeloes, complesso inglese misconosciuto da noi (fecero anche una versione italiana di un loro successo dal titolo SILENCE IS GOLDEN chiamandolo E IN SILENZIO), "coverizzò" UNO TRANQUILLO di Del Turco con il titolo SUDDENDLY I LOVE YOU. Lo stesso gruppo incise NON ILLUDERTI MAI della Berti con il titolo MY LITTLE LADY. Riccardo Del Turco protagonista suo malgrado con SOMETHING'S HAPPENING, che altro non era che LUGLIO. Questa volta ad interpretarla sono gli Herman's Hermits, da Manchester. Gli stessi che nel 1970 tentarono un rilancio presentando la versione inglese di LADY BARBARA, titolo rimasto invariato. Mentre il brano sanremese STANOTTE SENTIRAI UNA CANZONE, cantato da Annarita Spinaci senza fortuna, diventa UNA CANZONE e a lanciarla in lingua francese ci pensa Mireille Mathieu. Termina con i due vincitori Paolo Mengoli e Rosalba Archiletti l'edizione 1968 del Festival di Castrocaro. Ma una brutta sorpresa per i vincitori è che per la prima volta non parteciperanno di diritto al Festival di Sanremo, per questioni di ripicche personali tra i due factotum Radaelli e Ravera. Comunque fanno il loro debutto televisivo il 26 di ottobre a Bari per la manifestazione CARAVELLA DI SUCCESSI, accanto a Sandie Shaw, la Cinquetti, Caterina Caselli e Sylvie Vartan. A dicembre la coppia vincitrice si imbarcherà sulla Stella Oceani, una nava italo americana allestita con l'intento di promuovere alcuni prodotti italiani. E come lasciare fuori il canto? Siamo o non siamo il paese della pizza, del mandolino e delle canzoni napoletane? Della Archiletti, ventenne frusinate, si può dire che ha una bella voce ma che non avrà molta fortuna in seguito. Di Mengoli (che a Castrocaro ha presentato PER UN MOMENTO HO PERSO TE e PORTAMI TANTE ROSE) sappiamo molto di più. A quell'epoca ricalcava troppo il modello Morandi mancando di personalità propria, cosa che lo fece rimanere per sempre un'eterna promessa (anche ora!) e un discreto calciatore nella nazionale cantanti. Tra gli altri partecipanti alla manifestazione Leo Maucieri (voce rhytm'n'blues) e Gaetano Vece, un'altra bella voce che non avrà fortuna, forse anche per il suo personaggio poco moderno (canta brani alla John Rowles e alla Bobby Goldsboro, per intenderci). Ma c'è anche spazio per Fiorella Mannoia che avrà il suo debutto ufficiale fra qualche mese con la Carish.
Per il giornale inglese MELODY MAKER il 1968 è già terminato e pubblica i risultati del
suo referendum annuale indetto tra le migliaia di acquirenti del noto magazine. Chi ha
predetto la fine dei Beatles si è dovuto mangiare il cappello come Rockerduck. Il quartetto
è ancora lì, al primo posto per il sesto anno consecutivo. Dietro di loro i sempiterni
Rolling Stones e i Cream. Il miglior cantante solista inglese è risultato Scott Walker,
dei Walker Brothers, che ha scritto e prodotto un disco non semplice, una traduzione di
brani di Jacques Brel in inglese. Al secondo posto Tom Jones e al terzo Donovan, il
menestrello inglese del ventesimo secolo. La migliore cantante è Julie Driscoll, nome
nuovo del panorama internazionale, seguita da Lulu e Dusty Springfield.
I migliori strumentisti sono Eric Clapton, Jimi Hendrix e Herb Alpert, forte del
successo strepitoso di THIS GUY'S IN LOVE WITH YOU. Gli Union Gap sono la rivelazione
dell'anno. In Italia non li conosce nessuno di nome, ma un loro brano nel 1968, YOUNG
GIRL, ebbe discreto successo anche da noi ed Elio Gandolfi lo tradusse col titolo
UN ANNO DI PIU' (che non ha nulla a che vedere con l'omonimo brano del 1977 di
battistiana memoria, naturalmente). Christian Calabrese
 
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