Ed eccoci di nuovo qui, dopo la pausa estiva. Questa settimana ci
occupiamo della seconda settimana di settembre dell'anno di grazia 1988.
I titoli in graduatoria non sono certo molto diversi da quelli che hanno
accompagnato le vacanze degli italiani, a parte qualche nuova entrata
come quella di Rod Stewart tra i singoli e gli lp. A proposito di lp,
questa volta abbiamo deciso di inserire la classifica dei compact disc,
che all'epoca era ancora una classifica particolare, come dire quella
delle cassette o dei dischi mix. Erano ancora i 33 giri in vinile a
dettare legge. Però la novità è che anche il suono in digitale comincia
a ritagliarsi una fetta di torta importante. La valutazione dei compact
disc, come vedete non esiste. Un secco "non pervenuto", perché a meno
che non si tratti di dischi fuori catalogo o stampe particolari, non
hanno mercato collezionistico.
Rod Stewart
Ma cominciamo ad occuparci del lato
musicale della faccenda e iniziamo proprio col biondo scozzese citato
testè. Rod Stewart è di nuovo in classifica nei singoli dopo qualche
mese di assenza (l'ultima fu TWISTIN' THE NIGHT AWAY alla fine del 1987),
questa volta con una canzone tratta dal suo ultimo disco a 33 giri, OUT
OF ORDER. In 25 anni di carriera Rod ha collezionato una serie
impressionante di successi e sembra non abbia nessuna intenzione di
volersi fermare. In fondo, (all'epoca) ha solo 43 anni contro i 45 di Mick Jagger e
i 46 di Sir Paul McCartney. Il primo singolo è datato 1964 (GOOD MORNING
LITTLE SCHOOLGIRL) e poco dopo si unisce al gruppo di Long John Baldry
(morto giusto un mese fa, agosto 2005). Da quel momento, la vita
artistica di Rod è un susseguirsi di avvenimenti, cambiamenti e
conseguenti successi. La fine degli anni sessanta lo vede protagonista
con Jeff Beck, ex chitarrista degli Yardbirds (i famosi gallinacci di
Mike Bongiorno al Sanremo '66) con due album, il 1969 insieme ai Faces,
parallelamente ad una carriera solistica che va a gonfie vele. Il 1974
lo trova definitivamente da solo, dopo lo sciolgimento dei Faces, fino
ad arrivare a questo 1988 e a questo album che molto bene è andato in
tutta Europa e negli Usa. Da noi arriva in classifica più che altro
spinto dalla celebrità di cantante perché, a parte il singolo LOST IN
YOU e la cover di Otis Redding (TRY A LITTLE TENDERNESS), gli altri brani
non si sentono molto nelle radio. Il disco è prodotto dallo stesso
Stewart insieme a Andy Taylor dei Duran Duran, al quale lo lega una
complicità poco... professionale, cioè una simisurata voglia di scherzare
e di alzare il gomito, tanto che sono più le occasioni che li trovano
sdraiati sul pavimento completamente 'ciucchi' che quelle in cui parlano
di lavoro. Comunque, scherzando e bevendo, il disco viene completato ed
è un altro tassello che si va ad aggiungere alla carriera del biondo
londinese di origini scozzesi.
Lucio Dalla & Gianni Morandi
La voglia di prodursi in pubblico insieme l'avevano sempre avuta.
L'intenzione originaria era nata nel 1970 ma poi, per vari motivi, la
cosa non ebbe seguito. Di chi si sta parlando? Ma di Gianni Morandi e di
Lucio Dalla, of course. Il 1970 fu un anno chiave per entrambi: il primo
comincia ad entrare nel lungo tunnel nero della sua carriera, dal quale
uscirà sporadicamente fino alla completa purificazione del karma
terminata nel 1981. Il secondo invece fa lo stesso percorso al
contrario: dopo un decennio (i sessanta) vissuti come cantante
"alternativo", dipinto in mille modi (da barbudos, contestatore e
profeta del beat), eccolo improvvisamente protagonista, da solo o
insieme ad un gruppo di amici (che variano da De Gregori, Ron e gli
Stadio) e al suo cappello che cambierà foggia secondo il periodo (da
scoppola a zucchetto a paglietta fino ad arrivare all'attuale
parrucchino con ciuffo!). Ed è in questo 1988 che in entrambi avviene
materialmente la trasformazione, da idea a realtà, di proporsi come
coppia. E anche come testimonial, loro due, in una foto che li ritrae in
un campo di pallone nel 1970, proprio l'anno in cui (o a Morandi o a
Dalla o alla RCA) venne quell'idea un po' pazza. Dal punto di vista
organizzativo è tutto perfetto, dal lancio pubblicitario alle varie
conferenze stampa indette nei luoghi toccati dal tour. Questa atmosfera
da evento taglia un po' le gambe al senso di ritrovo fra vecchi amici,
trasformando il tutto in un gioco fine a se stesso. Ma come in tutte le
cose, ci sono interessi dietro ai quali bisogna dare conto. L'album
presenta delle credenziali mica di poco conto: hanno collaborato
Cocciante, Battiato, Guccini, Lavezzi, Mogol, Ron, gli Stadio. Questo
per quel che concerne la stesura di pezzi inediti ai quali si devono
aggiungere canzoni già note al pubblico ma questa volta interpretate a
parti invertite (Morandi che canta le canzoni di Dalla e viceversa). La
canzone che lancia l'album è VITA, una serie di considerazioni
esistenziali che sembra più adatta a Gianni Morandi che a Dalla. Sarà
forse per il testo che è un po' parente di UNO SU MILLE, altro successo
di Gianni Morandi, in cui si parla della difficoltà di risalire la china
dopo un periodo nero. Lo stesso tema pare ripresentarsi in VITA, una
classica furbata di Mogol che però trova forza nella parte musicale
scritta da Mario Lavezzi. Chi può vedere nebbie diradarsi ed uscire da
un passato glorioso che lo imprigionava, riuscendo a lavarsi l'anima
(rifarsi una verginità)? Sicuramente Gianni Morandi. Chi è che ha
imparato l'arte di difendersi e ha dovuto ammettere di aver perduto e di
essere rinato? Gianni Morandi. Chi è l'angelo che si è sporcato e poi ha
risalito la corrente facendo nascere un fiore (la rinascita) su un
cumulo di rovine? Sempre lui. Peccato che questa canzone arrivi con
circa otto anni di ritardo dalla rinascita artistica del nostro e
peccato che lui stesso abbia già interpretato - come si diceva prima -
una canzone simile. Ma Mogol fa finta di non saperlo e crede, come
sempre, di essere molto originale. Però la gente ci casca e tributa al
brano un grandissimo successo tanto è vero che la RCA si affretta a
stampare un maxi singolo (l'idea del 45 giri pareva superata ai due) per
far fronte alle richieste di chi non intende comprarsi l'intero doppio
album (o cd singolo). Un'altra gran bella canzone inclusa nel 33 giri è
CHE COSA RESTERA' DI ME di Franco Battiato, che il cantautore inciderà
prossimamente sul suo LP GIUBBE ROSSE, cambiandone il titolo in
MESOPOTAMIA. Che cosa resterà di me, del transito terrestre, si
interroga il "filosofo" Gianni Morandi, che tutto ben si addice
all'interpretazione del cantante emiliano che ne fa una versione
godibilissima ed intensa, per niente imbarazzato o timoroso di un
confronto a distanza con l'autore o con un testo così impegnativo. Altra
gran bella canzone , questa volta di Dalla (parole e musica) è FELICITA'
che verra inclusa nella colonna sonora di IL FRULLO DEL PASSERO con
Ornella Muti e Philippe Noiret. Ma come (ri)nasce questa voglia di duo?
Il 19 settembre 1987, passando da Bologna per andare a trovare la mamma,
Gianni Morandi fu quasi obbligato da Dalla a salire sul palco dove si
stava esibendo per l'ultima serata del suo tour. I due cominciarono a
scambiarsi le canzoni e il pubblico pareva molto divertito da questa
idea tanto che Dalla rilanciò l'idea di 18 anni prima. A dicembre 1987 i
due si ritrovarono per uno spettacolo di beneficenza al Palatrussardi di
Milano e il progetto cominciò a prendere forma. Arrivarono le prime
reazioni degli autori vicini al duo, entusiasti di questa idea e insieme
all'entusiasmo le canzoni; Ron, Mogol, Roberto Roversi, Lavezzi, Guccini
e tutti quelli di cui si era parlato poc'anzi. Il 4 luglio il debutto a
Caracalla, il 2 ottobre la conclusione in diretta tv dalla Valle dei
Templi in Agrigento. Successo incredibile di pubblico e successo
stratosferico del disco che alla fine dell'anno sarà quello più venduto,
come la loro tournèe la più premiata quanto ad incassi. Naturale
conclusione per un duo d'eccezione.
Raf
Raf ha passato un'estate in souplesse dopo il grosso successo del disco
sanremese INEVITABILE FOLLIA, uno dei più venduti della rassegna. Il 33
giri per l'estate si chiama SVEGLIARSI UN ANNO FA. La title track è
tipicamente in stile Raf degli ultimi tempi: melodica ed avvincente,
sicuramente una bella canzone. Tutto il LP/CD è comunque godibile. Su un
lato atmosfere simili al brano che dà il titolo al disco, sull'altro
pezzi più ritmici, che strizzano l'occhio ad una psichedelìa
all'amatriciana, con risvolti dance. Insomma, sicuramente molto più
identificativa del personaggio Raf la prima cinquina di canzoni. Alcuni
amici lo aiutano nella stesura: Baccini, Gaetano Curreri e Lucio Dalla
(IL SAPORE DI UN BACIO, che francamente non è un granchè). Certo, non
bisogna scordare che Raf ha avuto il suo vero battesimo discografico con
un brano dance, che fece la sua fortuna e che vendette uno sproposito in
tutta Europa e poi anche in America grazie all'interpretazione di Laura
Branigan. Il titolo era SELF CONTROL, superhit dell'anno 1984. La casa
discografica era la Carrere, etichetta francese, che voleva fare di lui
un artista alla Gary Low, Den Harrow o Gazebo, cioè la famosa
italo-dance, che nella prima parte degli anni ottanta ebbe un momento di
estremo fulgore, con brani nelle classifiche di tutto il mondo. Ma Raf
non si sentiva un personaggio di quel genere (anche perché, dicendolo
francamente, per la maggior parte, quella era proprio gente da due
lire) e decide di cambiare casa discografica ed approdare alla CGD. Non è
che gli vada subito molto bene perché gli fanno incidere un disco, tanto
per cambiare, dance, CHANGE YOUR MIND, che non ripeterà affatto il
successo del precedente ma che comunque andrà bene nelle classifiche
specializzate. Quando già si pensava ad un artista finito, ecco il colpo
di genio: l'accoppiata con Tozzi all'Eurofestival con GENTE DI MARE.
Successo travolgente. Da lì, per Raf è stata una passeggiata, fino ad
arrivare al recente SVEGLIARSI UN ANNO FA. Che parla di un ragazzo che
uscito da un'esperienza di droga e propone alla sua ragazza di far finta
che l'anno appena trascorso non sia esistito e di ricominciare come se
nulla fosse successo. Ma ha un risvolto anche privato: praticamente Raf
fino ad un anno prima non aveva mai avuto la possibilità di proporsi
discograficamente come avrebbe in effetti voluto e, appunto, questo suo
nuovo disco è il risultato di ciò che avrebbe dovuto fare già da tempo.
Milva
Milva, dopo quasi trent'anni dall'esordio (quando nel 1959 vinse un
concorso per voci nuove indetto dalla Rai) non perde un colpo, divisa
tra il prossimo Festival di Sanremo, il teatro e le collaborazioni con
importanti artisti di fama mondiali. Reduce dalla fatica televisiva di
DI CHE VIZIO SEI in coppia con Proietti, interrotta da un anno la
sempiterna tournèe teatrale brechtiana è tornata ad incidere dischi. Il
suo recente LP si chiama MILVA ed è una raccolta di successi del
decennio in corso più tre inediti, compresa la sigla del programma tv
dal titolo RAPSODIE GITANE. In quel programma ci furono due defezioni
importanti, rese ancora più gravi perché si trattava di due amici della
Pantera di Goro: Battiato e Jannacci. Enzo Jannacci non potè partecipare
perché al momento era impegnato in una trasmissione con Fo e la Rame e
quindi impedito a causa del suo contratto. Battiato perché avrebbe
voluto cantare un paio di canzoni insieme con Milva e la rigidità dello
schema della trasmissione non lo prevedeva. Ma c'è chi dice che in
realtà l'atmosfera peccaminosa della produzione poco si confaceva con
l'animo profondamente mistico del siciliano. Tornando a Milva, prima di
partire per la tournèe giapponese con Astor Piazzola, intitolata EL
TANGO, passa per la Germania a ritirare un ennesimo disco di platino con
canzoni cantate in lingua tedesca. Per Sanremo c'è ancora tempo.
Michael Jackson
A Liverpool incredibile chiusura del tour europeo di Michael Jackson,
cominciato a Roma il 23 maggio. Migliaia di feriti (oltre
3500) all'ippodromo di Aintree. Parecchi versano in cattive condizioni,
compresa una bambina di sei anni calpestata dalla folla. Moltissime le
giovani rimaste vittime di svenimenti o attacchi isterici. Nella paurosa
baraonda si è sfiorata una tragedia del tutto simile a quella occorsa
allo stadio Heysel di Bruxelles nel 1985 (Juventus-Liverpool). Migliaia di
persone calpestate, altre che si sono precipitate all'interno
dell'ippodromo pur senza avere il biglietto, cariche di polizia a
cavallo e sassaiole. Gli incidenti sono cominciati quando folti gruppi
di ragazzi, non aventi diritto all'ingresso perché sprovvisti di
biglietto, hanno cercato di abbattere la recinzione forzando gli
ingressi. Contro il personale incaricato di regolare l'afflusso del
pubblico si è abbattuta una grandinata di sassi e bottiglie e a questo
punto sono scattate le prime cariche della polizia, 500 agenti con
scudi, manganelli e cavalli. Ad aggravare la situazione lo stesso Michael
Jackson quando si è presentato sul palco: la folla ha cercato di
lanciarsi verso il palco creando un onda "anomala" di gente protesa in
avanti che avanzando calpestava quelli che erano d'intralcio. Ai 42
spettacoli precedenti hanno assistito complessivamente oltre due milioni
e mezzo di spettatori ma nessun incidente ha turbato i concerti. "Sono
sconvolto e amareggiato" dice Jackson. Intanto se ne va da Liverpool con
un assegno di 4 miliardi e 760 milioni di lire.
Paul McCartney
Operazione commerciale a dir poco stravagante, quella di Paul McCartney
in questo fine settembre 1988. Con una mossa imprevedibile e fuori da
ogni schema di logica e di marketing, incide un disco di brani molto
datati, che vanno dagli anni quaranta all'inizio degli anni sessanta
andandoli a ripescare dal repertorio blues e rock. Canzoni che vanno da
DON'T GET AROUND MUCH ANYMORE - incisa dall'orchestra di Duke Ellington
nel 1942 - a BRING IT ON HOME TO ME di Sam Cooke - datata 1962. La cosa
particolare non è la scelta dei pezzi ma il fatto di pubblicare un disco
a 33 giri solamente per il mercato sovietico ed intitolarlo CHOBA B CCCP
che significa BACK IN THE URSS, titolo del celebre brano datato 1968
insieme ai Beatles. Canzoni come LUCILLE, AIN'T THAT A SHAME, KANSAS
CITY, SUMMERTIME sono il frutto di sedute in sala d'incisione fra amici
e sessionmen inglesi come Mick Gallagher e Mick Green. E con il primo McDonald's
a due passi dalla celebre Piazza Rossa e la tanto celebrata
Glasnost messa in atto da un furbetto di nome Gorbaciov (il quale aveva
intuito l'aria che avrebbe tirato di lì a poco) Macca concede
all'etichetta sovietica Melodya la distribuzione del disco. Una prima
stampa dell'album va subito esaurita in pochi giorni e la casa
discografica si affretta a ristamparlo più volte fino al dicembre dello
stesso anno in cui vengono aggiunte due canzoni. L'occhio di bue della
stampa musicale mondiale e non è puntato naturalmente su questa
operazione: in un mondo parallelo come quello della cortina di ferro,
dove le canzoni dei Beatles e del 99,9% della musica occidentale venivano
bandite a prescindere (però in cambio avevano Robertino e Claudio
Villa... vuoi mettere?), un disco che porta alla luce canzoni che i
cittadini della Russia non avevano potuto sentire all'epoca (schiacciati
tra Stalin e Krusciov) fa notizia di per sè. E la cosa buffa è che a
rincorrere un disco di un artista occidentale non sono per una volta gli
eventuali fruitori sovietici o comunque dell'est, ma fans e
collezionisti del mondo cosiddetto libero. Difatti per i collezionisti
di memorabilia beatlesiana, è la prima stampa, quella con 11 pezzi a
valere di più, perchè la seconda fu importata dalla Russia in
sovrabbondanza e la troppa disponibilità fa cadere la domanda. C'è
un'altra cosa abbastanza particolare: il progetto è nato per caso. Paul
si diverte, nei momenti liberi, a suonare con gli amici brani che non
appartengono al suo repertorio e l'incisione del disco è frutto di uno
di questi momenti. E non è una cosa tirata via, come si suol dire ma c'è
tutto l'impegno del professionista scrupoloso e pignolo che non vuole
mai essere sotto al suo standard anche nei momenti di spensieratezza.
Qui c'è il Paul McCartney dell'attacco micidiale di OH DARLING, quello
che vale da solo tutta la canzone o le urla di HELTER SKELTER, un Paul
rocker e lontano parecchio dalle classiche sue ballate in stile ONCE
UPON A LONG AGO, tanto per citare un titolo di un best seller del 1988.
Nel 1991 ci sarà la stampa su cd del disco con una resa sonora di alta
qualità rispetto al vinile. La domanda è: come mai, visto che nel 1988
(come riportamo nella classifica qui sopra) il Cd era ormai un fatto
acquisito, Paul non abbia pensato ad una proposta per il mondo
occidentale direttamente in Cd? Facendo un pò di statistiche, il disco
fu registrato l'anno prima come semplice divertissment tra amici, tra il
20 e il 21 luglio 1987. Viene pubblicato per la prima volta in URSS
nell'ottobre del 1988 e ristampato in compact disc dalla EMI in tutto il
mondo nel settembre 1991 (l'interesse sarà molto scemato causa
cambiamenti della storia mondiale e della trasformazione dell'ex impero
sovietico in tante piccole repubbliche. In Russia arriva al numero uno
delle classifiche (nel 1988) e in Uk, l'anno dopo, alla posizione numero
63. Vuoi vedere che anche Paul McCartney, oltre il Papa, Ronald Reagan e
Lech Walesa, ha dato una bella spallata al famigerato muro?
Spinaterelle discografiche
L'industria discografica americana è in subbuglio: è venuto alla luce
uno scandalo che la stampa chiama payola (dal verbo to pay, cioè,
pagare) nel quale sono coinvolti disc jockey, produttori, funzionari di
case discografiche. Un disc jockey di una radio americana confessa di
aver ricevuto migliaia di dollari in cambio della messa in onda di
alcuni dischi, farli sentire e risentire e tramutarli, dopo giorni di
bombardamento acustico, in successi. Vi sembrerà strano, forse. Da che
mondo e mondo funziona così, direte voi. Però pare che in Usa la cosa
sia seriamente proibita specialmente se il tutto non avviene alla luce
del sole: nei bilanci le payola, le bustarelle, devono essere
trasparenti. E per questo motivo gli investigatori statunitensi stanno
mettendo sotto torchio i due boss e promotori più importanti della West
Coast. Avrebbero versato circa 270 mila dollari per una messa in onda
preferenziale dei dischi dei Duran Duran, Janet Jackson,i Culture Club.
Un procedimento simile sta agitando le acque anche in Gran Bretagna: il
solito tabloid aveva fatto dei nomi altisonanti (in questo caso quello
di Richard Branson, padre padrone della Virgin) circa alcune manovre per
portare al successo certi dischi a discapito di altri. Lui ammette
tranquillamente che la Virgin ha versato circa dodicimila sterline agli
stessi promoter della West Coast americana e cioè Isgro e De Sipio per
far conoscere quindici dei loro prodotti ma che, se questi soldi non
compaiono nelle fatture dei due promoter, non sono affari suoi. Ma
l'inchiesta non si esaurisce con la Virgin. Sembra che improvvisamente
tutto il Regno Unito debba scoprire ciò che da decenni si svolge nel
mondo dell'industria fonografica, cioè la classica spintarella di un
determinato disco in trasmissioni televisive e radiofoniche. E vengono
coinvolti cantanti e complessi come i Level 42, i Simply Red, Lionel
Richie, i Duran Duran e Janet Jackson (anche qui).
Herbert Pagani
Eccoci ad un altro triste addio. Muore in Florida il cantautore Herbert
Pagani, in un ospedale di Palm Beach, a soli 44 anni. Lo ha annunciato
il suo agente precisando che la morte è stata causata da una leucemia
fulminante e che era in Florida per curarsi. Nato a Tripoli da genitori
italiani, passa lunghi anni in collegio in Germania e poi in Francia,
avvicinandosi al mondo della canzone quando comincia a collaborare a
Radio Montacarlo, nella seconda metà degli anni sessanta. Herbert Pagani
era un cantautore molto particolare, popolare ed elitario nel contempo.
Aveva esordito con Leo Ferrè ed era attento ad ogni problematica sociale
finendo con l'aderire al partito Radicale. I suoi brani sono sempre
stati a metà tra la ballata popolare (intesa come canzoni per le masse)
e la poesia in musica. Alternava momenti di estrema lucidità, come CANTA
CHE TI PASSA LA PAURA o TESTAMENTO ALL'ITALIANA, a brani per palati meno
esigenti come CIN CIN CON GLI OCCHIALI o AHI LE HAWAI che comunque
avevano sempre dei risvolti sociali anche se trattati con mano
estremamente leggera e piacevole. Aveva tradotto brani di Prevert, di
Brel, di Cosma ed era stato autore anche per altri. Ad esempio, la sua
traduzione di ALBERGO AD ORE è stata cantata dal fior fiore della
discografia italiana. Ma era stato anche l'Arlecchino nel celeberrimo
Théatre De La Ville di Parigi, aveva portato con enorme successo in
Francia lo spettacolo MEGALOPOLIS (in Italia un po' meno) , era stato
uno dei protagonisti dello sceneggiato MARCO VISCONTI nel 1976 e aveva
musicato alcune liriche del Belli traendone anche uno spettacolo
teatrale. Era un artista davvero poliedrico, a 360°, che nell'ultimo
periodo della sua vita si era scoperto anche caricaturista utilizzando
la vernice spray.
Chi viene e chi va
Sempre per la serie dei chi viene e chi va, salutiamo un altro
personaggio che ci lascia: Gert Froebe, un nome che a molti non dirà
nulla ma che è stato il Goldfinger dell'omonimo 007 con Sean Connery. E'
morto il 4 settembre per una crisi cardiaca in una clinica di Monaco di
Baviera. Caratterista molto stimato negli ambienti cinematografici (fece
il ruolo del sergente tedesco nel film IL GIORNO PIU' LUNGO nel 1962),
Froebe aveva debuttato nel cinema nel 1948 in BERLINER BALLADE all'età
di 36 anni ma diventò davvero famoso quando Guy Hamilton lo chiamò per
interpretare l'antagonista di Sean Connery che tenta di impadronirsi
dell'oro di Forte Knox e che uccide una donna accusata di tradimento
facendola dipingere d'oro dalla testa ai piedi. A prescindere da questa
prova, Gert Frobe aveva dato vita ad una lunga serie di personaggi
dimostrando al pubblico la propria valentia artistica. Muore a 76 anni.
E questa volta, la serie chi viene e chi va, oltre ai soliti immancabili
addii, ha un benvenuto: fiocco azzurro in casa di Leali: nasce Francesco
Faustino, avuto dalla sua nuova compagna Claudia Coccomello. Leali è
separato dalla prima moglie Milena Cantù dalla quale ebbe due figlie,
Deborah a Samantha.
La Jugoslavia che diventa ex
Tempi di cambiamenti in Jugoslavia. Da Tirana a Pechino, il cosiddetto
"socialismo reale", quando non tira le cuoia è in profonda crisi. Ma mai
quanto nella terra del Marasciallo Tito, morto già da perecchio tempo.
Non c'è discorso ufficiale, intervista di qualche leader, editoriale o
articolo di fondo che non sputi su ciò che è stata la Jugoslavia dal
1944 al 1988. "Rinnega il passato" è un giochetto di cui noi italiani
abbiamo il brevetto. Ma nello scorso agosto si è arrivati al record: per
ore ed ore, a partire dalle sei del mattino, si sono visti in diretta tv
tutti i membri del comitato centrale della lega dei comunisti jugoslavi
recitare il mea culpa su tutto e anche di più, sotto forma di risposte
date al popolo jugoslavo, dalle più significative a quelle meno
importanti. Ad esempio, perché una lettera deve percorrere 500 km per
andare ad una città che dista dall'altra soli 20 km? Perché, nonostante
siano passati 44 anni dalla guerra, ancora bisogna fare la fila per
comprare un po' di pane? E sotto inchiesta ci finisce il leader del
partito comunista Slobodan Milosevic, che trova un solo capro espiatorio
per ogni male: il Kosovo e la crescente aggressività di una regione a
maggioranza albanese con tutti gli errori fatti (??). Il caro Milosevic
è giunto al potere nel 1987 agitando la bandiera dell'ortodossia
ideologica come primato della società comunista sulla società
mondiale (stragulp! direbbe Paperino!). Da una parte ha mobilitato la
piazza senza più leader forti, con promesse nazionalistiche da parte
della Serbia, dall'altra si è impegnato a mettersi in mostra contro la
concezione della socialdemocrazia slovena e contro i porci albanesi che
alzano la testa in Kosovo. Compagno Sloba, pensaci tu. Pensaci tu a
questa Serbia che era il cuore della Jugoslavia e che adesso sembra non
contare più come un tempo (nel 1990 lo scioglimento della Lega dei
Comunisti e la vittoria elettorale dei partiti nazionalisti prelusero
alla disgregazione della Jugoslavia). Sì, ci penso io, pare aver detto. E
come il gigante buono della pubblicità, ci pensò lui. Come andò a
finire, lo sappiamo tutti, purtroppo.
Christian Calabrese
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ANTEPRIMA DELLA STAGIONE TV 1988-69
di David Guarnieri
La stagione televisiva 1987-88, senza dubbio, una delle più
appassionanti, cruente ed imprevedibili, si chiude, come di consueto,
con le trasmissioni (riempitivo?) dell'estate, lasciandosi alle spalle
polemiche, velleità, arguzie, pretenziosità, mediocrità varie. I
dirigenti Rai e Fininvest si riuniscono per elaborare nuove strategie e
presentare prodotti, validi, non più di tanto, quanto redditizi. A
settembre del 1988, per la prima volta sulle reti Rai, va in onda la
serata finale per l'assegnazione del titolo di "Miss Italia" (un solo
show, non le quattro puntate attuali!), condotta da Fabrizio Frizzi. La
vincitrice, per la cronaca è Nadia Bengala. Il celebre concorso,
patrocinato da Enzo Mirigliani, apre idealmente la stagione 1988-1989,
che si preannuncia intensa e ricca di colpi di scena.
RAI
Il trionfatore assoluto, per quel che riguarda critica e pubblico (per
una volta concordi) della precedente annata, Renzo Arbore, letteralmente
mitizzato per il risultato ottenuto da "Indietro tutta!", furbescamente
(ed intelligentemente) non ripropone l'ironico varietà, animato assieme
a Nino Frassica, apparendo in qualche puntata di "International D.O.C.
Club", programma musicale, sempre trasmesso in seconda serata,
presentato da due pupilli "arboriani", quali Monica Nannini e Gegè
Telesforo. La dirigenza Rai, ancora scioccata dalle performance di
Adriano Celentano, offerte durante le tredici puntate di "Fantastico 8",
decide di puntare, per lo spettacolo abbinato alla Lotteria Italia, su
Enrico Montesano, beniamino - da quasi vent'anni - del pubblico
italiano, e, soprattutto "rassicurante", rispetto al "molleggiato". Il
regista di "Fantastico 9" è, nuovamente Luigi Bonori. I testi sono
firmati da due storici autori del varietà: Italo Terzoli ed Enrico
Vaime, con la supervisione di Pietro Garinei (altro eminente personaggio
dello spettacolo nostrano), le coreografie sono curate da Franco
Miseria. La sorpresa è rappresentata dalla scelta della partner di
Montesano: Anna Oxa. La bella cantante barese, reduce dall'affermazione
del singolo "Quando nasce un amore" (lanciato a Sanremo '88) e
dell'album "Pensami per te", si propone (non senza scetticismo) per la
prima volta, come vedette di un programma televisivo. A suscitare
perplessità è l'accostamento tra lo stile "popolare" di Montesano e
quello sofisticato della Oxa. Gli autori difendono le scelte,
promettendo "sorprese" dalla coppia di animatori. Altra trasmissione
importantissima per la Rai è "Domenica in". Il regista è sempre Gianni
Boncompagni. Il padrone di casa, nonostante il successo ottenuto l'anno
precedente, non è più Lino Banfi, bensì Marisa Laurito, anch'essa
"reduce" (ed è il caso di affermarlo) dal "Fantastico" di Celentano.
Accanto all'attrice napoletana compariranno: Roberto D'Agostino,
Brigitta e Benedicta Boccoli, Lisa Russo, Sandro Mayer, Bruno Vespa e
una serie di giovani cantanti, tra le quali esordisce, la futura
jazz-singer Nicky Nicolai. L'appuntamento delle ore 12.00 di Rai uno
viene affidato a Loretta Goggi, proveniente dal successo di "Ieri, Goggi
e domani" (per il quale ha conquistato il "Telegatto" di "Tv Sorrisi e
Canzoni" per il migliore personaggio femminile dell'anno). Il titolo del
programma è "Via Teulada, 66". L'intento dei dirigenti Rai è quello di
modificare la struttura della trasmissione - un po' logora, dopo le
varie edizioni, condotte nell'ordine da Raffaella Carrà, Enrica
Bonaccorti, Giancarlo Magalli e Simona Marchini - puntando sul brio e
sulle capacità artistiche della show-woman romana, diretta (come di
consueto) da Gianni Brezza. Alla stessa ora, ma sul secondo canale, si
ripropone Gianfranco Funari, carico della ben nota aggressività, con il
suo "Mezzogiorno è....". Lino Banfi, per la stagione 1988-89 si presenta
in una duplice veste: quella di attore, interpretando una serie
televisiva dal titolo "Il vigile Urbano" e quella di intrattenitore, con
lo show "Stasera Lino", in onda dal mese di gennaio (il comico pugliese
si avvarrà della presenza di Heather Parisi). Giancarlo Magalli, in onda
su Rai 1 si lancia con "Domani sposi", gioco delle ore 18.00 per giovani
coppie in procinto di sposarsi. Una curiosità: tra le vallette della
trasmissione farà il suo esordio una futura star televisiva: Simona
Ventura. Per quel che riguarda lo show primaverile del sabato sera,
confermato il varietà "Europa Europa", ideato da Michele Guardì e
condotto per la seconda volta da Elisabetta Gardini e Fabrizio Frizzi.
L'azienda di Stato, per la serata del martedì punta su "Biberon", show
satirico-musicale di Pierfrancesco Pingitore, in diretta dal
"Bagaglino", con Pippo Franco, Oreste Lionello, Leo Gullotta, Martufello
e Gabriella Ferri e, per la serata del giovedì organizza un remake di
"Lascia o raddoppia?", condotto da Bruno Gambarotta, con Lando Buzzanca
e la cantante Johara. Enzo Trapani, dirige, sempre per Rai 1 un curioso
spettacolo intitolato "Io Tarzan, tu Jane", con protagonista Carmen
Russo, affiancata da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Sebastiano Somma
e Celeste Johnson. Per la primavera 1989 si prevede, su Rai 2, il
ritorno di Pippo Baudo, dopo l'infelice esperienza di "Festival", in
onda su Canale 5. Il conduttore catanese dovrebbe presentare, per la
quinta volta, il maxi show "Serata d'onore".
RETI FININVEST
Anche le reti Fininvest (ovviamente....) si presentano ai nastri di
partenza per la nuova stagione televisiva. Il "re del quiz", Mike
Bongiorno conduce la seconda edizione di "Telemike" (il gioco più ricco
della televisione italiana) che tanto successo ha ottenuto nell'annata
1987-88. Bongiorno non abbandona di certo il collaudatissimo "Bis" e
propone la sua nuova creatura: "La ruota della fortuna". Nemmeno
Corrado, protagonista dell'estate di Canale 5 con "La corrida" rischia
più di tanto, presentando per il settimo anno "Il pranzo è servito".
Terzo anno invece per Iva Zanicchi ed il suo fortunato "O.K. Il prezzo è
giusto!". Un'altra conferma è rappresentata da "Tra moglie e marito",
gioco condotto da Marco Columbro, vincitore del "Telegatto" per la
rivelazione televisiva dell'anno. I nuovi quiz di Canale 5 sono, "Il
gioco dei nove", animato con la consueta ironia da Raimondo Vianello,
coadiuvato dalla moglie Sandra Mondaini e "Cari genitori", affidato ad
Enrica Bonaccorti (il suo passaggio, da Rai 1 a Canale 5 con "La
giostra" e "Ciao, Enrica" non ha ottenuto il successo atteso). Raffaella
Carrà, altra delusa dalla stagione tv 1987-88 (il suo costosissimo
"Raffaella Carrà Show" viene battuto, nell'ordine, da "Carnevale", show
con Edwige Fenech e da "Europa Europa" con la Gardini e Frizzi) medita
riscosse con l'ambizioso "Il principe azzurro". Il varietà del sabato
sera di Canale 5, che sfiderà il "Fantastico" di Rai 1, guidato da
Montesano e dalla Oxa è ideato da Antonio Ricci. Il titolo, originale e
provocatorio è "Odiens". I conduttori sono: Lorella Cuccarini (unico
personaggio ad essersi salvato dal naufragio di "Festival" dell'ex
pigmalione Baudo), Gianfranco D'Angelo ed Ezio Greggio.
Questa, in sintesi, la presentazione dei programmi di intrattenimento
per la stagione televisiva 1988-89 per le reti di Stato e i canali tv
privati.
Alla prossima volta!!!!!!!
David Guarnieri
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