( da Giovani ) 1) Ma chi se ne importa - Gianni Morandi 2) Se bruciasse la citta' - Massimo Ranieri 3) Come hai fatto - Domenico Modugno 4) Mi ritorni in mente - Lucio Battisti 5) Un'ombra - Mina 6) Questo folle sentimento - Formula Tre 7) Goin'out of my head - Frank Sinatra 8) Venus - Shocking Blue 9) Occhi neri occhi neri - Mal 10) Una bambola blu - Orietta Berti 11) Get Back - The Beatles 12) Agata - Nino Ferrer 13) Mezzanotte d'amore - Al Bano
In attesa dell'imminente Festival di Sanremo che, nel 1970, avrà inizio
il 26 di febbraio (e di cui parleremo più avanti) le canzoni presenti in
classifica questa settimana sono state quasi tutte presentate a
Canzonissima, vuoi nella finale che nelle puntate antecedenti la
finalissima. Si distinguono (a parte gli stranieri) solo Battisti, Mina
e il complesso di Lucio, la Formula Tre. DOMENICO MODUGNO
Ritorna in classifica dopo anni di assenza DOMENICO MODUGNO che, grazie
al rilancio avuto da Canzonissima e ad un filone musicale (quello della
canzone parlata) che gli porterà molta fortuna negli anni a venire (LA
LONTANANZA, COME STAI, PIANGE IL TELEFONO e IL MAESTRO DI VIOLINO),
riparte alla grande e torna ad occupare il posto che gli spetta di
diritto nell'Olimpo dei grandi. MASSIMO RANIERI Ha solamente diciotto anni e tutto gli è accaduto nel giro di un solo anno. La vittoria al Cantagiro con ROSE ROSSE che ha venduto mezzo milione di copie, un film pluripremiato come METELLO, l’interesse dei media concentrato su di lui, copertine sui giornali, finalista a Canzonissima. Il nuovo decennio non può che cominciare bene per Massimo Ranieri, nella vita di tutti i giorni Giovanni Calone, nato al Pallonetto, quartiere povero di Napoli, nel 1951. Il suo viso e la sua storia sono stati immortalati in una famosa trasmissione televisiva curata da Gian Paolo Cresci, UN VOLTO UNA STORIA. Dove si viene a conoscenza di un ragazzo totalmente diverso dall’idea che ci si potrebbe fare. Ha una quotazione di 800 mila lire a serata ma ora, chi vuole averlo, deve pagare salato dopo la presenza in finale a Canzonissima e METELLO. SE BRUCIASSE LA CITTA’ è un brano un po’ vecchia maniera, costruito sullo stile di ROSE ROSSE. Se l’avesse cantato qualcun altro a cui avrebbe calzato a pennello (per esempio una voce come quella di Tony Del Monaco) non avrebbe probabilmente avuto il successo che invece ha avuto nell’interpretazione appassionata e vera di Massimo Ranieri. Il terzo posto a Canzonissima gli sta anche stretto e arriva dietro a Villa che lo precede di pochi punti. AL BANO La canzone (MEZZANOTTE D'AMORE) è veramente bruttina ma riesce a farsi largo ugualmente vendendo anche bene. Lui, come al solito, canta a piena voce con quelle tonalità che riuscirebbero a spaccare i vetri. Grande spiegamento di voce e di capacità per un brano modesto. Il 1970 si è aperto alla grande per il cantante di Cellino San Marco. E’ in procinto di girare il suo sesto film in tre anni. E ci sono due tournee dietro l’angolo. La prima in Brasile ed una in Germania. Che vanno ad aggiungersi alle fortunate esibizioni in Canada e in Giappone durante il 1969, con le quali Al Bano ha posto le basi per il mercato estero. Basi solidissime, occorre dire, se si pensa che i dischi del signor Carrisi hanno raggiunto nel corso dell’anno precedente posizioni lusinghiere nelle classifiche estere. La MANANA, che sarebbe MATTINO, in Spagna ha raggiunto le prime cinque posizioni. La stessa canzone in francese ha avuto buona accoglienza in Canada e in Francia (L’AMOUR EST PAREIL A LA CHANCE). PENSANDO A TI (PENSANDO A TE) è arrivata al quinto posto in Spagna ed è andata benissimo in Argentina, raggiungendo posizioni di vetta. GIANNI MORANDI
Vince Canzonissima ma non convince più di tanto. Sembra che la vittoria
gli spetti di diritto, sebbene qualcosa sia cambiato dall’edizione
precedente che lo vide vincitore per la seconda volta. Quest’anno a
fargli ombra è l’astro nascente di Massimo Ranieri, che catalizza le
simpatie delle minorenni dai gusti “popolari”, quelle ragazzine sempre
pronte a soppiantare il vecchio idolo (magari solo di qualche mese) per
il big del momento.
Quelle che riempiono diari e quaderni con le foto prese dalle riviste.
Beh, in quel senso, Morandi è in caduta libera. MA CHI SE NE IMPORTA
sembra un collage della sua ultima produzione. Tipico prodotto della
premiata ditta Migliacci-Mattone, sempre in sintonia con i gusti del
pubblico delle manifestazioni popolari italiane.
C’è un fatto, legato a questa canzone, non molto chiaro. Come tutte le
canzoni partecipanti alla finale di Canzonissima, dovrebbe essere
esclusa da qualsiasi trasmissione radiofonica e televisiva fino al 6 di
gennaio. Invece il 1 di gennaio sul primo canale viene presentato il
film FACCIA DA SCHIAFFI, del quale Morandi è protagonista, in ANTEPRIMA
(trailer televisivi dei film presentati nei cinema); in quell’occasione
si vede Morandi che canta proprio MA CHI SE NE IMPORTA, che nel film è
uno dei due pezzi principali. Dice un proverbio emiliano: "Fatti un nome
e pisciati a letto; diranno che hai sudato." FORMULA TRE E’ il complesso lanciato dall’etichetta Numero Uno, quella di Lucio Battisti, fondata da Colombini e Mogol e non erroneamente, come leggenda recita, dalla coppia Battisti-Mogol. Un complesso che fa subito centro al primo singolo, QUESTO FOLLE SENTIMENTO. La canzone è molto bella, moderna nella concezione e bene eseguita dai ragazzi. Nei cori si riconosce la voce di Lucio Battisti che ne è anche l'autore. Quando il missaggio del pezzo fu terminato gli portarono la lacca all'Altro Mondo di Rimini dove Lucio stava facendo le prove per l'unico tour di cui sarebbe stato protagonista nella sua vita. Il risultato era eccellente e la Numero Uno la scelse come sigla per il FestivalBar. Nonostante la manifestazione andasse in onda in piena estate, la canzone ebbe un lungo periodo d'incubazione per esplodere in pieno autunno. Renzo Arbore la inserì a Bandiera Gialla nella settimana in cui erano presenti anche i Beatles con COME TOGHETER e inaspettatamente vinse proprio QUESTO FOLLE SENTIMENTO. La Formula Tre è così composta: Antonio Cicco, detto Cico, il bello del gruppo, ottimo batterista e non poteva essere altrimenti perchè la batteria ce l’ha nel sangue. In famiglia sono tutti batteristi, dal padre ai fratelli. Ha studiato musica al conservatorio di Napoli, città natale. Poi viene il livornese Gabriele Lorenzi, quinto uomo fino ad un anno prima dei Camaleonti, ma mai utilizzato quando si trattava di registrare interventi televisivi. Assomiglia un po’ a Barry Ryan e un po’ a Don Backy. Doveva diventare massaggiatore fisioterapista come suo padre ma ha preferito il piano. Nel gruppo suona l’Hammond e le tastiere. Poi c’è Alberto Radius, romano, un po’ il Jimi Hendrix del gruppo, del quale cerca di imitare la capigliatura ispida. Forse il migliore chitarrista italiano e uno dei più bravi in assoluto. Ha un trascorso con i Quelli, gruppo della Ricordi. E proprio alla Ricordi conobbe Battisti e divennero amici. Sono in procinto di lanciare un LP dal titolo DIES IRAE. Proprio il DIES IRAE fa conoscere al pubblico la validità della formula musicale del gruppo. Un brano del ‘200 adattato per la fine del ventesimo secolo senza perdere i toni apocalittici e le reminiscenze gregoriane dell’originale. Troviamo poi un brano scritto da Edoardo Bennato (anche lui passato alla Numero Uno) dal titolo PERCHE’... PERCHE’ TI AMO. Poi SE NON E’ AMORE COS’E’, delicatissimo brano di Isola di cui Tony Cicco sa dare un’interpretazione molto dolce nonostante la ritmica tirata del pezzo. Poi un altro brano di Lucio Battisti con il quale la Formula Tre si presenterà al FestivalBar del 1970, SOLE GIALLO SOLE NERO. Classico brano che coniuga il pop leggero alla musica underground. Il retro del singolo QUESTO FOLLE SENTIMENTO non è compreso nell’album ed è un peccato perchè si tratta di una simpaticissima versione di GAMES PEOPLE PLAY di Joe South che prende il nome di AVEVO UNA BAMBOLA. Bennato si ricorderà di questo retro quando nel 1990 lancerà la sua versione di GAMES PEOPLE PLAY dal titolo E IL GIOCO CONTINUA. LA VERDE STAGIONE Un altro gruppo lanciato dalla Numero Uno è quello de La Verde Stagione, composta dai tre fratelli Ihle (fiorentini di origine svedese) Luca, Lando e Patrizio e dal loro cugino Mauro Sarti. Luca e Lando avevano già un trascorso artistico come duo, Luca e Lando, per l’appunto. Ma non erano riusciti a sfondare. Purtroppo, nonostante la buone incisioni e la pubblicità, il gruppo non riesce a decollare, forse anche per la scelta del solista. Molti, difatti, trovano sgradevole la sua voce. Comunque la loro prima incisione e cioè LA VERDE STAGIONE (dal nome del gruppo) diventa nota se non altro per la buona trovata di utilizzare in versione pop il celebre MATTINO di Grieg. Sul retro un’altra gradevole canzone, LACRIME SUL CUSCINO. Nel corso dell’anno riusciranno anche a piazzare una canzone-sigla e cioè MILIONI DI DOMANDE (QUESTIONS dei Moody Blues) abbinata alla trasmissione della tv dei ragazzi CHISSA’ CHI LO SA. GIORGIO GABER - MINA
Sebbene non raggiungano mai le posizioni di vetta delle classifiche,
Giorgio Gaber e le sue canzoni, sono una delle poche cose divertenti e
allo stesso tempo intelligenti del panorama musicale italiano. Il suo
ultimo disco si chiama BARBERA E CHAMPAGNE accoppiato a L’ORGIA (ORE
22-SECONDO CANALE). Che è davvero molto divertente e che tratta di
un'orgia che diventa così prevedibile e banale da far venire voglia di
accendere la televisione. Piano piano il video acceso attira
l’attenzione dei presenti che dimentichi delle loro performance sessuali
finiscono per appassionarsi al film in onda sul secondo canale,
completamente nudi. Alla fine del film uno dei partecipanti dice di
essere contento che i due protagonisti si sposino perchè lui è per le
storie a lieto fine essendo un sentimentale ed interrompe il discorso
dicendo "scusi, ha mica visto le mie mutande?". IL SUPERGRUPPO E’ questo un periodo un po’ particolare per i complessi. Molti, provenienti dall’ubriacatura beat, ancora non hanno trovato una giusta dimensione. Altri si sono riciclati “underground” (termine primo per indicare il futuro “progressive”), altri si sono sciolti per formare nuovi gruppi ed altri seguono la corrente attuale o un mercato più facile. C’è anche chi, con mentalità da professionista della musica, decide di creare un "supergruppo" nato con elementi presi da altri gruppi in via d’estinzione o saldamente ancorati al successo, oppure da solisti in difficoltà. Sono: Ricky Gianco, Mino Di Martino dei Giganti, Gianni Dall’Aglio dei Ribelli, Victor Sogliano dell’Equipe 84, Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik. Insieme formano Il Supergruppo. Il comune denominatore è la voglia di divertirsi facendo musica. Il produttore è Ricky Gianco, da anni autore e produttore per altri, oltre che cantante (con alterne fortune) in proprio. Va a sentirsi un po’ di gruppi e si segna sul taccuino quelli che potrebbero fare al caso suo. Questa è la versione data alla stampa, una velina della Ricordi. La realtà è ben diversa. Ferma restando la voglia di divertirsi e fare qualcosa di diverso dagli altri, gli interpreti provengono tutti dalla stessa casa discografica e la scelta è fatta all’interno della stessa. Il loro battesimo televisivo avviene in una puntata di CHISSA CHI LO SA, quella del 27 dicembre 1969. Presentano una canzone di Lou Christie, un giovanotto americano molto famoso in patria e sconosciuto da noi, EHI EHI CHE COSA NON FAREI, versione italiana di I’M GONNA MAKE YOU MINE. Brano facente parte della corrente della Bubblegum Music. Sul retro una pietra miliare della succitata corrente musicale, BOCCA DOLCE (SUGAR SUGAR degli Archies). Che vanta decine di versioni in tutto il mondo. Solo in Italia se ne contano 4. Quella di Valeria Mongardini (ASCIUGA ASCIUGA), del Supergruppo, di Lara Saint Paul (sempre col titolo di ASCIUGA ASCIUGA) e della giovanissima Marcella (non ancora Bella) che usufruisce dello stesso titolo del Supergruppo con un testo leggermente diverso. Comunque Arbore trasmette la loro canzone all’interno della trasmissione radiofonica PER VOI GIOVANI e diventa un brano molto noto. Il gruppo avrà un futuro? Difficile dirlo. Tutti sono già impegnati in altri progetti e il tempo necessario per un supplementare complesso stabile non c’è. Si trovano insieme nei giorni liberi. Oppure, come farà Pietruccio dei Dik Dik a Sanremo, si dividerà tra il suo gruppo e il Supergruppo perché la Ricordi decide di mandare alla manifestazione entrambe le formazioni.
Orietta Berti ha rifiutato l’offerta di un muratore di Ladispoli che
voleva affidare alla cantante uno dei suoi quattro figli dato che
l’uomo, di origine meridionale, non riusciva a mantenerli. In una
lettera di risposta a quella inviatole dal muratore la Berti, dopo aver
ringraziato per l’offerta, afferma di essere spiacente ma di non poter
accettare per motivi etici. E soprattutto perchè "non essendo affetta
da alcuna anormalità" ci proverà per conto proprio ad avere dei figli. SANREMO 1970
Ancora due settimane alla grande kermesse canora di Sanremo. I giochi
sono quasi fatti.
Lo spostamento di un mese della manifestazione per dare spazio ai dischi
di Canzonissima sul mercato ha prodotto effetti positivi dando ampio
respiro al mercato di gennaio. Prima che 52 nuove emissioni di 45 giri
sanremesi inondino il mercato. La coppia più strana in assoluto è quella di Mal e Luciano Tajoli, altro ritorno a Sanremo di un big degli anni quaranta e cinquanta. Mal di certo non guadagna in immagine ma deve fare buon viso a cattivo gioco. SOLE, PIOGGIA E VENTO non è una brutta canzone, ha un bel ritornello ed è accettabile se a cantarla è la voce esotica di Mal (vestito come Amleto in finale, gli manca solo il teschio in mano) ma diventa una lagna incredibile in bocca a Luciano Tajoli! In coppia con Mal sarebbero dovute andare prima Rosalba Archiletti, poi Angela Bini (la futura Julie del duo Juli & Julie). Mal dal canto suo ignora completamente Tajoli. Gli dicono che è stato un cantante di successo anni prima. Lui da perfetto inglese non si scompone e non replica. Anche se la paura di non arrivare in finale è grande. Comunque, in data 15 febbraio, non tutte le coppie sono state formate. Si parla di Josè Feliciano come "spalla" di Dino Drusiani, un diciottenne modenese. Ma Feliciano appena ascoltata la canzone e avendo conosciuto il nome del suo partner (che non ha mai sentito nominare) decide di rimanere in America. Rosanna Fratello avrebbe dovuto essere accoppiata a Bobby Solo per cantare con lui OCCHI A MANDORLA (eseguita poi dalla coppia Rossano-Dori Grezzi) ma lei non accetta perchè in caso di affermazione la giovane cantante pugliese sarebbe stata solo una figura di secondo piano. Poi le avevano affiancato i New Christy Minstrels, ma il complesso americano non è stato accettato dalla commissione. Alla fine ripiega su un’altra brutta canzone, CIAO ANNI VERDI, in coppia con i Domodossola.
La coppia Patty Pravo-Little Tony avrebbe dovuto essere i realtà
Pravo-Mal, ma la RCA ha poi pensato che i cantanti avevano lo stesso
stile e lo stesso pubblico (??) e così ha deciso di inserire Little Tony
al posto di Mal. Little Tony che intanto aveva lasciato la Durium con la
quale aveva esordito per costruirsi una propria etichetta, la Little
Records. La realtà però potrebbe essere costituita dal fatto che Little
Tony, bisognoso di un rilancio e di una canzone "forte", ha chiesto
espressamente agli autori del pezzo, suoi amici, di cedergliela. E ci è
riuscito. E Mal, come si è detto, si è dovuto accontentare della mummia
Tajoli. Si vocifera che dietro LA SPADA NEL CUORE ci sia Lucio Battisti.
E' più di una voce, confermata dal fatto che esiste un provino del pezzo
cantato dallo stesso Lucio. Anche la canzone TAXI avrebbe dovuta essere cantata
dalla coppia Ombretta Colli-Anna Identici. Poi la Colli è stata
sacrificata per Antoine. Wess avrebbe dovuto affiancare Sergio Endrigo
nell’esecuzione de L’ARCA DI NOE’ che poi come sappiamo è stato
accoppiato a Iva Zanicchi. Wess inciderà lo stesso la canzone del
festival accoppiandola a QUANDO di Luigi Tenco. Altro debutto a Sanremo è quello di Sandie Shaw, che nonostante i tempi siano cambiati dal periodo del suo debutto come cantante scalza , decide di scendere sul palco a piedi nudi. Ma stavolta centra in pieno un mozzicone di sigaretta all’uscita dalla scena dopo l’esibizione, che gli farà passare la voglia di cantare scalza per il resto della sua vita. Tanto lei, più che per la canzone, è arrivata a Sanremo per lanciare la collezione dei suoi abiti, da abilissima donna d’affari. E’ riuscita a fare breccia tra le minorenni inglesi che, se non comprano più i suoi dischi, almeno acquistano i suoi abiti. Un po’ come la Vartan. Solo che a differenza della francese, che si rivolge alle ragazzine bene parigine, Sandie Shaw va incontro ai gusti della gioventù di periferia che pur ammirando la linea sofisticata delle grandi collezioni vestono in maniera più casual. A chi l’accusa di essere una macchinetta per fare soldi lei risponde che soltanto i cretini non sognano un futuro lastricato d’oro.
Parecchi esordienti: Lucia Rizzi, Valeria Mongardini, Rosalino Cellamare
(Ron), Donatello, Francesco Banti, Dino Drusiani, Emiliana, Gens e i
Domodossola. I Domodossola che vengono additati da tutti come i "ragazzi
di Mina". Ma loro dicono che non è vero. Incidono per la sua casa
discografica ma a produrli sono Alberto Gentile e Emilio Capotasti che
sono capitati per caso in un locale di Domodossola dove i sei ragazzi
(quattro maschi e due femmine) si stavano esibendo.
Sanremo quest’anno si apre con un curioso gala al quale avrebbero dovuto
intervenire ospiti big della musica leggera internazionale, che
naturalmente non sono arrivati. Johnny Hallyday ha avuto un incidente di
macchina, Tom Jones ha altri impegni e allora cosa pensano di fare
Ravera e Radaelli? Invitare il "famosissimo" cantante israeliano in
testa alle classifiche del suo paese e cioè Yehoram Gaon che diletta il
pubblico presente con ben cinque canzoni del suo repertorio notissimo da
noi. Altra "sorpresa" sono i Minstrels, già partecipanti al Sanremo
1965 e 1966. Un gruppo fra il folk e le canzoni di chiesa che annoia non
poco il pubblico presente già provato dall’estenuante esibizione
dell’israeliano. Sono anche esclusi dalla ripresa televisiva, cosa che
provoca sdegno nel gruppo che abbandona Sanremo. Nessuno, naturalmente,
tenta di fermarli. La partecipazione di Celentano è un po’ una sorpresa. La sua proposta di partecipare è legata al fatto che ad eseguire la seconda versione spetti alla moglie Claudia Mori. Che prendano nel cast anche Pio e I Ragazzi Della Via Gluck, un complesso che Celentano cerca da anni di imporre al pubblico ma che invece non trova sbocchi sul mercato. Un po’ come tutti quelli che hanno deciso di rimanere nel Clan. Don Backy, escluso dalla rosa dei ventisei imputa la colpa a Celentano, perchè nemico del cantante di Santa Croce sull’Arno. Avrebbe cantato NOSTALGIA, una brutta canzone che riuscirà comunque a NON avere successo quando la presenterà al di fuori del contesto sanremese. Lo stesso dice Fred Bongusto che rompendo il contratto che lo legava al Clan (e passando alla RIFI) sarebbe stato per questo escluso dal Festival. Bongusto per la cronaca avrebbe dovuto presentare IL NOSTRO AMOR SEGRETO, scritta insieme a Mogol. Pio canta una canzone che potrebbe essere definita l’antenata de LA NEVICATA DEL ’56 di Mia Martini. Si chiama NEVICAVA A ROMA e la presenta in coppia con Renato Rascel, altro ritorno in quel di Sanremo. Non la canta nemmeno male, anzi... ha una bella voce e l’arrangiamento della sua versione è migliore di quello di Rascel, troppo scontato e di gusto retrò. Certo che insieme sembrano l’articolo “Il” . Ex seminarista, voleva seguire la strada di Padre Pio, di cui la madre era devotissima e proprio per questa ragione diede al figlio il nome del frate. Verranno bocciati immeritatamente. Naturalmente, Rascel sarà prontissimo a dare la colpa al suo doppione dicendo "ma chi me l’ha mandato questo?". Stessa sorte per I Ragazzi Della Via Gluck che cantano in coppia col clone vocale di Morandi ma che si ostina a farsi chiamare Paolo Mengoli. La loro esibizione sarà una cosa da avanspettacolo, una pantomima allucinante, che neanche nei peggiori teatri di provincia degli anni quaranta. Mengoli, appena vede il capolavoro dei pupilli del Boss, capisce la sua sorte. Bocciato. Neanche la sua canzone era male. Nello stile di Mengoli e di altri 300 cantanti di quel tipo. Tornando a Celentano, c'è anche un'altra clausola: se non è di troppo disturbo... vorrebbe vincere lui. Ma questa naturalmente è una cattiveria! Se mai vincerà sarà senz'altro per la bellezza intrinseca della sua canzone, per la grande poeticità dei versi. Non certo per altri motivi! La canzone? CHI NON LAVORA NON FA L’AMORE. Vincerà? Mah... Christian Calabrese
 
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