Intervista a Renato Pareti
( a cura di Christian Calabrese & Chartitalia )
Ci siamo incrociati con Renato Pareti piuttosto casualmente. Abbiamo subito pensato ad una intervista: Renato è uno degli autori che ci piacciono di più in assoluto e come interprete riteniamo che non sia stato apprezzato quanto invece sarebbe stato giusto. Renato è anche uno dei membri dell'assemblea SIAE ed abbiamo voluto raccogliere il suo parere su alcuni aspetti "scottanti" dell'attuale rapporto tra pubblico ed autori. E' nata così questa intervista a 6 mani che speriamo serva a far meglio conoscere uno degli autori più importanti della musica popolare italiana. Allora, Renato, vorresti raccontare ai nostri lettori quando hai iniziato e, soprattutto, che cosa ti ha spinto a farlo? Quali sono stati i tuoi punti di riferimento e perchè. Ho iniziato a 4 anni quando mio papà mi regalò, a Natale, una fisarmonica a 8 bassi. Mi spiegò i movimenti che bisognava fare e io suonai subito, ad orecchio, "Marinerito" una canzone in voga allora. Fino a sedici anni ho sempre creduto che comporre fosse naturale per tutti, come respirare. Infatti, mentre cercavo i funghi nel bosco, anziché pregare il Buon Dio affinché me ne facesse trovare tanti, canticchiavo l'Ave Maria, il Padre Nostro, sempre in modo diverso, facendo ridere anche i miei cugini che erano con me. Poi invece capii che non tutti erano in grado di creare melodie e cominciai a sentirmi, in qualche modo … diverso. Credo che quello fu il mio primo incontro con il grande dono dell' "unicità". Avevo compreso pienamente che non siamo tutti uguali, ma tutti diversi, meravigliosamente unici sotto lo stesso cielo. Quando ti rendi conto di questo, hai due possibilità: rendere conto a te stesso e quindi scegliere la libertà di essere o rendere conto agli altri e diventare schiavo per sempre. Scelsi la libertà. La tua lunga collaborazione con Roberto Vecchioni: come l'hai conosciuto? In che occasione è iniziata? Ho conosciuto Roberto a Linate, durante il servizio militare. Lui era già nel giro della musica ed avevo avuto modo di apprezzare in precedenza alcune sue canzoni, tipo "Sera" cantata dalla Cinquetti o "Tu non meritavi una canzone", cantata da Fausto Leali. Gli feci ascoltare le mie composizioni nella cappella dell'aeroporto accompagnandomi con l'organo. Si entusiasmò e mi promise collaborazione una volta terminata la leva, cosa che puntualmente fece. A differenza di Vecchioni, nei tuoi brani come inteprete non ti sei mai discostato troppo (o in maniera definitiva) dal materiale che scrivevi per altri (se si esclude qualche brano e il LP "Stagioni Di Passaggio"). Nel senso che tu non eri (e non sei) quello che si vergogna di dire di aver scritto canzoni per complessi e cantanti di un certo tipo. Mi chiedo con quale coraggio potrei vergognarmi dell'aspetto più sincero e popolare della mia unicità!!! Canzoni come "Donna Felicità", "Singapore" portano con sé l'emozione dell'allegria, della spontaneità, della semplicità: tutte qualità straordinarie del vivere bene. Anzi, colgo l'occasione per ringraziare per l'ennesima volta i gruppi che me le hanno cantate, di cui sono ancora amico e che incontro spesso. Tu mi dici: "a differenza di Vecchioni …" E io ti ripeto:- meno male che siamo tutti diversi, altrimenti che noiosità sarebbe questo mondo? Anche quando canto le mie canzoni più seriose che gli altri non conoscono sono la stessa persona che compone e canta Donna Felicità, un po' come succede nella vita di tutti i giorni: una mattina sei incazzato e rispondi male a tutti, mentre l'altra sei sereno e tutto ti sembra rosa. La musica è espressione di ciò che si è, nulla più. Hai anche scritto molte canzoni con un nostro amico in comune, Paolo Limiti. Era molto diverso (come impostazione professionale e nei confronti della vita) rispetto a Roberto Vecchioni? Ho frequentato poco Paolo rispetto a Roberto; mentre con quest'ultimo c'era anche una vita insieme (è stato testimone alle mie nozze), col primo solo appuntamenti di lavoro. Posso però aggiungere che è un gran professionista, una persona molto simpatica, garbata e di buon gusto. Con Roberto, invece, le canzoni nascevano da sole: si stava parlando di qualche cosa e, automaticamente, mi veniva una melodia che lui "parolava" immediatamente. In cinque anni di frequentazione abbiamo composto più di 50 canzoni insieme. Ve ne sono ancora alcune che non sono mai state editate. Penso che i nostri fiori all'occhiello siano l'album: "Stasera clown" per i Nuovi Angeli che è stato rimasterizzato lo scorso anno dall'Universal, "Stagione di passaggio" interpretato da me e la sua splendida "Luci a San Siro" che io produssi ed arrangiai assieme ai suoi primi tre album. Mi parli dei Raccomandati? Nel gruppo c'era un giovane Alberto Fortis. Com'era nato il gruppo (se te lo ricordi) e per volere di chi? Non mi ricordo sinceramente come nacque il gruppo, ma mi ricordo bene di Alberto che ogni tanto rivedo con piacere. Il loro primo singolo "Ciliegie ciliegie" fu trasmessissimo da Alto Gradimento, ma non ebbe successo. Un po' di più si fece notare il secondo ed ultimo singolo: "Fabbrica di fiori". Alberto faceva il batterista del gruppo ed aveva sì e no 14 anni. Una cosa mi ha sempre incuriosito: perchè lavoravi come un matto per la Ri.Fi e come cantante hai inciso prima per la Ducale e poi per la Polydor? Non me lo sono mai chiesto … A proposito della Ducale, il tuo primo singolo (IL PUDORE/RITRATTO DI EVA) molto bello, non ebbe il successo che forse ti saresti aspettato. Colpa della Ducale o colpa.....? Davvero bella quella canzone! Qualche giorno che mi gira, la rifaccio e la ritiro fuori; ce ne sono tante che vorrei ricantare … No, non colpa della Ducale, ma dei programmatori Rai che non la ritennero degna di trasmissione e quindi non fu promozionata. E' un po' lo scotto che si deve pagare quando sei un iniziando. Il tuo secondo 45 giri, LA MOSCA, era veramente carino, e tanto. Intelligente, scanzonato e tipicamente adatto per la stagione estiva. Non ha venduto granché ma si è sentito tantissimo. Che ricordi hai di quel pezzo? Belli e brutti. Belli perché era davvero avveniristico come pezzo … un po' alla Woody Allen. Brutti perché dovetti cantarlo in sala d'incisione la settimana dopo che morì mia mamma a soli 46 anni. Chiuso nello stanzino col microfono davanti scoppiavo spesso a piangere e non riuscivo ad ultimare il canto. Ad un componente del nostro team piaceva molto (e piace ancora) il tuo terzo singolo: DORME LA LUNA NEL SUO SACCO A PELO. Molto delicato ed introspettivo. Ricorda un pò le melodie tipiche di certi cantautori americani degli anni settanta... Pura west-coast, dillo francamente. Durante la mia vita musicale sono stati tre i fenomeni che mi hanno influenzato di più: su tutti i Beatles (genio infinito), la west-coast e Barry White con la sua straordinaria disco music. Poi due bellissimi dischi con il passaggio alla Polydor: il long playing STAGIONI DI PASSAGGIO e il singolo iscritto al festivalbar 1975 CHI SARA'. Due cose molto diverse tra di loro. Il primo lo definirei un lavoro di meditazione , il secondo un divertissment di ottimo livello. Anzi, gli arrangiamenti di CHI SARA' erano a dir poco strepitosi. Cosa ci puoi dire di questi dischi? "Stagione di passaggio" è, a parer mio, l'album più riuscito. Per quel che riguarda "Chi sarà" … l'ho sempre ritenuta la mia canzone più brutta, pensa un po' come i gusti classificano diversamente le cose! Di quella composizione salvo soltanto l'arrangiamento di Shell Shapiro. L'album, invece, aveva delle canzoni buone come "Là", "Un po' d'aria", "C'era un fiume" che continuavano il discorso intrapreso nell'album precedente. Ho dato un' occhiata al tuo sito ufficiale. A me sembra che tu abbia voluto dare più spazio alle canzoni scritte per altri rispetto a quelle intepretate da te. In homepage c'è BELLA DA MORIRE, che nonostante sia una bella canzone (adesso poi si tende a rivalutare tutto rispetto al vuoto pneumatico che ci gira intorno) non regge il confronto con altre tue composizioni scritte e cantate da te. C'è "bella da morire" perché compie trent'anni di successo e, col vuoto pneumatico che dici tu, scusa se è poco. Tuttavia, se vai nella sezione dedicata a Renato Pareti cantautore, scoprirai che c'è davvero tutta la mia storia cantautorale con tanto di ascolto. Ci sono delle canzoni che mi piacciono più di altre: io faccio una mia
lista personale (non necessariamente in ordine di preferenza). Mi
piacerebbe la facessi anche tu.
Per altri: Sinceramente, ti ritieni soddisfatto di quel che hai avuto? O recrimini/rimpiangi qualcosa? Essere soddisfatto pienamente di ciò che ho avuto nella musica? Forse no. Potevo fare di più se avessi avuto un carattere meno casalingo e orso, se avessi accondisceso a qualche compromesso, se … ma con i se non si va da nessuna parte. Ognuno è quello che è e le scelte perfette non esistono. Siamo umani e della mia umanità sono pienamente soddisfatto. Veniamo ad un tema "scottante": il diritto d'autore nell'era di internet. Ritieni che le attuali leggi siano adeguate? No assolutamente. In Italia, poi ci siamo svegliati almeno 15 anni dopo gli altri. A mio avviso, la Siae stava dormendo quando hanno inventato i personal computer. Cosa ne pensi delle modalità con cui la RIAA sta affrontando la questione negli States? Penso che nessun ente discografico mondiale fosse preparato al rovescio della medaglia del digitale. All'inizio ci fecero quasi rabbrividire la purezza del suono, l'assenza di fruscio, la compattezza del prodotto, etc. Ma la musica si stava trasformando in numeri facilmente trasferibili e l'avvento della rete ha fatto il resto. Ora si cerca in qualche modo di riparare e fronteggiare una situazione che sta sfuggendo di mano, ma si tratta di un interesse economico ridicolo se paragonato ad altri. Mi viene da pensare cosa potrebbe succedere se fosse possibile digitalizzare il petrolio! V'immaginate tutti che scaricano gasolio gratuito da Emule? In men che non si dica la rete verrebbe dichiarata pericolosa, velenosa, assassina, terroristica ed il problema si risolverebbe con la sua eliminazione. Un gruppo di associazioni e comunità ha recentemente inviato una lettera al presidente della Commissione parlamentare per la revisione del diritto d'autore, evidenziando 10 punti secondo cui improntare la revisione. Il testo della lettera si trova anche su Punto Informatico. Quali punti e condividi e quali ti trovano contrario? Lo stato, le istituzioni e la stessa discografia hanno da sempre fatto in modo che la musica leggera non fosse vista come espressione di una cultura popolare. I meriti se li sono sempre appioppati gli interpreti e gli autori si sono trovati spesso davanti contratti capestro da parte degli editori venendo così ad essere considerati come l'ultima ruota del carro. Eppure una canzone può cambiarti la vita, può risolverti un momento difficile, può "inputizzare" la nascita di un figlio, aiutarti in un sacco di situazioni. Una canzone può risvegliarti dal coma. Una canzone è un momento d'ispirazione di un'unicità umana che non può prevedere quel che sarà ma che innesca un meccanismo misterioso di comunicazione globale a cui troppo spesso viene dato soltanto un valore economico laddove esso esista. La mia risposta è che va assolutamente cambiato l'angolo di visione di questa materia così complessa che si è voluto relegare al concetto di "cosa economica". La musica è una forma straordinaria di cultura che va rispettata con le stesse regole di un'opera pittorica, libraria, architettonica. Va cambiato l'approccio politico che i vari governi hanno avuto fino ad ora. Va cambiato lo Statuto della Siae, va regolamentata la rete, ma non quella che pagano i fruitori, bensì quella che amministrano le società telefoniche, la pubblicità ed altri poteri che della musica intesa come cultura se ne strabattono altamente, perché tutto ciò che non fa business non importa. D'altro canto, un paese come il nostro che investe così poco sulla cultura dei giovani che saranno la società del domani ha veramente poco da dare. Lasciamoli ignoranti, così continuiamo a fare i cazzi nostri! Dallo scorso 24 giugno fai parte dei 64 membri dell'assemblea SIAE, come rappresentante degli autori. Noi siamo stati (e siamo) piuttosto critici con tale Istituzione, vedi, ad es, il post " SIAE: ma quanto ci costi?". Tra l'altro, la popolarità della SIAIE tra gli appassionati di musica sembra inversamente proporzionale al livello di passione... Quali i motivi principali, secondo te, di questa ostilità verso la SIAE? Non sono del tutto d'accordo su quell'articolo che a mio avviso è un po' demagogico. Sarebbe come acquistare una copia di una rivista o della frutta e siccome la si è pagata la prima volta avere diritto alle prossime dieci un acquisto scontato o gratis. Vallo a proporre ai benzinai da cui ti rifornisci sempre. Forse non sai che su una copia di canzone venduta, all'autore arrivano sì e no, nei casi di vendita ad alto prezzo, 40 lire. A medio prezzo, quando ti va bene 10 lire. Parlo in lire perché odio l'euro. Se decidi di vivere di musica come fai? Non si fa un successo al mese e neanche all'anno per la maggior parte dei compositori è così, credimi. La gente non sa un sacco di cose. Se davvero uno è appassionato di musica come lo è un collezionista di qualsiasi cosa, deve capire che se esistono certe canzoni che lo hanno appassionato, gli autori delle stesse, in qualche modo devono anche sopravvivere! A meno che ci si rifaccia a questo tipo di società degli impuniti che stiamo vivendo, dove tutto è giustificabile, dove di doveri non se ne parla mai, ma di diritti SEMPRE! La Siae (che spesso si rivela inadeguata, sono io il primo a dirlo) rappresenta un dovere per chi vanta diritti e, di conseguenza, non può essere simpatica alla gente. Qualche settimana fa un nostro collaboratore, Gianluca Navarrini, prendendo spunto da una discussione sul nostro blog, ha scritto un eccellente articolo a proposito della licenza SIAE per le webradio. Ci piacerebbe un tuo parere sulla questione e se le considerazioni di Gianluca sono peregrine o ritieni che abbiano un fondamento. Essere membro dell'Assemblea Siae significa rappresentare gli autori e fare proposte al consiglio d'amministrazione, affinchè deliberi. Solo in occasione dell'ultima Assemblea, ahimè (29 ottobre 2007 ), sono state nominate le varie commissioni che dovranno dibattere assieme ad altri, il tema in questione. Non conosco nello specifico la legge che regola le licenze web radio e, onestamente, non so darti una risposta pur avendo trovato le considerazioni di Gianluca degne di attenzione. Tu non hai idea di quante cose ci siano da modificare in Siae, la quale per certi aspetti mi sconcerta. Era in previsione che parlassi del repertorio online e dei relativi depositi proprio in occasione di questa Assemblea, ma le votazioni sono state lunghe sino allo spasimo e nelle varie ed eventuali è saltato fuori un argomento importante da risolvere con la massima urgenza che mi ha costretto a rimandare il mio intervento alla prossima che si terrà il 26 novembre. Non mancherò di nominare il vostro portale ed evidenziare il bellissimo lavoro che avete fatto. Fra l'altro, molti membri dell'Assemblea vi conoscono e vi consultano frequentemente. Tra i tanti modi per risolvere le questioni legate al copyright, ve ne
sono due che trovo agli estremi: Sicuramente il secondo, anche se "il senza scopo di lucro" chi lo può controllare dentro alle mura domestiche? Quando metto un mio contenuto a disposizione della rete è come se lo regalassi al mondo intero. Come faccio a controllare chi mi ama davvero e mi scarica per il gusto personale di ascoltarmi, e chi invece mi potrebbe inserire in una compilation da vendere in Cina da cui non prenderò mai un centesimo di lira? La SIAE è sempre stata ritenuta poco trasparente nella gestione della redistribuzione dei proventi. Ritieni che questa "riservatezza" faccia parte della missione stessa della SIAE? In particolare nel settore musica. Mentre è possibile conoscere con esattezza il numero di spettatori che hanno visto un film o quanti uno spettacolo teatrale, è praticamente impossibile conoscere le copie vendute da un disco, per non parlare del numero di esecuzioni di un determinato brano. Eppure sono tutti dati che la SIAE detiene, altimenti non si capisce come possa svolgere le sue funzioni di ripartizione. E' una domanda che non mi sono mai posto, anche perché i tabulati di vendita li hanno solamente i discografici. Penso che non sia una questione di riservatezza, ma di prudente trasparenza. Mi spiego meglio: esce un disco di Baglioni e la sua etichetta acquista presso la Siae 500000 bollini da applicare. Solo la casa discografica conosce il reale venduto che, magari, è notevolmente inferiore ai bollini acquistati. Ci saranno quindi dei resi se lo prevede il contratto con la distribuzione. Ma non tutti i resi tornano al macero in una volta sola … magari quel disco di Baglioni staziona nei vari autogrill per 10 anni. Come potrebbe dirti la Siae quanti dischi o cd o cassette ha venduto realmente Baglioni? La SIAE era nata senza la E, cioè era nata per iniziativa sopratutto degli Autori, senza gli Editori che in seguito l'avrebbero egemonizzata. Ritieni sia il caso di ritornare alle origini e creare un organismo di rappresentanza degli autori separato da quello degli editori. In altri termini, ti sembra che gli interessi degli editori e quelli degli autori coincidano in questo periodo storico? No, non coincidono più da diverso tempo, purtroppo! Tanto è vero che anch'io ho pensato ad una soluzione del genere. Tuttavia sarebbe troppo complesso sino a che non si arrivi ad un'unità reale e coesa degli autori che non sono mai stati uniti tra di loro, coltivando ciascuno il proprio orticello. Sono ancora in molti, infatti ad avere interessi in comune con le multinazionali che a loro volta hanno le proprie edizioni. Quindi temo che sarà difficile avere per noi stessi un ente che tuteli solo i nostri interessi e che si preoccupi della fonte della cultura musicale. Ti è piaciuta l'intervista? Puoi dirlo chiaramente... dai - anzi - un voto agli intervistaori! Sì, l'intervista mi è piaciuta anche se mi ha tenuto al computer per due ore. E dò un dieci agli intervistatori che con le loro domande hanno dimostrato di conoscere la materia su cui mi hanno intervistato. Cosa vorresti dire al pubblico di HitParadeItalia e a quello "passeggero" che si fermerà a leggere questa intervista?
Quando leggete o sentite parlare di un argomento come la musica ed i
suoi doveri-diritti connessi, cercate di approfondire bene; qualche
volta ci sono verità diverse o impreviste. Nessuno ha la perfezione in
mano, ma insieme possiamo aiutarci a fare di meglio. Grazie a Renato per la splendida intervista che ci ha regalato.
Potete approfondire la sua conoscenza e contattarlo direttamente visitando le pagine del suo
ricchissimo sito personale: www.renatopareti.it
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