Settimana 5 Marzo 1982
( da Bolero & Music)

# TITOLO INTERPRETE Quotazione
1Storie di tutti i giorni Riccardo Fogli  
2Felicita' Al Bano & Romina Power 
3Non succedera' piu' Claudia Mori  
4Reality Richard Sanderson  
5Il ballo dle qua qua Romina Power  
6Che fico! Pippo Franco  
7Un'altra vita un altro amoreChristian  
8Five o'clock in the morning Village People  
9Soli Drupi  
10Sharazan Al Bano & Romina Power 

Classifica 33 giri

# TITOLO INTERPRETE Quotazione
1Tutto Sanremo 82 Esecutori Vari 
230x60 Esecutori Vari 
3Il tempo delle meleEsecutori Vari 
4Reinassance Village People 
5Sanremo millionaresDel Newman  
6Alibi America  

Periodo di censimento. Com'è cambiata l'Italia dal 1971 al 1981? Il ritmo di crescita della popolazione è molto rallentato (ma procede al sud ad un ritmo doppio rispetto al nord). Siamo 56 milioni o più precisamente 56.243.935. Sono maschi 27.396.502, sono donne 28.847.433. Per la prima volta da quando esistono i censimenti (ossia dal 1861) la popolazione presente ha superato quella residente. Che significa che in Italia vivono e lavorano molte persone che non si sono stabilite in modo abituale. Gli stranieri sono novantamila (Bei tempi!) anche se il dato rivela solo quelli che si sono lasciati recensire, non la grande massa fluttuante. Il problema più sentito è quello della casa. Anche se dallo stesso censimento risulta siano seicentomila gli appartamenti non abitati.

Al Bano & Romina Power

Date un po' un'occhiata alla classifica. Quante canzoni trovate interpretate da Romina Power, sola o col marito? Tre. Quella di Sanremo (FELICITA'), quella presentata a Venezia e che è tornata tra i top 10 dopo l'exploit sanremese (SHARAZAN) e quella che piace molto ai bambini (IL BALLO DEL QUA QUA). Sorrisi & Canzoni TV titola molto appropriatamente "una mamma in superclassifica". Antefatto: ogni volta che arrivava a casa un disco della coppia Power-Carrisi, era "simpaticamente" accompagnato da un cartone di vino delle tenute di Cellino San Marco, di proprietà di Al Bano. Una specie di ringraziamento per la benevola attenzione che in questo caso mio padre, espertissimo enologo e sommelier ad honorem, avrebbe dato all'ultima fatica della coppia. Chissà come mai, quando arrivò ARIA PURA non ci fu nessuna scatola accompagnatrice !!! Dopo anni di disattenzione degli addetti ai lavori, i coniugi canterini hanno deciso di snobbare il tradizionale invio, sicuri di non aver bisogno di nessuna attenzione benevola di chicchessia. E come dargli torto? Hanno tutta l'Europa ai loro piedi. E non solo. Entrano in classifica perfino in Canada e in Turchia. Per non parlare di Sud America e Russia. L'Europa, occidentale e non, è conquistata da un bel pezzo. Manca solo l'Inghilterra. Anche la Francia ha dovuto capitolare davanti all'avanzata "pugliese". Di loro si è accorto anche il cinema che dopo averlo snobbati per anni (dopo l'iniziale opportuno sfruttamento con film come NEL SOLE, L'ORO DEL MONDO, PENSANDO A TE etc.) ha pensato di fargli fare un film dal titolo FELICITA'e che poi non si farà. Proprio FELICITA', solo in Italia, ha già venduto 300.000 copie. Non si fanno travolgere dalla riacquisita popolarità anche se sono i primi a mostrarsi meravigliati dello stupore degli addetti ai lavori. Al Bano dice: era inevitabile. Dopo l'ubriacatura politica degli ultimi 4-5 anni (riferendosi alla fine degli anni settanta), normale che la gente volesse ritornare alla semplicità e alla vita quotidiana che non è quella delle molotov e degli scontri di piazza. E non ha torto. Guardare le classifiche di questo inizio 1982 per capire che c'è un ritorno agli anni sessanta, al sentimento, alla gioia di vivere, al desiderio di uscire allo scoperto dopo anni di chiusura totale verso l'esterno, specie nelle grandi città. Ma dov'erano andati a finire Al Bano e Romina dal 1977 al 1981? Cantavano, come sempre. Ma lo facevano all'estero. Spagna, Francia, Germania, Olanda, Austria, Grecia, Unione Sovietica, Australia, Argentina etc. La loro popolarità non era mai scemata. Cosa, quindi, ha spinto gli italiani a riappropriarsi di questa coppia rinnegata per un lustro? E' solo frutto di un'intelligente campagna promozionale d'assalto del loro discografico Freddy Naggiar o c'entra anche una trasformazione del gusto ed un ritorno ai sentimenti come dice lo stesso Al Bano? E' un ritorno della coppia tradizionale dopo la crisi della decade precedente e del femminismo oppure è un boom effimero? Romina dà la sua ricetta. Metà del merito va a Naggiar che è riuscito ad imporre prepotentemente ai distratti funzionari Rai delle canzoni che se fossero state concepite e proposte soltanto 5 anni prima sarebbero state giudicate reazionarie ed anacronistiche. Vi immaginate nel 1977-78 cantare felicità è tenersi per mano e andare lontano? Come minimo li avrebbero gambizzati! L'altra metà del merito va a loro stessi, all'aver saputo tener duro con tematiche semplici e bucoliche e non aver ceduto alla moda dell'epoca (e non solo) di parlare di politica, droga ed usando termini volgari. Hanno preferito celebrare i valori tradizionali come la famiglia e l'amore, la natura etc . Per questo i critici non sono mai stati teneri con loro. Gente semplice che parla ad altrettanta gente semplice. Cosa fa più paura della semplicità, per certe persone? Viene recepita senza bisogno di giri di parole. Famiglia? Figli? Ma cosa cantano questi due zotici brindisini? Anzi, lei è pure americana! devono essersi detti certi critici che per riferimento hanno non la loro coscienza ma il loro giornale quotidiano sul quale scrivono, che a sua volta per riferimento ha dei partiti che spingono per altri artisti da promuovere. Ma questa volta non sono stati seguìti. Non è solo questione di mangiare panini in due come dice FELICITA' - con un linguaggio col quale è impossibile essere più di così 'fidanzatini di Peynet', che parla di ali azzurre per volare verso te (SHARAZAN). Qui funziona la coppia. Perché la coppia che si vede sulla scena è la stessa nella vita. Romina fa davvero le torte e beve il Quench (quella bibita liofilizzata che pubblicizza). Al Bano fa davvero il vino e zappa la terra. Sono proprio come la famiglia che abita a San Donato Milanese e quella che abita a Campofranco in provincia di Caltanisetta. Finalmente anche le persone normali non si sentono più sole ma rappresentate da una coppia di successo. Bella lei, lavoratore lui. Eleganza dimessa lei, pacchianotto lui. Lo sanno e non gliene frega niente. Viva la faccia della sincerità! Oh, SHARAZAN è in classifica da sei mesi, mica uno scherzo! Ha venduto qualcosa come 350.000 copie. IL BALLO DEL QUA QUA ha venduto in due mesi scarsi qualcosa come 400.000 copie. E' la cover di un brano di origini svizzere che si suonava in Belgio, Germania ed Olanda ai matrimoni: DER ENTENTANZ, sottotitolo THE DUCK DANCE. Nel 1977 il complesso olandese De Eletronica's ne fece una versione al sintetizzatore solo strumentale che divenne un hit internazionale. Naturalmente, da noi, non se ne accorse nessuno. Non che la cosa ci fosse andata male, anzi. Perchè, diciamoci la verità, olandesi, svizzeri e tedeschi, quando ci si mettono sono di un ordinario unico. Da quel momento DER ENTENTANZ cambiò nome a seconda della nazione. Divenne VOGERLTANZ, DANSE DES CANARDS, CHICKEN DANCE, DANCE LITTLE BIRD e da noi IL BALLO DEL QUA QUA. Totale delle vendite: 40 milioni di dischi nel mondo. Romina in veste di bambinaia piace moltissimo. Molti dicono che in realtà il pezzo forte della coppia sia proprio lei, il personaggio di maggior richiamo. E' riuscita ad imporre il marito anche ad Enzo Trapani, durante il 'Fantastico' passato. Romina doveva limitarsi ad animare il gioco con Memo Remigi ma tanto ha fatto che è riuscita ad imbucare anche Al Bano e a cantare SHARAZAN. Enzo Trapani coniò una frase storica: l'hanno chiamata Romina per omaggio alla città di Roma. Ma Tyrone Power avrebbe fatto meglio ad omaggiare Creta. Con un colpo di mano non indifferente, il loro discografico Naggiar, si assicura la sigla della trasmissione tv DOMENICA IN che allora era molto ma molto ambita. Altro colpo: ARIA PURA. E' la canzone-manifesto di quel particolare mondo chiamato 'Al Bano - Romina'. I detrattori (tra questi anche gli invidiosi del successo della coppia) li giudicano dei commedianti, dei falsi innamorati grondanti baci Perugina da tutti i pori. Di fatto stanno insieme da dodici anni, da quel 26 luglio 1970. Quanti furono, in quell'occasione, a dire non dureranno mai. Troppo terra terra lui, troppo sofisticata lei. Ma lei, caparbia come una mula, ha saputo sacrificare anni di collegi svizzeri ed educazione irreprensibile per fare la contadina col marito e sfornare figli. Mettendosi in contrasto anche con la madre Linda Christian, che non è mai stata tenera col genero. E questo attaccamento l'uno con l'altro specie in momenti di difficoltà è piaciuto moltissimo alla gente. Loro sono visti come il pastorello e la principessa che non avrebbero niente in comune ma che si innamorano e si sposano. Lei attraverso lui scopre lati della vita di cui non conosceva l'esistenza, la naturalezza e i valori più comuni come la terra e la maternità. E lui accede tramite lei ad un mondo più sofisticato che lo avrebbe respinto sicuramente se si fosse presentato da solo. Ma a dire il vero, del mondo sofisticato non importa a nessuno dei due. Una specie di favola. Ma reale. Com'è finita questa favola, lo sappiamo tutti. Non certo perché alla base c'è stata una mancanza d'amore ma per tremende traversie personali.

Claudia Mori

Ogni tanto Claudia Mori, nella vita di tutti i giorni signora Celentano, decide di incidere un disco. E ogni volta ci si mette, sembra le vada bene. Doveva essere una semplice ospite in quel di Sanremo, con lo sguardo volto al cielo, verso il palco da dove la osservava il supermolleggiato con aria di chi la sa lunga, ma è diventata qualcosa di più. Addirittura una canzone-slogan che svetta in testa alle Hit Parade diventando la regina assoluta. Si darà il cambio con STORIE DI TUTTI I GIORNI. NON SUCCEDERA' PIU' è la risposta a SOTTO LE LENZUOLA. Lei che è stufa di passare per scema e che gliele canta in faccia al marito. Non che ci sia di mezzo un'altra donna (come in SOTTO LE LENZUOLA) ma la latitanza del coniuge la esaspera e lei gli dice che così non va bene, che ogni volta ha bisogno, lui è sempre via. Nell'inciso interviene Adriano che cerca di giustificarsi con sviolinate in stile Uto Ughi: sei stata lo sei sempre e lo sarai, la donna che ho voluto e che vorrei ma viene comunque sopraffatto dalla voce di lei che rientra subito nel contesto della canzone elencando le mancanze del marito e certe situazioni che non ha più voglia di affrontare da sola. Canzone che ottiene un grosso successo anche perché c'è qualcosa di personale e di privato: in quel periodo Celentano faceva coppia fissa al cinema con Ornella Muti e si parlava spesso di scenate di gelosia (create ad arte o no) della moglie che subodorava qualcosa di strano. Conoscendo Claudia Mori, cioè la vera artefice del successo del marito dal 1964 in poi (da quando cioè si sono sposati) tutte le chiacchiere avrebbero potuto anche essere state montate ad arte ma qualcosa di vero, in quella stagione 1981-82, c'era. Un successo quindi ottenuto senza doverlo nemmeno promuovere troppo, senza tanti clamori e concessioni alla stampa. E' bastata l'apparizione a Sanremo e quello sguardo di compiacimento di Adriano verso la moglie che dal basso gli cantava chiaro in faccia non succederà più che torni alle tre e io mi addormento senza te eppure lo sai che ho tanto bisogno d'amore. Botta e risposta. La coppia più bella del mondo non si smentisce mai. Altro che milioni spesi in campagna pubblicitaria. Delle volte bastano due sguardi complici. Il disco precedente, "Buonasera dottore", l'aveva inciso sei anni prima. Ma perchè Claudia Mori incide un disco ogni tanto? Perché lei non è una cantante. Ogni tanto ci prova (aiutata dalla sua notevole bellezza) e colpisce nel segno. Lo fa per essere indipendente economicamente dal marito, quando le servono un po' di soldi per realizzare qualcosa a cui tiene particolarmente senza dover pesare su Adriano. Allora incide un disco "ed è fatta". Questa è la versione per il popolo. In quel caso doveva fare dei lavori nella casa di montagna, ad Asiago: ingrandire la cucina e le camere da letto. Ah, se si potessero risolvere tutti così i problemi economici! Già mi immagino il vicino di casa che dovendo rifarsi il tinello, spedisce la moglie in sala d'incisione e le intima di non uscire da lì se non prima di aver confezionato un brano da superclassifica!

Riccardo Fogli

Storia di una vittoria annunciata: il 27 gennaio 1982 il settimanale Sorrisi & Canzoni andava in edicola con Riccardo Fogli in copertina, invece della solita panoramica di volti partecipanti al Festival come era d'uso fare all'epoca (erano ancora di là da venire le copertine col cast al completo riunito per la foto-cover ufficiale) e, guarda caso, il 30 gennaio risulta vincitore della kermesse. Atto divinatorio? Combine all'italiana? Non si saprà mai, comunque la cosa fece parecchio discutere. Caso strano anche IL MONELLO se ne uscì con Fogli in copertina, la settimana stessa del Festival, dandolo come favorito, L'intervista all'interno titolava: "Scommettiamo? A Sanremo vincerà mio marito". L'intervista era stata fatta a Viola Valentino, sua moglie, anch'essa cantante e presente alla manifestazione con ROMANTICI. STORIE DI TUTTI I GIORNI, canzone portata alla vittoria dall'ex Pooh, è ormai diventata un classico del pop melodico di quegli anni,quando ancora si scrivevano "canzoni per Sanremo" (fino alla prima metà degli anni '90), probabilmente sarebbe diventata una hit anche senza quella scintillante vetrina. Non è, come si diceva prima, un brano tipicamente sanremese. La ritmica di base utilizzata è incessante e dà al brano la sensazione di una persona che sta cercando di fermare in tutte le maniere immagini, volti ed il tempo stesso senza riuscirvi: "Un giorno in più che se ne va, un orologio fermo da un'eternità per tutti quelli così come noi da sempre in corsa, sempre a metà". La canzone non parla d'amore ma è un tentativo di mettersi ad un tavolino e fare un piccolo bilancio della propria vita, di quello che si sta facendo. Eppoi pensare che qualsiasi cosa si fa o si farà non è altro che un piccolo granello imprigionato in un'infinta e gigantesca clessidra. Se ci si pensa, anche il suo grande successo autunnale, MALINCONIA, era un preludio a STORIE DI TUTTI I GIORNI. Un parlare di sentimenti in maniera più estesa, anche dell'amore che non è necessariamente quello tra un uomo o una donna ma che ingloba sfere di vita più ampie: amici, ricordi, vittorie e sconfitte. Altrettanto interessante dal punto di vista visivo, la scelta del cantante di presentarsi sul palco affiancato da un chitarrista per non fare sempre la parte del solito concorrente che canta e se ne va per lasciare il posto al prossimo. Sicuramente sarebbe diventato un successo anche senza Sanremo. Troppo forte l'immagine di Riccardo Fogli di quel momento.

Stefano Sani

Altro giro altro personaggio, questa volta tutto nuovo: Stefano Sani nato a Montevarchi, in provincia di Arezzo, nel 1961. E'al secondo anno di medicina a Firenze (chissà se avrà poi terminato i suoi studi?) E' arrivato secondo a Castrocaro 1981 (anno in cui erano presenti anche Fiordaliso, Zucchero e Ramazzotti) dove presentò anche in quel caso una canzone scritta da Zucchero così come questa LISA. Tra l'altro, come tutti sappiamo, anche Zucchero è in gara nella categoria giovani anche se col suo vero nome, Adelmo Fornaciari. LISA è una composizione fresca e piacevole, così come dovrebbe essere un disco d'esordio di un personaggio ad uso e consumo di un pubblico adolescente, prettamente femminile. Stefano è stato scoperto da un attore-macchiettista toscano, Luciano Ciaranfi e l'impresario è Fernando Capecchi. Non sono nomi altisonanti, anzi. Questo dimostra una certa dose di ingenuità e spontaneità ma anche un po' di provincialismo. Qui non si tratta di andare a cantare alla sagra del castagnaccio o alla festa della ribollita a Bientina in provincia di Pisa ma di camminare a passi spediti verso il successo. Altrimenti dopo la prima ubriacatura, si ritorna a casa a cantare le canzoncine nelle feste di paese in Toscana. La vita artistica di Stefano Sani è stata costruita passo dopo passo in una dimensione artigianale, di provincia. A sei anni vince un concorso per bambini che si chiama Pinocchio D'Oro dove canta POPOFF, la canzone vincitrice dello Zecchino D'Oro 1967. A 14 anni vince un'altra manifestazione che si svolgeva a Moncioni dove presenta TI RUBEREI, di Massimo Ranieri. E poi tanti altri concorsi fino a che Ciaranfi (classico nome da sketch alla Vianello-Tognazzi) lo notò e lo aiutò a farsi strada (diciamo "stradina" che è meglio). Nel 1978 cominciò ad intraprendere la strada del liscio nelle balere locali, accompagnato da due ragazze. Il repertorio era vasto: da MARAMAO PERCHE' SEI MORTO a NON TI SCORDAR DI ME per arrivare ai successi del momento. Il suo punto di riferimento era Miguel Bosè e spesso cantava canzoni come SUPER SUPERMAN o OLYMPIC GAMES (intanto gli anni erano passati). Poi l'incontro con Zucchero e Castrocaro. La canzone di Castrocaro era UN'ALTRA ATMOSFERA. Il patron del Festival Gianni Ravera - che era anche l'organizzatore - lo volle assolutamente all'Ariston insieme a Fiordaliso e Zucchero e andò bene per tutti e tre. LISA fece davvero un grande successo. La melodia semplice ed orecchiabile legata ad un testo apparentemente infantile ma di calcolo, regalò al giovane Sani un momento di grande popolarità. La sua immagine sempre sorridente (qualche volta un po' troppo leziosa) piacque tantissimo alle ragazzine. Sembrava destinato a diventare una presenza costante nella discografia italiana, almeno per qualche annetto e l'anno successivo, al Sanremo dell'83 ci riprovò con COMPLIMENTI. Sanremo, sezione Big. 4° classificato con Complimenti; l' autore è sempre il produttore Zucchero. A Marzo esce il primo album Stefano Sani 83, prodotto da Zucchero. A Saint Vincent, Disco per l'estate 1984 viene presentata NOTTE AMARENA di A. Salerno. Successo discreto ma non entusiasmante. Da quel momento comincia la discesa (o il ritorno alle origini). Ha un sito internet (e come poteva essere altrimenti?) in cui ci racconta un po' di lui. Chi volesse dargli uno sguardo è www.stefanosani.com - Naturalmente se vi cercate le notizie che vi ho dato, non le trovate! Presto Stefano Sani sarà intervistato da hitparadeitalia.it e ci racconterà direttamente lui le sue vicende artistiche di quel periodo.

Piccolo ricordo personale: la canzone LISA, fatta di piccole cose e con un'introduzione efficacissima - molto inizi anni '80 - mi porta indietro in un preciso periodo della mia vita ed è una di quelle canzoni che mi fanno ricordare esattamente ciò che ero e che facevo in quel momento: uno studente delle medie, con la voglia di arrivare presto all'estate perché ci sarebbero stati i mondiali di calcio in Spagna, con la consapevolezza di piacere a tutte le ragazzine dell'Istituto Paolo Orlando (ero piccolo ma molto vanitoso!) e con la gioia di essere stato scelto per giocare nella squadra di calcetto del Fregene nella quale militava per hobby, mio zio. Sensazioni precise, momenti magari stupidi ma indelebili.

Franco Fasano

Chissà quali santi avrà avuto in paradiso Franco Fasano in questo Sanremo edizione 1982! L'anno scorso era presente al Festival come cantante con UN'ISOLA ALLE HAWAII che non andò in finale - sebbene fosse carina ed orecchiabile - ed oggi ha ben due canzoni rispettivamente affidate a Fiordaliso (UNA SPORCA POESIA) e a Plastic Bertrand (PING PONG). Eppure, a scorrere il suo curriculum, ancora non è nessuno. Molto giovane, il suo primo disco risale al 1980: MI PIACI TU, passato totalmente inosservato. Sin da piccolo coltiva questa passione. I genitori lo incoraggiano mandandolo a lezione dal maestro Pippo Barzizza sotto la cui guida Franco studiò armonia ed orchestrazione senza però trascurare la passione e lo studio per il canto. Dopo MI PIACI TU incise una canzone carina, con un ritmo a tempo di twist, così come andava di moda nel 1981. Il titolo era CHEWING GUM, ripresa poi dal re del twist inizi anni '80 ossia il già citato Plastic Bertrand, che ne ha fatto una versione francese e l'ha esportata in mezza Europa.

Richard Sanderson

Richard Sanderson fa il bis. O almeno ci prova. Anche perché non era facile. La sua nuova canzone si chiama SHE'S A LADY. Le intenzioni c'erano tutte: costruita sulla falsa riga del successo precedente ma con la certezza quasi matematica che non avrebbe potuto mai e poi mai replicare il boom de LE BOUM. Ossia IL TEMPO DELLE MELE ossia REALITY. Per quei due o mesi è stato famoso tanto quanto Miguel Bosè. SHE'S A LADY non ha la forza d'impatto del singolo precedente anche se molto romantica e adatta per un certo tipo di pubblico, per così dire, adolescenziale dell'epoca. Il disco comunque va. Lui è il cantante de IL TEMPO DELLE MELE? Compriamo comunque il quarantacinque, deve aver detto la gente. Anche se sembra più un pezzo del repertorio caro a Christian che di uno che ha appena avuto un successo internazionale (escludendo i paesi di lingua anglofona, naturalmente). Sandro Coppola, titolare della Delta, casa discografica milanese che distribuisce il brano in Italia, lo porta qui da noi per un tour di 15 giorni (ci domandiamo cosa abbia mai potuto cantare! REALITY e la canzone di Sanremo. E poi?). Il curriculum di Richard è comunque abbastanza ampio anche se fino all'anno precedente non lo conosceva nessuno. Era uno dei tanti musicisti francesi in attesa di una qualche occasione. A 17 anni ha interrotto gli studi al conservatorio per fondare con un gruppo di amici una tribute band, come si chiamano adesso: i Lover's Love, un complesso che si era specializzato nella riproposta dei successi dei Beatles. Dopo un paio di anni e molto lavoro nella riviera italiana, Sanderson abbandona il gruppo e diventa animatore nei Club Mediterranèe aiutato anche da un fisico ed un aspetto gradevoli. Si stufa presto perché l'amore per la musica era più forte di tutte le altre cose e ritorna in patria come anonimo turnista in sala d'incisione. Gli fanno incidere un paio di 45 giri che non nota quasi nessuno e poi l'incontro fortunato con Vladimir Cosma a cui la Gaumont aveva dato l'incarico di scrivere la colonna sonora per IL TEMPO DELLE MELE. La voce morbida del francese (che canta in inglese) si confaceva perfettamente alle atmosfere del film e delle feste dei teen ager che si vedono nella pellicola. Serviva un brano morbido per la scena in cui Sophie Marceau si abbandona in un 'lento' tra le braccia del suo ragazzo, dimentica del mondo e della musica che gli gira intorno (un pezzo ritmato). Ed ecco REALITY. Il film ha avuto un successo strepitoso ma è un classico esempio di come nel cinema ci si può far trainare al successo esclusivamente per via di un'azzeccata colonna sonora. Probabilmente se IL TEMPO DELLE MELE non avesse avuto il successo che ha avuto grazie alla canzone, Sophie Marceau non sarebbe mai diventata quello che è adesso, cioè un'attrice di primo livello nel cinema francese. Il primo "grazie" a quella canzone probabilmente glielo ha dato lei. IL TEMPO DELLE MELE è REALITY, perché la sceneggiatura è abbastanza banale. Un brano che ha venduto un milione di copie in Italia, due in Francia, un altro in Germania (e nel 1987 sarebbe tornato in classifica in quella nazione) e vendutissimo in Spagna ancora prima che uscisse il film.

Stefania Rotolo

Bruttissima storia per un medico, virologo di fama internazionale. Giulio Tarro è stato interrogato dalla magistratura per truffa ed estorsione ai danni della scomparsa Stefania Rotolo, morta l'estate scorsa di tumore. Il medico avrebbe tentato di vendere un farmaco alla showgirl per 40 milioni di lire, un prezzo molto più alto di quello reale, una sostanza anticancro spacciata per Interferon. Già nell'autunno del 1980 si era parlato di raggiri ai danni di pazienti colpiti da tumori. Il medico aveva in quel caso interrotto ogni rapporto con uno dei suoi assistenti denunciandolo all'Ordine dei Medici. Un giorno la Rotolo si presentò da lui per protestare perché uno dei suoi collaboratori le aveva impedito un colloquio col medico, forse per non farla parlare di cose che sarebbero risultate poco chiare al professore. Di chi sia la colpa alla fine poco importa. Come si è conclusa la storia, per Stefania Rotolo, lo sappiamo tutti.

Nuclei Armati Rivoluzionari

Tragica e sanguinosa rapina dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) a Roma, il 5 marzo in Piazza Irnerio, ad un agenzia della Banca Nazionale Del Lavoro. Uno studente di 17 anni viene ucciso, tre passanti e un agente sono stati leggermente feriti mentre un altro agente è in gravi condizioni. Alle 10,40, quattro giovani e una donna entrano in banca a volto scoperto e sotto la minaccia della armi obbligano una sessantina di persone a stendersi per terra. Due di loro si impadroniscono di circa cento milioni ed escono. Comincia una sparatoria che getta nel panico la zona che naturalmente è piena di gente. Sono quasi le 11 di mattina. Un gruppo di terroristi riesce a fuggire ma verso sera arriva una telefonata al centralino del Santo Spirito che dice "andate in Via Dei Penitenziari perché su una Ritmo Bianca c'è Francesca Mambro ferita". Le sue condizioni sono gravissime a causa della copiosa perdita di sangue ma i medici riescono a salvarla. Anche perché i camerati dei NAR sono chiari: "se non si salva faremo fuori un medico al giorno". Prima di quattro figli, Francesca Mambro nasce il 25 aprile 1959. La madre è casalinga, il padre, deceduto nel 1979, maresciallo di Pubblica Sicurezza. Si iscrive a 14 anni nella sezione del Fronte della Gioventù di via Sommacampagna; quando durante uno scontro di piazza viene colpito e ucciso dai carabinieri un suo amico giurerà a se stessa che non l'avrebbero mai più trovata disarmata . Francesca aveva cominciato la sua attività terroristica sei anni prima ad appena 17 anni. Ora ne ha 23. L'hanno chiamata in molti modi: gli appellativi più famosi erano "la terrorista con gli occhi di ghiaccio" e "la primula nera". Nel 1980 scoppia l'amore con Giusvà Fioravanti, ex enfant prodige della FAMIGLIA BENVENUTI di dodici anni prima. Con lui sognava grandi imprese come liberare Pierluigi Concutelli (poi è realmente accaduto). La prima azione cui la Mambro partecipa è quella contro l'armeria "Omnia Sport"; seguirà l'omicidio del poliziotto Franco Evangelista e del magistrato Mario Amato, per il quale è condannata per concorso morale. Assalta un autocarro dei Granatieri di Sardegna per impadronirsi delle armi e perfino un'armeria del Distretto Militare di Padova. Quella della Mambro è una scelta atipica e pressoché unica nel mondo della destra eversiva. Poi nel 1981 un conflitto a fuoco, dove muoiono due carabinieri. Fioravanti viene ferito alle gambe ed arrestato. Ora tocca a lei. Una parola per il ragazzo rimasto ucciso: A.C. studiava al liceo Artistico e stava andando a scuola. Le lezioni iniziavano alle 13. Si è trovato quindi per caso al centro del conflitto a fuoco. Ma un terrorista, scambiandolo per un agente in borghese, si è fermato e l'ha finito con un colpo alla testa

Pierino & dintorni

E' il momento dei Pierini. Le "dottoresse" e le "infermiere", così presenti nel mondo della celluloide, tre-quattro anni fa sono state scalzate da Gianburrasca di serie B e da Pierini di serie C. Il bello è che mai si sarebbe potuto pensare ad una rivalutazione di pellicole nelle quali si cerca spasmodicamente di far ridere con la rima baciata su parole come "pazzo" o "mulo". Ma negli ultimi tempi è successo anche questo. Pensate a che livello siamo arrivati col nostro cinema per rimpiangere un filone volgare e decisamente di bassa lega come la saga dei Pierino con Alvaro Vitali (e i suoi cloni di serie Z). Nel 1981-1982 questi film erano letteralmente fatti a pezzetti dai critici ma questo era anche ovvio. Però c'è da dire che grazie a queste pellicole che costavano pochissimo e intascavano tanti soldi, lavoravano anche caratteristi di prim'ordine come Enzo Cannavale, Toni Ucci, Riccardo Billi, Marisa Merlini, Mario Carotenuto. I "vecchi" della commedia all'italiana che si erano trovati senza lavoro da quando i film all'italiana erano diventati sempre meno all'italiana e sempre più integrati in un contesto snobistico europeo di salotto di sinistra, stile "cahiers du cinema", che nessuno naturalmente andava a vedere ma che erano molto stimati dalla critica. Quindi, i vari caratteristi dei film ad episodi e non degli anni cinquanta e primi sessanta si erano dovuti adattare a fare i padri o i nonni dei vari Pierino di turno. Che s'ha da fà pè campà, come si suol dire. Insieme a loro e al freak di turno (Alvaro Vitali come Giorgio Ariani), un battaglione di bonazze stile Blitz, il settimanale che era partito con l'intenzione di fare concorrenza all'INTREPIDO e che poi si è trovato a farla a LE ORE). Michela Miti, Anna Maria Rizzoli, Carmen Russo, Lory Del Santo avevano preso il posto delle comunque molto più brave Barbara Bouchet, Gloria Guida, Edvige Fenech. Quest'ultime nel frattempo erano passate di categoria approdando a film con attori "veri". Una sorta di meritocrazia sul campo. Erano le attrici (alle quali bisogna aggiungere anche Orchidea De Santis) di quel genere di qualche anno prima, quando ad andare di moda era il filone prima dei Decameroni, delle "poliziotte" e poi delle "studentesse". Da quando un produttore, grazie ad Alvaro Vitali, si è trovato a spendere 250 milioni e portare a casa 9 miliardi, il cinema italiano ha creduto di avere scoperto l'oro nel Klondike come Paperon Dè Paperoni. Tra Pierini, Pierine e Pieracci (perché c'è stata anche la versione porno) ne sono usciti già 5. Il tutto in quattro mesi. Sembra incredibile rapportato ad ora ma all'epoca in Italia si producevano circa 150 film l'anno (molti di meno comunque rispetto agli anni settanta) e già si parlava di crisi. Ora ne vengono prodotti una ventina di cui due soli riescono a battersi ad armi impari con i colossi americani. E poi parlano di "resurrezione di cinema italiano". Mah! Il filone dei Pierino avrà fiato corto, anche perché sarebbe stato irreale che un attore, Alvaro Vitali, recitasse per 6-7 volte lo stesso personaggio. Le rime scarseggiavano. Dopo "pazzo" si poteva dire - che so - "andazzo" o "mazzo" ma poi le battute folgoranti erano per forza di cose destinate a finire. Ma già i produttori pensano ad un nuovo filone.

Il capostipite è stato I FICHISSIMI con Jerry Calà e Diego Abatantuono (filmetto discreto se lo vedi una volta e dopo tre secondi netti te lo sei scordato). Ora è in uscita LE FICHISSIME con Lory Del Santo ed è già in lavorazione VIVA LA FOCA sempre con la Del Santo. Poi è la volta de I PARACULISSIMI, LA SAI L'ULTIMA SUI MATTI, MA CHE SIAMO TUTTI MATTI? e il bis del personaggio del terrunciello, tirato fuori dall'Abatantuono di ECCEZZIUNALE VERAMENTE e ripreso con poca fortuna da Giorgio Porcaro in SI RINGRAZIA LA REGIONE PUGLIA PER AVERCI MESSO A DISPOSIZIONE I MILANESI. Ah, bei tempi quando la massima priorità era tenere "a bada" i terroni! Oggi ce ne sono altre di priorità, tanto che al Nord ci si chiede: ma come si faceva a considerare un "pericolo" dei nostri connazionali ?? Una parola anche sui registi più famosi dei film di serie B che incassano miliardi e costano un'inezia. Mariano Laurenti, un artigiano del cinema, specializzato prima in film boccacceschi, poi erotico-studenteschi e poi via via sbragando fino ad arrivare alle produzioni degli anni ottanta. Massimo Tarantini (18 film in nove anni) o Marino Girolami che, fino al 1982, aveva girato 82 film e prima di fare il regista era un pugile e poi produttore. Negli anni cinquanta perse fino all'ultimo centesimo producendo un film dal titolo L'IRA DI ACHILLE, un kolossal su L'ENEIDE e così decise di fare il regista. Tutto un mondo artigianale snobbato dalla critica militante e che ha tenuto in piedi il cinema italiano dal dopoguerra fino alla fine iniziata nei '90. Registi che avevano cominciato quando il cinema era una grossa fonte di guadagno (fine '40-inizi '50) e che avevano via via fatto tutti i generi di moda attraverso i decenni. Dal film alla Amedeo Nazzari ed Yvonne Sanson a quelli epico-romani che si rifacevano a Ben Hur. Dai peplum ai filmetti ad episodi che prendevano spunto da quelli di prim'ordine tipo LE BAMBOLE o LE FATE. Ai polizieschi tipicamente con Maurizio Merli, Franco Gasparri, Luc Merenda, Ray Lovelock e Tomas Milian, pre Commissario Girardi, ai sexy. Fino ad arrivare alla fine con i Pierino o le Fichissime. Hanno fatto di tutto e sono passati attraverso 40 anni di cinema italiano, cinema "vivo", che veniva visto davvero. Magari in provincia ma che comunque aveva un pubblico pagante e che portava i soldi al produttore. Non eccelsi ma in sintonia con un certo tipo di pubblico che per un'ora e mezzo voleva soltanto svagarsi. Il loro ruolo lo hanno svolto a dovere. Non gli si può certo rimproverare nulla se non lo sbrago finale con i Pierino ma era il segno dei tempi, di qualcosa che andava finendo. Meglio loro. Comunque, che un manipolo di registi inquadrati dai partiti politici che producono aria fritta allo stadio puro e che nessuno degna (davvero) di un solo sguardo. Questa la classifica dei maggiori incassi della settimana.

INNAMORATO PAZZO - A.CELENTANO, O.MUTI (1.518.627)
IL TEMPO DELLE MELE - S.MARCEAU, C.BRASSEUR (1.328.496)
IL MARCHESE DEL GRILLO - ALBERTO SORDI, P.STOPPA (1.143.922)
BOLLENTI SPIRITI - J.DORELLI, G.GUIDA (221.336)
RICCHI, RICHISSIMI, PRATICAMENTE IN MUTANDE - R.POZZETTO (218.682)
BOROTALCO - E.GIORGI,C.VERDONE (209.445)
MEPHISTO - K.M.BRANDAUER (184.926)
LA PAZZA STORIA DEL MONDO - MEL BROOKS, D.DE LUISE (169.541)
UN LUPO MANNARO AMERICANO A LONDRA - D.NAUGHTON (96.329)
LA GUERRA DEL FUOCO - R.DAWN (95.840)

Campionato di calcio

Eccoci arrivati alla ventunesima giornata del campionato di calcio 1981-82. Mancano 9 turni alla fine di un campionato avvincente nel quale il testa a testa della Fiorentina con la Juventus sembra non cessare di destare interesse. Entrambe le squadre hanno 32 punti, seguite dall'Inter a 28 e dalla Roma con 26. La Fiorentina batte la Roma 1 a 0, gol di Miani al 35' del primo tempo (qui a lato l'immagine dei due capitani Antognoni e Di Bartolomei che si scambiano i gagliardetti all'inizio della partita del girone di andata). Casarin che non ha diretto in maniera impeccabile, espelle Pruzzo e scatena l'ira dei tifosi giallorossi che tentano di invadere il campo tirando addosso a Galli, estremo difensore della Fiorentina, tutto quello che era possibile raccattare e divellere dalla curva. L'arbitro ha dovuto sospendere il gioco chiedendo a capitan Di Bartolomei di intervenire. I tifosi si calmano, la partita va avanti, ma alla fine si riversano nelle strade adiacenti allo stadio cercando di assalire chiunque abbia una sciarpa o bandiera viola. Infrangono vetrine e assaltano treni a Santa Maria Novella sfasciando carrozze al grido di "Firenze brucia". Alla fine si contano i feriti: sei. Da parte loro i tifosi della Fiorentina continuano la loro squallida guerra personale contro il povero Enrico Ameri. Accerchiato nella cabina radio di Firenze, ha davvero rischiato brutto quando una donna bionda ha infranto un vetro della cabina e circa duecento facinorosi gigliati si sono scagliati contro il bravo telecronista. A proteggerlo in quel momento c'era solo l'ex stopper Niccolai che ha tergiversato fin quando le forze dell'ordine sono riuscite a disperdere gli energumeni e la donna-cannone. Si sa, i tifosi della Fiorentina e la sportività vivono in due paesi diversi. Ai viola risponde la Juventus rimontando con quattro gol il derby col Torino, che fino al 21' del primo tempo stava perdendo. Bonesso e Dossena vanno sullo 0 a 2. Poi Tardelli, una doppietta di Scirea e un gol di Brady regalano i due punti alla Vecchia Signora. Altro derby, questa volta a Milano. L'Inter batte il Milan per 2 reti ad 1. Va in vantaggio con Prohaska al 10', ancora l'austriaco ma questa volta a reti inverse: si fa un autogol dopo appena otto minuti. Segna Altobelli al 32' e la partita finisce qui. Ma quanto erano belli i campionati a due punti a vittoria??? Ecco il quadro completo della giornata:
ASCOLI - CAGLIARI 2-1
BOLOGNA - AVELLINO 1-0
CATANZARO - COMO 0-0
FIORENTINA - ROMA 1-0
INTER - MILAN 2-1
JUVENTUS - TORINO 4-2
NAPOLI - CESENA 2-2
UDINESE - GENOA 3-2

Christian Calabrese

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