Settimana 27 Maggio 1970
( da Sogno )

1) IT'S FIVE O'CLOCK - APHRODITE'S CHILD
2) LET IT BE - THE BEATLES
3) FIORI BIANCHI PER TE - JEAN FRANÇOIS MICHEL
4) OCCHI DI RAGAZZA - GIANNI MORANDI
5) LA PRIMA COSA BELLA - NICOLA DI BARI
6) WIGHT IS WIGHT - MICHEL DELPECH
7) INSTANT KARMA - JOHN LENNON
8) VENUS - SHOCKING BLUE
9) BUGIARDO E INCOSCIENTE - MINA
10) ETERNITÀ - I CAMALEONTI

"Abbiamo personalità diverse, diversi interessi commerciali, diversi modi di sentire la musica. Non abbiamo più niente in comune. E soprattutto mi diverto più con la mia famiglia che con loro".
Questo è l'epitaffio firmato Paul McCartney sulla lapide dei Beatles. La favola bella è finita, come tutte le favole. Si torna alla realtà fatta di interessi economici, di mogli che si detestano fra loro, di menti plagiate, di ragazzi divenuti troppo grandi per continuare a fare la parte dei "Beatles". "Tutti per uno" si scopre che era solo un titolo in italiano del loro HELP cinematografico. Il 10 aprile Paul dichiara ufficialmente che i Beatles non ci sono più, l'11 sono primi in classifica in tutto il mondo, a partire dagli Usa con il loro singolo LET IT BE. Tra l'8 ed il 18 maggio, con uscite scaglionate nelle varie nazioni, viene pubblicato il loro ultimo lp dallo stesso titolo e il 13 dello stesso mese c'è la prima mondiale a New York del film LET IT BE a cui nessuno dei 4 sarà presente. Intanto continua lo scaricabarile sulla colpa dello scioglimento. Lennon dice che è tutta una mossa pubblicitaria per rimanere a galla con la sua "sciocca musichetta". Paul dice di non essere stato lui a sciogliere i Beatles ma sono stati gli stessi a sciogliersi, anche se nessuno vuole essere quello che annuncia che "la festa è finita". Esce il suo primo album solistico dal titolo McCARTNEY, registrato nello studio casalingo e nel quale lui fa tutto: dagli arrangiamenti alla produzione. Il brano più famoso, uscito anche come singolo è MAYBE I'M AMAZED. Il disco arriva al secondo posto nelle classifiche inglesi. John Lennon fa concorrenza agli stessi Beatles raggiungendo il settimo posto con la canzone INSTANT KARMA e nel corso di un' intervista rilascia dichiarazioni che fanno un certo scalpore. Già all'inizio dell'anno fece parlare di sé per una mossa a sorpresa, restituendo alla regina Elisabetta l'onorificenza di baronetto che gli era stata data dalla stessa 5 anni prima. Questa volta, ricordando il giorno della nomina, rivela che prima di presentarsi a corte si erano fumati della marijuana nei gabinetti di Buckingham Palace, arrivando davanti alla regina un po' troppo allegri per una cerimonia così formale.

Tre greci da due anni tengono banco in Europa. Il loro marchio di fabbrica è quello denominato Aphrodite's Child, i loro nomi sono Demis Roussos, Evanghelos Odyssey Papathanassiou meglio noto come Vangelis e il batterista Lukas Sideras. La loro ultima bomba, che riesce a spodestare i Beatles dal trono del primo posto in classifica in Italia, nonostante tutta la pubblicità derivata dalla separazione, si chiama IT'S FIVE O'CLOCK, con la quale partecipano anche al FestivalBar. Il loro nuovo singolo si inserisce perfettamente nel filone della precedente produzione del gruppo: un tema melodico, vagamente classicheggiante, la voce armoniosa di Demis e una melodia di presa immediata e indubbiamente bella. IT'S FIVE O'CLOCK dà anche il titolo al loro LP, dove sono compresi altri successi usati come singoli. LET ME LOVE LET ME LIVE è uno di questi. Il disco viene registrato a Londra al Trident Studios. La band comincia un tour in Italia e in Spagna ma senza Vangelis che preferisce restarsene in studio di registrazione a provare nuove sonorità. Per rimpiazzarlo chiamano un loro amico, Harris Chalkitis. Nel frattempo Vangelis inizia a lavorare al primo progetto da solista, una colonna sonora (SEX POWER). Questa defezione fa nascere contrasti nel gruppo che ben presto si scioglierà dando la possibilità a Demis di continuare come solista, diventando una grandissima star in Francia, Olanda, Inghilterra e Germania. Il loro ultimo disco inciso insieme avrà il titolo di "666", uscirà nel 1972 quando la band si era già dissolta. Tutti i brani quindi sono stati incisi precedentemente.

Jean François Michel è uno di quei casi che chiamerei inspiegabili. Brano datatissimo, interprete inconsistente, canzone melensa senza neanche l'alibi di essere ben congegnata. Con questo singolo sembra di essere tornati indietro di circa 10 anni, quando andava di moda il terzinato. Una canzone stile LA NOVIA, di Antonio Prieto, un argomento banale e scontato quasi quanto la musica che sorregge il tutto, ma il successo è notevole. In Francia è stato primo per parecchie settimane col titolo di ADIEU JOLIE CANDY, in Italia (e in Spagna) grazie alla spinta che gli dà la sua casa discografica (la CGD) facendolo partecipare a parecchie trasmissioni tv e con un consistente airplay giornaliero, riesce a vendere benissimo. Ma sarà cantore di una sola stagione. Si ripresenterà sovente negli anni ma senza successo, partecipando poi anche ad un Sanremo, quello più inutile della storia, cioè il 1975, poi scampoli qui e là. Ma il suo momento è legato a questa canzone.

Mina, Patty Pravo e Bruno Lauzi hanno affidato (come la Formula Tre) la loro estate al genio emergente di Lucio Battisti. Mina sarà quella che raccoglierà un successo clamoroso con INSIEME, diventando la dominatrice assoluta femminile dell'estate canora. Patty Pravo, pronta a riconfermare il suo stato di grazia dopo il flop di Canzonissima (NEL GIARDINO DELL'AMORE) e di Sanremo (LA SPADA NEL CUORE è stata venduta quasi esclusivamente nella versione di Little Tony), prova con PER TE e le va comunque bene, perchè la canzone è molto bella, anche se meno commerciale de IL PARADISO con la quale si era presentata l'estate precedente. Il rilancio di Bruno Lauzi è comunque qualcosa di miracoloso. Un po' come Modugno, che si era perso nella nebbia dei tempi e che avrà un rilancio strepitoso questa estate con LA LONTANANZA, Bruno Lauzi si fa interprete di Battisti, il quale gli confeziona due brani: il primo è MARY OH MARY, il secondo è E PENSO A TE e credo che sia inutile aggiungere altro. Poi sarà ricantato dallo stesso autore e Mina ne farà un suo cavallo di battaglia. Resta comunque il fatto che ad inciderlo per primo fu Lauzi. Il quale, a differenza di alcuni colleghi (Endrigo in testa) che si presentano nelle liste di partiti da cui avranno molto da guadagnare e nulla da perdere (il PCI, naturalmente), da uomo libero ed anticonformista si iscrive nelle liste del PRI per le elezioni comunali del 7 giugno, per il comune di Milano. Con molta buona volontà, scarsezza di mezzi ed un pugno di uomini gira per i quartieri più popolari (e per popolari non si intende San Babila ma Quarto Oggiaro et similia), più abbandonati dalle istituzioni cittadine, proponendo argomenti e canzoni di solito censurate dal perbenismo radiotelevisivo qualche volta eccessivo, per coinvolgere chi ha meno occasione di sentirsi coinvolto. Lui sa benissimo che la possibilità di avere voce in capitolo col partito scelto sarà minima, ma ugualmente ci prova. Dice che si sta vivendo in un paese dove metà della popolazione quando si parla di democrazia crede si stia parlando della DC e l'altra metà del PCI, due realtà ben lontane da quello che una sensibilità moderna può ritenere democratiche.

Due canzoni sono ormai da parecchi mesi in classifica. La prima è senza dubbio VENUS degli olandesi Shocking Blue, con un record di ben 6 mesi tra le prime dieci, la seconda resiste da febbraio ed è anche l'unico motivo sanremese ad essere sopravvissuto insieme a quello dei Camaleonti (ETERNITA'). Si sta parlando de LA PRIMA COSA BELLA e del suo interprete Nicola Di Bari. Proprio quando stava dandosi per vinto, proprio quando si era arreso all'evidenza di un mondo dello spettacolo che considerava solo la bella presenza e l'appeal sul pubblico, a discapito della preparazione e della professionalità, proprio quando anche la sua casa discografica (RCA) stava dandogli il benservito, ecco l'ultima occasione: Sanremo ed un brano da cantare in coppia con Morandi. Cantare con Morandi non sarebbe stata propriamente un'occasione. Se le cose fossero andate bene il merito sarebbe andato al bolognese, se invece fossero andate male, la colpa sarebbe stata del "bruttone" che si era trascinato dietro. Morandi rinuncia, al loro posto un gruppo abbastanza noto ma senza un vero successo all'attivo, i Ricchi E Poveri. Arrivano secondi dietro a Celentano che vince con la ruffianissima CHI NON LAVORA NON FA L'AMORE ma il loro successo è dieci volte maggiore. Nicola Di Bari non è tipo da lasciarsi montare la testa. In tutti questi anni con la carriera costellata di alti e bassi non si è mai tirato indietro ricominciando da capo dopo ogni delusione. Diciamo però che le delusioni di Di Bari all'epoca farebbero il successo pieno di un cantante di oggi. Una quarantina di serate all'anno in cui, togliendo le spese dei viaggi, del complesso e del vitto, non restava poi granchè. Ora non ha un giorno libero fino al prossimo anno e la sua fortuna è quella di non aver firmato nessun contratto precedente al Festival, visto che nessuno credeva in lui. La sua canzone per l'estate, sarà ancora quela sanremese, poi passerà al contrattacco in autunno con VAGABONDO, un altro successo che lo porterà ad essere una stella di prima grandezza nei paesi di lingua spagnola, in Europa e in Sudamerica. Maradona ha sempre raccontato che il suo cantante preferito, quando era in Argentina, è stato sempre Nicola Di Bari. Non so se la cosa possa far piacere o meno al'interessato, ma è comunque un dato di fatto.

Altro disco, nuova entrata, che avrà anche un'altra interpretazione, forse più importante è WIGHT IS WIGHT. In italiano diventerà L'ISOLA DI WIGHT cantata da un complesso importante, quello dei Dik Dik. Nella versione originale francese, cantata da Michel Delpech, si racconta della filosofia hippy prendendo spunto dal raduno di Wight. Una filosofia molto romanzata, ad uso e consumo di chi hippy non è e non lo sarà mai e che ne ha una visione televisiva, giornalistica e retorica. Il riferimento poi a personaggi della musica vicini a quell'idea di vita è decisamente fastidiosa. "Wight is Wight, Dylan is Dylan, Wight is Wight, Viva Donovan ...C'est comme un soleil dans le gris du ciel, Wight is Wight c'est hippie hippie". Banale ed irritante. In Italia il testo è migliore, anche qui c'è il riferimento al mondo degli hippies ma almeno non si cade nella facile retorica e nell'elencare nomi di cantanti o personaggi del mondo hippies e pacifista. L'ISOLA DI WIGHT diventa la "gioventù", una pioggia di farfalle e un incontro di due ragazzi in un raduno come potrebbe essere per l'appunto quello di Wight, che per la cronaca si era tenuto il 30 e 31 agosto del 1969; naturalmente senza la partecipazione di Delpech e dei Dik Dik, come è noto.

OCCHI DI RAGAZZA è la canzone che Gianni Morandi ha portato con poca fortuna all'EuroFestival che, com'è noto, non è molto amico degli italiani, a parte alcuni casi risaputi. A scriverla ci hanno pensato Lucio Dalla e Bardotti (con la collaborazione di Baldazzi e Francheschini). La quale canzone sarebbe stata scritta per Ron, ma alla fine fu scelta PA' DIGLIELO A MA' da fargli cantare in coppia con Nada. Morandi è in un momento di crisi. Strano a dirsi, giacchè 6 mesi prima aveva vinto Canzonissima. Ma è stata piu' che un altro una vittoria "forzata". Quasi di routine. Un film non eccelso (FACCIA DA SCHIAFFI) e la delusione dell'EuroFestival nel quale confidava danno inizio ad una crisi che l'accompagnerà per tutto il decennio appena iniziato, con alti e bassi. Sempre restando il fatto che Gianni Morandi rimarrà sempre Gianni Morandi. Un nome cioè di tutto rispetto, nonostante la crisi professionale e le vendite più che dimezzate dei suoi dischi. OCCHI DI RAGAZZA è comunque una bellissima canzone, un po' distante dal Morandi degli ultimi due anni (ci aveva abituato a canzoni facili come SCENDE LA PIOGGIA e MA CHI SE NE IMPORTA). C'è una reminiscenza di MIDNIGHT COWBOY nell'arrangiamento (anche Baglioni cadrà nella stessa trappola con UNA FAVOLA BLU, che presenta al Disco per L'Estate 1970) e un bell'inciso, un Morandi con voglia di rinnovamento e con qualche dubbio sul da farsi nell'immediato futuro. Intanto sta girando con Germi LE CASTAGNE SONO BUONE e ha fondato insieme a Franco Migliacci, suo paroliere da sempre, confidente, amico e spesso produttore, la MI.MO (acronimo per MIGLIACCI-MORANDI), una casa discografica (legata alla RCA) ed edizioni musicali. Battisti ha la Numero Uno, Celentano il Clan, Mina la PDU, Little Tony ha da poco inaugurato la Little Records e Morandi giustamente non vuole essere da meno. Come casa discografica durerà meno di due anni (lui non inciderà mai per la MI.MO), come edizioni musicali un po' di più.

Mike Shepstone dei Rokes (scioltisi proprio nell'estate 1970) è andato in prestito all'Equipe 84 al posto di Alfio Cantarella che sta pagando un suo conto con la giustizia per essere stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti. All'appello per sostituire Cantarella concorrono in tanti ma l'inglese vince la concorrenza dei batteristi dei Camaleonti e dei New Trolls. Incidono la sigla televisiva tratta dal programma IL SAPONE, LA PISTOLA, LA CHITARRA E ALTRE MERAVIGLIE che ha lo stesso titolo del programma. A confezionargliela ci pensa il duo Conte-Pallavicini. Il brano non avrà successo, confermando l'anno horribilis del gruppo modenese, in crisi d'identità dopo essere stato l'alfiere del beat all'italiana. Passa sotto silenzio un LP scritto interamente dal "principe" Maurizio Vandelli, dal titolo ID, con materiale non destinato al mercato dei singoli. Un disco ambizioso con venature progressive. Alla realizzazione dell'album hanno preso parte parecchi dell'entourage della Ricordi: da Mario Totaro dei Dik Dik a Franz Di Cioccio ex Quelli, (che prima di approdare alla PFM passerà in forza proprio all'Equipe giusto in tempo per lanciare CASA MIA), per passare a Donatello, utilizzato alle chitarre (di cui Vandelli si sente un po' la chioccia essendone anche il produttore). Esce intanto il suo album da solista (L'ALTRA FACCIA DI MAURIZIO VANDELLI) che è di un genere più disimpegnato. Vi troviamo gli hit singles come PERDONA BAMBINA, ERA LEI e CAVALIERE. Nel frattempo, Victor Sogliani, altro membro della band (è quello con pochi capelli, molto alto), fa ancora lega col Supergruppo, complesso nato in casa Ricordi con elementi già noti perchè facenti parte di complessi o perchè solisti. Ci sono Ricky Gianco, Pietruccio dei Dik Dik, Mino dei Giganti (all'epoca sciolti e non ancora ricompattati) e Gianni Dall'Aglio dei Ribelli (sciolti) ed ora solista.

Dall'America due notizie: la prima è che i Led Zeppelin sono in tour negli Usa ed hanno dovuto assoldare delle guardie del corpo per farsi proteggere non dall'ecessivo entusiasmo dei fans ma dall'intolleranza dei nativi in alcune tappe nell'estremo sud del paese dove non sono ben visti i musicisti dalle chiome folte e non si può certo dire che Jimmy Page e soci abbiano la sfumatura all'Umberto. Più di una volta sono stati oggetto di offese e in alcuni casi anche malmenati nelle soste nei ristoranti e nei bar. La seconda è che sono stati consegnati nel corso di quattro cerimonie tenute in contemporanea in altrettante città degli Usa i GRAMMY AWARDS per la stagione 1969/70. L'album dell'anno è risultato il long playing omonimo dei Blood, Sweat & Tears, che hanno conquistato anche altri due Grammies, una per il migliore arrangiamento (SPINNING WHEEL) e uno come migliore esecuzione strumentale (VARIATIONS ON A THEME). Canzone dell'anno è risultata vincitrice GAMES PEOPLE PLAY di Joe South. A quelli a cui questa canzone non dice niente, possiamo dire che la Formula Tre ne ha fatto una versione italiana, scritta da Edoardo Bennato, col titolo di AVEVO UNA BAMBOLA, usata come retro del 45 giri QUESTO FOLLE SENTIMENTO. Se non vi dice niente neanche questa volta...beh, non posso venire a casa vostra a cantarvela!

Christian Calabrese