Intervista a Stefano Sani
( a cura di Christian Calabrese )
Incontro Stefano Sani, dopo apposito appuntamento, in un ristorante romano. Parliamo di tante cose. In fondo, non lo vedo da tanti, tanti anni. Da quando, cioè, venne a presentare una canzone - per l'esattezza COMPLIMENTI - a Domenica In edizione 1983. Era un sabato, si era alle prove pomeridiane. Allora io ero un bambino (o quasi) e lui era giovanissimo, sebbene mi sembrasse un uomo già fatto e sicuro di sé. Parlammo di calcio (ero molto eccitato dal fatto che la Roma si accingesse a vincere il suo secondo scudetto dopo 41 anni) ma non mi diede molto retta perché non appassionato di pallone. Allora la buttammo sul discorso musicale. Immagino gli avrò rotto parecchio le scatole quel giorno! Vorrei dargli un occasione per rifarsi da quell'incubo. Allora Stefano...da dove cominciamo? Ci siamo lasciati ad una Domenica In... anno di grazia 1983. Cosa hai fatto dopo? Io ricordo NOTTE AMARENA (estate 1984)e un 33 giri nel 1986. O sbaglio? Non ti sbagli. Comunque sia la mia carriera artistica ha purtroppo subito un cambio di rotta. Volevo crescere a livello musicale, cercando sicuramente un qualcosa di diverso per non deludere il mio pubblico ma non è stato capito e mi hanno messo fuori dal gruppo. Un successo troppo istantaneo, io troppo giovane e inesperto: vorrei poter avere la stessa situazione da gestire con la maturità di oggi anche se so che è un'affermazione anacronistica. E poi, dal 1986 in poi, cosa hai fatto? Perchè di te si sono perse le tracce... Ho continuato a lavorare! Nonostante l'ambiente della musica non sia come tu saprai dei più teneri. Renato Zero, ad esempio, in un suo brano recita una grande verità: "Quando vinci sono tutti là…", improvvisamente poi, i sedicenti amici si defilano e, come da copione non si fanno più trovare come una sorta di "dagli all'untore…". Telefonate senza risposta, persone che spariscono e altri che si negano. Che lista potrei farti…potrei scrivere un libro! Il mio successo è stato improvviso ed inaspettato ed ha colto tutti impreparati, persino quelli della mia ex casa discografica. Inoltre il fatto di essermi trovato improvvisamente da solo, per un mio capriccio giovanile, senza più la gestione, il grande appoggio della persona che aveva creduto in me (ovvero il mio primo manager) mi lasciò in balia delle onde e conseguentemente ha portato a stemperare quel grande momento di successo. Il mondo dello spettacolo è spietato: morte tua vita mea. E, soprattutto qui in Italia l' essere prevenuti è un modus judicandi che è foriero di superficialità e della voglia di non dare troppe spiegazioni sul rifiuto. La semplice frase oramai diventata un refrain reiterato ad libitum : "non mi interessa", come "nessuno ti vuole più", ed infine, ma non terminerebbe qui la sequela degli insulti alla dignità umana: "sei finito!". Sei passato attraverso questa fase? Certamente… tutto calza assolutamente a pennello… Credo anche che sia falso affermare che il grande successo non cambia le persone. Di conseguenza, anche se a te non sembra, ti cambia eccome! Il problema è quando lo perdi: un'affannosa ricerca a ritrovare certi equilibri perduti. E com'è stato risvegliarsi di botto e non trovarsi più sulle copertine di giornali come IL MONELLO o RAGAZZA IN? Perchè il grande successo è durato sì e no un paio di anni scarsi E se vogliamo essere crudeli fino in fondo, potremmo anche far terminare il periodo d'oro al Sanremo 1983. Perchè NOTTE AMARENA non fu quello che si può definire una grande hit che si ricorda nel tempo... Certo… tutto vero. Non vorrei apparire ai lettori come una sorta di antipatico e di presuntuoso. Non sono un ipocrita, non sono uno che si culla sui litorali dell'illusione e quindi non posso altro che affermare che il 'dopo' è stato brutto.. Ho avuto la sensazione che mi avessero soffocato ogni giorno un pezzettino di anima. E la cosa più forte è stata quella che non mi hanno dato assolutamente la possibilità di farmi capire, la possibilità di esprimermi e riscoprirmi, la possibilità di far capire che ero (sono) ancora vivo con ancora un pubblico che mi vuole. Stringendo i denti ho però continuato a fare il mio lavoro, in maniera diversa senza mai abbandonare i palcoscenici: ho fatto tournée, ho fatto teatro, ho frequentato il Dams a Firenze, una manna per le mie insicurezze, e devo ringraziare i miei professori che non solo mi hanno insegnato le loro materie ma anche un modus vivendi che ho molto apprezzato e che ha contribuito alla mia crescita umana; sono divenuto paroliere, ho scritto canzoni e ho inciso nuovi lavori. E il mio pubblico non mi ha mai, per fortuna, abbandonato e lo ringrazio per questo: quando mi esibisco nelle piazze, davanti a una sorta d'iniziale e giustificata indifferenza dovuta alla mancanza di recente visibilità, riesco a far muovere la piazza e il finale è quasi sempre come ai vecchi tempi ovvero con le persone che vengono nel camerino a complimentarsi e a farsi le foto… Secondo te a cosa si deve imputare questa situazione? Ci sono nomi precisi da fare? Discografici etc.? Potrei farne molti ma per rispetto a me stesso non ne faccio. Credo che comunque ci siano state mancanze da entrambe le parti. La mia genuinità a volte intesa come ingenuità, non è stata compresa da chi mi gestiva: mi hanno preso per montato, arrivato…uno che se la tirava…senza invece magari pensare che in me c'era l'esigenza di crescere artisticamente, di sperimentare cose nuove, di vivere artisticamente al di là dell'effimero 'aspetto esteriore. Volevo costruire, usando una metafora edile, una mia casetta musicale in cui esprimere giorno per giorno le mie emozioni, i miei credo e trasferirli nelle canzoni senza che nessuno imponesse il proprio potere come è invece successo. E poi tutte le porte chiuse specialmente in televisione. I 'no' fioccavano come in una lugubre notte d'inverno durante una tempesta di neve. Erano pugnalate all'inizio, poi ci ho fatto l'abitudine e per scaramanzia, divertendomi con me stesso scommettevo su quanti no avrei ricevuto quel giorno, alcuni decisamente netti, altri più addolciti, con un barlume di speranza, ma sempre no restavano! Che cosa sente dentro di sé un artista che si è visto negare per tanti anni apparizioni televisive importanti, senza una motivazione precisa da parte degli addetti ai lavori, o con motivazioni che lasciavano il tempo che trovavano, senza mai che nessuno si fermasse a riflettere sul male che certe affermazioni potevano fare su un ragazzo poco più che adolescente? Sono stato male soprattutto in un momento di crescita, quando stai diventando un giovane uomo. Ma sono stati anche utili. Mi hanno forgiato meglio il carattere. Adesso sono più forte, determinato e faccio le mie scelte da solo. Qualcuno pensa che sia dura, altri impossibile, io invece penso di 'no'. Sarà presuntuoso ma credo nella 'ciclicità Vichiana' dei corsi e ricorsi... Ora andiamo all'inizio. Nel 1967 hai vinto il tuo primo festivalino cantando la canzone di Walter Brugiolo POPOFF, canzone che aveva vinto lo Zecchino D'Oro quell'anno, così come abbiamo scritto nell'articolo in cui si parla anche di te. Da lì una serie di manifestazioni regionali e non. Raccontaci qualche cosa. Di 'gavetta adolescenziale' ne ho fatta tantissima: sagre paesane, feste rionali e del patrono… ogni cosa andava bene pur di cantare! E se un giorno ti va ti porto nel mio ufficio a casa dei miei genitori dove potrai ammirare le coppe e riconoscimenti che ho vinto in quelle manifestazioni (sono la disperazione di mia madre che deve spolverarle…). Poi Castrocaro 1981. Quell'anno c'era Ramazzotti, Zucchero e Fiordaliso. E naturalmente tu. Una buona annata. Un caso o intuito di Gianni Ravera? Credo intuito di Gianni Ravera che mi adorava. Poi anche un pizzico di fortuna che mi ha aiutato. E intuito anche di Zucchero che non so se lo avrai letto in questi giorni delle polemiche su Sanremo e l'esclusione di sua figlia Irene (lui ha dichiarato d'intendersene di talenti avendo scoperto Stefano Sani… e composto brani importanti per altri talenti come Bocelli, Fiordaliso, Elisa, Giorgia eccetera). Com'era l'Eros Ramazzotti dell'epoca? E Zucchero? Eros era una persona genuina, un amico, una persona schietta, uno per il quale provavo e provo grande stima e amicizia - che belli quei tempi quando cantavamo e suonavamo la chitarra assieme per le strade di Castrocaro! Una cosa che poi - purtroppo - non ha avuto seguito per motivi non dipendenti da me con esempi che non riporto per decenza e rispetto verso chi nei miei confronti non ne ha avuto. Con Zucchero eravamo come fratelli: dividevamo addirittura la camera durante gli spostamenti e mia mamma gli faceva il bucato quando passava da Montevarchi… Di Zucchero mi verrebbe da dire che è quel tipo di personaggio che una volta arrivato rinnega tutto ciò che ha fatto prima. Vedi collaborazioni varie (anche con te) o con Michele Pecora e altri. Confermi? E' un caratteraccio, è una persona che i 'complimenti' li scrive per me ma non ne fa. E' sparito, ci sono rimasto non bene ma non ho niente contro di lui se non provare stima per la belle pagine della musica che ha scritto in seguito. E pensa… io in tour ho sempre rielaborato i suoi grandi successi, quasi come che il legame non si fosse mai interrotto. Penso che lui abbia saputo destreggiarsi meglio di me, sia stato più scaltro ed abbia individuato le persone giuste al momento giusto. Non dimentichiamoci che tutti i mestieri ma soprattutto il nostro è fatto di incontri… L'hai più sentito dopo quel periodo (1981-1983)? Solo per terze persone anche se un mese fa mi ha salutato sulla stampa nazionale e da Mario Luzzato Fegiz a "Fegiz files" su Radio Due Rai. Non ti nascondo che la cosa mi ha ridato grande energia e fiducia su questo ambiente discutibile… Com'era l'atmosfera del Sanremo 1982? Sapevi anche tu che avrebbe vinto Riccardo Fogli? Era bellissima l'atmosfera anche perché ero uno 'sprovveduto' ragazzotto di provincia e quindi era tutto fantastico. Girava nell'aria questa notizia ma io in quel momenti stavo vivendo una favola e non focalizzavo quello che stava accadendo attorno a me. Comunque a me importava di essere lì. Dicci la verità: sei stato aiutato dalle giurie sanremesi per passare il turno nel girone giovani? Non perchè la tua canzone non fosse abbastanza valida, ma sappiamo benissimo che se un giovane viene bocciato, anche se ha una buonissima canzone, ha poche occasioni per potersi rivelare dopo il Festival. Assolutamente no (almeno io non l'ho mai saputo)! Pensa che volevo fare le valigie la sera prima di esibirmi e andarmene per la paura di non essere all'altezza degli altri colleghi! Sono entrato sul palco dell'Ariston da perfetto sconosciuto e ne sono uscito accompagnato dalla scorta! Fu un successo tanto clamoroso che in pochi riuscirono a spiegarsi. Sanremo sono tre minuti, tre minuti che possono far nascere o decretare l'insuccesso di una carriera! Poi si sono visti casi eccezionali. In fondo è sempre e solo il pubblico a decidere in merito. Cosa hai pensato del fatto che tra i giovani gareggiassero anche Julie (dei Juli & Julie), Claudio Villa, Michele Zarrillo (che ricordiamo, l'anno prima aveva avuto un buon successo con SU QUEL PIANETA LIBERO e comunque era nel giro dal 1973), Orietta Berti e Piero Cassano dei Matia Bazar? Beh io non ci credevo di averli sorpassati, ero incredulo ma tutto accadde! Con chi avevi un buon rapporto in quei giorni? Quali cantanti hai conosciuto per la prima volta in quell'occasione e che ti ha fatto una buona e brutta impressione? Qual era la tua canzone preferita di quell'edizione? A parte Zucchero e Fiordaliso che conoscevo, il resto li ho conosciuti là: Albano e Romina, Drupi, Mal, Mario Castelnuovo, Anna Oxa e la splendida Mimì (le canzoni che preferivo erano le loro). Come non l'ho mai interrotta con Fiordaliso, e poi Viola Valentino, Flavia Fortunato, Franco Fasano, Andrea Mingardi, Silvia Mezzanotte, Valentina Gautier, Marco Armani, Linda, Annalisa Minetti, Simona Bencini, Pago, Biagio Antonacci…
In estate, sei uscito con qualche singolo o ancora veleggiavi a gonfie vele con LISA? "Quando lei ritornerà" di Zucchero fu il brano che seguì e partecipò alla "Vela d'argento' di Riva del Garda su Rai Uno. Poi Sanremo 1983. COMPLIMENTI. Delusione o conferma? Io non la volevo cantare ma mi fu praticamente imposto. Ero troppo giovane, troppo ancora inesperto per impormi anche se lo feci e poi si sono visti i risultati che sono stati ottimi, ma sulla scia di Lisa non credo per la canzone in se. Come hai vissuto quel Sanremo? Con quali speranze e soprattutto, la Fonit Cetra ti stava vicino abbastanza oppure già pensava ad altro/i? Purtroppo tutti pensavano ad altro… e non è stato super come quello precedente... Stesse domande di prima per Sanremo 1982 ora translate al 1983. Chi ti è piaciuto in quell'occasione, qual'era la tua canzone preferita, con chi legavi maggiormente. Fiordaliso, Vasco e Matia Bazar. Ricordo ancora l'emozione quando li ascoltai alle prove. Dopo aver ascoltato chiamai i miei amici a casa e dissi loro di sintonizzarsi con grande attenzione al Festival che sarebbe andato in onda e di segnarsi questi nomi che ti ho fatto e i lori brani… Tra COMPLIMENTI e NOTTE AMARENA l'anno dopo, cosa c'è stato nel frattempo? Lavoravo in Rai come conduttore su Rai Tre dell'Orecchiocchio, antesignano di Videomusic. E poi tournèe in America e all'estero. Ti dico una cosa: lo sai che alla fine degli anni novanta ho pubblicato un Cd per la Dv More Record con i miei successi e alcuni inediti? E sai che questo disco destinato purtroppo ai nice-prices dei banconi dei supermercati e autogrill è diventato disco d'oro ma non essendo nei circuiti ufficiali di vendita nessuno lo sa? Com'era Stefano Sani nell'adolescenza? Che musica ascoltava, chi erano i suoi cantanti preferiti? Io cantavo fin da bambino, facevo concorsi canori (tutti praticamente) e ascoltavo praticamente tutti i classici italiani e fra gli stranieri Barry Manilow, George Benson, Lionel Richie, Al Jarreau, Paul Young, Eric Carmen, ma anche Beatles, Rolling Stones, Chicago, Sade, Earth Wind & Fire, Eagles… Mina, Battisti, Zero,Fossati, De Andrè, Dalla, Morandi ed anche Massimo Ranieri di cui ho cantato moltissime canzoni ai concorsi per voci nuove. Oggi adoro Paolo Nutini, Will Young, Mario Biondi, John Legend, Finley, Carmen Consoli, Tiziano Ferro, Luca Dirisio… Eri un appassionato di televisione? Guardavi tutti i Sanremo, le Canzonissime, il Disco Per L'Estate, le Mostre di Venezia? Te lo chiedo con curiosità e molta invidia... Sì guardavo queste manifestazioni. Hai qualche ricordo preciso di quelle serate davanti alla tv? Sognavo… I tuoi genitori ti esortavano a fare quello che sentivi o cercavano di metterti in guardia, da buoni genitori? Facevano entrambe le cose: mi esortavano e allo stesso usavano saggezza cercando di mettermi in guardia. Ma c'era un ma. Mi avevano imposto una sorta di diktat: ti facciamo cantare quanto vuoi, ma devi essere bravo a scuola. E dato che ero una 'secchia' e non me ne vergogno perché mi piaceva studiare, diletto che non ho mai smesso di praticare, mi hanno accontentato in tutto ciò che desideravo. Solo in una cosa, privatissima, non mi hanno fatto sentire 'nel gruppo' degli amici. Per l'atavica paura che contraddistingue ancora oggi mia mamma e la rende 'chiocccia' anche coni i miei nipoti, sono stato privato del 'Ciao' che mio nonno mi aveva regalato. Il motorino in garage per paura di incidenti. Lì mi sono sentito inferiore agli altri e ho sofferto molto. Hai visto Sanremo quest'anno? Cosa ne hai pensato e quali sono state le canzoni che avresti voluto cantare? Mi sono piaciuti moltissimo i Velvet, Fabrizio Moro, Romina Falconi, Pquadro e Jasmine. Ho apprezzato il coraggio di Nada. Si è gridato al miracolo del testo sul sociale. Certo la musica può essere anche edificante. Ma attenzione alle metafore che certi testi nascondono che magari ad una lettura superficiale dicono una cosa mentre poi se fai una lettura di secondo grado e rifletti su ciò che dicono… beh! Ci sarebbe da parlarne molto. Cosa ne pensi della situazione politica in Italia? Credo che sia da sinistra che da destra ci siano molto cose di rivedere. Mi ritengo uno spirito libero - direi 'anarchico' - e come tale non credo nella politica e nei suoi giochi. Vado a votare perché è un diritto acquisito anche in forza delle laceranti vicissitudini dei miei nonni durante l'ultima guerra, e ci andrò sempre per rispetto verso coloro che hanno lottato per esprimere il loro pensiero… Vorrei sicuramente un mondo diverso, più leale, con maggior rispetto ed educazione per il prossimo. Ed occorre anche adattarsi. Io sono fiero, non potendo vivere con la musica di fare un altro lavoro che mi dà da vivere. Se avessi creduto alle promesse degli impresari… non ti dico dove sarei adesso!! La famiglia di Stefano, oggi, com'è composta? Vivi a Montevarchi? Io con il lavoro che faccio vivo praticamente in albergo e torno a casa nei week end: ho acquistato una 'lepoldina' in campagna e vivo lì. Al momento da solo dopo molte (troppe) storie sentimentali andate a finire non bene… Cosa vorresti per Stefano Sani da qui a 20 anni? Del successo non me ne importa, vorrei lavorare con la 'L' maiuscola. Nel senso potermi esibire spesso, riapparire in televisione, essere invitato in tv come accade a molti altri artisti e poter dire la mia. Quindi se per rientrare in tv dovessi anche esprimermi in altri settori, la cosa non mi creerebbe alcuna difficoltà… unica cosa unico reality che ho amato è stato la prima edizione di "Music Farm" ma non so se parteciperei ad altri reality. Caro Stefano, il tempo è scaduto. Spero tu ti sia tolto qualche sassolino dalle scarpe e che io abbia contribuito a farti dire cose sulle quali non avevi mai avuto occasione di esprimerti in precedenza. Certamente, sei stato formidabile e perspicace captando quello che c'era ma non si vedeva, riuscendo a sintonizzarti con me, facendomi dire quello che pensavo. Qual è il tuo rapporto con internet? pensi che avrebbe facilitato all'epoca, il tuo successo? Oggi vivo ancora grazie ad internet e quindi non posso altro che ringraziarlo. Sul mio nuovo sito creato su myspace alla pagina www.myspace/stefanosani in appena un mese ho avuto quasi quattromila contatti e circa 500 amici e colleghi che si sono aggiunti spontaneamente alla friends-list. Il mio sito personale www.stefanosani.com raccoglie settemila visite mensili. Il mio pubblico mi contatta quasi esclusivamente da internet e quindi lode al world wide web!! Un saluto ai lettori di hitparadeitalia e una richiesta, se ce l'hai. Ovviamente un saluto supersonico a tutti i lettori di questo fantastico sito con tanta tanta amicizia! Si… vorrei tornare a Sanremo come dico io… vuoi sapere come? Te lo dico e glielo dichiaro perentoriamente attraverso la tua intervista: tornare assieme al mio manager Fernando Capecchi, colui che mi ha scoperto e che adesso mi manca molto. Ho avuto svariati managers dopo di lui ma nessuno purtroppo aveva le sue capacità, la sua lungimiranza e doti umane. Peccato che io l'abbia capito in ritardo ma credo che non sia mai troppo tardi per rimediare… E questo te lo auguriamo di cuore tutti noi. Che tu possa trovare un'altra Lisa. Ma che questa volta non se ne vada via come l'altra. E che ti sia un pochino più fedele e riconoscente. Ciao Stefano e a presto.
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Per chi volesse contattare direttamente Stefano Sani, può farlo tramite questo indirizzo email. |
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