Anno:
1970
Altri titoli:
Interpreti:
George Harrison
HitParade:
#3, febbraio 1971
Chart annuale:
Top 10
Altri interpreti: Nina Simone
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Pochi ricordano che George Harrison, con la colonna sonora del film Wonderwall composta nel 1968, è stato il primo Beatle a lavorare da solo ad un album. Questo album è stato anche il primo disco ad uscire con l'etichetta Apple. E il primo ex-Beatle ad arrivare al numero 1 delle classifiche dopo lo scioglimento del mitico gruppo è ancora una volta George Harrison, con il 45 giri My Sweet Lord.
Il brano, prodotto dal contestatissimo Phil Spector (che figura anche nei cori) faceva parte del triplo All Things Must Pass, e fu registrato a Londra negli stessi Abbey Road Studios e con la stessa strumentazione tecnica utilizzata fino a poco tempo prima dai Beatles. Alle sessioni di All Things Must Pass contribuirono numerosi musicisti amici di Harrison, quali Gary Brooker, Eric Clapton, Ringo Starr, Alan White (batterista degli Yes), Bobby Whitlock e molti altri tra cui gli stessi John Lennon e Yoko Ono.
My Sweet Lord non era un brano inedito: George lo aveva composto nel 1969 (un tentativo di combinare insieme Alleluia e Hare Krishna, dichiarò qualche anno dopo) e lo aveva ceduto a Billy Preston, perché Lennon e McCartney non lo avevano ritenuto "idoneo" alla pubblicazione su un disco firmato Beatles. Preston, che a quell'epoca lavorava per la Apple e collaborava attivamente con i Beatles (fu l'unico ad avere l'onore di vedere il proprio nome sull'etichetta di un loro 45 giri, precisamente di Get Back), lo aveva inserito nel suo album Encouraging Words uscito con etichetta Apple, che comprendeva un altro "scarto" della produzione Beatles (I've Got A Feeling, poi recuperato da Phil Spector per Let It Be).
Il pezzo è un ingenuo e tenero inno al Signore ispirato alle filosofie orientali, alle quali George si è sempre interessato dal 1966 in poi. Il testo contiene dei mantra che sono un chiaro riferimento al culto Hare Krishna.
Il sound vagamente gospel si ispira alla famosa Oh, Happy Day, ma la melodia risulta sorprendentemente simile a quella di un vecchio successo, He's so fine, entrato nelle classifiche sia USA che UK nell'esecuzione del gruppo femminile afroamericano The Chiffons.
He's so fine, scritta da Ronnie Mack, ha una storia tormentata: sembrava destinata a non vedere mai la luce, nessun editore voleva pubblicarla, e ad accollarsi le spese di produzione del disco furono i Tokens, reduci dal successo di The Lion Sleeps Tonight.
Il 45 giri uscì sotto una piccola etichetta, la Laurie, ma il passaparola e la programmazione radiofonica furono tali da spingere in pochi mesi il brano al primo posto nella classifica USA (marzo 1963). Ronnie Mack era stato intanto colpito da una malattia incurabile e ricevette il disco d'oro in ospedale solo poche settimane prima di morire.
A tutelare i suoi interessi pensò la Bright Tunes Music, che deteneva i diritti di He's so fine: portò Harrison in tribunale e nel 1976 ottenne dai giudici un risarcimento di ben 587 mila dollari dell'epoca. George dichiarò sempre di essersi ispirato a Oh, Happy Day e di conoscere solo vagamente il pezzo delle Chiffons, ma la sentenza del giudice pose una parola definitiva a sfavore di Harrison, anche se il plagio fu definito "non intenzionale". Alla fine di questa umiliante vicenda, George non poté fare a meno di raccontare tutto in This Song, un brano che registrò per l'album 33 1/3 e che eseguì anche in televisione sotto forma di parodia, in una finta aula di tribunale.
Come andarono veramente le cose?
È noto che George non era in grado di scrivere sul pentagramma e, per comporre, semplicemente registrava su nastro le sue idee e poi le riascoltava (cosa che del resto hanno sempre fatto anche John e Paul). In un'intervista rilasciata qualche anno dopo, John sosteneva che, una volta abbozzata My Sweet Lord, George si era sicuramente accorto della somiglianza con qualcosa di preesistente. Un qualsiasi scaltro artigiano avrebbe modificato le due o tre battute necessarie per evitare l'accusa di plagio, ma, racconta sempre John, George lasciò stare la melodia così come era venuta e preferì affrontare le spese di un eventuale risarcimento piuttosto che piegarsi a certi "trucchi del mestiere".
Alla sua uscita (fine dicembre 1970) My Sweet Lord balzò al numero uno contemporaneamente nel Regno Unito e in USA. In patria risultò addirittura il brano più venduto del 1971. Una nuova versione venne elaborata nel 2000 dallo stesso Harrison per la riedizione su CD di All Things Must Pass in occasione del trentennale, ma fu la "vecchia" versione a tornare al primo posto quando, a seguito della sua scomparsa (29 novembre 2001), i negozi furono nuovamente pressati di richieste e il disco dovette essere ripubblicato.
In Italia il 45 giri rimase nella Hit Parade dal febbraio al giugno 1971, senza però mai raggiungere il primo posto. Alla fine dell'anno risultò comunque fra i dischi più venduti, superato solo da Pensieri e parole (Lucio Battisti), Tanta voglia di lei (Pooh) e Amor mio (Mina).
(Orlando R)
 
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