INVERNO 1980/1981
( chart USA + UK + World Chart, settembre-ottobre-novembre )

# TITOLO INTERPRETE Score
1(JUST LIKE) STARTING OVERJohn Lennon1396
2THE TIDE IS HIGHBlondie882
3LOVE ON THE ROCKSNeil Diamond731
4LADYKenny Rogers720
5CELEBRATIONKool and The Gang716
6SUPER TROUPERAbba701
7WOMANJohn Lennon635
8MORE THAN I CAN SAYLeo Sayer632
9PASSIONRod Stewart627
10WOMAN IN LOVEBarbra Streisand623
11DE DO DO DO DE DA DA DAPolice569
12I LOVE A RAINY NIGHTEddie Rabbitt565
13GUILTYBarbra Streisand and Barry Gibb563
14IMAGINE [R]John Lennon513
159 TO 5Dolly Parton488
16EVERY WOMAN IN THE WORLDAir Supply466
17HUNGRY HEARTBruce Springsteen435
18ANOTHER ONE BITES THE DUSTQueen428
19IT'S MY TURN Diana Ross398
20ANTMUSICAdam and The Ants394
21STOP THE CAVALRYJona Lewie373
22BANANA REPUBLICBoomtown Rats372
23MASTER BLASTER (JAMMIN')Stevie Wonder361
24FLASHQueen357
25ANGEL OF MINEFrank Duval346
26I AIN’T GONNA STAND FOR ITStevie Wonder327
27THERE'S NO ONE QUITE LIKE GRANDMASt Winifred's School Choir324
28HEY NINETEENSteely Dan322
29HIT ME WITH YOUR BEST SHOTPat Benatar302
30TELL IT LIKE IT ISHeart301
31I MADE IT THROUGH THE RAINBarry Manilow300
32GIVING IT UP FOR YOUR LOVEDelbert McClinton299
33KEEP ON LOVING YOUREO Speedwagon281
34VIENNAUltravox273
35SAME OLD LANG SYNEDan Fogelberg259
36IN THE AIR TONIGHT Phil Collins255
37THE WINNER TAKES IT ALLAbba248
38A LITTLE IN LOVECliff Richard246
39TOGETHERTierra246
40HAPPY XMAS (WAR IS OVER)John and Yoko and The Plastic Ono Band245
41EMBARRASSMENTMadness239
42MISS SUNBoz Scaggs with Lisa Dal Bello234
43RAPTURE Blondie232
44SANTA MARIARoland Kaiser229
45LIFE IS FOR LIVINGBarclay James Harvest216
46ÜBER SIEBEN BRÜCKEN MUßT DU GEH'NPeter Maffay211
47THE BEST OF TIMESStyx206
48I'M COMING OUTDiana Ross205
49SHADDAP YOU FACEJoe Dolce Music Theatre200
50SUDDENLYOlivia Newton-John and Cliff Richard200
51FADE TO GREYVisage197
52ELDORADOGoombay Dance Band194
53TIME IS TIMEAndy Gibb193
54DON'T STOP THE MUSICYarborough and Peoples192
55DO NOTHING / MAGGIE'S FARMSpecials feat. Rico with The Ice Rink String Sounds192
56HEARTBREAK HOTELJacksons189
57YOU’VE LOST THAT LOVIN’ FEELINGDaryl Hall & John Oates175
58WHIP ITDevo171
59I AM THE BEATLook167
60RUNAWAY BOYSStray Cats164
61TO CUT A LONG STORY SHORTSpandau Ballet163
62EVERYBODY’S GOT TO LEARN SOMETIMEKorgis161
63TOO NICE TO TALK TOBeat160
64SMOKY MOUNTAIN RAINRonnie Milsap160
65I SURRENDER Rainbow159
66SEVEN BRIDGES ROADEagles159
67RABBITChas and Dave158
68NEVER KNEW LOVE LIKE THIS BEFOREStephanie Mills157
69LIES / DON'T DRIVE MY CARStatus Quo156
70KILLIN' TIMEFred Knoblock & Susan Anton154
71ONE STEP CLOSERDoobie Brothers153
72GAMES PEOPLE PLAYAlan Parsons Project151
73JOHNNY & MARYRobert Palmer149
74YOUNG PARISIANSAdam and The Ants144
75NEVER BE THE SAMEChristopher Cross138
76CRYINGDon McLean137
77HE CAN’T LOVE YOUMichael Stanley Band136
78I BELIEVE IN YOUDon Williams132
79OVER THE RAINBOW / YOU BELONG TO MEMatchbox132
80DO YOU FEEL MY LOVEEddy Grant131
81THEME FROM "THE DUKES OF HAZZARD" (GOOD OL' BOYS)Waylon Jennings129
82ROMEO AND JULIET Dire Straits127
83COLD LOVEDonna Summer127
84WHAT YOU'RE PROPOSINGStatus Quo126
85DREAMINGCliff Richard126
86THE RETURN OF THE LOS PALMAS SEVEN Madness125
87HELLO AGAINNeil Diamond124
88SANTA MARIAOliver Onions123
89SOME BROKEN HEARTS NEVER MENDTelly Savalas123
90WHO'S GONNA ROCK YOUNolans122
91FELICIDADBoney M.122
92LORRAINEBad Manners120
93DER TEUFEL UND DER JUNGE MANNPaola118
94SHINE ONL.T.D.118
95GIRLS CAN GET ITDr Hook113
96RUNAROUND SUERacey112
97AH! LEAH!Donnie Iris111
98LONELY TOGETHERBarry Manilow110
99THE WANDERERDonna Summer108
100IT'S HARD TO BE HUMBLEMac Davis107

INVERNO 1980/1981: John

La sera dell’8 dicembre cinque colpi di pistola portano via per sempre da questo pianeta John Lennon, proprio nel momento in cui l’ex Beatle sta tornando sulle scene dopo una pausa di 5 anni. La sua morte segna indelebilmente anche la classifiche che accolgono sia i suoi classici sia i brani contenuti nel suo ultimo album, “Double Fantasy”. Quattro giorni prima si sono sciolti i Led Zeppelin. Due mesi dopo, il 9 febbraio, se ne va anche Mr. “Rock Around The Clock”, ovvero Bill Haley, per un attacco di cuore. C’è pure un altro necrologio, decisamente più leggero, ed è quello della disco music, almeno negli States: l’ultimo singolo classificabile come disco music arriva al N. 1 americano. Si tratta di “Celebration” di Kool & The Gang. Il brano celebra anche il rilascio dei 52 ostaggi dell’ambasciata USA a Teheran dopo 444 giorni: avviene il 20 gennaio, poco dopo l’insediamento del neoeletto presidente attore Ronald Reagan. Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, l’Inghilterra tatcheriana è un ribollire di scene che esplodono sulle ceneri di punk e disco, osando miscelare l’inconciliabile. La scena post-punk è più rigogliosa che mai e convive con la nuova onda dell’heavy metal britannico e il revival ska. Ma soprattutto, in un trionfo di trine e merletti esplode la scena New Romantic, su cui si modellerà il pop inglese dei primi anni ’80: al momento Adam Ant è il suo Principe. Ma esordisce anche un gruppo che si chiama come un cattivo di un film degli anni ’60… Gli anni ’80 sono iniziati per davvero.

E ora iniziamo con il nostro classificone. E al primo posto c’è proprio John Lennon.

John Lennon (e Yoko Ono) – Fantasia e dura realtà

John Lennon & Yoko Ono - Double Fantasy 8 Dicembre 1980. La mattina di quel giorno John Lennon e Yoko Ono ricevono la grande fotografa Annie Leibovitz per un servizio per “Rolling Stone”. Anne vorrebbe fotografare John da solo (nessuno vuole quella cosa giapponese in copertina), ma alla fine ritrae un bacio tra i due che ripete quello che compare sulla copertina del nuovo album di John (e Yoko), “Double Fantasy”. Alle 5 del pomeriggio la coppia lascia il Dakota Building, in cui risiedono, per andare in studio e lavorare a un brano di Yoko, "Walking On Thin Ice", al momento destinato all'album successivo, su cui la coppia ha già iniziato a lavorare (si tratta di “Milk & Honey” e vedrà la luce postumo solo nel 1984). Fuori dall’edificio firmano alcuni autografi ad alcuni fan. Una foto scattata mostrerà John nell’atto di firmare un autografo al suo futuro assassino. Alle 10:50 della sera i due tornano al Dakota. All’ingresso una voce si rivolge a John: "Mr. Lennon?" . John si gira e esplodono 5 colpi di pistola. Al portiere che gli chiede sconvolto se si rende conto di cosa ha fatto, l’assassino risponde con calma "I just shot John Lennon". Nonostante una corsa disperata al Roosevelt Hospital, John Lennon muore alle 11:15.

La reazione della gente non tarda ad arrivare. Folle si radunano davanti all’ospedale e al Dakota, pregando e cantando canzoni di John. La notizia della morte dell’ex Beatle fa immediatamente il giro del Mondo. Paul all’inizio crede che sia uno scherzo. Ringo vola a New York. Il 14 dicembre, milioni di persone fanno una pausa di 10 minuti di silenzio per John. Il 22 gennaio la foto scattata da Annie Leibovitz è sulla copertina di “Rolling Stone”. Nel 2005 verrà votata la miglior copertina di sempre della rivista.

John Lennon & Yoko Ono - (Just Like) Starting Over / Kiss, Kiss, Kiss La tragedia ha un effetto sconvolgente sulle classifiche. Le vendite dell’album “Double Fantasy”, pubblicato il 17 novembre, si impennano. L’album segna il gran ritorno di John nella musica dopo la pausa intrapresa nell’ottobre 1975 per dedicarsi ai figli Sean e Julian. Composto durante una vacanza alle Bermuda e registrato durante l’estate 1980, deve il nome a quello di un fiore visto da John in un giardino botanico. Segna anche il debutto di Lennon con la Geffen, l’unica etichetta disposta a pubblicare il lavoro senza ascoltarlo preventivamente. Il primo singolo estratto esprime proprio la voglia di ricominciare di John: (JUST LIKE) STARTING OVER, dalla chiara ispirazione anni ‘50. Il disco è affidato al produttore degli Aerosmith, Jack Douglas. “Double Fantasy” comprende anche composizioni di Yoko, che son rese un po’ più commerciali del solito (traduzione: Yoko gracchia e stride meno). L’obiettivo è quello di fare un album in cui i due dialogano tramite le canzoni. La partenza dell’album non è fenomenale, arriva al N. 11 in UK e al N. 14 negli USA, per poi iniziare a scendere. Il disco non viene salutato come un capolavoro, anche per l’eccessiva presenza di Yoko, tuttavia tutti sono contenti di riavere John in circolazione. Prima dell’8 dicembre l’album riesce comunque a vendere 700.000 copie. Poi, come già accennato, tutto cambia. L’album arriva al N. 1 negli USA il 27 dicembre, scalzando Kenny Rogers, in contemporanea con il singolo, che diventa il suo secondo N. 1 solista USA, rimanendo in vetta 5 settimane. "(Just Like) Starting Over" arriva anche al N. 1 UK il 20 dicembre, mentre l’album nella stessa settimana arriva al N. 2, restandoci 7 settimane (fermato prima dagli Abba e poi da Adam Ant), per poi arrivare in vetta nel febbraio 1981. L’exploit viene quindi replicato a livello planetario.

John Lennon & Yoko Ono - Woman / Beautiful Boys A questo punto si aprono le cateratte delle classifiche. In rapida successione, grazie a “provvidenziali” ristampe entrano nelle classifiche i principali classici di Lennon, “Happy Xmas (War Is Over)” (che arriva al N. 2 UK – anche se avrebbe in teoria raggiunto la prima piazza, come vi spiegherò poi), e, ovviamente, ”Imagine” che, a quasi 10 anni dalla pubblicazione, arriva finalmente al N. 1 UK il 10 gennaio 1981, rimanendovi 4 settimane (oltre a rientrare nelle Top 10 di vari paesi). “Imagine” viene poi detronizzata da un altro singolo di Lennon, stavolta dal nuovo album, WOMAN, che a marzo arriverà anche al N. 2 USA. Il pezzo è dedicato ovviamente all’amata Yoko.

Yoko Ono - Walking on Thin Ice / It Happened La vedova pubblica a fine gennaio negli USA e in febbraio in Gran Bretagna il singolo WALKING ON THIN ICE (il pezzo su cui ha lavorato la sera dell’omicidio di John), un brano dance/new wave che diventa un moderato hit (l’unico solista di Yoko). Il testo del pezzo, che parla di vita e di morte, acquisisce un particolare valore in rapporto a quello che è successo. Nel nuovo millennio il brano verrà remixato, tra gli altri, da Pet Shop Boys, Danny Tenaglia e Jason Pierce, incontrando un grande successo nelle discoteche.


Yoko Ono - Season of GlassNon paga, la vedova renderà, a suo modo, omaggio al defunto marito. L’album “Season of Glass”, pubblicato il successivo giugno, presenterà una pessima copertina con una foto degli occhiali insanguinati di John (lei dirà per ricordare alla gente che John è stato ucciso, come se ce ne fosse stato bisogno…). Preferisco invece ricordare le parole pronunciate da una sconvolta Yoko poco dopo l’omicidio: "John loved and prayed for the human race. Please do the same for him".


Allora, dal 14 dicembre al 21 febbraio la classifica dei singoli britannica è dominata dai singoli di John. Fatta eccezione per le due settimane a cavallo del Natale 1980… C’è infatti un brano che impedisce al defunto Beatle di stare al N. 1 durante il periodo natalizio...

St. Winifred's School Choir – L’hit della nonna

St. Winifreds School Choir - There's No One Quite Like Grandma Allora… C’è stato un periodo in cui la classifica dei singoli italiana è stata presa d’assalto dalle canzoni per i bambini, spesso associate a programmi TV. Mentre in UK e USA trionfavano le nuove band new wave, noi avevamo “Chi Chi Chi Co Co Co” o “Carletto”. Ma ci sono momenti storici in cui possiamo guardare oltremanica e, puntando l’indice, urlare sguaiatamente come Nelson dei “Simpsons”: “Ah Haaaa!!”. Ebbene questo è uno di quei momenti! Il Natale 1980 vede infatti al N. 1 britannico THERE'S NO-ONE QUITE LIKE GRANDMA del St Winifred's School Choir. Il coro dei mocciosi (la cui voce solista sembra uno dei Chipmunks trattato con l’elio) non solo caccia dal N. 1 “(Just Like) Starting Over”, ma sta in vetta per ben due settimane, impedendo a “Happy Xmas (War Is Over)” di arrivare al N. 1. In realtà il brano natalizio di Lennon sarebbe stato al N. 1 nella settimana post-natalizia (il 3 gennaio). Tuttavia, dato che quella settimana non è stata pubblicata la classifica, il fatto che ha venduto più del coro scolastico non è stato mai ufficialmente registrato e i ragazzini risultano aver passato una seconda settimana in vetta. Ovviamente, il pezzo dei bimbi può contare sul ricco mercato delle nonne, che giustamente celebrate, accorrono in massa ad acquistare il motivetto per regalarlo ai nipoti, che magari avrebbero preferito un disco dei Motorhead… Il pezzo però ha un significato nascosto: in realtà inneggia alle droghe pesanti e alla venuta dell’anticristo…

Il pezzo dedicato alla nonna non è tuttavia l’unico “novelty record” (traduzione: disco novità, ovvero canzoncina strana che diventa un tormentone) che si attira l’odio degli amanti del pop-rock. Anzi, nel febbraio 1981 arriva al n. 1 quello che probabilmente è uno dei pezzi più odiati di sempre oltremanica…

Joe Dolce Music Theatre – Io sono un italiano con la chitarra il mandolino in mano...

Joe Dolce - Shaddap You Face / Ain't In No Hurry Allora, il 1981 è un anno strano. Se in estate arriverà al N. 1 britannico una scozzese che si veste da giapponese, il 17 febbraio arriva al N. 1, rimanendovi 3 settimane, un americano di ascendenze italiane trasferitosi in Australia che si spaccia per residente nel nostro Paese (!). Avete già il mal di testa, eh? Il buon Joe Dolce, artista di cabaret, ci riesce con SHADDAP YOU FACE. Il singolo è stato un N. 1 in Australia e alla fine si piazzerà in vetta in 15 paesi e avrà versioni in ben 35 lingue (da noi ci pensano Franco Franchi e Ciccio Ingrassia con “Ali Ali Ale”). Il pezzettino, cantato con accento tipicamente italo-americano, finirà per vendere oltre 4 milioni di copie nel Mondo e fino al 2005 sarà il disco australiano di maggior successo in Australia. Ma come è riuscito ad attirarsi così tanto odio oltremanica? Semplice, perché ha impedito a un vero classico della new wave elettronica di arrivare al N. 1…

Ultravox – Dramma a Vienna

Ultravox - Vienna / Passionate Reply E il pezzo in questione è VIENNA degli Ultravox. La band è tra i pionieri della musica elettronica inglese. Formata nel 1973 su iniziativa di John Foxx con il nome Ultravox! (citazione del nome di una band Krautrock, i Neu!, infatti Foxx si ispirava alla scena elettronica germanica). La band si crea una reputazione con esibizioni live e firma con la Island nel 1976. Nel 1977 esce il primo album, “Ultravox!”, co-prodotto da Brian Eno e Steve Lillywhite (futuri produttori degli U2). La band sposa l’art rock chitarristico di Roxy Music e Bowie con l’elettronica tedesca. Nel 1977 esce “Ha!-Ha!-Ha!”, album più punk, che tuttavia contiene "Hiroshima Mon Amour", che diverrà il prototipo del pezzo synth pop. Le vendite tuttavia non decollano e nel 1978 la band perde il punto esclamativo. Dopo il fallimento del terzo album, l’elettronico “Systems of Romance”, ulteriore tentativo di produrre un suono europeo, la Island li scarica e Foxx, paroliere e cantante, abbandona per dedicarsi a una carriera solista.

A questo punto entra in gioco Midge Ure, già membro del gruppo glam Slik (N. 1 in UK nel 1976 con “Forever And Ever”). Midge entra in contatto con un membro della band, Billy Currie: entrambi frequentano un club chiamato Billy’s, dove il DJ Rusty Egan è responsabile di serate dedicate alla musica elettronica e a un neo-romanticismo di stampo europeo e cinematografico, con Santo Patrono David Bowie. Il club si trasferisce poi in un locale più grande: il Blitz. In tale contesto i due iniziano a lavorare su un progetto che diventerà i Visage. E già che c’è, Midge si unisce in qualità di cantante e autore ai ricostituiti Ultravox, che all’epoca diventano un quartetto formato anche da Warren Cann e Chris Cross. La band così pubblica per la Chrysalis un nuovo album, prodotto in Germania da Conny Plank. Il lavoro si chiama “Vienna” e diventa un successo sulla scia della title-track, un pezzo synth melodrammatico (quasi la versione in musica elettronica di un impero mitteleuropeo che si sgretola) ispirato al film “Il Terzo Uomo”, accompagnato da uno dei primi video girati con approccio cinematografico (vi si racconta una storia), diretto da Russel Mulcahy. Il singolo arriva al N. 2 (vi ho già detto chi c’era al N. 1) mentre l’album arriva al N. 3. Il singolo diventa poi un hit europeo, nonché uno dei classici inglesi degli anni ’80 e rientrerà in Top 20 nel 1993.

Vienna ci consente di parlare di una delle scene del momento, che unisce synth pop e glam rock. E che si riconosce indubbiamente dal look dei suoi protagonisti.

 


Il Movimento New Romantic
È una fredda sera londinese. Voi siete pronti per uscire. Vi guardate allo specchio: la camicia con merletti è perfetta, e la giacca di taglio militaresco ottocentesco vi sta d’incanto. Stivali a posto. Il ciuffo ribelle è perfettamente in linea col vostro trucco. Giusto un po’ più di rossetto, mentre fard e ombretto son più che sufficienti. Stasera di sicuro rimorchierete qualche fanciulla al Blitz. Sempre che si tratti di una vera fanciulla. L’altra settimana siete usciti con quella guardarobiera, quella che pensavate si chiamasse Georgie, e invece era George. Vi ha detto che vuole diventare una star come Marc Bolan. Sarà. Ma con tutte le star che ci sono al Blitz perché dare retta a quella svampita? Ok, potete uscire e andare verso la vostra meta. Covent Garden. Il Blitz Club. La culla del movimento neoromantico. Ragazze vestite da ragazzi e ragazzi truccati come ragazze ballano sulla musica mixata da Rusty Egan. Kraftwerk, Roxy Music, Bowie e vari gruppi elettronici vengono miscelati con il soul anni ’70. È il suono edonistico e neoromantico che si sta forgiando. Steve Strange è un perfetto padrone di casa. Ha inciso un singolo con Egan e si dice che sia una bomba. Si dice che l’abbia scritto Midge Ure degli Ultravox, che se ne sta seduto laggiù. Sui divanetti dove sono seduti anche quei montati degli Spandau Ballet. Solo perché hanno firmato con una casa discografica si creano degli dei. Davanti a loro c’è quel tizio che si fa chiamare Marilyn che raccoglie i bicchieri. Magari spera che qualche discografico scopra pure lui. Ci sono molti giornalisti e stilisti stasera. Oh, guardate, c’è anche Annabella. Malcolm McLaren la vuole far diventare una star come Syd Vicious. Ma quella non è Siouxsie? Bene, meglio che consegnate il vostro mantello a George. Vi ha fatto l’occhiolino. Che vi dobbiate preoccupare?

Visage – Estetica dissolvenza nel grigio di un film mitteleuropeo

Visage - Visage Il gallese Steve Strange (all’anagrafe Steven John Harrington) è all’epoca una delle icone pop per eccellenza e il leader dei cosiddetti Blitz Kids. Definito come “il New Romantic definitivo”, a 17 anni va a Londra, dove inizia a lavorare per Malcolm McLaren. Nel 1980 è il portiere del club Blitz. Selezionando chi entra, di fatto determina il “look” dei frequentatori del club, ovvero l’uniforme del neoromantico. È il ritorno nella grigia Inghilterra ad una cultura pop d’evasione: gente che lavora in grigi uffici e che la sera vuole impersonare le proprie fantasie.

Visage - Fade to Grey / The Steps Steve è reduce da un’apparizione nel video (vestito da pierrot) di un pezzo arrivato al N. 1 in Gran Bretagna, “Ashes To Ashes”, di David Bowie, nume tutelare del movimento. Praticamente un’investitura ufficiale. Ora è l’immagine euro-decadente del progetto Visage, creato, come detto prima, da Midge Ure e Billy Currie con il coinquilino di Steve, il DJ del Blitz Rusty Egan. Il progetto ottiene il primo clamoroso successo con FADE TO GREY (qui un’esibizione televisiva), il secondo singolo della band, di fatto uno degli inni dell’era Neo-Romantica. Il pezzo, un synth pop ipnotico, esce il 10 novembre 1980. Poi, dopo aver riscosso successo nelle discoteche, diventa un Top 10 britannico all’inizio del 1981 (N. 7) per poi arrivare nel corso dell’anno in top 10 in 21 paesi (Italia compresa). La melodia del pezzo, scritta da Billy Currie e da Christopher Payne, viene associata al testo composto da Midge Ure. Steve Strange non è propriamente un gran cantante, e Midge gli deve dare lezioni di canto. Di fatto il pezzo è degli Ultravox. Il testo si riferisce, a quanto detto da Strange, a una visione di Berlino Est, in cui un uomo anziano si muoveva nel grigiore della città. Di qui lo “sparire nel grigio”. Evidentemente ne ha parlato con Ure, che poi ha composto il testo.

Il pezzo ha lasciato un segno anche negli anni successivi. Rifatto in versione techno dai Datura nel 1994 (con Steve), in tempi recenti è stato oggetto di alcune controversie relative a un paio di pezzi che lo hanno di fatto “vampirizzato”. Si tratta di “One Word” di Kelly Osbourne (l’autrice Linda Perry alla fine verserà parte delle royalties agli autori di “Fade To Grey”). E poi di “Stop! Dimentica” del nostro ineffabile Tiziano Ferro, che praticamente ha vampirizzato il pezzo della Osbourne. Un clamoroso caso di supervampirismo musicale? Ah, buon ultimo, anche Calvin Harris nella sua "Colours", campiona lo storico pezzo (grazie a Pop! per quest'ultima notizia).

Se Steve Strange è il Re imbellettato del Movimento che anima la Londra dell’inizio degli anni ’80, il Principe è di sicuro…

Adam & The Ants – Il Principe Pirata delle formiche

Adam and the Ants - Kings of the Wild Frontier Il Principe in questione, il londinese Stuart Leslie Goddard, con sangue rumeno nelle vene, nasce tuttavia in una famiglia di umili origini. Sua madre è una donna delle pulizie che finisce a lavorare anche per Paul McCartney e gli procura un autografo di Macca. È il primo contatto con il mondo musicale. Il ragazzo mostra sin dalla giovane età una certa propensione per la ribellione. Niente di strano che, cresciuto, si unica al movimento punk. Suona il basso nei Bazooka Joe, il gruppo che fa da spalla ai Sex Pistols nel loro primo concerto il 6 novembre 1975. Ispirato dai Pistols, lascia il gruppo per formarne uno in proprio, Adam & The Antz. Recita nel film di Derek Jarman “Jubilee”, per la cui colonna sonora registra il debutto discografico della band, "Deutscher Girls", del 1978.

La band passa gran parte del 1978 in tour con Siouxsie & The Banshees, poi finalmente firma con la Decca e pubblica nel 1979 il primo singolo, "Young Parisians", il cui fiasco li fa immediatamente scaricare dall’etichetta. Poi, per un’etichetta indipendente, la Do It, le Formiche pubblicano a fine ’79 l’album di debutto, “Dirk Wears White Sox”, un lavoro dark che mescola punk e glam. La band acquisisce un suo sparuto seguito, grazie a brani un po’ perversi come “Whip In My Valise”, tuttavia l’album fa fiasco. E così Adam va alla corte di Malcolm McLaren, l’ex burattinaio dei Sex Pistols, adorato dalla star in nuce come una divinità.

Il losco figuro all’epoca è un po’ frustrato dal fallimento di un progetto di un musical porno adolescenziale (!) e accetta di malavoglia. Alla modica cifra di 1000 sterline illumina Adam con le sue idee sul futuro del pop e gli elabora una nuova immagine. L’idea di McLaren è che al punk (e al suo “no more heroes”) debba seguire per reazione una nuova fascinazione delle masse per le figure eroiche. Considerato che la compagna-stilista Vivienne Westwood nel frattempo ha realizzato una marea di modelli ispirati all’abbigliamento del 18° secolo, propone ad Adam di vestirsi in quel modo, aggiungendovi un tocco piratesco. Musicalmente McLaren è affascinato dalle ritmiche africane e così pensa che la band dovrebbe avere un sound con ritmo tribale (pertanto associamo al vestito di pirata pure un trucco da Apache) e testi sessualmente espliciti. Però Adam lo preoccupa: il ragazzo sembra voler ragionare con la propria testa e l’idea di avere un altro Johnny Rotten tra le mani gli causa non pochi fastidi. E così ha un’altra idea: convince i compagni di Adam, gli Antz, ovvero Matthew Ashman, Leigh Gorman e Dave Barbarossa a mollare il cantante per formare i Bow Wow Wow con la sua protetta minorenne Annabella Lwin. Adam così riceve il benservito durante delle prove e fugge in lacrime. McLaren lo insegue e gli offre “generosamente” un posto come parrucchiere del gruppo…

Adam and the Ants - Antmusic / Fall-In Fine della storia della potenziale star? Niente affatto! Asciugate le lacrime, Adam medita di prendersi una rivincita. Sfruttando tutte le idee partorite da McLaren. Incontrato il chitarrista Marco Pirroni, con lui scrive una serie di pezzi pop di facile presa e forma una nuova versione delle Formiche, con due batteristi. La band firma per la CBS e pubblica l’album “Kings Of The Wild Frontier” il 6 novembre. E sfonda, mentre McLaren nel frattempo non riesce a far decollare i suoi Bow Wow Wow. Addizionate un sound ritmico tribalistico ad un immaginario eroico-erotico, ed ecco a voi la nuova star del New Pop. Il secondo singolo estratto, "Dog Eat Dog", arriva al N. 4 UK nell’ottobre 1980. ANTMUSIC, il terzo, è l’inno della band, che invita il pubblico a seguire la propria musica, e arriva al N. 2 nel gennaio 1981 (bloccato solo da John Lennon), mentre l’album arriva trionfalmente al N. 1. In contemporanea entra in classifica anche la vecchia "Young Parisians". “Antmusic” (che a fine anni ’90 verrà rifatta da Robbie Williams), arriva anche al N. 1 in Australia. Per un paio di anni il Principe Pirata Tribale sarà la star N. 1 d’Albione.

Ma torniamo ai Blitz Kids, tra cui ci sono anche…

Spandau Ballet – Verso la gloria e oltre

Spandau Ballet - To Cut a Long Story Short Cinque ragazzotti del Nord di Londra che amano molto vestirsi da dandy a dicembre approdano per la prima volta nella Top 5 britannica. La band nasce nel lontano 1976, quando Gary Kemp (futuro autore dei pezzi della band) e Steve Norman, compagni di scuola, decidono di formare un gruppo. Arrivano così John Keeble, Michael Ellison (che alla fine sarà sostituito nella formazione finale dal fratello di Gary, Martin) e il cantante Tony Hadley. All’inizio i cinque si chiamano The Makers, ma poi, una visita a un club di Spandau, fa loro cambiare il nome. Il Balletto di Spandau sta a indicare il “ballo di morte” degli spasmi che gli impiccati facevano sul patibolo del carcere dell’omonima cittadina teutonica (allegria!). La band è guidata dal manager Steve Dagger che fa tutto quanto il possibile per attirare l’attenzione sui suoi protetti: all’epoca va il punk, niente di meglio quindi che vestirli da dandy. La band tuttavia ha origini operaie e non nasconde mai il fatto di vedere nella musica un veicolo per un’edonistica affermazione sociale. I ragazzi vestiti con kilt e camicie medioevali iniziano a far parte della fauna del club Blitz. Nell’estate 1980 un documentario TV mostra alla nazione la strana popolazione del locale. E gli Spandau, forti già di un “look distintivo” e di un suono debitore delle scelte musicali del club che frequentano, che miscela elettronica con funk-soul anni ’70, fanno la parte del leone. Il giorno dopo tutte le case discografiche li vogliono. E il furbo Dagger sfrutta al meglio la situazione. TO CUT A LONG STORY SHORT è il loro biglietto da visita. Il testo esprime la filosofia narcisistica della band (“I am beautiful and clean and so, so very young”). Musicalmente è un funk-elettro, un po’ monotono ma efficace, prodotto dal musicista elettronico Richard James Burgess, membro dei Landscape e responsabile della definizione “New Romantic”. Spandau Ballet - Journeys to Glory Il singolo esce per la Chrysalis, arriva al N. 5, ed è seguito da un altro Top 20, THE FREEZE, anch’esso estratto dall’album di debutto “Journeys to Glory”, che esce a febbraio e anch’esso si piazza nella Top 5. Il suono proposto presenta batterie in evidenza, suoni dance che fanno flirtare funk e punk con l’elettronica. La copertina, che raffigura un busto neoclassico e contiene una nota che parla di “ritmi immacolati”, “musica per eroi” e “sentieri di gloria”, susciterà l’ammirazione di una rivista neofascista che li acclama come esponenti di un’arte “muscolosa e nordica” (sic)… La band sembra destinata a dominare la scena, ma ecco che all’orizzonte compaiono già dei temibili rivali che alla fine gliela ruberanno…

Duran Duran – Barbarella chiama il Pianeta Terra

Duran Duran - Planet Earth Arrivano da Birmingham, dove il movimento Neoromantico è ancora underground, ma ha attecchito al Barbarella's Club. Il Club deve il nome al celeberrimo film fanta-camp di Roger Vadim interpretato da Jane Fonda nei lontani anni ’60. Anche la band prende il nome (storpiandolo) dal dottore folle del film, Durand Durand. La band nasce nel 1978 per azione di Nigel John Taylor e Nicholas James Bates (diventato Nick Rhodes, in onore del suo piano preferito). I due formano dapprima una band punk. Per un periodo il cantante è Stephen Duffy, che tuttavia molla nel 1979. Conoscerà un breve periodo di successo come solista a metà anni ’80 e nei 2000 scriverà molti hit di Robbie Williams. All’epoca la band riesce ad esibirsi in un Club di Birmingham, il Rum Runners. Lo gestiscono i due fratelli Berrow, Paul e Michael. Hanno visto lo “Studio 54” di New York e vogliono farne una piccola versione locale. Cercano una band che suoni come una via di mezzo tra “Gino Soccio, Genesis e Chic”. Assoldati, tuttavia mancano di un batterista e un chitarrista. Reclutano così Roger Taylor e Andy Taylor (nessuno dei Taylor è imparentato). E come cantante, fanno un provino all’ex moroso di una ragazza che lavora come barmaid al Rum Runners. Il tipo si presenta con pantaloni attillati leopardati rosa. Si chiama Simon John Charles Le Bon. Finanziati da Michael Berrow, i cinque vanno in tour come supporto della cantante Hazel O’Connor, all’epoca molto nota in UK. Guadagnando 10 sterline a concerto e dormendo in un furgone la band inzia così la scalata al successo.

I cinque vengono etichettati come “the next big thing”, scatenando una battaglia tra EMI e Phonogram per assoldarli. La spunta l’EMI, scelta in quanto ex casa discografica dei Beatles. Il primo disco della band è PLANET EARTH (qui la “Night Version” registrata al Rum Runners), che esce il 2 febbraio, arrivando al N. 12 UK il 21 febbraio. Il pezzo è accompagnato da un video diretto da Russel Mulchany (ancora lui!), il primo di 12 che il regista girerà con la band, che appare vestita secondo i terrificanti canoni Neo-Romantic. Simon, in particolare, sembra una specie di caballero gay sovrappeso… Ma le ragazzine non sembrano aspettare altro. Per la prima volta si cita nel testo di un pezzo il movimento neoromantico ("Like some New Romantic looking for the TV sound"). Il messaggio viene emesso nell’etere. Il Pianeta sta per riceverlo in pieno. E in futuro il pezzo verrà suonato dalla Nasa al ritorno delle missioni dello Shuttle.

Ne avete abbastanza di edonistici atteggiamenti decandenti? La rigogliosa scena inglese non è popolata solo di Dandy. Anzi, mettetevi occhiali scuri, cappello pork pie e pantaloni stretti che arrivano alla caviglia. Perché un altro movimento che sta conoscendo un grande successo da ormai un anno è…

 


Il Revival 2 Tone-Ska
L’esplosione dell’etichetta 2-Tone e del revival ska avvenuta nel 1979 produce hit su hit anche questo inverno e quasi tutte le principali band del movimento sono in classifica.

Madness – La sorellina e il 7

Madness - Embarrassment / Crying Shame Il successo dei “Nutty Boys” di Camden Town nella Uk chart non sembra conoscere soste. A dicembre sono nella Top 10 con EMBARASSMENT, il loro quinto Top 10. Il pezzo, scritto da Lee Thompson e Mike Barson, è il secondo estratto dal fortunato secondo album “Absolutely”, uscito a settembre. Nonostante la musica sia apparentemente allegra, il testo non lo è affatto. Parla infatti di una storia di vita vissuta da Thompson: la sua sorellina adolescente è rimasta incinta di un uomo di colore e il brano racconta della reazione della famiglia, tra vergogna e rabbia. Va però detto che alla fine le cose si son sistemate e quando il nipotino di Thompson è nato, la famiglia lo ha accolto in pieno e la Madness - The Return of the Los Palmas 7 “vergogna” si è dissolta. Anche il video è piuttosto cupo, cosa inedita per la band, nota più che altro per pezzi scanzonati e divertenti (anche se il loro primo Top 10, “One Step Beyond” alla fin fine riguarda il passare all’altro Mondo…). In realtà, come ammetterà il cantante Suggs McPherson, i sette si son sempre ispirati al Vaudeville e ai suoi comici, in cui le risate spesso celano tristezza e malinconia. La band quindi ottiene il terzo Top 10 UK dall’album con THE RETURN OF THE LOS PALMAS 7, pezzo strumentale scritto da Mike Barson, Mark Bedford e Daniel Woodgate che arriva al N. 7, rimanendo in classifica 7 settimane…

The Beat - Too Nice to Talk To / Psychedelic Rockers In classifica UK ci sono anche altre i Beat (dai quali poi deriveranno i Fine Young Cannibals) con il quarto Top 10 nel giro di un anno, TOO NICE TO TALK TO (N. 7), pezzo che parla di un ragazzo che si paralizza e ammutolisce quando compare la fanciulla dei suoi sogni ("She's too pretty, she'll ignore you/ She'll tell all your friends that you made a pass at her and they'll laugh/ You'll make a fool of yourself"). Il punk-reggae della band (più che ska è uno skank veloce) caratterizzato da un basso febbrile fa parte della colonna sonora del periodo.


The Specials - Do Nothing / Maggie's Farm Ma la band di punta dell’intero movimento sono gli Specials di Jerry Dammers (fondatore della 2-Tone) e Terry Hall, che iniziano a modificare lo ska degli esordi per esplorare sonorità diverse. In particolare Dammers è interessato alla musica easy listening (con particolare riferimento per la “musica da ascensori” – secondo un altro membro della band, Neville Staple, questo è la conseguenza del passare troppo tempo in tour, tra sale d’aspetto, ascensori, alberghi e aerei: in quei posti si sente solo quella musica!). La sperimentazione porta all’album “More Specials”, uscito a ottobre, da cui viene estratto come secondo singolo il doppio Lato A DO NOTHING / MAGGIE'S FARM (N. 4 UK). Il primo brano è un rock steady che parla di uno che è in cerca del proprio futuro e intanto gironzola azzimato come non mai, dato che "Fashion is my only culture” (un anticipo dei tempi?). Il secondo brano, “Maggie’s Farm”, è una cover di un pezzo di Bob Dylan, trasformata per l’occasione in una netta presa di posizione contro il governo conservatore della Thatcher.

A dire il vero il movimento 2-Tone ormai è abbondantemente vampirizzato da tutti e così, accanto a vario merchandising (dai cappelli alla Borsalino ai distintivi), compaiono svariati gruppi-cloni delle band della storica etichetta. Poche arrivano al successo, e tra queste i grossolani Bad Manners, che, dopo un N. 3 in novembre con “Special Brew” ottengono un altro hit, seppur minore, con LORRAINE, che ha pure successo in Italia. Il successo da noi è legato all’esibizione a San Remo, dove il cantante grassone Buster Bloodvessel mostra le chiappe alla platea inorridita. La stessa canzone è stata presentata a Top Of The Pops con Buster vestito da Enrico VIII in compagnia di una bambola gonfiabile, come potete apprezzare nel video…

E le Cattive Maniere ci permettono di inaugurare una nuova rubrica...

 


Stranieri a San Remo
San Remo 1981 passerà agli annali come il festival della rinascita. Nei prossimi mesi vedremo molti successi italiani nati a San Remo impazzare per la classifiche europee (tedesche in primis). Al contempo, la rassegna ligure ospita anche alcuni grandi nomi internazionali in qualità di ospiti. Beh, non tutti grandi (una caratteristica di San Remo è quella di offrire superstar affiancate ad autentiche “sole”). Tra gli artisti internazionali che beneficiano del passaggio sanremese ci sono sicuramente i Dire Straits, il cui terzo album, “Making Movies”, diventerà il best seller della stagione invernale-primaverile italiana. E che al momento sta andando molto bene in tutta Europa...

Dire Straits – Mark e Giulietta nel Tunnel dell’Amore

Dire Straits - Making Movies La band di Mark Knopfler è infatti al quarto posto della UK chart con l’album, che segna un passo verso una maggiore complessità degli arrangiamenti rispetto ai due predecessori. Durante la lavorazione di questo, la band si riduce a un trio, formato da Mark, John Illsley (basso) e Pick Withers (batteria). David Knopfler, fratello di Mark, infatti se ne va via in modo piuttosto polemico e turbolento (non si riconcilierà con Mark). Nell’album invece come tastierista compare Roy Bittan, della E Street Band di Bruce Springsteen. Non per niente il produttore è Jimmy Jovine, produttore anche di “Born To Run” del Boss. Dire Straits - Romeo and Juliet / Solid Rock L’album contiene l’epica TUNNEL OF LOVE (qui c'è un'altra versione del video), che parte con il “Carousel Waltz” di Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II. Una triste storia di paura d’amare ambientata in un Luna Park. Il brano, pubblicato su singolo solo in alcuni mercati, diventa un successo enorme in Italia. Clamorosamente invece, forse a causa della lunga durata (oltre 8 minuti) è un sonoro insuccesso nel mercato anglosassone (non va oltre la 54esima posizione!). In compenso la band si rifà sul mercato dei singoli di casa con la grande ballata ROMEO AND JULIET, che diventa il loro secondo Top 10 hit UK in febbraio. Il pezzo, introdotto da un famoso arpeggio di Mark, narra di due amanti che si lasciano perché "The time wasn't right". In effetti non è filologicamente corretta con la tragedia di Shakespeare (Come ben tutti sanno Romeo e Giulietta non si son mollati). Esso trae ispirazione dalla storia finita di Mark con la musicista Holly Vincent (leader di Holly And The Italians). Mark ritiene di essere stato usato da lei per fare carriera e cita una frase della tipa nel testo ("Now you just say, oh Romeo, yeah, you know I used to have a scene with him"). Il pezzo si basa sulla struttura delle ballate inglesi, ed è infatti basato su una forma di dialogo tra i due amanti Shakespeariani, tuttavia contiene anche riferimenti a West Side Story, ispirato anch’esso alla tragedia del Bardo.

Robert Palmer - Johnny and Mary / In Walks Love Again Un altro personaggio che diventerà popolare in Italia dopo la sua partecipazione al Festival ligure è Robert Palmer, anche lui in classifica con un pezzo ispirato a una coppia. JOHNNY & MARY è stata registrata alle Bahamas (diventate la dimora dell’autore) come l’album che la contiene, “Clues”, che rappresenta la svolta verso la new wave di Palmer, che nell’album collabora anche con Gary Numan e Chris Frantz dei Talking Heads. Come i precedenti lavori di Palmer, singolo e album son accolti con indifferenza in Gran Bretagna (dove "Johnny And Mary" non va oltre la 44esima posizione), mentre diventano grandi successi in Europa continentale (il pezzo arriva al N. 7 in Germania). Il brano conoscerà successivamente ulteriore fama per il suo impiego in spot automobilistici della Renault. Del pezzo esistono anche numerose cover, tra cui di Tina Turner, Status Quo e Placebo.

 


Altri grandi N. 1 del periodo

Se lo ska è molto popolare oltremanica, il cugino reggae è ormai uno dei generi di maggior successo internazionale. Ci son molti musicisti bianchi che sperimentano con il genere giamaicano e tra questi, la pop band di maggior successo mondiale del periodo…

Blondie – Debbie gioca col reggae

Blondie - Autoamerican Dopo aver raggiunto la vetta della UK chart per la quinta volta con questa cover di un pezzo scritto da John Holt e già registrato dalla band giamaicana dei Paragons nel 1967, Debbie Harry e i suoi Blondie arrivano in gennaio anche al N. 1 americano (il loro terzo). Il singolo è il primo estratto dal loro quinto album “Autoamerican”, prodotto dal fido Mike Chapman, con cui abbandonano in parte il power pop-dance-punk degli album precedenti per giocare con vari generi, tra cui jazz e blues, per tacer dell’impiego di orchestre sinfoniche e delle cover di pezzi di musical. Blondie - The Tide Is High / Susie and JeffreyIl mix, sebbene un po’ troppo eclettico e complessivamente inferiore rispetto ai predecessori, vende comunque bene, arrivano nelle Top 10 su ambo le sponde dell’Atlantico. Se THE TIDE IS HIGH è un’incursione nel territorio reggae con venature calypso, la successiva “Rapture”, che già fa capolino nella UK chart, si rivela un ardito esperimento con il rap che riporterà la band al N. 1 USA in primavera. Per il successivo N. 1 in UK invece dovranno aspettare ben 19 anni. E dopo 22 anni “The Tide Is High” ritornerà in vetta alla classifica britannica con una cover un po’ troppo plastificata ad opera delle Atomic Kitten.

The Police - De Do Do Do, De Da Da Da / A Sermon Il gruppo che ha saputo più di ogni altro miscelare rock e reggae, i Police, è pure presente nelle classifiche transoceaniche con DE DO DO DO, DE DA DA DA, secondo estratto da “Zenyatta Mondatta”, il terzo album. Il pezzo è decisamente il meno riuscito tra quelli pubblicati su singolo dal trio dei miracoli, tuttavia questo non impedisce di entrare nelle Top 10 (il primo Top 10 USA del trio). Il pezzo, come dirà Sting, è il tentativo di scrivere qualcosa simile a pezzi nonsense come “Da Doo Ron Ron” e “Do Wah Diddy Diddy”.


The Boomtown Rats - Banana Republic Ancora reggae anche per l’ultimo grande hit dei Boomtown Rats di Bob Geldof, BANANA REPUBLIC. La Repubblica delle Banane è la loro nazione natale, ovvero l’Irlanda ("Everywhere I see, the black and blue uniforms, police and priests"), in cui alla band viene vietato di esibirsi dal vivo per paura di disordini. Diventati la prima band irlandese ad arrivare al N. 1 UK, si trovano le porte di casa chiuse… Tra 4 anni nessuno oserà più chiuderle a Bob, oramai diventato santo…


Eddy Grant - Do You Feel My Love? / Symphony For Michael Opus 2 Sempre sul versante reggae, debutto nella Top 10 britannica per Eddy Grant con DO YOU FEEL MY LOVE. Eddy tuttavia non è un novellino. Nel 1968 ha già visto la vetta della UK chart con il gruppo The Equals e la loro “Baby Come Back”, primo N. 1 di un gruppo misto.


Ma dopo questa scorpacciata di reggae, passiamo al puro pop scandinavo, che domina le classifiche dei singoli e degli album di Inghilterra e Germania prima del ciclone Lennon.

Abba – Scene da due matrimoni finiti

ABBA - Super Trouper L’album che domina la classifica inglese per 9 settimane tra novembre e gennaio è SUPER TROUPER, settimo album degli Abba (e loro sesto N. 1 britannico). Il quartetto svedese ottiene anche l’ultimo singolo che arriva N. 1 in Gran Bretagna (il loro nono) con la title-track, che rimane in vetta per tre settimane tra novembre e dicembre. Il titolo del brano (N. 1 anche in Germania) si riferisce ai riflettori che vengono usati per illuminare i concerti negli stadi: è ben risaputo che i quattro non amano molto esibirsi dal vivo, anche per alcune minacce ricevute in passato. L’album segna un maggior impiego di sintetizzatori. ABBA - Super Trouper / The Piper Prima della sua uscita è atteso al punto che vende oltre 1 milione di copie solo su prenotazione e, inevitabilmente, entra nelle classifiche di mezzo mondo, arrivando al N. 1 in più di una decina di paesi. D’altra parte il singolo che l’ha preceduto (arrivando al N. 1 in tutta Europa e ora in salita nella USA chart) è forse il capolavoro dei quattro, “The Winner Takes It All”. Il disco presenta testi molto personali, a partire proprio dal primo singolo, che tratta del divorzio tra Björn e Agnetha. In gennaio Björn sposa in seconde nozze Lena Källersjö, ma i problemi famigliari son tutt’altro che terminati per i quattro: a febbraio Benny e Anni-Frid annunciano il loro divorzio. Quello che era il gruppo d’oro del pop europeo anni ‘70 oramai è formato da due coppie scoppiate. Durerà ancora? Intanto le vendite vanno alle stelle anche in Sud America, grazie a un album appositamente registrato in spagnolo, mentre un singolo, “Hovas Vittne”, realizzato per il 50esimo compleanno del manager Stig Anderson in sole 200 copie in vinile rosso, scatena una vera e propria caccia da parte dei collezionisti.

Al N. 1 degli album britannici, invece, dopo John Lennon, arriva un debuttante molto esperto...

Phil Collins – C’è qualcosa di nuovo nell’aria...

Debutta in grande stile il batterista e cantante dei Genesis, Philip David Charles Collins, con uno dei brani più noti dell’intero decennio, IN THE AIR TONIGHT (qui l'esibizione a Top Of The Pops). Cosa dire su un pezzo su cui s’è detto già tutto? In primis vi rimando alla scheda di Orlando e al volo charter di Christian. Per i pigri riassumo così: la moglie lo molla, lui ci scrive un pezzo sopra che tuttavia viene interpretato come la descrizione di un incidente cui ha assistito (uno annega e uno che poteva salvarlo non lo fa), con tanto di leggenda metropolitana dello smascheramento del colpevole di mancata assistenza. Per quanto Phil la smentisca, la storia si arricchisce di nuovi particolari ogni volta (l’annegato è amico di Phil, il colpevole smascherato si suicida, l’annegato è l’ex moglie – per la cronaca, ancor viva e vegeta invece -, ecc…). Lui la bolla come una “strana mania americana”, chiarendo che comunque il pezzo è stato influenzato dal suo divorzio e che il testo gli è venuto di getto. In ogni caso la leggenda urbana finirà citata anche in “Stan” di Eminem (che peraltro sbaglia il titolo del pezzo chiamandolo “In The Air Of The Night” sic…).

Phil Collins - Face Value Phil suona tutti gli strumenti nel pezzo, che è caratteristico sia per il suono della batteria (a cui con un filtro del mixer elimina il riverbero – si tratta di un effetto scoperto casualmente da Phil qualche mese prima, mentre registrava un pezzo per il terzo album solista dell’ex compare Peter Gabriel) sia per la struttura ritmica, che anticipa molta produzione anni ’80. Il risultato è un pezzo ipnotico e cupo che, dopo aver agguantato la posizione N. 2 in UK (bloccato solo da John Lennon) fa sfracelli in tutto Europa (Italia compresa). Negli USA, dove peraltro i Genesis sono meno popolari (per il momento) si deve accontentare di un onorevole piazzamento in Top 20. A dire il vero il successo del brano è pregiudicato anche dall’accoglienza controversa che le radio USA riservano all’album “Face Value”. Dato che nel disco suonano i fiati degli Earth, Wind & Fire, una delle band di punta del soul, le radio non sanno come gestirlo. Le radio pop-rock non programmano pezzi di artisti neri, mentre quelle di musica nera non programmano pezzi di artisti bianchi. Sembra demenziale, ma nel 1981 è così…

Tutto l’album nel suo complesso riguarda il recente divorzio di Phil, come evidenziato anche dagli altri singoli estratti, “I Missed Again” e “If Leaving Me Is Easy”. L’album esce il 9 febbraio 1981 e arriva in vetta alla UK chart il 21 febbraio, riuscendo a detronizzare “Double Fantasy” e rimanendovi 3 settimane. Nonostante i problemi sopra citati, nel tempo arriverà a vendere negli USA oltre 5 milioni di copie. Anche perché “In The Air Tonight” verrà inserita nel 1985 nella colonna sonora del pilota del telefilm cult “Miami Vice” (serie a cui Phil parteciperà come attore in seguito). Il pezzo, remixato da Ben Liebrand, rientrerà in Top 5 UK nel 1988, nel 2001 verrà campionato da Lil’ Kim e nel 2007 ritornerà nella Top 20 UK grazie al suo impiego in uno spot pubblicitario… Bene. Mi pare che a sto punto non ci sia più niente da dire… Forse.

C’è anche il gran finale della Disco Music con il suo ultimo N. 1 americano…

Kool & The Gang – La disco muore festeggiando

Kool & the Gang - Celebration / Morning Star CELEBRATION, già arrivata al N. 7 UK, diventa il 7 febbraio 1981 l’unico N. 1 della carriera dello storico collettivo funk-soul, nato negli anni ‘60 per mano di Robert “Kool” Bell. Rappresenta un perfetto termine di transizione tra la disco e l’R’N’B Funk con venature fusion jazz che si ballerà negli anni ’80, di cui Kool sarà indiscusso maestro. Inutile dire che il brano è diventato un autentico classico suonato a ogni ricorrenza, dai compleanni agli eventi sportivi (come già ricordato, il 26 gennaio viene suonata per festeggiare il rilascio degli ostaggi dell’Ambasciata Americana in Iran, e in seguito sarà il pezzo tema del Superbowl 1981 e nel 1984 verrà pure usata alla Convention Democratica …). Il pezzo è tratto dall’album “Celebrate!”, prodotto nientemeno che dal musicista jazz Eumir Deodato (autore nei primi anni ’70 di una clamorosa versione di “Also Spracth Zarathustra”). Se Kool e la sua gang otterranno grandi hit anche negli anni successivi, spesso con ballate soul piuttosto zuccherose a partire dal titolo (“Cherish”), si può dire che la Disco esali l’ultimo respiro proprio intonando “Celebration”. Ufficialmente, infatti, questo è l’ultimo N. 1 USA etichettabile (per quel che valgono le etichette) come “Disco Music”.

La morte della Disco

Molti sostengono si sia trattato di omicidio. Alcuni di un suicidio. Altri ancora di una tragica fatalità legata all’ingordigia e agli eccessi. Qualcuno addirittura parla di una terribile malattia. Forse hanno tutti ragione. Sta di fatto che la Disco giace esanime su un marciapiede, avvolta nella sua scintillante camicia di raso. Dei testimoni hanno detto che mentre stava uscendo da una discoteca è stata circondata da alcuni soggetti con magliette inneggianti alla pena capitale per i Bee Gees. Figuri appartenenti a vari movimenti anti-disco (strane associazioni di rockettari, predicatori e politici conservatori) che le hanno assestato sulla crapa una serie di bastonate. La scientifica, dopo aver analizzato biciclette e pigiami, ha appurato che si è trattato di una tragica fatalità legata all’ingordigia di case discografiche e produttori. Dopo aver fagocitato la classifiche negli ultimi anni, il genere ha semplicemente fatto indigestione. Sembra tuttavia che i primi soccorritori non abbiano prestato tutte le cure del caso a causa della sua cattiva reputazione. In fondo la Disco ha un passato equivoco, e fino all’ultimo minuto è andata a braccetto con neri, drogati e omosessuali. E in questo momento i gay stanno morendo di una misteriosa malattia. Meglio non praticare la respirazione artificiale allora, non si sa mai…

Il cadavere viene scaricato all’obitorio. Da cui tuttavia sparirà poche ore dopo. Molti diranno che è stato trafugato da qualche scienziato pazzo che lo vuole rianimare. Qualche folle dice che è addirittura risorto. O forse, non era proprio morto. Sta di fatto che molti diranno di avere visto la Disco, sotto falsi nomi, sopravvivere nei club underground americani, mentre la scena mainstream verrà progressivamente conquistata dal figlio ribelle, a differenza di mamma dichiaratamente misogino e omofobico, chiamato hip hop. In questi club la Disco darà alla luce i figli prediletti da tanti padri diversi, tutti DJ. Nel Paradise Garage nascerà il Garage, il FunHouse darà i natali al Free Style, mentre il The Saint sarà la culla dell’HI-NRG. E sarà quest’ultima a varcare per prima l’oceano, producendo numerosi hit nella più tollerante e variegata Europa. Ma sarà proprio da Chicago, la città del Disco Demolition del luglio 1979, che tra qualche anno nascerà un genere chiamato House. Molti lo additano come una nuova identità della Disco. E la sua vendetta sul pop-rock sarà terrificante.

Yarbrough & Peoples - Don't Stop the Music Intanto nelle classifiche si fa largo il soul elettronico Post-Disco che caratterizzerà la dance anni ‘80. Si tratta di DON'T STOP THE MUSIC del duo di Dallas Yarbrough & Peoples (N. 7 UK), recentemente campionato da Keyshia Cole nel suo Top 10 USA del 2007 “Let It Go”. E parlando di musica black da discoteca, gran successo sta ottenendo negli USA il funk elettronico a luci rosse offerto da Prince con il suo "Dirty Mind".


In ogni caso, a fine 1980, i personaggi istericamente etichettati come “disco” fanno sempre più fatica in classifica. Molti cadono nell’oblio, altri trovano rifugio nella più accogliente Europa, ben più disposta a flirtare ancora con il genere maledetto, altri aggirano il problema in un modo semplice. Rischiano il linciaggio se vanno su un palco? E allora se ne restano dietro le quinte, scrivendo hit clamorosi per altri artisti che non vengono percepiti dall’americano medio come “disco”. È il caso dei Bee Gees. Oramai i tre fratelli sono considerati il Male dalla stampa musicale. Pagano il successo ottenuto con la “Febbre Del Sabato Sera” e nessuno sembra ricordarsi che facevano musica lustri prima della comparsa della disco. Tuttavia i fratelli Gibb sono compositori con i fiocchi. E nel corso degli anni ’80 scrivono una sfilza di hit per altri artisti. Come la Signora di cui parliamo or ora, che se ne sta al N. 1 in mezzo mondo…

Barbra Streisand – La Signora è rea confessa e ne gode

Barbra Streisand - Guilty  / Life Story Dopo il N. 1 mondiale WOMAN IN LOVE uscito in settembre (pertanto ne parlerò quando tratterò dell’autunno 1980), Barbra fa uscire il secondo singolo, la title-track del suo album GUILTY (qui un’esibizione live). L’album, che venderà la bazzecola di 20 milioni di copie, è stato scritto e prodotto dai Gibb e dal team di produttori dei Bee Gees. La scelta di collaborare con i Bee Gees è stata fatta dalla nostra canoppiona dopo lo straordinario successo dei fratelli tra il 1978 e il 1979. Il disco segna il più grande successo musicale della cantante/attrice/regista in un momento in cui invece la sua carriera cinematografica sembra andare incontro a uno stop. Infatti, la commedia nera con Gene Hackman “Tutta La Notte” si rivela il suo primo flop dopo una serie di successi che l’ha resa l’attrice di maggior successo commerciale di Hollywood degli anni ’70. “Guilty”, eseguita in duetto con Barry, non arriva al N. 1 come “Woman In Love” (che è ancora in classifica in mezzo mondo, al N. 1 in Germania e Italia durante il periodo considerato), ma diventa comunque un grande Top 3 negli USA e si porterà a casa un Grammy come miglior duetto.

Da segnalare che i Gibb scriveranno un pezzo che arriverà al N. 1 USA nel 1983 nell’interpretazione di un clamoroso duetto formato da due artisti che arrivano al N. 1 USA proprio in questo periodo. E la cosa clamorosa è che sono artisti etichettati come “country”!

Kenny Rogers - Lady / Sweet Music Man Certo, Kenny Rogers flirta spesso con altri generi, come accaduto negli anni ’60 con la psichedelia. Ora LADY, scritta (e si sente!) e prodotta (e si sente!) da Lionel Richie, ha portato il canuto veterano al N. 1 USA a metà novembre, rimanendoci per 6 settimane (solo John Lennon lo scalzerà). È il classico lentazzo piuttosto mellifluo made by Richie, solo che stavolta a interpretarlo è una star del country. Come dirà Rogers: Lionel veniva dal R’N’B, lui dal country, e si son trovati a metà strada nel pop. Kenny voleva cambiare genere e ammirava i Commodores, per cui Richie aveva scritto d’altra parte un pezzo dalle venature country come “Sail On”. Il pezzo è il primo degli anni ’80 ad abbattere le frontiere tra le classifiche americane, arrivando al primo posto in quattro diverse classifiche di Billboard (Hot 100, Black, Country e Adult Contemporary), rinsaldando il successo del veterano Kenny e lanciando di fatto la carriera di Richie come compositore per altri artisti (di lì a poco lancerà anche la sua carriera solista). Oltreoceano invece il successo del brano è decisamente minore, dato che in UK il brano non va oltre la N. 12. La cosa è clamorosa anche perché qualche mese prima Kenny è stato al N. 1 UK con un altro singolo, “Coward Of The County”.

L’altro nome invece è decisamente più country. Ed è, come la Streisand, una cantante e attrice di straordinario successo in patria.

Dolly Parton – Il country dell’impiegata

Dolly Parton - 9 to 5 / Old Flames Can't Hold a Candle to You Si tratta dell’esuberante figlia del Tennessee Dolly Parton. La prosperosissima Dolly (le cui leggendarie ghiandole mammarie sono un monumento nazionale negli USA – per tacer del fatto che la pecora Dolly sarà battezzata col suo nome per il fatto di esser stata clonata da una cellula di una mammella…) ottiene uno dei suoi più grandi hit in febbraio con 9 TO 5, tema del film omonimo (da noi chiamato “Dalle Nove Alle Cinque Orario Continuato”) in cui Dolly, al suo debutto cinematografico, interpreta una segretaria che, assieme a Jane Fonda e Lily Tomlin, si ribella al dispotico dirigente. Il pezzettino è un pop country divertente (sicuramente di più del pezzo di Rogers) che arriva al N. 1 USA il 21 febbraio (nonostante la straordinaria carriera, l’interprete di “Jolene” non era ancora arrivata al N. 1 della Billboard Hot 100). Tra parentesi, il maggior successo della Parton è un altro brano legato al cinema, e più precisamente, a 3 film (!). Si tratta di un brano da lei composto nel 1974 che, dopo essere diventato un successo country, viene impiegato da Martin Scorsese nel suo (bel film) “Alice Non Abita Più Qui”. 8 anni dopo, nel 1982, Dolly ne registra una nuova versione per la soundtrack di un altro film da lei interpretato, “Il Più Bel Casino Del Texas” (con Burt Reynolds). Il brano tuttavia conoscerà il successo mondiale solo 10 anni dopo, nel 1992, ad opera di un’altra artista. Un suo pezzo, una ballata intima e delicata diventerà una specie di leviatano nella versione istericamente pompata da Miss Whitney Houston quando verrà impiegato come pezzo di punta del primo film da lei interpretato, “The Bodyguard”. Avete capito di che pezzo parlo, vero? Sennò cliccate qui!

Eddie Rabbitt - Horizon Un altro grande hit country-pop è I LOVE A RAINY NIGHT di Eddie Rabbitt. Eddie è forse l’unica country star nata a Brooklyn da una famiglia irlandese. Dopo aver scoperto il country attraverso i boy scout (!), ha fatto per anni gavetta, fino a che, nel 1970, una sua canzone viene registrata nientemeno che da Elvis, aprendogli molte porte. E il 28 febbraio 1981, a distanza di 5 anni dal debutto in classifica come interprete, ottiene il più grande hit della sua carriera, piazzandosi al N. 1 della Billboard chart. Il pezzo è stato composto partendo da una registrazione fatta 12 anni prima durante una notte piovosa dal musicista, scomparso nel 1998 a soli 56 anni.

 


Cinema e musica

Abbiamo parlato di numerose regine della musica che si dilettano di cinema? Beh, la lista non è finita. Anche se la Regina in questione non è esattamente una donna…

Queen – fumetti per la Regina

Queen - Flash Gordon Mentre nelle classifiche sta scendendo il terzo estratto dal fortunatissimo “The Game”, ovvero “Another One Bites The Dust”, l’8 dicembre esce il nuovo lavoro dei Queen e si tratta di una colonna sonora. Il film in questione è una specie di superproduzione messa su da Dino De Laurentiis. Si tratta di “Flash Gordon”, film fanta-camp che si rivela un fiasco ovunque tranne che in UK (da noi esce a Natale e viene demolito dalla concorrenza de “L’Impero Colpisce Ancora”). Il film, davvero bruttino, è tuttavia uno dei primi film ad alto budget la cui colonna sonora è prodotta da un gruppo rock. E la Regina si sbizzarrisce con i sintetizzatori, già impiegati nel precedente album. I brani , ad eccezione di due, son strumentali. Uno dei due pezzi in cui compare la voce di Freddie Mercury è proprio FLASH’S THEME, scritta da Brian May (che oltretutto suona tutti gli strumenti, eccetto la sezione ritmica). Il pezzo, sebbene non sia propriamente un capolavoro, arriva nella Top 10 britannica e diventa un buon hit europeo. Nel 2003 un remix rave ad opera dei Vanguard rientrerà nella Top 20 britannica.

Diana Ross - It's My Turn / Together Un’altra regina alle prese col cinema è Diana Ross che, reduce dal trionfo dello “chiccoso” “Diana” (l’album di “Upside Down”, da cui è tratto un pezzo che è ancora nelle classifiche, “I’m Coming Out”), pubblica IT’S MY TURN, singolo tratto dalla colonna sonora del film omonimo, da noi chiamato “Amarti A New York”, commediola sentimentale con Jill Clayburgh, Michael Douglas e Dianne West. Il pezzo fa una perfetta accoppiata col film, dato che è il classico lento sentimentale senza infamia e senza lode. In ogni caso, grazie anche alla popolarità dell’interprete, entra nella Top 10 USA e nella Top 20 UK. Ma Diana ha in serbo un altro lentazzo da film che diventerà un mostro mangiaclassifiche a fine 1981: vi basti sapere che ci son di mezzo Zeffirelli e Lionel Richie. Rigorosamente da non somministrare a diabetici.

Neil Diamond - Love on the Rocks / Acapulco Sempre in tema di musica e cinema, Neil Diamond ottiene un grande N. 2 USA in gennaio con LOVE ON THE ROCKS, pezzo tratto dalla colonna sonora de “Il Cantante di Jazz”. Il film è il remake del classico del 1927, il primo film sonoro della storia del cinema. Ne film con Neil recita anche il grande Laurence Olivier. Se dal punto di vista recitativo non si può dire che Neil abbia fatto pienamente centro (nominato ai Golden Globes, alal fien tuttavia si porta a casa un Razzie Award come Peggior Attore, il primo a vincerne uno), la colonna sonora, che contiene anche un altro hit, “America”, diventa l’ennesimo successo del Re dell’easy listening. Infatti, nonostante il film faccia flop, vende oltre 1 milione di copie.

 


Altri hit del periodo

Bruce Springsteen – Il cuore affamato del Boss prende la strada della classifica

“Got a wife and kids in Baltimore, Jack!/ I went out for a ride and I never went back./ Like a river that don't know where its flowing, / I took a wrong turn and I just kept going”.

Bruce Springsteen - Hungry Heart / Held Up Without a Gun Primo grande hit da Top 10 per il Boss con l’apparentemente leggera Hungry Heart. Il pezzo è stato inizialmente scritto da Springsteen per i Ramones, ma alla fine, seguendo i consigli del produttore e manager Jon Landau, Bruce decide di tenerlo per sé (già due sue brani alla fine son diventati grandi sucecssi per altri artisti – “Because The Night” per Patti Smith e “Fire” per le Pointer Sisters, e Bruce ha bisogno anche di un hit per conto proprio). Lo include così nel suo nuovo album, l’ottimo “The River”. Il pezzo trae il nome da un verso dell’”Ulysses” di Tennyson "...always roaming with a hungry heart....". Il brano diventa uno dei più graditi dal pubblico anche durante il Tour mondiale che il Boss ha iniziato ad ottobre con la sua E Street Band. E durante l’esecuzione del brano nasce una tradizione dei concerti di Bruce: il pubblico viene lasciato cantare il ritornello. L’album diventa in novembre il primo N. 1 del Boss e il brano, pubblicato come primo singolo, approda nella Top 5 di Billboard nel dicembre 1980. Per rivederlo così in alto tra i singoli dovremo aspettare quasi 4 anni. Intanto, nel 1983, "Hungry Heart" diventerà il primo brano del Boss usato in un film: si tratterà di “Risky Business”, il film che ha lanciato Tom Cruise. Nel 1984 invece viene cantata in tour da un altro personaggio, che tuttavia, sentendo la gente gridare “Bruuuceee”, crede che gli stiano urlando “Booooo!”.

Rod Stewart - Foolish BehaviourIl personaggio è Rod Stewart, che al momento sembra uscire imperturbabilmente indenne dal crollo della Disco. D’altra parte lui ha fatto solo una canzone disco. Anche se indubbiamente è una delle dico song più kitsch mai prodotte. Accusato di buttare via il proprio innegabile talento, il nostro non sembra preoccuparsene più di tanto, visto i dischi che vende. Tuttavia “Maggie Mae” ormai è proprio un lontanissimo ricordo. Ora torna con PASSION. Il succo della canzone è: Tutti hanno bisogno di Passione, anche il Presidente, e tutti dovrebbero passare almeno una notte calda con uno/a sconosicuto/a… Beh, sicuramente Rod potrebbe scrivere un manuale in materia. La ritmica in realtà è ancora disco, ma il suono è furbescamente più new wave. Il singolo arriva in Top 5 USA e mentre l’album, il mediocre “Foolish Behaviour”, realizzato il 21 novembre (è il suo decimo album da studio) arriva al N. 4 in UK, dove invece il singolo è un hit minore (solo N. 17).


Steely Dan – Gauchos e Lolite

Steely Dan - GauchoLa storia dei problemi che incontra un uomo di mezza età alle prese con una diciannovenne (problemi probabilmente ignoti a Rod STewart) con cui non ha nulla in comune salvo forse la passione per la tequila ("the Cuervo Gold") e la cocaina ("the fine Colombian"), diventa l’ultimo Top 10 hit per gli Steely Dan di Water Becker e Donald Fagen. HEY NINETEEN parla con ironia dell’incomunicabilità tra le generazioni (la ragazza non sa chi è Aretha Franklin) ed è il primo singolo tratto dall’album “Gaucho”, la cui lavorazione è stata una vera e propria via crucis per i due, tra problemi tecnici (un brano viene addirittura cancellato per sbaglio da un assistente), contrattuali (con la MCA, che ha acquisito l’ABC per cui i due incidevano), personali (la ragazza di Becker, Karen Stanley, è morta per overdose e il tutto ha causato uno scandalo finito anche in tribunale, e in seguito Becker viene pure investito da un taxi) e legali (Keith Jarrett fa causa ai due adducendo il fatto che la title track, un tributo a Jarrett e alla sua “As Long As You Know You're Living Yours”, sia in realtà un plagio del pezzo). Sebbene l’album sia un successo, non meraviglia quindi che i due, stressati, decidano di separarsi nel giugno 1981 (si riuniranno solo nei ’90, incidendo un nuovo album insieme solo nel 2000). Donald Fagen ne approfitterà per pubblicare un capolavoro solista (vedi autunno 1982).. “We got nothin' in common/ We can't dance together/ We can't talk at all/ Please take me along when you slide on down”.

Stevie Wonder - I Ain't Gonna Stand for It / Knocks Me off My Feet Secondo hit tratto dal suo album "Hotter Than July" per il grande Stevie Wonder. Mentre il primo singolo, la leggendaria "Master Blaster", è ancora nelle classifiche, I AIN’T GONNA STAND FOR IT raggiunge le top 10 su albo le sponde dell'Atlantico. Nel frattempo Stevie presenta per la prima volta dal vivo il 16 gennaio un altro brano dell'album, "Happy Birthday", dedicata a Martin Luther King. Il concerto supporta la proposta di trasformare il 15 gennaio, giorno di nascita di King, in festa nazionale. La proposta verrà accettata nel 1983.


Pat Benatar - L’hit che stava per essere cancellato

Pat Benatar - Hit Me With Your Best Shot / Prisoner of Love Debutto nella Top 10 di Billboard per Patricia Mae Andrzejewski, meglio nota come Pat Benatar. La ragazza ottiene il risultato con la grintosa HIT ME WITH YOUR BEST SHOT, un bel rockettino energico che la consacra tra le primedonne della scena pop rock americana. Il pezzo scritto da Eddie Schwartz, che la incide in un demo per la ATV, che lo mette sotto contratto. Tuttavia non la casa non ama “Hit Me” e addirittura ne cancella il demo. Il musicista canadese sta per tornare a capo chino a casa quando scopre che l’ingegnere del suono, John Rhys, ha salvato una registrazione del pezzo, sapendo che Schwartz lo amava. Così il pezzo finisce alla Chrysalis, dove la Benatar la ascolta e ne resta colpita. Qualche piccola modifica al testo (scritto da un punto di vista maschile) ed ecco un hit. Ovviamente il testo suscita qualche accusa di sessismo, o addirittura di incoraggiare la violenza sulle donne (eh, si, gli americani non son proprio portati per le metafore). In ogni caso le polemiche evidentemente aiutano e il brano arriva ben oltre il milione di copie, diventando il primo Top 10 della rocker e lanciando nella stratosfera l’album “Crimes Of Passion”, che arriva al N. 2 in gennaio, fermato solo da John Lennon. Qualche mese dopo il riff del pezzo verrà impiegato da MTV come sigla.

Sempre tra le rocker femminili, non possiamo non citare le splendide sorelle Wilson, Ann e Nancy, e la loro band, gli Heart. Arrivate al primo “Greatest Hits”, le due pubblicano come singolo uno dei due inediti in esso contenuti. Si tratta della cover del successo datato 1966 di Aaron Neville TELL IT LIKE IT IS, che si piazza al N. 8 della Billboard chart. In UK invece torna in classifica un’altra grande rocker, Chryssie Hynde che con i suoi Pretenders ottiene un N. 11 con MESSAGE OF LOVE.

E ora che ne dite se “pestiamo” un po’ di più? Già, perché in UK la cosiddetta New Wave del British Heavy Metal sta dando i suoi prelibati frutti.

La New Wave del British Heavy Metal

Motörhead / Girlschool - St. Valentine's Day Massacre I Motorhead di Lemmy (all’anagrafe Ian Fraser Kilmister), reduci dal clamoroso successo della classica “Aces Os Spades” e dell’album omonimo, ottengono in febbraio il loro miglior piazzamento nella classifica dei singoli britannica con l’E.P. “St. Valentine's Day Massacre” (uscito guarda caso per S. Valentino…), realizzato assieme alle Girlschool di Kim McAuliffe e Enid Williams. L’accoppiata al fulmicotone arriva nella Top 5 britannica grazie al pezzo di punta del disco, PLEASE DON'T TOUCH, cover adrenalinica di un pezzo del 1959 di Johnny Kidd And The Pirates. Entrambi le band realizzeranno gli album di maggior successo delle rispettive pluridecennali carriere proprio nell’estate 1981.


Rainbow - Difficult to Cure Tra le punte dell’ondata hard made in Britain non si possono non citare i Rainbow, fondati dal Depp Purple Ritchie Blackmore. La band nell’agosto 1980 è stata la headliner del primo festival 'Monsters of Rock' al Castello di Donington e tra gennaio e febbraio 1981 ottiene il suo maggiore hit con I SURRENDER, scritto da Russ Ballard. Il pezzo, arrivato al N. 3 e terzo e ultimo Top 10 UK della band, è tipico del nuovo corso pop-rock della band, direzione questa che ha causato l’ennesimo cambiamento nella formazione, con l’abbandono del grande batterista Cozy Powell. Anche l’album che contiene il pezzo, “Difficult To Cure”, il quinto della band, arriva al N. 3 in Gran Bretagna. L’album viene iniziato con il cantante Graham Bonnet, che tuttavia lascia il gruppo in seguito a contrasti con Blackmore venendo così sostituito da Joe Lynn Turner. Da notare che la copertina dell’album, realizzata dal leggendario studio Hipgnosis (le copertine di “Dark Side Of The Moon” e “Wish You Were Here” vi dicono qualcosa?), in origine era destinata a un album dei Black Sabbath.


Ma a livello mondiale, la band hard rock N. 1 arriva dagli antipodi...

AC/DC – Profondo Nero

AC/DC - Back in Black Trionfo nelle classifiche mondiali per la band australiana capitanata da Angus e Malcolm Young. Reduci dalla drammatica scomparsa del cantante Bon Scott, avvenuta il 19 febbraio 1980, gli australiani, dopo aver preso in considerazione anche lo scioglimento, reagiscono alla grande e realizzano, con un nuovo cantante, lo scozzese (ma con sangue italiano da parte di mamma) Brian Johnson, uno degli album più venduti di tutti i tempi, “Back In Black” (venderà oltre 42 milioni di copie). Va detto che la lavorazione dell’album era iniziata con Scott. Dopo la sua morte la band deciderà di resettare tutto e ripartire daccapo. L’album, il loro settimo, realizzato il 25 luglio e prodotto come il precedente “Highway To Hell” da Robert John "Mutt" Lange (a chi si chieda come costui finirà poi a produrre certe ballate di Bryan Adams, basti pensare che tra AC/DC e il canadese, Lange produrrà anche i Def Leppard, quasi il termine di transizione), è in classifica un po’ ovunque (pure in Italia, il che è tutto dire) e in questo momento sono due i singoli da esso estratti che stanno arrampicandosi nelle chart mondiali.AC/DC - Rock and Roll Ain't Noise Pollution In primis BACK IN BLACK, la leggendaria title-track, che è nella USA Top 40 in febbraio. Concepita come un tributo al compagno scomparso, è quasi un metal-rap ante-litteram cantato nello slang delle bande criminali di Glasgow e presenta uno dei riff di chitarra più famosi della storia. Saccheggiata, rifatta, impiegata migliaia di volte, è quel che si dice un classico del rock. Il singolo che funziona meglio in Gran Bretagna è invece ROCK AND ROLL AIN'T NOISE POLLUTION. Fatto curioso, dato che il pezzo è notoriamente un riempitivo messo su dagli Young mentre il resto della band era andato a bere...

Stray Cats - Stray Cats In Inghilterra c’è spazio anche per il revival rockabilly che vede arrivare nella Top 10 gli Stray Cats, formati nel 1979 a Long Island da Brian Sezter, Lee Rocker e Slim Jim Phantom con la bella RUNAWAY BOYS, primo dei tre hit che la band metet a segno dall’album di debutto “Stray Cats”, prodotto dal grande Dave Edmunds. Da notare che i tre americani ottengono il successo prima oltreoceano e che dovranno aspettare quasi due anni per entrare nelle parti alte della chart USA (per la cronaca, si rifaranno con gli interessi).


The Jam - That's Entertainment / Down In the Tube Station at Midnight (live) E tra i revival in corso in Gran Bretagna c’è anche quello Mod, inaugurato dai Jam di Paul Weller. Il piazzamento stranamente basso (N. 21) nella chart UK per un classico del loro repertorio, ovvero THAT'S ENTERTAINMENT, si spiega perché si tratta di un singolo importato dalla Germania in un numero limitato di copie. Tratto dall’album “Sound Affects”, è uno dei loro brani più celebrati. Uno sberleffo all’industria del divertimento sottoforma di un resoconto tutt’altro che esaltante della vita di tutti i giorni. Scritta secondo la leggenda in meno di mezz’ora (alcune fonti parlano di 10 minuti) dopo che Paul se n’è uscito sbronzo da un pub, durante il successivo viaggio in bus…


Jona Lewie - Stop the Cavalry / Laughing Tonight A Natale in UK arriva invece al terzo posto uno strano hit elettronico. Si tratta di STOP THE CAVALRY di Jona Lewie, un brano pacifista che parla di un soldato al fronte durante la Prima Guerra Mondiale che sogna di essere a casa per Natale. Ovviamente esce al momento giusto e lo spirito natalizio lo porta in alto. Va detto che all’inizio il singolo non aveva alcun legame col Natale (o meglio, il soldato vorrebbe tornare a casa per Natale per stare con la propria ragazza), ma la casa discografica (la Stiff) ha ben pensato di immettere dei suoni natalizi e così… ecco a voi un piccolo classico natalizio albionico. Jona in realtà si chiama John Lewis e sebbene il suo nome sia legato a questo pezzo in realtà non è un novellino. È stato infatti membro della band Terry Dactyl & The Dinosaurs (!) che ha raggiunto il N. 2 in UK nel 1972 con "Seaside Shuffle". Nel 1980 ha già ottenuto un Top 20 per conto proprio, "You'll Always Find Me In The Kitchen At Parties". Dan Fogelberg - Same Old Lang Syne / Hearts and Crafts Sempre in tema natalizio, dall’altra parte dell’oceano invece arriva in Top 10 Dan Fogelberg con la sua SAME OLD LANG SYNE, delicata storia agrodolce del breve reincontro di una coppia nella Vigilia di Natale. Il pezzo cita nel titolo e in coda “Auld Lang Syne”, ovvero il “Valzer delle Candele”, tipica canzone che si canta nei paesi anglosassoni a Capodanno e che tratta dei “bei tempi andati” (qualcuno ricorda “Harry Ti Presento Sally”?).


Air Supply - Lost in Love Dopo Joe Dolce e AC/DC ecco un altro gruppo dall’Australia. Arrivano infatti al n. 2 della Billboard chart gli Air Supply, formati dall’inglese Graham Russell e dall’australiano Russell Hitchcock, che a gennaio raccolgono il terzo Top 5 hit negli USA tratto dal loro quinto album “Lost In Love”. EVERY WOMAN IN THE WORLD. Leo Sayer - More Than I Can Say / Only Fooling I due sono responsabili di un soft pop rock costituita da ballatone in levare molto zuccherose, anche se qualche (raro) buon pezzo lo tireranno fuori. Pop facile facile anche per Leo Sayer. MORE THAN I CAN SAY è l’ultimo grande hit internazionale per il piccolo cantautore riccio del Sussex e, dopo essersi piazzato al N. 2 in Gran Bretagna, ripete il piazzamento oltreoceano. Un altro Top 10 in UK nel 1982 e poi dovremo aspettare il 2006 per rivederlo nella Top 10 britannica (addirittura al N. 1) con il remix ad opera di Meck della sua “Thunder In My Heart”. Ultimo singolo nella Top 10 americana anche per Barry Manilow con I MADE IT THROUGH THE RAIN, ballatona tratta da “Barry”, il suo settimo album di studio. L’album è anche il primo a mancare la Top 10 dal 1974. Per rivederlo tra i primi 10 dell’album chart di Billboard si dovrà aspettare il 2006.


Barclay James Harvest - Life Is for Living / Shades of B Hill In Germania, accanto ai vari hit internazionali, assistiamo a un eclettico mix di successi continentali. Ottiene un trionfale successo LIFE IS FOR LIVING della Barclay James Harvest. La storica formazione inglese di rock sinfonico, nata nel 1966 e ridotta al trio formato da John Lees, Les Holroyd e Stuart "Woolly" Wolstenholme, gode di una grande popolarità in terra germanica e il 30 agosto ha suonato davanti a 250.000 persone davanti al Reichstag di Berlino. Nel 1987 sarà la prima band rock occidentale che suonerà a Berlino Est. L’hit tedesco del momento è tuttavia la ballatona di Frank Duvall ANGEL OF MINE, che arriva al N. 1. Il pezzo comparirà anche in un episodio dell’”Ispettore Derrick”. Frank infatti ha curato la colonna sonora della serie, apparendo anche in un episodio. E a proposito di ispettori televisivi… Mi piange il cuore non potervi proporre tramite youtube “Some Broken Hearts Never Mend”, delizia offertaci da Telly Savalas, alias l’Ispettore Kojak (dire che la “canta” è un po’ troppo) che arriva al n. 5 della classifica tedesca… Purtroppo siete costretti a restare nell’ignoranza…


Boney M. - Felicidad (Margherita) Ma per colmare la vostra sete di sapere, ecco a voi altre chicche made in Germany. Per la serie “la disco l’avranno pure uccisa negli States, ma in Germania evidentemente non lo sanno”, ecco i soliti Boney M ai vertici del trash con FELICIDAD (cuccatevi il video con pure il riassunto di tutti i loro successi). E per il colpo di grazia ecco ELDORADO della Goombay Dance Band, una strana formazione con cantante biondo riccioluto cotonato, negrette varie e bimbi che fanno il limbo. Goombay Dance Band - Eldorado Come dite? Che solo i tedeschi son capaci di avere in classifica roba del genere? Beh, la formazione tra due anni sarà al n. 1 pure in UK... (“Ah Haaaa!”). Di “Santa Maria”, hit autunnale ancora in classifica in due versioni vi parlerò un’altra volta. Ma vi lascio con la più agghiacciante delle notizie: al N. 1 degli album teutonici arriva il disco più venduto in Germania del 1981. Non è Lennon, non son gli Abba, ne tantomeno i Dire Straits. Sono i Puffi (che, avendoli trovati al N. 1 pure nel 1995, sono uno dei nomi di maggiore successo di classifica in terra germanica di tutti i tempi...).

 


USCITE CHIAVE

The Clash - Sandinista!Il 12 dicembre esce il triplo album “Sandinista!”, il quarto dei Clash. 36 brani racchiusi nel progetto più ambizioso (seppur imperfetto) della band di Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Topper Headon. L’album viene registrato tra Gran Bretagna, Giamaica e USA e viene anticipato dal singolo BANKROBBER, che alla fine tuttavia non trova posto nell’album. L’influenza del reggae nell’album è evidente ed è presente anche nei pezzi più rock, caratterizzati da un suono più dub. Durante le registrazioni a New York, Simenon è impegnato in un film, per cui viene temporaneamente sostituito da Norman Watt-Roy, bassista di Ian Dury and the Blockheads. La cosa genererà alcune grane, perché ins eguito Watt-Roy dirà di aver partecipato alla composizione di THE MAGNIFICENT SEVEN (unica versione di studio reperibile su youtube, ma qui e qui ci son due belle versioni live). Tra i numerosi ospiti c’è pure Tim Curry, l’attore noto per “Rocky Horror Picture Show”, che presta la sua voce nella parte di un prete in “The Sound of Sinners". Per la prima volta i pezzi non vengono accreditati alla sola coppia Strummer/Jones ma a The Clash. È anche l’unico album in cui tutti e quattro cantano. Dall’album vengono estratti come singoli l’antimilitarista THE CALL UP, HITSVILLE UK (ode alla scena indie e omaggio al Motown sound), and "The Magnificent Seven", critica sul consumismo (“Working for a rise, better my station/Get my baby some sophistication/Seen the ad, she thinks it's nice/Better work hard, I seen the price”) che diventa il primo singolo che presenta per la prima volta un rap fatto da una gruppo inglese (e con un giro di basso che ricorda non poco la lezione degli Chic). Tra l’altro c’è pure un altro pezzo rap nel triplo: "Lightning Strikes (Not Once But Twice)". L’album esplora criticamente svariati temi, dalla crisi socio-economica (CAREER OPPORTUNITIES) che avvolge l’Inghilterra, al militarismo delle superpotenze. L’album ovviamente è dedicato ai Sandinisti, che l’anno prima hanno deposto il dittatore Anastasio Somoza in Nicaragua. Anche il numero di catalogo dell’album è dedicato alla causa sandinista: “FSLN1” è l’acronimo del Frente Sandinista de Liberación Nacional. L’album contiene anche il pezzo più politico scritto da Strummer fino a quel momento: WASHINGTON BULLETS, in cui critica le superpotenze dell’epoca (per chi non ricordi, USA, URSS e Cina) per le ingerenze su altri paesi (Cile, Nicaragua, Afghanistan, Tibet...). Sembra che la band abbia deciso di registrare un triplo dopo che la stampa aveva detto che l’ultimo doppio di Springsteen, “The River” avrebbe superato per qualità il loro “London Calling”. Strummer ovviamente decide a sua volta di superarlo. La mossa di pubblicare un triplo non è ben accolta ovviamente dalla casa discografica, che viene fregata con un trucchetto (analogamente a quanto accaduto per il doppio “London Calling”): la band dice di voler aggiungere un mix singolo al doppio, per poi stampare 3 album completi prima che i dirigenti della casa se ne rendessero conto. Un’altra versione addirittura dice che i Clash abbiano rinunciato alle royalties dei loro album per poter produrre un album. E questa sembra essere quella vera. Non mi vedo molte altre band fare altrettanto…

Rush - Moving PicturesIl 30 gennaio 1981 viene pubblicato anche il nuovo album dei canadesi Rush, “Moving Pictures”. La band dell’Ontario, nata nel 1968 e formata dal cantante e bassista Geddy Lee, dal chitarrista Alex Lifeson e dal batterista Neil Peart (tutti considerati virtuosi dei rispettivi strumenti), sulla scia tracciata dal precedente album “Permanent Waves” che conteneva l’inno “Spirit Of Radio”, all’epoca assorbe nel proprio progressive rock la new wave, esplorando un suono più pop. In particolare, la band inizia a sperimentare con i sintetizzatori, anticipando la succesisva svolta. L’album, che arriva al N. 3 USA e venderà oltre 4 milioni di copie, è trainato da uno dei pezzi più noti della band, la splendida TOM SAWYER, inno che miscela la chitarra di Lifeson con una tessitura elettronica. L’album contiene altri classici del gruppo, come VITAL SIGNS, che cita nientemeno che i Police muovendosi in territori reggae, e LIMELIGHT, anelito a una maggiore privacy impreziosito dalla voce acuta e inconfondibile di Lee. Il pezzo contiene un riferimento al pezzo successivo, infatti cita "caught in the camera eye", introducendoci così all’epica urbana di THE CAMERA EYE.

Brian Eno & David Byrne - My Life in the Bush of Ghosts Il primo dicembre 1980 i Talking Heads sbarcano in Inghilterra per il tour che accompagna il loro ultimo album, “Remain in Light”, uscito in ottobre (come gruppo di supporto si trovano una giovane band irlandese il cui nome deriva da un aereo spia...). L’album, oggi considerato uno dei più importanti del decennio, è stato prodotto dal grande Brian Eno, che ha già collaborato con le Teste Parlanti nel precedente “Fear of Music”. Tra i due album il musicista trova anche il tempo di collaborare con David Byrne, il leader dei Talking Heads, per realizzare un album che vede la luce all’inizio del 1981. L’album si chiama "My Life In The Bush Of Ghosts”. La ritmica dell’album ricorda i lavori dei Talking Heads dell’epoca, ma si va oltre. Ritmi tribali, funk, campionamenti provenienti da tutto il mondo ed elettronica d’atmosfera confluiscono in quello che può essere definito un precursore della World Music elettronica che tanto successo avrà nei ‘90. L’album rappresenta anche un esempio di album “taglia e cuci” ante-litteram (sincronizzando i suoni per tentativi: all’epoca il digitale non esisteva ed è stato fatto tutto in analogico!). Include campionamenti di programmi radiofonici, di cantanti arabi e pure di un esorcista in THE JEZEBEL SPIRIT. Il titolo deriva da un romanzo di Amos Tutuola, all’epoca non ancora letto nè da Byrne nè da Eno, ma aderente agli obiettivi dell’album: esplorare sonorità africane con un taglio “sinistro”, che affiora in MEA CULPA e nella inquietante sinfonia tribale notturna MOONLIGHT IN GLORY. Più “solare” sembra invece AMERICA IS WAITING, che apre l’album. E l’America a quanto pare sembra proprio aspettare suoni nuovi e l’album riesce a intrufolarsi a sorpresa nella Top 50 di Billboard.

La prossima sarà una puntata natalizia, pertanto parleremo di... sesso, tra eterne vergini e traviate dal Principe. Ma parleremo anche di come un tizio di nome Bob abbia raccolto sotto lo stesso tetto un branco di pop star evidentemente sotto l'influsso buonista delle feste natalizie...

P.S. Stavo scherzando ovviamente riguardo al significato del pezzo del coro della St Winifred's School…

Marco

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